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Autore: Death_    26/04/2014    3 recensioni
Una magica notte. L'orgoglio messo da parte, e la nascita di un atteso amore. Passano 50 anni, Sesshomaru ha due splendidi figli ma Rin, essendo un'umana, è morta da ormai 6 anni... O forse no?
Salve a tutti! Sono una ragazza di 15 anni che sogna sempre ad occhi aperti e ho deciso finalmente di condividere con voi il mio mondo! Ho appena iniziato a scrivere quindi non sono molto brava a descrivere trame contorte, paesaggi perfetti e quant'altro... quindi abbiate pietà di una povera babbana!
Divertitevi!
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Nuovo personaggio, Rin, Sesshoumaru | Coppie: Inuyasha/Kagome, Miroku/Sango, Rin/Sesshoumaru
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 18: Dolce amore proibito.
 
 
 
IZAYOI: Voi non potete salvarmi. Non potete, non avete il potere spirituale necessario per togliere il sigillo…
GAYA: Allora scopriremo che ti ha sigillato. Quella persona saprà sicuramente come togliere il sigillo.
IZAYOI: E se non volesse toglierlo?
NATHAN: Abbiamo tecniche di persuasione infallibili.
GAYA: Ora ci serve solo un nome. Dicci chi ti ha fatto questo. Dicci chi ti ha sigillato!
IZAYOI: E’ morta ormai…
NATHAN: Troveremo un modo se ci dici il nome!
IZAYOI: Ma, lei non lo ha fatto per cattiveria! Io non…
GAYA: Izayoi, io posso capire che sei spaventata e che ormai hai perso le speranze. Io sono morta e nell’aldilà ho visto il tuo amato Inu no Tashio…
IZAYOI: Lo hai visto? Gli hai parlato? Come lo hai trovato? Sta bene vero?
GAYA: Il vostro amore è molto forte e siete legati indissolubilmente. Si, lui sta bene ma si sente solo, terribilmente solo. Aveva gli occhi spenti, la sua anima chiedeva disperatamente aiuto… Lui vuole stare con te, l’unica donna che abbia mai amato…
IZAYOI: …
NATHAN: Se solo ci dicessi il nome della donna che ti ha sigillato…Voi due potreste tornare a stare insieme!
IZAYOI: Di nuovo…insieme…Il mio dolce amore….proibito…
GAYA: Izayoi…
ARCADIA: Vedo il suo cuore…è così triste e desolato, così solo, così tremendamente solo…
IZAYOI: Se io vi dico il nome che tanto bramate, voi potreste giurarmi che io potrò finalmente stare con lui, almeno nella morte?
GAYA: Lo giuro.
NATHAN: Lo giuro.
IZAYOI: Kikyo…la sacerdotessa che mi ha sigillata si chiamava Kikyo…
GAYA: Cosa?! Ancora lei?!
NATHAN: La conoscevi?
GAYA: No, o almeno non di persona. Ma mio padre mi ha raccontato che quando stavano combattendo contro Naraku, c’era una donna, che era stata riportata in vita da una strega, che era una sacerdotessa molto forte nonché vecchia fiamma di Inuyasha. Poi però è stata uccisa dallo stesso Naraku….
IZAYOI: Lei mi sigillò molti anni prima di Naraku. Non so perché lo fece, forse per Inuyasha…
NATHAN: Non riesco a vedere un fine al tuo sigillo. Non capisco come possa averlo fatto per il bene di Inuyasha…
GAYA: Si, anche a me sfugge il senso…Potremmo chiedere ad Inuyasha stesso!
NATHAN: Si, ma poi che facciamo? Avanti e indietro all’infinito? Sono otto ore di cavalcata!
GAYA: Si, non hai tutti i torti, ma come facciamo?
ARCADIA: Penso di avere la soluzione ai nostri problemi! Possiamo prendere le ceneri di Izayoi e portarcele dietro, così anche la sua anima sarà costretta a seguirci!
NATHAN: Arcadia, sei un piccolo genio!
GAYA: Ok, faremo così allora. Forza aiutatemi a recuperare le ceneri.
IZAYOI: Non funzionerà, non senza la sacerdotessa che ha apposto il sigillo!
GAYA: Kagome. Lei è la reincarnazione di Kikyo. Lei saprà sicuramente come togliere un sigillo. D’altronde anche lei è una sacerdotessa molto potente!
NATHAN: Bene, allora muoviamoci.
Gaya e Nathan si misero a scavare, mentre Izayoi e Arcadia discutevano amichevolmente. Le fate avevano un certo ascendente per le anime, soprattutto se pure come quella della madre di Inuyasha! Dopo una manciata di decine di minuti, Gaya teneva in mano un’urna, contenente le ceneri di Izayoi. Ora non dovevano fare altro che tornare indietro. Montarono a cavallo e cominciarono a dirigersi verso la capanna di Kagome. Se la presero con calma, non volendo affaticare troppo i destrieri demoniaci.
IZAYOI: Gaya, hai un aspetto familiare…per caso ci conosciamo?
GAYA: No, io non ti ho mai vista ma probabilmente conosci mio padre.
IZAYOI: Ah si? E chi è tuo padre?
GAYA: Si chiama Sesshomaru no Tashio…
IZAYOI: Quel Sesshomaru?! Il primo figlio di Inu no Tashio?
GAYA: Già, proprio lui…
IZAYOI: Ma… tu sei una mezzodemone, vuol dire che tua madre era…
GAYA: Umana? Si, mia madre era una donna umana. Mio padre la conobbe quando era una bambina e le salvò la vita. Da allora non si separarono mai più e lui gradualmente si innamorò di lei…
IZAYOI:  Deve essere una donna bellissima e speciale, il Sesshomaru che conobbi io deve essere molto diverso da quello che è ora.
GAYA: Si, lui è molto cambiato, ma mia madre è morta molto tempo fa. Per la precisione 50 anni orsono…
IZAYOI: Mi dispiace molto…
GAYA: Ma ora parlami di te, come hai conosciuto il nonno?
IZAYOI: Bhe, è stato una mattina di primavera di molto, moltissimo tempo fa…
 
