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Autore: Letsneko_chan    26/04/2014    0 recensioni
Crudele e sanguinaria la regina del regno di Yami ordinava stragi. Il suo nome era Hayashini. Costruì un grande impero ma il malcontento delle popolazioni sfociò presto in una rivolta ma la guardia reale fece una strage della popolazione delle terre poste più a sud, fu un monito per tutti. Nessuno poteva ribellarsi, tutti dovevano servire la regina. Qualsiasi tentativo di rivolta sarebbe stato stroncato subito. Io vengo da quelle terre. Durante quella rivolta persi tutto: non che la mia famiglia fosse unita ai ribelli ma i soldati non risparmiarono nessuno. Fecero strage anche di innocenti. Nessuno della mia città sopravvisse.
Genere: Azione, Fluff, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L'ultima farfalla dalle ali nere
Crudele e sanguinaria la regina del regno di Yami ordinava stragi. Il suo nome era Hayashini. Costruì un grande impero ma il malcontento delle popolazioni sfociò presto in una rivolta ma la guardia reale fece una strage della popolazione delle terre poste più a sud, fu un monito per tutti. Nessuno poteva ribellarsi, tutti dovevano servire la regina. Qualsiasi tentativo di rivolta sarebbe stato stroncato subito. Io vengo da quelle terre. Durante quella rivolta persi tutto: non che la mia famiglia fosse unita ai ribelli ma i soldati non risparmiarono nessuno. Fecero strage anche di innocenti. Nessuno della mia città sopravvisse. E adesso... Adesso sono un fantasma che si diverte a vagare nelle sale del castello della regina, in attesa di vendetta. In una notte di tempesta, tra lampi e tuoni, al castello arrivò un viaggiatore misterioso avvolto in un mantello nero. Lo osservai per un po', assomigliava alla Morte: l'avevo vista solo una volta ma non lo potevo dimenticare. Ero seduta su una guglia quando mi sentii puntare qualcosa alla gola. Nessun arma, a meno che non fosse forgiata all'inferno o fosse sacra, poteva colpirmi. Mi voltai e vidi la Morte davanti a me. La falce brillava nella notte.
-Al sud c'era malcontento... La rivolta scoppiò e la punizione non tardò ad arrivare... Tante ombre scesero agli inferi quel giorno... Tutti tranne uno... Ti chiedi perché sei un fantasma rinchiuso in questo castello vero? Sciogli la profezia e ti rivelerò tutto...-       
Non disse altro, mi lanciò una spada avvolta in un drappo nero e poi scomparve nella notte. La osservai e poi la riconobbi. Era la spada che i sovrani del sud si tramandavano! Su di essa era incisa una profezia che aveva a che riguardava la regina. 
Quando l'ultima farfalla dalle ali nere si poserà sull'ultima rosa nel prato vermiglio, colei che ordinò la strage verrà punita.
Partii subito per gli inferi, decisa a trovare il re a cui potevo chiedere spiegazioni.  Lo vidi e subito gli lanciai la spada.
-Spiega-
-Cosa?-
 -La profezia.-
-Perché?-
-Ne ho bisogno. È la Morte che mi manda.-
 -È un segreto che si tramanda da padre in figlio ed è un diritto riservato ai re del sud... Ma ormai non c'è più un regno su cui posso regnare. Prometti di non dirlo a nessuno?-
-Promesso.-
-L'ultima farfalla è qualcuno del sud ma siamo tutti qua... O almeno uno solo è stato dato per disperso. L'ultima rosa nel prato vermiglio è la bandiera che giace sul campo dove si è svolta la battaglia. La spada va avvolta in quella bandiera intrisa di sangue se vuoi uccidere la farfalla nera ovvero la regina. Tanto aggraziata quanto letale. Si è macchiata di tanti delitti che ormai le sue ali sono più nere della morte stessa. Non mi stupisco se Lui in persona ha deciso di andare a punirla... Ma tu chi sei? Come hai fatto ad avere questa spada?-
-Abito nel castello della regina, la spada me l'ha data la Morte in persona e sono qua solo perché volevo sapere il senso della profezia... La conoscevo ma non l'ho mai capita...-
 -Vai al sud, trova la bandiera e vendicaci. Va', non perdere tempo!- Presi la spada e me ne andai. Il "disperso" di cui parlava ero io. Fui uccisa sì, ma al castello. Non nella città. Erano già sazi di sangue quando mi trovarono. Ci voleva un po' per arrivare alla città maledetta, come la chiamavano tutti, ma decisi di rischiare. Quando arrivai, lo spettacolo era desolante: ovunque scheletri e armi, i prati sembravano spillare sangue. Trovai la bandiera e l'afferrai poi avvolsi la spada con quella. 
