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Autore: Yasha 26    26/04/2014    6 recensioni
(Attenzione: linguaggio “colorito” e tematiche delicate come violenza, alcool e droga. Nulla di chissà che, ma ci tenevo a precisarlo prima che iniziaste a leggere)
***
Fino a qualche mese fa credevo sarei stata felice con l’uomo che amavo. Invece ciò non è accaduto.
La sera che avrebbe dovuto essere la più bella della mia vita, quella che sognavo da anni, è diventata un incubo che mi tormenterà per sempre.
Vedere i tuoi occhi, riflesso dei suoi, sarà la mia punizione. Già, perché ciò che è accaduto lo devo solo alla mia stupidità.
Eppure non ho avuto il coraggio di rifiutarti. Tu non hai colpe.
Spero solo riuscirai a perdonarmi quando saprai la verità, ciò che mi è accaduto quella sera…quando tutto è cambiato.
***
NB: al capitolo 10, Regali di Natale, si ricollega un extra dal rating rosso, dal titolo "W.E.C. EXTRA: Regali di Natale" che trovate a questo indirizzo -> http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2846837
STORIA IN REVISIONE
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome | Coppie: Inuyasha/Kagome
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
Capitoli:
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In caso contrario, saranno presi provvedimenti legali.
Grazie.





- InuYasha. - chiama una voce
- InuYasha! - insiste
- Mmmm…- mugugno infastidito
Chi cavolo è? Fammi dormire!
- InuYasha svegliati! - sento urlare, così sono costretto ad aprire gli occhi, rimanendo però sconvolto dalla persona che mi ritrovo davanti
Sto sognando vero?
- Ben svegliato bell’addormentato! Ti chiamavo da un bel po’. Avanti alzati, la colazione è pronta pigrone. -
- Ka…Kaede? - domando stropicciandomi gli occhi ancora assonnato
Non può essere lei!
Lei è…è…
- E chi altri dovrei essere? C’è per caso qualcun altro in questa casa oltre noi due? - dice tirandomi via le coperte per farmi alzare
Anche se terribilmente confuso mi alzo e faccio per scendere dal letto ma…da quando i miei piedi non toccano terra? Il letto si è rialzato per caso?
- Vieni ti aiuto a scendere. - dice lei prendendomi in braccio e mettendomi a terra
Aspetta, mi ha preso in braccio? Ma come se peso 70 chili? E perché cazzo tutti i mobili sono giganteschi? Ma dove accidenti mi trovo?
- Inu- chan vai a lavarti la faccia e poi scendi a mangiare. - ripete lei
Inu- chan? Nessuno mi chiama più così da quando avevo 13 anni. Da quando Kaede è morta.
Ma come accidenti fa ad essere viva? Che abbia sognato tutto? Forse non è morta, o forse sto sognando che è viva? Che confusione!
Mi avvicino al lavandino ancora intontito e vi trovo uno scalino davanti. Che dovrei farci? Guardo meglio il lavandino e anche questo è inspiegabilmente alto ed assurdamente gigante. Mah.
- Aaaaah! Ma che cazzo! - urlo appena raggiungo lo specchio
Chi cazzo è quello nello specchio? Quel moccioso coi capelli corti tutti arruffati, le lentiggini e gli occhi grandi?
- InuYasha che succede? Perché hai urlato piccolo? Ti sei fatto male? - chiede Kaede arrivando trafelata e preoccupata
- Ma…quello lì…chi è? - chiedo indicando l’immagine riflessa nello specchio
- Ok che sei tutto spettinato, ma non sei così brutto da spaventarti quando ti specchi. - risponde lei sollevata, avvicinandosi e passandomi una mano tra i capelli ribelli per pettinarli un po’
Ma che sta succedendo? Sono diventato piccolo? E cosa ancora più assurda…Kaede è resuscitata?
No, questo è un sogno. Non può essere altro che un sogno!
Io ho 19 anni e sto studiando medicina…o almeno credo.
Già ma perché dico credo? Non sono adulto? Perché credo di essere più grande? Mi sembra una cosa scontata…eppure, qualcosa non torna.
Facciamo mente locale. Io ho 19 anni, questo lo ricordo. Poi, ho degli amici: Naraku, Koga, Hakudoshi, Ginta e suo fratello Hakkaku. Anche questo è assodato. Poi ci sono mamma e papà che mancano sempre da casa e questo nel corso degli anni non cambia mai. Mi hanno imposto di studiare medicina e io ho accettato. Ma perché? Io odio medicina! Perché dannazione ho accettato? Qualcosa mi sfugge. Come mi sfugge il perché stia facendo questo sogno del cazzo!
Mi sta esplodendo la testa.
- Inu- chan ti sbrighi o no? Il latte sta diventando freddo! - mi richiama Kaede
- Sì arrivo! -
Mi precipito alle scale per scendere in cucina ma una terribile fitta allo stomaco mi fa piegare in due dal dolore. È così forte da togliermi il fiato. Per fortuna passa subito, ma è stato orribile. Spero non sia appendicite. Ma non me l’avevano già tolta? Boh.
Mi siedo sullo sgabello e mi sembra di ritornare indietro nel tempo…Kaede che cucina qualcosa, la colazione pronta sul bancone imbandito di biscotti di ogni genere, con una tazza fumante di latte al cioccolato.
- Finalmente. Su mangia che poi ti porto a scuola. Il tuo pranzo è quasi pronto. - mi avvisa lei preparando un bento
È tutto come quando ero piccolo. Assurdo. È tutto così reale.
Finita la colazione risento quella terribile fitta allo stomaco che mi fa contorcere di dolore.
- InuYasha che c’è? - mi soccorre la mia tata
- La pancia! Mi fa malissimo Kaede. È già la seconda volta. - spiego io ancora ripiegato su me stesso
- Forse oggi è meglio che non vai a scuola. Magari hai preso l’influenza. In effetti stamane non avevi una bella cera quando ti ho svegliato. - dice lei spegnendo i fornelli e prendendo un termometro dal cassetto dei farmaci
- Vieni misuriamo la febbre. - continua prendendomi in braccio e mettendomi il termometro
Poco dopo lo controlla.
- Oh cavolo, 38 e mezzo! Eh sì hai preso l’influenza. Potevi dirmelo che stavi male piccolo, non ti avrei fatto alzare. - spiega lei riportandomi in camera e rimettendomi a letto
- Ma non sto così male da stare a letto Kaede. Non mi va di dormire. - mi lamento io
A parte il dolore che viene e va allo stomaco non mi sento male.
- Ah no? E che vuole fare il signorino? -
- Ovvio! Cucinare con te! - esclamo io saltando fuori dal letto
Cucinare con lei è la cosa più bella che si possa fare. Lo adoravo prima e lo adoro ancora adesso.
Capisco che è un sogno, ho coscienza di questo, anche se è tutto molto strano e non mi spiego molte cose ma, voglio vivermelo finché non mi sveglio. Il che spero avvenga…mai! Si sta bene qui con Kaede e se è un sogno non voglio svegliarmi mai più e restare con lei!
 