 
POV IZAYOI.
 
 Stavo camminando per il bosco, ero una ragazza giovane, avevo all’incirca 24 anni. Ero una principessa di un regno che orami non esiste più, e raccoglievo fiori qua e là. Odiavo il mio ruolo di principessa. Ero sempre riverita, sempre assecondata. Ogni mio desiderio era un ordine e subito si avverava. Non avevo neanche la possibilità si passeggiare da sola, ero sempre seguita da ancelle o dalla scorta. Si, proprio non mi andava giù il fatto di essere così poco autonoma. Così quel giorno, uscii presto la mattina cercando di non farmi vedere da nessuno e me ne andai in giro per la foresta. Ero circondata da maestosi alberi, fiori di ogni genere e il vento portava con sé il dolce profumo di muschio bianco. Camminai spensierata sentendomi libera come non mai e mi ritrovai in una radura. Era bellissima. Grande, spaziosa, che quasi ti invitava a correre come se non ci fosse un domani, sentendoti leggera e libera. Era invasa da piccole margherite candide come la neve, che formavano un tappeto morbido e soffice. Mi sedetti proprio al centro e iniziai a raccogliere fiori e a canticchiare. Poi sentii un tonfo non poco lontano da me. Era come se qualcuno fosse caduto da cielo. Mi avvicinai e mi trovai davanti ad una voragine gigantesca. Sul fondo un demone enorme viola, grondante di sangue e decisamente vicino alla sua fine. Sopra di lui un uomo o meglio un demone, con sembianze umane, con in mano una spada che stava lentamente affondando nel torace del demone viola. Quest’ultimo spirò tra atroci sofferenze maledicendo il suo assassino. Dopo che ebbe esalato il suo ultimo respiro, il demone che stava sopra a quel cadavere rinfoderò la spada e saltò agilmente fuori dalla buca. Atterrò proprio di fronte a me ed io ebbi il tempo di guardarlo in tutta la sua magnificenza. I lineamenti duri ma non troppo, le labbra contratte in un dolce sorriso, due segni demoniaci sui lati delle guance e una mezzaluna calante in mezzo alla fronte. Aveva lunghi capelli argentei legati in una coda alta e fermata da un nastro rosso sangue.
Il suo corpo muscoloso era coperto da un’armatura da samurai che aveva l’aria di essere molto pesante. Aveva anche una pelliccia che fungeva da mantello. Era bello, molto bello. Ed era un demone. Provavo un senso di inferiorità enorme, ma ero attratta da quella perfezione, da quegli occhi ambrati. Così restai lì a fissarlo, imbambolata. Poi, con mia grande sorpresa, fu lui a parlare per primo.
INU NO TASHIO: Mi dispiace avervi fatto assistere ad una scena così violenta, principessa.
La sua voce era calda e suadente, dolce come il miele tuttavia capace di essere fredda e distaccata.
IZAYOI: Come fate a sapere che sono una principessa?
INU NO TASHIO: Dal vostro profumo, mia signora.
IZAYOI: No, per favore, chiamatemi solo Izayoi. Mi da fastidio essere chiamata mia signora, quando effettivamente non sono signora di un bel niente.
INU NO TASHIO: Siete il primo essere umano, e la prima donna che rifiuta il titolo di signora. Di solito tutti cercano le lusinghe e i complimenti…
IZAYOI: Io, invece, lo ritengo inutile. Certo, è bene rispettare le buone maniere, ma non da diventare dei leccapiedi.
INU NO TASHIO: Sono perfettamente d’accordo con voi, Izayoi.
IZAYOI: Posso sapere il vostro nome, demone?
INU NO TASHIO: Il mio nome è Inu no Tashio, re dei demoni.
IZAYOI: Re dei demoni? Bhe, allora dovrei essere io ad inchinarmi a voi.