-Hai fatto un buon lavoro... Non pensavo fossi così veloce... A quanto pare ho fatto la scelta giusta a farti diventare un fantasma...- Vidi un ghigno nel buio. Poi sentii un fruscio di vesti. La Morte mi aveva seguito. Mi strappò la spada di mano.
 -Immagino tu voglia sapere la verità sulla tragedia che si è consumata, vero?-
-Sì... Ho visto i miei compaesani, la mia famiglia... Perché loro sono là e io qua?-
-Siediti.-
-Ma è quasi l'alba! Devo tornare!-
-Osi disubbidirmi?-
-No...-
-Allora siediti. Pensi che la regola valga se sei con me?-
-No...-
-Zitta e ascolta. Quando iniziò la battaglia sapevo che  i guerrieri del sud avrebbero perso così inviai i miei demoni per aumentare le discordie e far finire tutto il prima possibile. Scesi in campo io stesso, i demoni neri volteggiavano su tutto il campo. Mi sconvolse vedere orme scendere nel mio regno. Dopo aver ucciso tutti i guerrieri entrarono in città, massacrarono donne e bambini... Ma immagino tu sappia queste cose...- Annuii. -Il re morente pregò che se poteva sopravvivere una sola persona fosse quella che desiderasse vendetta ma la gente in città era nel panico, nessuno pensava alla vendetta, volevano solo trovare salvezza.  Che sciocchi... Poi, in un vicolo ti vidi, eri l'unica che non voleva andarsene, nonostante un guerriero fosse lì vicino. Piangevi, accasciata su un cadavere...-
-Mia madre...-
 -Feci in modo che quel guerriero non ti uccidesse. O almeno non subito. Tutti dovevano morire, non potevo fare un'eccezione. Il resto lo sai...- Sì, il resto è noto. Mi portarono a palazzo e la regina non esitò a ordinare la mia morte. Mi spinsero giù dalla torre più alta, la stessa in cui dimoro. Tra i capelli mi misero una rosa nera, indossavo un vestito bianco, tutto serviva a prendermi in giro.  Ho ricordi confusi, non che ci tenga però a ricordare quel momento... Tornai al castello durante il giorno, seguendo la Morte. Non ricordavo che il giorno fosse così bello... Per una regola esplicita le creature legate all'aldilà non potevano osservare la luce del sole. Per la regina, Lui era sempre il viaggiatore misterioso; per me, colui che mi avrebbe aiutato ad ottenere vendetta. Passavano le giornate con lunghi colloqui mentre io aspettavo un ordine per usare la spada. Ogni tanto lucidavo le lettere d'oro e passavo un dito sulla rosa incastonata nell'elsa. Era il simbolo della regalità, del potere ma era anche la spada che aveva ucciso molti nemici del sud. Presto a quell'elenco ci si sarebbe aggiunto anche Hayashini, il nome della regina. Una sera di dicembre, quando la regina doveva uccidere molte persone, decisi di fare un giro per il castello. Da un po' di tempo era lei ad uccidere le persone: usava la spada del suo cavaliere più fedele, Ryouta. Quella spada era sacra, volendo avrebbe potuto uccidere anche me. Facendo parte delle creature del male c'erano due cose che potevano uccidermi: le armi forgiate nell'inferno, come quelle che usavano la Morte e i suoi servitori, o quelle sacre, come quelle che usavano Ryouta o Soren, il capo delle guardie. I nomi delle loro spade erano rispettivamente Senketsu e Junketsu, le spade sacre.  Attraversando le sale, vedevo un viavai di persone, tutti condannati a morte. Notai tanti bambini, allora era proprio senza cuore se riusciva a uccidere anche loro! Tutte le uccisioni avvenivano nella sala del trono: nessuno poteva sfuggire a quella trappola. Tutt'intorno le guardie tra cui spiccava il loro capo, Soren. Alto, capelli scuri, occhi gialli, e pizzetto: incuteva terrore solo a vederlo. Eppure, mi ricordava qualcuno. Ci pensavo dalla prima volta che l'avevo visto. Improvvisamente mi tornò in mente il suo volto. La regina indossava una veste rossa, i suoi occhi blu diventarono rossi appena uccise il primo. La sua mano si abbatteva sulle teste dei condannati. Il pavimento era ormai diventato rosso per il sangue versato. La regina indicò a due guardie una ragazza dall'aria spaventata. Quelli la presero e la portarono via. Li seguii, volevo vedere cosa le avrebbero fatto. Lei inciampava nel vestito mentre veniva trascinata verso le segrete. Ero sicura di averla già vista quella scena. Le risate dei due uomini coprivano le sue urla. Piangeva. Sentii qualcuno mettermi una mano sulla spalla e mi voltai.