 
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- I valori sono tutti buoni, sia i suoi che della bambina, la ferita all’addome è superficiale e non necessita di punti di sutura. È ancora sotto shock ovviamente, ma può anche riportarla a casa. Basterà farla riposare. - spiega un medico a mia madre dopo avermi visitato
- La ringrazio dottore. La porto subito a casa allora. - dice lei
- Io non mi muovo da qui. - le rispondo decisa
- Ma Kagome, hai sentito il dottore? Devi riposare e…-
- Io non mi muovo da qui finché InuYasha non esce da quella stramaledetta sala operatoria e non mi dicono che sta bene! Capito?! - replico alzando la voce e uscendo dalla sala delle visite per raggiungere la sala d’attesa
Sono ore che InuYasha è in sala operatoria e ancora non mi danno notizie. Che sta succedendo? Perché non esce nessuno a darmi notizie? Voglio sapere come sta. L’attesa mi sta uccidendo!
 
Passano altre ore e finalmente qualcuno esce.
- La signora Taisho? -
- Sì sono io! Come sta InuYasha? - chiedo al medico venutomi in contro
- Suo marito è in prognosi riservata. Abbiamo fermato l’emorragia e provveduto a fare delle trasfusioni. La quantità di sangue persa è stata molta. Durante l’intervento ha avuto un arresto cardiocircolatorio purtroppo. Abbiamo somministrato tempestivamente epinefrina e provveduto alla rianimazione cardiopolmonare. La mancanza d’ossigeno ai tessuti cerebrali è stata breve, ma questo complica le condizioni del paziente. Dobbiamo aspettare le prossime 48 ore per ritenerlo fuori pericolo e valutare se ha subito danni. Mi spiace. - spiega il medico, mentre sento spezzarmisi il cuore
- Può…può morire quindi? - chiedo avendo capito praticamente niente di quello che ha detto oltre “arresto cardiocircolatorio”
- In poche parole sì. - afferma lasciandomi nello sconforto
- Ma a che danni si riferiva prima dottore? - chiede mia madre, più lucida di me
- Problemi neurologici, lievi o gravi. Dipende dai danni subiti dalle cellule del cervello per la mancanza d’ossigeno. Ma su questo mi sento fiducioso. La mancanza d’ossigeno è stata davvero minima. Ciò che mi preoccupa maggiormente è l’emorragia. Se il corpo non reagisce, ci sono poche probabilità che superi la notte. - sostiene dispiaciuto
Dopo queste parole tanto crude scoppio in un pianto a dirotto.
Lui non può morire. Non deve! Non può farlo.
È colpa mia! È tutta colpa mia! Sono una persona orribile. Sono io ad avergli augurato la morte. Sarà solamente colpa mia se muore.
Perdonatemi Kami vi prego e salvatelo! Vi supplico!
 
 
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- Come mai fai le polpette seguendo una ricetta italiana? -
- Perché mia nonna era di origini italiane Inu- chan. -
- Capito. Perché nelle polpette metti il pane bagnato nel latte? - chiedo ancora curioso
Voglio imparare tutto quello che fa. È sempre stata fenomenale ai fornelli!
- Perché così vengono più morbide. Anche se originariamente lo si faceva perché si era poveri e non si disponeva di tanto macinato. Quindi le donne aggiungevano la mollica di pane per aumentarne il volume e mangiare di più anche se la carne era poca. Poi è rimasta tradizione continuare a mettere la mollica inumidita nel latte perché da più gusto e morbidezza. - mi spiega lei mentre impasta la carne con un sacco di cose
- Quindi anche se poveri mangiavano meglio dei ricchi? -
- Beh non proprio Inu- chan, però diciamo che molti piatti “poveri” sono molto più gustosi di quelli sopraffini. -
- Come le cuoci? - domando indicando le polpette già pronte
- Ma ovvio…nel sugo come piace a te. Da quando hai visto quel cartone animato della Disney le mangi solo così le polpette tu. - dice lei ridendo
- Sì, come in Lilli e il Vagabondo! E tu le prepari decisamente meglio dello chef del cartone animato! - esclamo pregustandomi già il piatto pronto
- Sì sì come no. Dai aiutami a fare le polpette così finisco prima. - ordina lei ma col sorriso
- Subito capo! - rispondo affiancandola a prendendo un pezzo di impasto, arrotolandolo tra le mani
- Ma che schifo che fa la mia Kaede! Le tue sono perfettamente tonde e lisce, le mie invece, sono orribili! - mi lamento guardando la cosa informe che ho tra le mani
- Ahahahah ma no è solo questione di patica. Ti svelo un piccolo segreto, se metti due goccine d’olio sul palmo, vedrai che la carne scorre meglio e la forma sarà migliore. Prova. - dice versandomi un po’ d’olio sulle mani
Riprovo a dare una forma più decente alla polpetta e… miracolo! È davvero più tonda rispetto a prima. E la carne non rimane attaccata alle dita.
- Guarda Kaede! - gliela mostro felice
- Visto? Che ti avevo detto? Forza continua tu che io controllo la cottura del sugo. -
Continuo a fare tantissime polpette finché non rimane più carne nella ciotola. Devo dire che sono soddisfatto del risultato.
- Kaede ho finito. -
- Bravo. Ora portale qui così le tuffiamo nel sugo. -
- Arrivo! - dico porgendole il piatto con le polpette, ma subito dopo risento quella maledetta fitta allo stomaco. È lancinante accidenti!
- InuYasha…ancora la pancia? Forse è meglio che chiami i tuoi genitori. - sostiene lei prendendo il telefono
- Sì pronto signora Izayoi! InuYasha non sta bene, lamenta delle fitte allo stomaco. No, non è un capriccio per saltare la scuola, ha la febbre! Va bene ho capito, arrivederci! - chiude la chiamata con tono infuriato
- Fammi indovinare, non gliene frega nulla perché è in riunione e ti ha detto di sbrigartela da sola. - l’anticipo io e lei rimane a guardarmi
Chi tace acconsente no?
- Che ne dici se adesso ti preparo una bella camomilla? Vedrai che ti farà bene al pancino. - risponde lei sviando la mia domanda
- Kaede non sono stupido. Lo so che non gliene importa nella a quei due. Ma a me non importa perché ho te e io ti voglio bene come se fossi la mia mamma. Non ne sento più la mancanza. Stare qui con te è l’unico posto in cui voglio stare. - le confesso sincero
Lei si commuove e mi abbraccia. Amo gli abbracci protettivi di Kaede. Quanto mi erano mancati.
- Oh InuYasha…io ti considero come il figlio che non ho mai avuto, ma non puoi stare qui con me. Il tuo posto è altrove piccolo mio. - afferma lasciandomi confuso
- Che intendi dire? Dove sarebbe il mio posto? - chiedo turbato
- Lo capirai quando sarà il tempo tesoro. Ora controlliamo le polpette e poi fili a riposare mentre ti faccio la camomilla. - risponde enigmatica
Il mio posto è altrove. Che intendeva dire? Devo forse ricordare qualcosa? In effetti ci sono parecchie cose che non mi sono chiare. So che questo è un sogno e che non dovrei pormi tante domande, ma c’è sempre una strana sensazione che provo, come se avessi scordato qualcosa, qualcuno. Ma cosa?
Mah… che importa! Nella vita reale non c’è niente che mi aspetti. Solo una vita triste fatta senza Kaede, quindi fintanto che mi è concesso dormire e sognare voglio continuare a farlo!
 