INU NO TASHIO: Non avete paura di me? Sono un demone, potrei aggredirvi in qualsiasi momento!
IZAYOI: Non penso siate quel genere di demone. Vedo bontà e onore nei vostri occhi, non malvagità.
INU NO TASHIO: Vi ammiro molto. Siete il primo essere umano che non fugge da me impaurito.
IZAYOI: Non vedo il motivo per cui dovrei avere paura di voi.
INU NO TASHIO: Vi andrebbe di passeggiare con me? E’ una così bella giornata!
IZAYOI: Ne sarei oltremodo onorata!
Passai un pomeriggio stupendo, finalmente avevo incontrato un uomo che non mi vedeva come una bambolina principesca da trattare con i guanti. O meglio, avevo incontrato un demone. Ne rimasi affascinata, non lo nego. Me ne ero follemente innamorata. Con lui ridevo, scherzavo, giocavo e mi sfogavo in un modo che non era neanche lontanamente paragonabile a quello con cui facevo con mia madre. E lui mi ascoltava come nessuno aveva mai fatto. Scherzava con me, rideva alle mie battute e se ne fregava della regalità. Ormai era arrivato il tramonto e dovemmo separarci. A malincuore ci salutammo e tornammo tutte e due ai nostri castelli. Ma non prima di esserci dati appuntamento in quella radura nascosta verso mattina inoltrata. Ovviamente non riuscii a dormire quella notte. Il sole non si fece comunque attendere molto e, finalmente mi preparai per uscire. Pettinai i miei chilometrici capelli corvini e li legai in una coda alta come la sua e fermai il tutto con un nastro verde prato. Adoravo il verde. Era così naturale e allegro! Tutto ciò che io non potevo essere. Presi un kimono dall’armadio bianco con dei petali verdi che sbrilluccicavano qua e là tra le pieghe del vestito. Non era pregiato, non volevo passare per una spocchiosa che deve sempre essere vestita bene. Infatti era molto semplice e funzionale ma che mi stava d’incanto. Passai un velo di trucco sul viso e mi diressi all’uscita del palazzo. Cercai di non farmi vedere dalle guardie né dalle sentinelle e ci riuscii egregiamente. Cominciai ad addentrarmi nella foresta facendo attenzione alle grandi radici sporgenti e ai cespugli spinati ed arrivai alla radura. Lui non era ancora arrivato così mi tolsi i sandali e rimasi a piedi nudi. Se la corte del palazzo l’avesse vista avrebbe cominciato a gridare come un’ossessa e a maledire il mio comportamento scellerato. Ma nulla era paragonabile alla sensazione dell’erba sotto i piedi. Delle goccioline fresche di rugiada che solleticano le delicate piante dei piedi. Mi ritrovai a danzare come mi aveva insegnato mia madre. Sii leggera come il vento, segui i movimenti di una foglia che cade, eguaglia la continuità dell’acqua e sii decisa come l’impeto del fuoco. Ecco cosa mi diceva sempre mia madre quando era il momento delle lezioni di danza. Il mio fisico esile e slanciato mi permetteva di seguire le quattro regole alla perfezione. Ero così presa dalla danza che non mi accorsi della presenza del mio demone. Appena mi resi conto che lui era arrivato, persi l’equilibrio e caddi a terra. Mi preparai all’impatti imminente, ma non ci fu. Sentii il suo profumo di muschio bianco e il suo calore vicino a me, molto vicino a me. Infatti lui mi aveva afferrata prima che io cadessi al suolo e mi ritrovai in braccio a lui. Ero completamente arrossita e lui sembrò notare quanto fossi imbarazzata infatti mi sorrise dolcemente.
INU NO TASHIO: Sei veramente brava a danzare, ma resti comunque un’imbranata!