 -Non ricordi?-
-No...Forse....sì-  abbassai lo sguardo. Avevo capito perché la scena mi era famigliare. Quando il capitano delle guardie mi trovò, imbracciavo ancora la spada che mio padre mi aveva dato per difendermi. Cercavo di difendermi con tutte le mie forze ma senza speranza. In poco tempo riuscì a disarmarmi ma esitò a uccidermi quando vide la spada. Mi prese per un braccio e mi portò a palazzo. Gli occhi della regina diventarono rossi quando sentì la mia storia. Si voltò verso quello che le era vicino: era un giovane uomo e stava sempre accanto alla regina, era molto alto e aveva i capelli e gli occhi dorati. Dall'abito capì che era un cavaliere. Dopo un silenzio che mi parve secoli, disse :-Hideo, Iwao. Portatela via e fatene quello che volete... La sua sorte non mi interessa. I ribelli del sud devono morire tutti!-
-Sì, capitano Ryouta.- Fecero un inchino poi uno mi prese per un polso e mi trascinò lungo i corridoi, ignorando le mie suppliche. Infine mi gettò in una segreta. Quello che mi aveva trascinato, serio e con una faccia che non esprimeva sentimenti, mi bloccò al muro. Scoppiai a piangere per la paura, ma quello strinse ancora di più la presa sul mio polso. L'altro, dopo aver chiuso la porta, si avvicinò.
 -Lasciala. Sai cosa dobbiamo farle no?-
-Sì, ci sarà da divertirsi...- Scoppiarono a ridere e io mi rintanai in un angolo, cercando di sfuggire al destino che mi attendeva. Non ci voleva tanto a capire le loro intenzioni. 
-Chi vuoi che inizi?-
-La-lasciatemi!-
 -Non possiamo. Allora chi vuoi che inizi?-
-Nessuno.-
 -Bene, tiriamo a sorte. Testa io, croce lui...- Lanciò una moneta. Venne testa. Hideo, quello che veniva definito da tutti come l'uomo più bello del regno, mi buttò a terra, io mi dimenavo, volevo scappare, mentre Iwao mi teneva ferma. Urlavo, avevo capito cosa volevano farmi e non riuscivo a sopportare l'idea. Intanto Hideo si abbassava i pantaloni che indossava sotto la tunica. La stretta delle mani di Iwao sulle mie braccia cominciava a diventare insopportabile. Lo pregai di lasciarmi andare, li supplicavo di non farmi del male ma tutto si rivelò inutile. Le mie preghiere erano inutili. Chiusi gli occhi e urlai dal dolore, non ce la facevo più. Quando Hideo finì, le gambe mi tremavano e mi accorsi che a terra c'era sangue. Mi spaventai e non mi accorsi che anche l' altro stava per farmi le stesse cose mentre Hideo mi levava del tutto la tunica. Mi aveva fatto dei tagli con un coltellino su entrambe le  braccia che frizzavano. La cosa che mi spaventava di più erano le loro risate: sembrava che si divertissero a farmi del male e ad umiliarmi. 