 
                                                                                 **************
 
 
- Kagome, andiamo a casa. Non puoi far nulla. È da ieri che stai qui. Hai bisogno di riposo. - insiste mia madre
- Non me ne vado finche non vedo InuYasha sveglio. -
- Ma tesoro ragiona, lo tengono in coma farmacologico per adesso. Ci vorrà almeno una settimana per svegliarlo. Non puoi stare qui senza riposare. Andiamo a casa e poi ritorniamo. - cerca di convincermi lei
In effetti non mi sento più le gambe. Sono più di ventiquattro ore che sono in ospedale. È già quasi notte. InuYasha è tenuto in terapia intensiva al momento. È attaccato ad un sacco di macchinari. Vederlo da dietro questo maledetto vetro senza potergli parlare e tenergli la mano è terribile.
Mi sembra così indifeso e solo in quella triste stanza.
- Va bene. Prima voglio salutarlo almeno. -
- Ma non puoi entrare senza il permesso del medico. -
- Lo so, infatti prima andrò a chiederglielo! - rispondo risoluta andando a cercarlo per i corridoi in tutta fretta
Dopo numerose insistenze in cui promettevo di rimanere pochissimi minuti ho ottenuto il permesso di entrare a salutarlo. O forse perché gli facevo pena visto che sono incinta, non lo so e non mi importa.
Mi vestono con un camice, cappellino, guanti e scarpe in carta sterile usa e getta, poi finalmente posso entrare a vederlo.
Mi avvicino cauta. Ci sono così tanti fili che ho paura di staccarne qualcuno.
Vederlo così fa male. Ed è solo a causa mia. Le lacrime scendono a bagnare la mascherina che mi hanno messo. Tocco delicatamente il suo braccio. È così freddo e il suo viso è terribilmente pallido.
- InuYasha…tu devi farcela. Ti prego. Non puoi morire. Mi avevi promesso che ti saresti fatto perdonare, ma non puoi farlo così! Quindi vedi di risvegliarti in gran forma perché ho intenzione di svuotarti il portafogli e usarti come facchino per compare le cose della bambina. Hai capito? - lo prego tra le lacrime stringendogli la mano
Una mano bussa al vetro della stanza, è il medico che mi dice di uscire. Cavolo sono appena entrata, ma non posso lamentarmi.
- Ora devo andare. Torno presto. - lo rassicuro dandogli una bacio sulla fronte
Ma chissà se lo ha sentito con la mascherina.
Esco dalla stanza e mi spoglio di tutto quello che mi hanno messo addosso.
Mi sento a pezzi.
 