IZAYOI: Lo prenderò come un complimento.
INU NO TASHIO: Oh, ma lo era…
Non so perché ma sentivo le sue possenti braccia che mi stringevano a sé, come se non volesse che io mi allontanassi. Sentivo il ritmo del suo cuore farsi più veloce e allora capii. Anche lui era innamorato di me. Mi rimise a terra delicatamente tenendomi comunque vicino a lui e mettendomi una mano sul fianco.
INU NO TASHIO: Se ti dicessi di fidarti di me, tu lo faresti?
IZAYOI: Fidarmi di te? Ad occhi chiusi.
Gli sorrisi con la massima energia che avevo in corpo. Fu allora che mi ritrovai di nuovo tra le sue braccia. Poi mi sentii tutto a un tratto più leggera e l’aria si era fatta più fredda. Aprii gli occhi e stavo volando. Ero tra le sue braccia e stavo volando. Non potevo chiedere di meglio, come si poteva essere più felici di così? Quando atterrammo eravamo sempre nella radura ma più al centro rispetto a prima. Ero ancora molto emozionata, quindi appena mi mise a terra mi sedetti immediatamente. Lui fece lo stesso, mettendosi il più vicino possibile a me.
IZAYOI: Non credevo che tu potessi volare! E’ stato…meraviglioso, spettacolare, emozionante…Grazie…
INU NO TASHIO: Figurati! Secondo me, è l’aspetto più bello dell’essere demoni. Poter volare, sentirsi liberi, andare dove si vuole quando si vuole.
IZAYOI: Già…sarebbe magnifico!
INU NO TASHIO: Sai, non credevo di…no, niente, lascia stare.
IZAYOI: No, dimmi! Avanti…Non avere paura, non mordo mica sai!
INU NO TASHIO: Ahahahaha, si, questo lo so. Vedi io sono un demone e tutti quelli come me si ritengono superiori agli esseri umani. Ma superiori in che cosa, ancora non l’ho capito. Sono tutti orgogliosi, tutto muscoli e niente cervello e non hanno idea di cosa sia l’amore e la compassione… Ed io, mia cara Izayoi, penso si essermi perdutamente innamorato di te.
Innamorato, perdutamente, di me? Ero scioccata, meravigliata e felice. Le parole mi morivano in gola ma sapevo ciò che dovevo fare. E, a dirla tutta, per farlo non servivano certo le parole. Mi misi in piedi, invitando anche lui a fare lo stesso. Ora eravamo l’uno di fronte all’altra e ci guardavamo negli occhi. Nei suoi potevo vedere la luce dell’amore ma anche l’ombra del timore di un rifiuto. Così presi il suo viso tra le mani e mi avvicinai, mi avvicinai quel tanto da poter sentire di nuovo il suo profumo e il suo calore, ma soprattutto il suo respiro sulla pelle e le sue labbra così vicine alle mie. Dopo un tempo che mi sembrò interminabile arrivai a destinazione. Posai le mie labbra sulle sue e sentii i suoi muscoli rilassarsi e il suo cuore gioire per non aver dovuto affrontare la sofferenza di un addio.
 
 
ARCADIA: Che cosa romantica…
GAYA: Già….
NATHAN: Deve essere stato un rande demone questo Inu no Tashio. Mi sarebbe molto piaciuto poterlo conoscere…
IZAYOI: Oh, si, era davvero un grande demone. Il più grande che io abbia mai visto.
 
 
ANGOLO AUTRICE
Questo capitolo è stato in assoluto il più bello da scrivere. Mi ero bloccata quando Heart mi ha chiesto chi aveva sigillato Izayoi (lo ammetto, mi hai preso alla sprovvista!) Poi però ho cominciato a collegare e tutto alla fine è tornato al suo posto. Spero che vi piaccia questo capitolo!
Ringrazio come sempre tutti coloro che recensiscono, aggiungono ai preferiti o semplicemente leggono la mia storia! Buona lettura!
death_thekid99
  
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