-Falla stare zitta! Mi danno noia le sue urla.-
 Hideo mi mise una mano sulla bocca: sentivo che l'aria mi mancava. Provai a urlare ma serrò ancora di più la presa mentre l'altro continuava imperterrito.  Quando anche Iwao ebbe finito, mi rintanai in un angolo, stringendo le ginocchia al petto. Uno di loro mi lanciò la tunica dicendomi:-Vestiti, sei nuda!-
-Torneremo presto a trovarti, e la prossima volta cerca di collaborare!- Ridevano, o meglio, sghignazzavano: per loro la gente del sud era la feccia da estirpare e avendo ricevuto l'ordine di fare di me quello che volevano, sapevo di non avere scampo. Non potevo ribellarmi: ero nelle loro mani, ero il loro giocattolo. Li sentii allontanarsi nel corridoi mentre parlavano delle azioni appena compiute. Si stavano vantando... Giurai vendetta, vendetta per quello che mi avevano fatto, per quello che mi avrebbero fatto. Ogni sera, per tutta la settimana, ripeterono gli stessi gesti. In alcuni giorni uno dei due veniva anche la mattina, tanto per vedere se "stavo bene" ma in quei frangenti non facevano altro che riaprire le ferite sulle braccia e lasciare altri segni rossi sulla mia pelle. Soltanto i primi giorni provai a ribellarmi, poi iniziai a non dimenarmi più, visto che ogni resistenza serviva solo a farli arrabbiare di più e quindi ad aumentare il dolore.  Passai una settimana d'inferno: ogni sera si ripetevano le stesse scene. Il tutto durò fino all'alba di un giorno di maggio quando sentii dei passi nel corridoio. Una figura si stagliò davanti alla porta; non la degnai di uno sguardo e mi rintanai ancora di più in un angolo. Mi si avvicinò, sentivo i suoi occhi puntati su di me e iniziai a tremare. 
-E così ti hanno violentata eh?- Visto che non rispondevo mi tirò su a forza.
-Andiamo.-
 -Dove?- Non rispose. Iniziò a trascinarmi finché non arrivammo ad una torre. Eravamo solo noi due. Il mio vestito bianco svolazzava per la brezza estiva. Mi si avvicinò e mi mise un fiore tra i capelli. Lo presi in mano e vidi che era una rosa nera.
-Perché?- gli piantai gli occhi in faccia.
-Ti butti da sola o devo farlo io?- Sguainò la spada e me la puntò contro, facendomi indietreggiare fino a una guglia. La riconobbi, era Junketsu, la spada che mi aveva rubato. Fu lui a spingermi dalla torre, caddi tenendo la rosa stretta al petto. Ancora oggi quella rosa la conservo come un oggetto speciale. Fecero alla ragazza le stesse cose che avevano fatto a me. Portavo sempre con me la spada, in ogni momento poteva arrivare l'ordine. Quando finirono e se ne andarono sghignazzando, non riuscii a trattenere più la mia sete di vendetta. Sguainai la spada e apparsi davanti a loro. Si spaventarono nel vedermi.
-Chi sei?-
 -Il fantasma della ragazza che avete violentato tempo fa... Ricordate? Pensavate di sfuggirmi?-
-Senshi?- Non risposi. La lama fu più veloce. Con un colpo netto tranciai le loro teste.  La mia vendetta era iniziata... Alzai la testa e vidi la Morte annuire. 
-Brava. Non aspettavo altro che dessi inizio alla vendetta... Tieniti pronta... Presto entreremo in azione.- Annuii. Nei giorni seguenti non si faceva altro che parlare della loro morte. Tornai nella torre e presi la rosa che Soren mi aveva dato quando mi uccise. Me la infilai nei capelli e pulii la spada dal sangue. Poi uscii e mi sedetti su una guglia. La tempesta infuriava, lasciai che il vento mi scompigliasse i capelli. Stringevo la spada al petto e mentre guardavo l'orizzonte promettevo vendetta.  Sentii dei passi alle mie spalle ma non mi preoccupai: nessun umano mi poteva vedere a meno che non fosse per mia volontà. Sentii una spada che premeva sulla mia schiena e quindi mi voltai. Soren, il capitano delle guardie era lì e mi puntava contro junketsu, la spada sacra rossa e nera. 
-Potevi farmi fuori subito... Perché non l'hai fatto?-
-Preferisco combattere e poi vederti sparire nel nulla... Almeno la finisci di infestare questo castello...-
 -Ma se qualcuno non mi avesse buttato giù dalla torre forse non sarei qui...-
Teneva la spada sempre puntata verso di me, conoscevo il suo ardore guerriero. Non aveva paura ad affrontare né mostri né fantasmi né tantomeno uomini. Portava sempre con sé arco e spada, era abilissimo a maneggiarli entrambi. Nel lancio dei coltelli non lo superava nessuno. All'apparenza, non avevo scampo ma le sue armi erano tutte inutili tranne la spada. Aveva ragione: se fosse riuscito a trafiggermi con quella spada, sarei scomparsa nel nulla. Fine peggiore per un fantasma non c'era.