Ritorno a casa e vengo invasa da milioni di domande alle quali non voglio rispondere, così mi chiudo in camera e comincio a piangere come una fontana.
- Kagome! Perché ti sei chiusa dentro? Apri la porta. - mi intima Sango che la trova chiusa
- Voglio stare sola Sango. -
- Non puoi stare sola in questo momento! Apri e non fare la bambina! -
- Ti ho detto che voglio stare sola! È così difficile da capire? Non ho intenzione di uccidermi se temete questo! Voglio solo tranquillità! - urlo esasperata
Per fortuna sembra non insistere oltre. Non ho voglia di parlare con nessuno in questo momento.
Mi è già bastato l’interrogatorio che mi ha fatto la polizia su quello che è successo. Sembra che tutto verrà archiviato come legittima difesa, quindi InuYasha non verrà incolpato di omicidio.
I medici hanno fatto chiamare i suoi genitori, ma a quanto pare sono all’estero e in questo momento non sono rintracciabili. Che tipi. Io per mia figlia sarei sempre rintracciabile, in qualunque parte del mondo.
Sfinita dai pensieri, dalle lacrime e dalla stanchezza mi addormento. Mi risveglio che è quasi l’alba. Chissà come sta InuYasha. Se gli fosse accaduto qualcosa me lo avrebbero di certo fatto sapere dall’ospedale. In fondo sono sua moglie. È a me che si rivolgono per i permessi che gli servono per i farmaci o qualunque altra cosa. Ho perfino firmato l’assenso per l’operazione. Su questo quindi posso stare tranquilla.
Ora però è meglio che mi lavi e cambi per ritornare da lui. Non voglio lasciarlo solo. Ha solo me a quanto pare.
Approfitto del fatto che tutti dormano ancora ed esco dalla mia stanza per andare al tempio. Voglio fare una preghiera ai Kami affinché proteggano InuYasha e lo facciano riprendere il prima possibile.
- Kagome, che ci fai qui? - mi chiama mio nonno
Dimenticavo che lui è mattutino e che si sveglia all’alba.
- Prego per InuYasha nonno. - rivelo con un filo di voce già rotto dal pianto
- Capisco. - risponde solamente, inginocchiandosi accanto a me per pregare anche lui
Rimaniamo parecchio lì, avvolti in quella quiete, spezzata solo dal cinguettio dei passerotti sempre molto mattutini. Non mi fa domande. Sta rispettando i miei tempi e di questo gliene sono grata. Sono io a spezzare quel silenzio, diventato adesso opprimente.
- È tutta colpa mia. - affermo triste
- Non è affatto colpa tua. Non hai chiesto tu a quel farabutto di aggredirti. - risponde lui mantenendo l’aria concentrata e gli occhi chiusi
- Non mi riferisco a quello…- replico rammaricata
- Che intendi? - mi chiede voltandosi a guardarmi
- Per quello che gli ho detto. Sono una persona terribile nonno! Gli ho augurato la morte, e lei è davvero pronta a venire a prenderselo, per colpa mia! - spiego prendendomi il viso tra le mani per coprire i singulti che riecheggiano nel tempio
- Kagome ma che dici? La morte non ascolta certo le nostre richieste. O sai quanti decessi ci sarebbero ogni giorno. Sono state parole terribili quelle pronunciate, ma non è accaduta questa disgrazia per colpa tua. Non devi nemmeno pensarlo. - tenta di rassicurarmi lui, con pochi risultati
- Invece sì! I Kami vogliono punirmi per la mia cattiveria. Ma se vogliono farlo non è giusto se la prendano con lui o con mia figlia. Devono punire me non loro! - piango disperata e ormai fuori controllo
- Bambina mia non fare così! - dice prendendomi tra le braccia, tra le quali urlo e piango disperata, sfogandomi per la paura avuta, per i sensi di colpa, per il dolore di averlo ridotto in fin di vita, per tutto quello che ho passato in questi mesi e per quanto sono stata stupida
Piango.
Piango liberandomi da un macigno pesante tonnellate e che mi stava soffocando.
Finora ho scaricato tutta la colpa solo su InuYasha, quando invece la colpa di tutto è stata mia. Io mi sono recata in quel locale, io ho bevuto e io gli ho chiesto di venire a letto con me. Ma capirlo ora a che diamine mi serve se lui rischia la morte? Sono un’idiota! Una stupida bambina senza cervello!
Spero di non averlo capito troppo tardi e di avere la possibilità di rimediare.
Già rimediare…non è forse quello per cui mi pregava InuYasha? Rimediare per ciò che aveva fatto. Ora, con quale diritto prego di poter rimediare, dopo che la prima a negargli una possibilità sono stata io?
All’improvviso mi trovo davanti alla triste realtà: e se quando lui si riprenderà, perché DEVE riprendersi, non vorrà perdonarmi per avergli fatto rischiare la vita? È in quello stato per avermi protetta.
Che persona terribile ed ipocrita che sono! Doveva prendersi una pugnalata allo stomaco per farmi capire quanto idiota sia? Mi faccio schifo da sola!
 
Quando mi riprendo ritorno in casa per prepararmi a tornare in ospedale. Passata anche questa giornata ci sono buone speranze che InuYasha si riprenda. Continuerò a pregare e sperare. Altro non mi resta.
 
 
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- Dai Kaede, ti ho detto che sto bene. Vedrai che non sarà nulla. Forse solo un po’ di indigestione. - cerco di convincerla
- Indigestione un corno! È tutto il giorno che hai quelle fitte. Lo capisco che sono molto forti, lo vedo da come ti rannicchi su te stesso. Perché continui a negare? Non dirmi che hai paura di una punturina? -
- Non ho paura delle punture. È solo che non ho voglia di andare in ospedale. Voglio stare qui con te. Non ho voglia di uscire. - le spiego triste
- Ma lo sai che sembri proprio un bambino in questo momento? Non sembri un ragazzo di diciannove anni. - dice lei scuotendo la testa


- Come un ragazzo di diciannove anni? Ma se sono un bambino?! - replico guardandomi le mani e le gambe, che adesso sono stranamente cresciute
Ma che diamine sta succedendo? Questo è il sogno più bizzarro che abbia mai fatto!
- Eri bambino. Adesso sei un giovane uomo figliolo. E io sono tanto fiera di quello che sei adesso. Certo qualche mese fa non avrei potuto dire la stessa cosa. - mi rimprovera con sguardo severo
- A che ti riferisci? Sono sempre lo stesso. -
- Per niente. Hai tenuto testa a quei due stupidi dei tuoi genitori per fare la cosa giusta con quella ragazza. Come si chiama? Ah sì, Kagome. - spiega lei, lasciandomi perplesso
Kagome? Ma Kagome chi? Eppure questo nome mi è familiare.
- Kaede ma chi sarebbe questa Kagome? Non è che l’hai sognata? - oh cielo che battuta, considerando che io stesso sto sognando, o almeno credo
- Sei tu quello che sogna InuYasha. Io vedo tutto chiaramente, sei tu che devi darti una mossa. -
- Una mossa? Per far che? - chiedo curioso
- Niente da fare! È ancora presto e tu sei ancora una zucca vuota per capire le cose. Ok…allora accompagnami a fare la spesa. Stasera c’è il tuo piatto preferito. -
- Ramen??? - chiedo con occhi luccicanti
- Ramen!!! - afferma lei sorridente
- Evvai! Lo sai che ti adoro Kaede? - esclamo dandole un bacio sulla guancia
- Sì che lo so. Per questo sono qui, o chissà dove te ne andresti a gironzolare scapestrato come sei! - risponde enigmatica come suo solito
- Oggi non ti capisco Kaede! Ma a che ti riferisci? Mi stai confondendo. Dove dovrei andare? Ho solo questa di casa. -
- Ogni cosa a suo tempo. Allora mi accompagni o no? Prima andiamo prima mangi il tuo ramen. - svia lei cominciando ad avviarsi
È davvero strana. Ok che è un sogno ma, dice cose senza senso. Anzi, sono io che sogno cose senza senso. Prima ero uno gnomo di sette o otto anni e adesso sono di nuovo me stesso. E poi chi diamine è quella Kagome di cui parlava? Devo assolutamente ricordarmene.
Ma per adesso concentriamoci sul ramen! Molto meglio. Pancia mia…fatti capanna!!!
 