 -Non ho l'ordine di ucciderti, è solo una mia vendetta personale. So che sei stata tu ad uccidere Hideo e Iwao. –
Sorrisi. -Non potevo lasciarli impuniti dopo quello che mi hanno fatto...-
-Potevi punirli in un altro modo! Erano i miei migliori soldati!-
-E anche i più cattivi. Non sai cosa mi hanno fatto! Non puoi immaginare che settimana passai...- abbassai la testa, ricordando quei terribili momenti. Appena finii di parlare mi alzai dalla guglia dov'ero seduta e estrassi la spada. La lama brillò nella luce della luna che era spuntata tra le nubi ma vento non accennava a diminuire e continuava ad agitare i miei capelli.  Rimanemmo fermi per un po' fissandoci negli occhi, senza che nessuno avesse il coraggio di tirare il primo colpo. 
-Che stupida che sei! Sai vero che non ho mai perso un duello?- Iniziò a ridere e la cosa mi face arrabbiare ancora di più. Strinsi ancora di più la spada ancora più intanto tra me la profezia. Lo scontro iniziò, i primi colpi andarono a vuoto. Era bravo nel tirare di spada, ma avevo il vantaggio della velocità. Dopo un po' non era cambiato niente, se non per il fatto che cominciavo a essere stanca. Nonostante mi fossi allenata tanto, non avevo mai combattuto per davvero.
-Stanca eh? Perché non ti lasci uccidere, almeno poi ti riposi?- Non la finiva di prendermi in giro. Cercò di colpirmi ma schivai il colpo riuscendo a ricevere solo una ferita sul braccio. Cercai di ignorare il dolore anche se era un'impresa ardua: dalla ferita sul braccio sgorgava sangue. Non credevo che qualcuno potesse ferirmi. Misi una mano sulla ferita per cercare di attenuare il dolore ma senza successo. Continuava a deridermi, senza pietà. Un altro colpo e tutto sarebbe finito: la sua forza, sommata all'esperienza, mi stava per schiacciare. La luna continuava a brillare nel cielo e il vento si era calmato: a quanto pare la tempesta era finita. In un attimo mi ritrovai a terra, la spada puntata al cuore. Non sentivo più il freddo dell'elsa nella mano. Mi guardai attorno e vidi che la spada mi era scivolata di mano. Non era molto distante ma come allungai una mano per prenderla, Soren mi bloccò il polso con un piede.
-Sai... Peccato che tu sia un fantasma... Potevo divertirmi anch'io...-
-Ci dovevi pensare prima-
-È ora che tu dica addio alla tua misera vita da fantasma! Dopo tutto la caduta non ti è bastata vero? Ahahahah sapevo che sarebbe finita così! Salutami pure gli altri tipi del sud!-
Chiusi gli occhi, aspettando il colpo. -Uccidimi, forza. Non volevi vendicare i tuoi soldati?-
-Davvero sei disposta a finirla qui? A lasciarti uccidere?- Stupito, lasciò per un attimo andare la presa sul polso, permettendomi di prendere la spada e cercare di sferrare un ultimo, disperato colpo.
 -A quanto pare no...Meglio! Non c'è gusto ad uccidere i nemici poco combattivi.-
Ero riuscita a ferirlo, non in modo grave però. Lui mi aveva colpita molte più volte e in modo piuttosto grave. Sentivo le forze abbandonarmi pian piano, eppure resistevo.
 -La devi pagare! Per il sangue che hai versato al Sud, per tutte quelle persone che hai mandato all'inferno!-
 -Ti risparmiai la vita ricordi?-
-Solo per impossessarti della spada che mio padre mi aveva affidato per difendere la mia famiglia!-
-Speravo che la regina ti desse un trattamento più umano visto che eri stata trovata in possesso di una delle due spade sacre...-
 -Non pensare che le tue scuse ti possano salvare la vita! Sei stato tu a buttarmi giù da questa torre!- Le nostre grida venivano coperte dal rumore delle spade che cozzavano l'una contro l'altra, la luna che illuminava la scena creava bagliori nel buio, aumentati dalle fiaccole che ardevano lì intorno. Mi afferrò un polso.
 -Ascolta! La regina mi aveva dato l'ordine di ucciderti ma se non l'avevo fatto durante la strage non potevo certo ucciderti così, dal nulla. Sapevo cosa ti avevano fatto Iwao e Hideo, un po' mi dispiaceva...-
 -Ma nonostante tutto non hai fatto nulla per cercare di salvarmi! Mi hai costretto a buttarmi dalla torre! Hai idea dell'angoscia che ho provato prima di schiantarmi a terra?! Sapevo che non potevo salvarmi a meno che non avessi un paio d'ali. Pregai, chiedevo vendetta e forse qualcuno mi ascoltò. Dopo essere caduta al suolo mi risvegliai in questa forma nella torre. Davanti a me c'era un ragazzo dalla pelle bianchissima, vestito completamente di nero, tranne che per la camicia bianca, il cui colletto sbucava dalla veste. Indossava un paio di scarpe nere e aveva un mantello lungo fino ai piedi. I capelli erano neri ma gli occhi erano bianchi senza pupille. Piuttosto alto ma nella media e con una corporatura robusta. Mi guardava con uno sguardo strano: i suoi occhi senza pupille esprimevano qualcosa che ancora non comprendo...-
 -Sembra il viaggiatore che è arrivato qualche giorno fa...-
Sorrisi, stavolta anche il mio sorriso era beffardo.
-Non è un viaggiatore. È la Morte in persona, venuta per punire la regina.-
-Non c'è scampo quindi...- Un lampo squarciò il cielo, lasciò andare la mia mano, indietreggiando. Si era spaventato improvvisamente.
-Quindi...-
-La Morte mi promise la vendetta se avessi accettato di dargli in cambio l'anima della regina e delle sue guardie... Non ho esitato a accettare.-
 -Hai fatto un patto... Con la Morte... Pur di vendicarti...-
 -La sete di vendetta non si placa tanto facilmente...- passai un dito sulla lama della spada, preparando il colpo. Lui cadde a terra, strinse la spada e me la puntò di nuovo contro ma stavolta la sua mano tremava. Lo colpii diretto al cuore, vidi il sangue scorrere lungo la lama, macchiando le lettere d'oro.
-Requiescat in pace...- gli sussurrai all'orecchio prima di estrarre la spada. Gli appoggiai la rosa sul petto, forse capiranno chi è il colpevole.  Estrassi la spada, e osservai il suo corpo senza vita. Il tetto della torre era pieno di sangue, si mescolavano il mio sangue, blu, e quello di Soren, rosso. La lama della mia spada era vermiglia, le lettere brillavano nella luce dei lampi. Sentii qualcuno battere le mani e mi voltai. La Morte era arrivata. 
-Mantieni la tua promessa. Hai ottenuto vendetta.-
 -Com'è giusto che sia...- Notai la falce sporca di sangue.
-E quella...?- -La regina ha pagato per i suoi crimini.-
 -Racconta- Mi sedetti su una guglia aspettando il racconto. In fondo il mio istinto innato di curiosità femminile aveva sempre il suo spazio.
-Ho capito che era giunto il momento quando ti ho visto decapitare quei due...-
 -Hideo e Iwao-
 -La regina ha saputo dal suo cavaliere Ryouta della loro morte. Era scioccata dal fatto che erano stati decapitati con una precisione millimetrica... Stava parlando di questo quando sono arrivato. Lui era seduto sul letto, lei di spalle davanti alla finestra. I suoi capelli neri volteggiavano nel vento. Ryouta fu il primo a notarmi, sguainò la spada sacra Senketsu, quella bianca e blu. Se mi avesse ucciso a quest'ora ci sarebbe lui al mio posto...- La sua figura veniva illuminata ogni tanto dai lampi, la pioggia cominciava a scendere: lasciai che mi scorresse addosso, che lavasse il sangue che era stato versato.  -...Iniziammo a combattere, è stata dura ma alla fine ho vinto...-
-Racconta.-
 -Sei proprio un fantasma curioso eh?-
-Che vuoi farci la curiosità è donna!-