                                                                                             
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- Ci sono buone notizie signora. Poche ore fa suo marito ha iniziato a respirare da solo così lo abbiamo staccato dal respiratore. Adesso respira autonomamente. - mi informa il medico appena arrivo in ospedale
- Davvero? Allora ci sono buone speranze che ce la faccia? - chiedo fiduciosa
- C’è un buon 60% che le sue condizioni migliorino. -
- Quindi c’è sempre il 40% di rischio? - dico delusa
- Non si abbatta. È una buona percentuale. Se vuole adesso può vederlo. Magari la sua presenza gli farà bene. - afferma il medico
Dopo aver seguito la prassi del giorno prima ed essermi vestita di tutto punto entro nella stanza.
Oggi ha la pelle leggermente meno fredda. Speriamo in bene. Rimango un po’ con lui parlandogli della bambina. Magari sentirne parlare lo aiuta a riprendersi. Dalle sue ultime parole mi pare di capire che ci tenga molto a lei.
Mi ha chiesto di non raccontarle come sono rimasta incinta. Ciò vuol dire che tiene a lei.
 
Nei giorni successivi le condizioni di InuYasha migliorano, così lo tolgono dalla terapia intensiva.
Ringraziando i Kami ha superato il momento critico, ma non posso adagiarmi ancora sugli allori ha detto il dottore.
Rimane ancora il problema dell’arresto cardiocircolatorio e si deve capire se ha causato danni. Lo tengono ancora in coma farmacologico. La ferita fatica a rimarginarsi e questo è un guaio. Potrebbe infettarsi e causare altri problemi.
Ma io sono fiduciosa.
In questi cinque giorni l’ho visto riprendersi, lentamente sì, ma ho visto dei miglioramenti. Il suo viso non è più pallido come quando è arrivato qui. La sua pelle è calda. Il suo battito cardiaco si è stabilizzato perfettamente e respira senza difficoltà. L’unica cosa che non va via è la febbre.
- Ti prego InuYasha…lotta. Non arrenderti. Ritorna di qua. - gli chiedo stringendogli la mano e appoggiando la testa al letto, addormentandomi stremata
 
 
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- InuYasha…vieni qui! - mi chiama una voce familiare
- Eh? Mamma? Ma quando sei tornata? - chiedo sconvolto nel vedermela spuntare dietro
- Sono appena tornata. Non vieni a salutare tua madre? - domanda con quel suo solito tono freddo
- Ce…certo. Bentornata. - la saluto io abbracciandola
- Ti ho portato un regalo. - mi dice lei uscendo un pacchetto dalla borsa
- Grazie. - rispondo sorpreso scartandolo e rimanendo disgustato dal suo contenuto
- Ma che cazzo…- esclamo osservando un cuore ancora pulsante dentro la scatola
- Non lo trovi magnifico?! - afferma lei estasiata
- No che non lo è! Che schifo di regalo è? E che cazzo dovrei farci con un…cuore? - chiedo nauseato per l’odore ferroso del sangue che ancora pompa
Come diamine fa a pompare sangue se è staccato dal corpo? Che sogni del cazzo faccio?
- Modera il linguaggio figliolo. Tua madre ti ha regalato una cosa molto utile. Quello è il tuo cuore. Non lo disdegnerei fossi in te. - mi spiega mio padre
- Che? Questo sarebbe il mio cuore? Ma siete impazziti? Che significa? - domando sconvolto
Inizia a non piacermi più questo sogno. Voglio andare via. Dov’è finita Kaede?
Perché ho questo cuore in mano? Che accidenti significa?
Eccola che ancora una volta ritorna la fitta allo stomaco. La scatola col cuore mi cade a terra e un’ennesima fitta mi arriva lancinante, ma stavolta al petto.
È straziante! Mi sento morire!
- Kaede! Kaede dove sei? - la chiamo disperato, ma di lei nessuna traccia
- InuYasha smettila di cercare quella donna! La consideri come una madre! Sono io tua madre. È me che devi cercare! - strilla lei furiosa schiacciando il cuore per terra e provocandomi altri terribili dolori al petto
Mi accascio a terra, inerme e dolorante.
Perché tutto questo?
 
 
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- Presto è in fibrillazione ventricolare! Intubatelo! - urla una dottoressa ad un’infermiera
No no no che succede? Poco fa era tutto tranquillo! Poi i macchinari hanno cominciato a suonare e sono corsi tutti qui.
Che sta succedendo?
- Somministrare 1 mg di adrenalina. Presto il defibrillatore! Carica a 200…allontanatevi…libera! -
- È ancora in fibrillazione dottoressa! -
- Ancora 1 mg di adrenalina! -
- Non si stabilizza! -
- Stavolta carica a 300. Allontanatevi…libera! Che dice il monitor? -
- Lo stiamo perdendo dottoressa! -
No che cosa? Non può essere!
- InuYashaaaaa! No vi prego salvatelo vi supplico! - urlo disperata
- Signora per favore esca non può stare qui! - mi dice un infermiere spingendomi verso la porta
- Carica a 360. Forza ragazzo non mollare! Libera! - è l’ultima cosa che riesco a sentire prima di essere sbattuta del tutto fuori
Mi accascio a terra in lacrime, vendendo subito soccorsa da un’infermiera lì vicino.
- Signora! Ehi si sente male? Signora? - mi chiama lei ma non riesco a risponderle. Proprio non ci riesco.
Oh Kami per favore! Vi prego. Vi prego! Vi scongiuro non fatelo morire!
 
Malgrado le insistenze dell’infermiera non mi sono allontanata di un solo millimetro dalla stanza di InuYasha.
Mi hanno fatta rientrare poco dopo con la buona notizia che si era ristabilito e da allora non mi allontano più.
Ma questa cosa mi ha destabilizzata ancora una volta. Se prima la sua ripresa mi sembrava possibile, adesso la vedo come qualcosa di lontano.
Lo hanno intubato nuovamente e questo non è un buon segno. Mi sento il cuore a pezzi.
- InuYasha…ti prego…ti supplico…- lo invoco disperata, ma sembra non sentirmi
Mi addormento ancora una volta con la sua mano stretta nella mia e col viso appoggiato alle braccia. Resisti, fallo per nostra figlia.
 
- Che diavolo ci fai tu in questa stanza? - mi risveglia bruscamente una voce stridula
- Signora Taisho? - pronuncio stupita
Dopo quasi una settimana si degna di venire a fare visita a suo figlio? Che madre affettuosa! E io che pensavo se ne fosse dimenticata addirittura.
- Vai via! Non ti voglio al capezzale di mio figlio! È in fin di vita per colpa tua! Sparisci da questa stanza! - urla lei furiosa
- Io non vado da nessuna parte. - rispondo cercando di mantenere la calma mentre sto ancora seduta accanto a lui
- Invece tu adesso te ne vai! Non hai alcun diritto di stare al suo fianco. - ribadisce urlando ancora
- Io invece ho tutto il diritto di stare qui! InuYasha è mio marito e lei non può cacciarmi via da qui! Anzi sa che le dico…è lei a dover uscire da qui! Sparisca! Tanto per lei e suo marito vostro figlio è già morto da due mesi! Non vi siete nemmeno degnati di venire prima! - rispondo alterandomi e alzando la voce anche io
È guerra che vuole? La avrà!
Mi gira abbastanza male quindi è meglio non provocarmi!
- Che cosa? Tu osi cacciare via me? Io sono sua madre. E InuYasha è ancora minorenne! - gracchia lei sconvolta dalla mia reazione
- Ed io sono sua moglie! Legalmente decido io per lui adesso, e io non voglio averla qui tra i piedi a starnazzare come un’oca mentre InuYasha lotta per sopravvivere. Quindi o si siede e sta zitta oppure la faccio sbattere fuori dalla sicurezza! -
- Ma come ti…-
- Izayoi andiamo via. Tanto non puoi fare nulla qui. - interviene il marito, freddo e scostante come al solito, dando solo un’occhiata fugace a suo figlio
Che stronzo!
- Inui…è mio figlio quello steso lì! Non ho intenzione di andarmene. Siamo a questo punto anche per colpa tua! - lo accusa lei
- Mia? Che c’entro io? La colpa è sua! - ribatte lui indicando il figlio
- Invece è tua perché non hai avuto polso in questa storia. -
Ma… sto davvero assistendo a questa scena disgustosa?
- Che altro avrei potuto fare se lui ha scelto di stare con lei? - ribatte lo stronzo indicando me stavolta
Ok questo è troppo!
- Adesso basta! Andatevene entrambi. Subito! Vostro figlio rischia la morte e ciò che sapete fare è litigare? Mi fate davvero schifo! Inizio a provare pena per InuYasha. Chissà che pene dell’inferno gli avrete fatto passare in questi anni. Adesso fuori! - strillo spingendoli entrambi fuori dalla stanza, con una forza che non sapevo mi appartenesse
- Questa la pagherai mocciosa. Ci rivolgeremo al nostro avvocato per avere la custodia legale di InuYasha! - minaccia suo padre
- Faccia come vuole ma non otterrà nulla perché io sono la moglie e questo lo sa! Non sarebbe il primo caso in cui i genitori chiedono al giudice di poter decidere per i figli al posto del coniuge. E sa una cosa? Vince sempre quest’ultimo. Ora andatevene! - insisto riuscendo finalmente a farli andare via
Molta gente guarda male sia me che loro per via delle urla. Ma sinceramente non me ne importa un accidenti!
Cerco di fare dei lunghi respiri per calmare il mio battito accelerato. Dire che sono furiosa è dire poco. Avrei avuto voglia di spaccare la faccia ad entrambi!
Mi volto verso InuYasha e ritorno a sedermi al suo fianco, come prima.
- Mi dispiace che tu abbia dovuto ascoltare questa lite. Non preoccuparti…mi occuperò io di te. Non ti lascio con loro, non lo meritano. Ti devo la vita InuYasha…e questo basta a perdonare qualunque cosa. Ora devo essere io a farmi perdonare per le cose che ti ho detto, quindi vedi di non andare da nessuna parte che non sia a casa, con me e nostra figlia capito? - gli dico baciandogli la fronte
Non lo lascerò in mano a quei due. Sono dei genitori orribili. Se sarà necessario lotterò con le unghie e con i denti per prendermi cura di InuYasha, qualunque sia il suo stato al suo risveglio. Ma a quei bastardi proprio non lo lascio!
 
Passano tre giorni e i medici decidono di sospendere il coma farmacologico.
In questi giorni non ho fatto altro che parlarli, sperando mi senta.
Sono venuti a trovarlo due ragazzi, quelli che sono stati suoi testimoni al matrimonio: Koga e Naraku si chiamano. Si sono scusati per quello che è accaduto con quel folle del loro amico, ma certo la colpa non è la loro.
Aspetto impaziente che si risvegli ma altri due giorni volano via e lui non riprende conoscenza. I dottori dicono che è normale e che i parametri vitali sono buoni, dipende solo da lui adesso. Quando il suo corpo e la sua mente saranno pronti si risveglierà.
- Fallo in fretta per favore! L’attesa mi sta uccidendo! Avrei dovuto fare una visita dalla ginecologa ma l’ho rimandata, non ho voglia di andarci per ora. Mia madre ha detto che le hai chiesto di essere presente, quindi la farò quando ti sarai svegliato, così potrai esserci anche tu. Forza InuYasha. -
 