-Parlai per primo, feci un discorso alla regina che pian piano iniziava a capire. Le ho detto che il suo regno presto sarebbe finito, che la sua malvagità presto l'avrebbe uccisa. Il cavaliere, Ryouta, mi interruppe dicendo che se avrei voluto far del male alla regina, prima l'avrei dovuto uccidere. La regina lo pregò con ogni mezzo di non farlo, che non ci sarebbe stato scampo per loro. Lui l'abbraccio e la baciò. "Non vi preoccupate maestà. Sono pronto a morire per voi, ho giurato questo quando sono diventato il vostro cavaliere."  La regina l'ha abbracciato e lui l'ha baciata. In quel momento mi stavo sentendo male. Odio i momenti sdolcinati. Io odio l'amore! È capace di riportare in vita alcune amine... Può portarmi via sudditi. È per questo che lo odio! L'ha spinta di lato e lei ha cercato di nascondersi. Abbiamo iniziato a combattere, stava quasi per colpirmi con quella maledetta spada sacra. Per un po' siamo andati avanti così, senza esclusioni di colpi. La regina, nell'angolo, si disperava. Pregava il suo amato di mettere fine al duello e permettere che lei venisse uccisa, diceva anche che doveva pagare per i suoi crimini. Sentivo rumori metallici venire dalla torre, credo che gli abbia sentiti anche la regina visto che è corsa ad affacciarsi alla finestra per guardare. "Soren!" urlò quel nome con tutta la disperazione che una donna può possedere.-
 -Non ho sentito niente, probabilmente per la furia del combattimento, i colpi di spada e la tempesta il grido si è spento nel vuoto...-
-Può darsi... Ryouta aveva voltato la testa, abbassando la guardia. Approfittai del momento e lo colpii al petto. Si mise una mano sulla ferita, mi guardò e poi cadde a terra. Appena il suo corpo toccò il pavimento, la regina angosciata si voltò e, piangendo, si accasciò sul suo corpo. "Ryouta... Ryouta! Non lasciarmi! Ti prego... Non lasciarmi..." "Maestà... Non ho prestato fede al mio giuramento, perdonatemi..." "Ryouta... Volevo sposarti, volevo averti al mio fianco nella guida di questo regno!" Piangeva disperata: aveva capito che ogni speranza di salvezza se ne stava andando con la morte di Ryouta. Dopo aver baciato la regina, il cavaliere ha chiuso gli occhi per sempre. Si alzò in piedi, stringendo i pugni. I capelli neri erano spettinati e il vestito azzurro presentava macchie rosse.  "Uccidimi. Fa di me quello che vuoi. Devo pagare per i miei crimini. Che aspetti?" Non la credevo così coraggiosa. La falce brillò nella luce della luna. Poi prima di colpirla alla gola la sentì mormorare: "Ryouta, staremo di nuovo insieme... Stavolta per sempre." "Nunc tuam remurationem habebis quia necavisti omnes illos animos... Requiescat in pace." le dissi queste parole prima di ucciderla...-
-Ora avrai la tua ricompensa perché uccidesti tutte quelle anime... Riposa in pace...-
 -Esatto. Poi volli vedere cosa stava succedendo sulla torre. Sono arrivato in tempo per sentire il tuo discorso. Il resto lo sai...- Annuii, restando in silenzio. Tutto era finito. O almeno, così credevo...
-Hai voluto l'anima della regina e delle sue guardie... Perché?-
-Era il prezzo della tua anima. Non ti ho fatto diventare un'ombra qualunque... Diciamo che...ho avuto... Pietà di te... La faccenda mi incuriosiva... Così decisi di fare qualcosa per aiutarti...-
 -P...pietà?- Non pensavo che la Morte potesse provare dei sentimenti.
-Sembra strano eh?-
-Lo è.- Calò il silenzio tra noi. Era strano. Intanto la bufera infuriava, avevo fiocchi di neve tra i capelli. Il paesaggio stava diventando bianco. Stava per andarsene, ancora non l'avevo ringraziato. 
-Vado, non combinare altri guai...- Annuii ma quando lo vidi andarsene, qualcosa mi spinse a rincorrerlo. Lo abbracciai e sussurrai un grazie, da quanto non dicevo questa parola? Rimase interdetto, poi pian piano sentii che ricambiò l'abbraccio. Rimanemmo lì per un po'.
 -Forse è meglio che tu vada...- gli dissi.
-Perché? Sto bene qua...- Lasciò andare la falce e mi strinse in un nuovo abbraccio. -Ne hai passate tante... Ho fatto bene a esaudire il tuo desiderio di vendetta...-  Anche se era la Morte, il suo abbraccio esprimeva calore. Mi prese per mano, si sedette su una guglia e mi fece sedere sulle sue ginocchia.
 -Sai...- iniziò a parlare mentre mi accarezzava uno zigomo...-non pensavo che ti rivelassi così brava nell'usare la spada... Spero che tu sappia fare bene anche altre cose...-
-Tipo?-
-Questo.- Mi baciò, all'inizio rimasi sorpresa, non mi aspettavo che facesse una cosa del genere.  -Scusa... Se non vuoi me ne vado...- Abbassò gli occhi arrossendo.