 
                                                                              *********************
 
 
Il dolore è ancora forte, ma sembra sparire poco a poco. Sono ancora steso a terra.
Non c’è nessuno qui. Sono solo. Non voglio stare solo! Non  ancora maledizione!
- Kaede! - la chiamo, ma inutilmente
Forse è fuori in giardino.
Mi rialzo a fatica e apro la porta finestra che da sul giardino. È più illuminato di quello che ricordassi. Hanno messo dei riflettori forse? Attratto come una falena da un lampione provo a raggiungere quella fonte di luce così strana, ma qualcosa mi ritira indietro.
- Ehi dove vai? Non puoi allontanarti da qui senza di me! - mi avvisa Kaede afferrandomi per la spalla
- Kaede! Finalmente! Dove accidenti ti eri cacciata? E poi che significa che senza di te non mi posso allontanare? -
- Dove fossi non ha importanza. Riguardo al perché della seconda domanda…ti basti sapere che con me sei al sicuro. Se uscissi da qui da solo ti perderesti InuYasha. E non ritorneresti più indietro. - spiega lei
- Indietro dove? La vuoi finire di fare la misteriosa? Mi spieghi che succede? - chiedo scocciato
- Sempre il solito impaziente. Accompagnami in cucina, facciamo una torta al cioccolato. Davanti una bella fetta di torta parleremo meglio. - dice avviandosi verso la cucina
Quanta pazienza!
- Allora? Comincia a spiegarmi qualcosa…-
- Prima passami la ciotola vicino a te. - chiede prendendo le uova dal frigo
- Ecco tieni. - le passo la ciotola e lei comincia col rompere le uova
- Sai qual’ è il segreto di una torta ben lievitata e soffice InuYasha? - domanda lei aggiungendo lo zucchero e frullando il tutto
- No quale? - rispondo disinteressato
- Montare le uova con lo zucchero in modo da renderle una crema chiara e spumosa. Se lo fai bene puoi anche non usare il lievito per dolci. -
- Mmm…ho capito. Ora mi spieghi le parole di poco fa? -
Sinceramente poco mi importa della torta.
- Sì, sì! Tieni comunque a mente i passaggi che sto facendo. Dovrai rifare questa torta a tua moglie quando ti svegli. Ne avrà bisogno. -
- Eh? Moglie? Ma che accidenti dici Kaede? -
- InuYasha, come sei finito in questo sogno? - chiede lei aggiungendo il burro fuso al composto di uova e zucchero
- Ma chissà. Addormentandomi? - replico ironico
- No, non ti sei addormentato. Non stai dormendo. - mi rivela lei
- In che senso no sto dormendo? Kaede sì più chiara! - rispondo spaesato
- Il dolore allo stomaco…- dice lei
- Continuo a non capire. -
- Sei qui per quello.  Non stai dormendo. Sei in coma InuYasha, per questo sono qui. È un sogno messo su dal tuo subconscio. - sostiene lasciandomi sconvolto
- Ok aspetta... io sarei in coma, starei sognando te che sei morta e ho coscienza di tutto questo? Come accidenti è possibile che in un sogno io sappia di essere in coma??? - riepilogo confuso
- La mente è un mistero tesoro. Nessuno riuscirà mai a capire come realmente funzioni. C’è gente che afferma di vedere il tunnel di luce coi loro cari venuti a prenderli e c’è chi come te sogna di ritrovarsi in un momento per lui speciale, in questo caso quando io mi occupavo di te. Ti sei rifugiato qui, ma è ora che torni di là. Kagome ti aspetta. - e dopo questa spiegazione, come un fulmine a ciel sereno comincio a ricordare tutto
Quella sera al locale con Kagome, io che abuso di lei, il nostro rincontro e la scoperta che lei è incinta, il nostro matrimonio e infine… Hakudoshi.
È vero! Il coltello! Quello con cui voleva uccidere Kagome e mia figlia.
- Dalla tua espressione direi che hai ricordato tutto finalmente. Sei sempre stato lento di comprendonio. - afferma lei scuotendo la testa rassegnata
- Tante grazie eh! - rispondo con stizza
Alla faccia della seconda madre.
- Prego. Bene, adesso torna da Kagome. Ti aspetta. - dice lei infornando la torta
- Tsk! Non credo proprio Kaede. Lei mi odia. Non vedo perché dovrei tornare indietro. Preferisco stare qui in questo sogno e se come dici sono in coma preferisco rimanerci, piuttosto che stare sempre sotto gli occhi carichi di odio della gente. - affermo buttandomi sul divano per guardare la tv
Se come dice sto vivendo questa cosa assurda, io non voglio svegliarmi. Solo con Kaede sono stato bene. Non ho intenzione di rinunciarci adesso!
- Tu invece alzi le chiappe da quel divano e torni da tua figlia! O hai dimenticato che presto diventerai padre? Vuoi far soffrire la tua bambina ancora prima che nasca? - cerca di farmi cambiare idea lei
- Di sicuro starà meglio senza un padre terribile come me. Quale bambina vorrebbe essere frutto di una violenza? - replico rattristandomi
- Non deve necessariamente saperlo. E poi dimmi, tu senza i tuoi genitori sei cresciuto bene? Puoi affermare una cosa del genere? - mi sorprende lei con una domanda a cui non avevo mai pensato
Sono cresciuto bene senza i miei genitori? No, non di certo. Forse se ci fosse stata Kaede sarebbe stato diverso. Ma non c’era. Ero solo.
Anche la mia bambina potrebbe sentirsi sola senza di me?
- Certo che sì stupido! Ovvio che le mancherai! - conferma lei
- Eh ma che ne sai di quello che penso? - mi lamento io
- Siamo nella tua testa idiota! Io sono solo una tua proiezione, ovvio che sappia cosa pensi. Avanti ora esci da quella porta e vai. - mi intima lei sorridendo
- Ma, hai detto che se esco di qui senza di te posso trovarmi in pericolo. - replico io
- Non adesso che conosci la verità e che hai deciso di tornare. -
- Io avrei deciso di tornare? Come puoi dirlo? -
- Te lo si legge in faccia. Non perdere altro tempo. Vai e occupati della tua famiglia InuYasha. -
- Ma Kagome…- provo a dire altro ma lei mi interrompe
- Lei ti ha perdonato. Se avessi ascoltato le sue parole invece di creare questo mondo assurdo lo sapresti. Ma il tuo cervello le ha comunque comprese: lei ti prega di ritornare. - sostiene lei sicura
- Dici sul serio? - chiedo stupito
- Sì! Ora va, e sii felice bambino mio! - mi saluta dandomi un bacio e sparendo nella nebbia, come un fantasma fa nei film
Tutto si colora di bianco. La nebbia si alza, la casa sparisce  e un rumore inizia ad invadermi le orecchie…un bip? Ah ho capito…quello dei macchinari.
- Rieccomi InuYasha. Scusa ero dovuta scappare in bagno. Ogni calcio di questa peste alla mia povera vescica mi uccide. Prima ti stavo dicendo che i tuoi genitori mi hanno davvero mandato la lettera dell’avvocato alla fine. Stupidi illusi. Nessuna minaccia mi farà ritirare indietro! Ormai ho preso la mia decisione: sarò io ad occuparmi di te e nessun altro. Mi spiace solo che dovrò usare i tuoi soldi per prendere anche io un buon avvocato. Io non saprei dove altro prenderli. Spero non te la prenderai con me quando ti sveglierai, ma non credo tu voglia essere accudito da tua…madre. - sento pronunciare con sdegno dalla voce che sono sicuro essere quella di Kagome
Ma non capisco a che si riferisce. Avvocati? E i miei genitori che c’entrano?
Seppur a fatica provo ad aprire gli occhi. Sono pesantissimi accidenti.
La prima cosa che vedo è il nulla, tutto troppo bianco. La voce di Kagome continua ad accompagnare questo mio sforzo di focalizzare qualcosa, finché non ci riesco e la prima cosa che vedo è proprio Kagome, intenta a leggere ad alta voce un foglio.
Provo a parlare ma non ci riesco. Mi sento qualcosa nella gola. Sono intubato?
- …la informiamo pertanto, che se non rinuncerà di sua spontanea volontà alla tutela legale verso il signor InuYasha No Taisho, il mio studio provvederà a mandar……InuYasha!!! - urla lei quando provo a muovere la mano, stupendomi di sentirla bloccata da qualcosa di caldo, la sua
Mi sta tenendo per mano? Kagome? Sul serio?
I nostri occhi si incrociano. I miei la fissano stupito. I suoi invece da prima sgranati, si riempiono di lacrime. Sta piangendo…per me?
- InuYasha! Oh InuYasha finalmente ti sei svegliato! I Kami hanno ascoltato le mie suppliche! - esclama lei abbracciandomi di slancio
Ok…forse sto ancora sognando?
No non direi, perché lei mi sta stritolando facendomi male alla ferita. Quando mugugno di dolore lei si scansa subito.
- Oh cielo perdonami! Ti ho fatto male? Mi dispiace non volevo! Aspettami qui…cioè lo so che non puoi muoverti. Intendo…non riaddormentarti! Vado a chiamare il medico. Non andare più via ti prego! aspettami sveglio! - mi chiede con ancora le lacrime agli occhi scomparendo dietro la porta
Questa proprio non me l’aspettavo, lei che piange per me. Perché? Che mi abbia perdonato finalmente?
Troppo stanco smetto di pensare, richiudendo un attimo gli occhi e rivedendo la mia dolce Kaede che mi sorride.
Mi è venuta voglia di torta al cioccolato.
 