 -No...è solo che...-
-Che?-
 Il mantello svolazzava, agitato dal vento. Mi sentivo strana ma non capivo il motivo. Era il vento stesso a creare una barriera tra di noi, quasi a separarci. Lo abbracciai di nuovo e appoggiai la testa sulla sua spalla. Sentii la sua mano accarezzarmi i capelli, mentre con l'altra ricambiava l'abbraccio ma lo sentivo piangere. 
-Va tutto bene?-
-Sì...-
 -E allora perché piangi?-
-Questo significa essere innamorati? Ho fatto di tutto pur di averti vicino, persino manovrare la regina! Ero io a ordinarle di compiere quelle stragi, la manovravo. Ma lei non aveva fatto niente. Volevo vedere solo per un'altra volta il sorriso della persona che amo... Forse è meglio che me ne vada... Sono stato solo uno stupido...-
-Perché dici così? Era questo il motivo di quello sguardo?-
 -Te lo ricordi ancora?-
-Mi è rimasto impresso nella mente.-
-Sì, era questo il motivo.-
-Perché ti ritieni uno stupido? Hai fatto tutto questo... Per me? Solo per vedermi felice?-
-Sì, ho costretto la regina a uccidere tutti quegli innocenti solo per cercare di avere te più vicino...-
 -Sai...è la cosa più dolce che qualcuno abbia fatto per me...-  Lo baciai. Sentivo di essere finalmente libera nei miei sentimenti. Sentivo le sue mani stringermi ma era una presa che non faceva male.   L'alba arrivò presto.
-Andiamo è quasi l'alba, è ora di abbandonare questo castello...-
-D'accordo.-
 Prese la rosa dal corpo di Soren e me la mise tra i capelli. 
-Qui sta meglio...-
-Dici?-
Annuì. Il bagliore in lontananza aumentava sempre di più. Non era solo l'alba di un nuovo giorno, era anche l'alba di una nuova era. Non ero mai stata così felice, anche se ero un fantasma pensavo di amare la vita, anche se ormai non facevo più parte di quel mondo.
-È ora.-
-Sì.-
Riprese la falce, poi mi tese una mano, che subito afferrai.
 -Spero che ti piacerà vivere negli inferi...- Lo baciai sulla guancia.
-Se ci sei tu, qualsiasi cosa sarà bella.-
-Sarai una buona regina per quelle anime. Ho aspettato tanti anni per averti al mio fianco, ancora non riesco a crederci.- Quei sentimenti, quelle emozioni: era tutto nuovo per me. Ero nata e cresciuta in un paese perennemente in guerra, non c'era spazio per l'amore o l'affetto, regnava solo odio.  Avevo appreso dalle parole della Morte che le azioni della regina erano tutte manovrate ma una domanda mi sorgeva spontanea: perché se non desiderava altro che me, non mi aveva ucciso direttamente? Decisi di chiederglielo e mi rispose così:- All'inizio ci avevo pensato...ma poi capii che avrei causato troppo dolore alla tua famiglia e temevo che avresti potuto rimpiangere la tua vita terrena... Così decisi di uccidere tutti e costrinsi la regina a ordinare quella strage. Mi dispiace...-
-Va tutto bene. Almeno ora non posso avere rimpianti, visto che potrò stare di nuovo vicino alla mia famiglia e al mio popolo...- Sorrise, nonostante fosse la Morte in persona, aveva un sorriso che nessun essere umano possedeva.  Da quel giorno la mia vita cambiò: non pensavo più alla vendetta, non ero presa dall'odio; ero felice, innamorata.
 
 
Post scriptum
Salve a tutti!^^
Questa è la mia prima storia in questo settore.
È nata un po' per gioco, un'idea che mi è venuta quanto akatsuki_LOVe ha fatto uno spoiler non indifferente e ho deciso di attuare vendetta. È lei che ha scelto i nomi dei personaggi e che mi ha aiutato a scrivere alcune scene.
Quanto alla Morte non rappresenta altro che Deathorlive_ita che voleva vendetta sempre per il suddetto spoiler.
La frase in latino spero di averla tradotta bene, se c'è qualcosa che non vi torna fatemelo presente che almeno lo cambio.
I significati dei nomi sono i seguenti:
Hideo: stupendo uomo
Iwao:uomo di pietra
Senshi: guerriera
Hayashini: morte prematura
Ryouta:suono del drago
Yami:oscurità
Spero vi sia piaciuta!
 
 
 
 
 
 
 
 
   
 
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