   
 






 
 
Angolo curiosità…
L’arresto cardiocircolatorio (arresto cardiaco) intra-operatorio, quindi in sala operatoria, è abbastanza frequente purtroppo. Ma non confondiamolo con un infarto, che avviene quasi sempre per malattie al cuore.
L’arresto cardiaco, molte volte, è causata da errori umani, altre volte da emorragia, altre da malattie preesistenti o come conseguenza all’anestesia.
L’arresto cardiaco è, in parole povere, il cuore che si ferma per mancanza di impulsi elettrici, per questo si ricorre al defibrillatore e a farmaci come l’adrenalina (epinefrina) che stimolano il suo riavvio. Se il cuore non pompa più sangue, il cervello si trova senza ossigeno (anossia) il che danneggia le cellule cerebrali, che muoiono in pochissimi minuti (4-5 min) causando il coma vegetativo o altri danni irreversibili a livello neurologico.
 
La fibrillazione ventricolare è una grave aritmia (alterazione del ritmo cardiaco)  molto rapida, che provoca contrazioni scoordinate dei ventricoli del cuore. Questa irregolarità causa la cessazione dell’afflusso sanguigno al cuore, che di conseguenza porta ad arresto respiratorio per mancanza d’ossigeno e quindi alla morte. In pratica è questa che porta l’arresto cardiaco.
 
Passiamo infine all’infarto miocardico (per capirne la differenza) che altro non è che un’ostruzione dovuta ad un trombo che occlude un’arteria coronarica, provocando la necrosi (morte) del tessuto miocardico. Ovvero senza sangue il cuore muore. Questo accade quando vi sono presenti già da prima cardiopatie, di varia origine e natura.
 
Tutte le cose descritte provocano in pratica la stessa situazione, ovvero la mancanza di sangue al cuore e al cervello che possono portare quindi alla morte. Avvengono solo in maniera diversa. Come dice il detto “cambiando l’ordine degli addendi il risultato non cambia”??? Ok forse col cuore non ci azzecca nulla perdonate la battuta cretina ahahaha ^_^ (la freddura è tale che tutti i lettori sono rimasti congelati davanti lo schermo) (Ehm…perdono! ^^ *accende riscaldamenti per scioglierli*)
 
Il defibrillatore usa un’energia chiamata Joule. La prima scarica, verificando le condizioni del paziente, parte da 200 joule. Si verifica se il paziente si riprende altrimenti si va a 300 joule fino ad arrivare alla scarica da 360, con la quale si continuerà fino alla sua ripresa o decesso. Nel frattempo si somministrano, se in ospedale monitorati, vari farmaci per aiutare il cuore a riprendere la sua attività, tra cui l’adrenalina (epinefrina) , atropina, dopamina, lidocaina ecc. La sequenza di rianimazione avviene in questa sequenza: FARMACO-SHOCK-FARMACO-SHOCK-FARMACO-SHOCK.  Senza segni di ripresa si decide se continuare o meno, a seconda della reazione del paziente.
 
Spero di essere stata abbastanza chiara nello spiegarvi le varie cose accennate nel capito  ^_^
 
 
 
Ora passiamo a noi…mai in questo anno e mezzo di “attività” da scrittrice di fan fiction ho ricevuto così tante minacce di morte  ^^  avete avuto parecchia paura vedo ehehehe, ma come vedete Inuyasha sta bene e nel caso lo stiate pensando…no…non ha subito danni, né fisici né psichici, tornerà come nuovo ^_^
Spero che il capitolo vi sia piaciuto malgrado i continui scambi ^_^
Baci baci Faby <3 <3 <3 <3 <3 



 
   
 
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