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Autore: maicants    27/04/2014    2 recensioni
-Mi staresti dicendo che..- La ragazza deglutì. Sentì il sangue ghiacciarsi nelle vene e il panico stava per prendere il sopravvento.
-Che tutti questi mesi, tutto, tutto quel che ho fatto, l'ho.. l'ho fatto con..- sussultò. Le parole le rimasero in gola aggiungendosi al groviglio delle miriadi di cose non dette. Non riusciva più a parlare
Il panico aveva preso il sopravvento.
Gli occhi blu del ragazzo, spenti, fissi sui suoi. -Sì, Sam. L'hai fatto con due persone diverse.
Genere: Dark, Erotico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Harry Styles, Louis Tomlinson, Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti
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Non ho mai amato le feste.



Ho sempre odiato i luoghi chiusi, con la musica a palla, e gente ubriaca che balla e si struscia addosso ad altri, così, quella sera avevo scelto di rimanere sul mio letto a leggere un libro, anziché andare al ballo d’inverno della mia scuola.

Ero totalmente immersa in un mondo di elfi e draghi, quando, alzando un po’ lo sguardo per girare pagina, vidi mia madre poggiata sullo stipite della porta con le braccia conserte e uno sguardo leggermente esasperato.

 -Oh, non di nuovo!- Implorai sbattendomi il libro sul volto.

-Sam, ci vanno tutti a quella festa. Anche Macey e Claire. Suvvia, è il tuo ultimo anno.-

-Ma non mi importa di quel che fanno loro. Io mi faro un thè e da brava figlia passerò la serata in camera mia a leggere, che vuoi di più dalla vita?- Chiesi ridacchiando. Con uno sguardo esasperato, si avvicinò lentamente a me e si sedette sul bordo del mio letto. Portandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio, mi rispose con molta calma.

-Mi spieghi-, la sua mano si poggiò sul mio libro in modo da levarmelo definitivamente di mano, -perchè non vuoi mai andare alle feste?-

-Perchè sono troppo figa per andare alle feste, io.- Alzai il sopracciglio e cacciai il migliore dei miei sorrisi. Da paraculo, come dice mia madre.

-Voglio che mia figlia, per una volta, non faccia l’asociale ed esca a divertirsi come ogni normale adolescente.-

 Alzai gli occhi al cielo, e iniziai ad arraffare scuse come “non ho il vestito, non ho la maschera, non ho il cavaliere, non ho le scarpe, e non ho assolutamente voglia di andarci.”

Ma, come con ogni madre, fu da subito una battaglia persa, e pur di non sentirla rompere per tutta la serata mi alzai e le dissi che sarei andata.

 -Sì!- Saltò giù dal letto compiaciuta battendo le mani e prendendomi il viso per darmi un grosso bacio sulla guancia.

-Ah, ferma!- Gridai cercando di salvarmi dalla sua presa e pulendomi infine la guancia col dorso della mano.

-Allora tesoro, ti ho comprato tutto quel che ti serve. Trovi tutto nell’ultima anta dell’armadio. Sbrigati.-

 Mia madre scivolò fuori dalla mia stanza, lasciandomi là a bocca aperta.

Che nervi, aveva preparato tutto dall’inizio.

Aprii l’armadio e vi trovai un completo nero molto strano, trasparente, e troppo scoperto.

Lo presi e mi avvicinai allo specchio per indossarlo, furono i quindici minuti più brutti della mia vita.

Imprecai tutti i santi mentre cercavo di indossarlo, e maledicevo mia madre e le mie due migliori amiche.

Alla fine, però, il risultato non fu poi così male.

Un vestito nero e corto, molto stretto. Con il colletto alto in pizzo, molto delicato e gotico. Anche le maniche che arrivavano fino ai gomiti, erano in pizzo.

Saltellai per la stanza cercando di mettermi i decolletè e quasi mi ruppi la caviglia.

 -Questa sarà la serata più brutta della mia vita-, sussurrai a denti stretti sedendomi a gambe incrociate davanti lo specchio per sistemarmi i lunghi capelli castani.

Non mi truccai, passai solo un leggero strato di lipgloss alla fragola sulle labbra e presi la maschera che mi aveva comprato mia madre. Una maschera nera in pizzo, che bello. Pizzo ovunque, sembravo una sposa cadavere, tutta di nero, con la mia pelle pallidissima e le labbra rosse. Per un attimo mi guardai intorno, quasi ad assicurarmi che nessuno potesse vedermi, poi, con scioltezza, iniziai a muovermi davanti allo specchio come uno zombie.

Sembravo decisamente una bambola di porcellana assatanata.

La voce di mia madre mise subito fine a questo mio gioco alquanto patetico.

-Sam, sono arrivate le ragazze!-

Sbuffai, presi la pochette e scesi di sotto mantenendomi con entrambe le braccia alla ringhiera, per evitare di cadere.

-Ciao, madre.-

Mia madre mi bloccò per le spalle, e con un tono quasi commosso piagnucolò -Oh ma fatti guardare! Sei bellissima!-

 Alzai gli occhi al cielo, e scuotendo la testa uscii, dove raggiunsi le mie due migliori amiche in macchina.

 -Grazie stronze- bofonchiai sedendomi bruscamente sul sedile posteriore e poggiandomi con i gomiti tra i due sedili davanti.

Macey si girò e mi sorrise. -Oh già, ti amiamo anche noi. Un giorno ci ringrazierai.-

Feci un sorrisetto e mi poggiai sul sedile.

Macey e Claire, erano totalmente diverse. Claire aveva dei capelli a caschetto biondi e dei grandi occhi marroni, ed era la classica ragazza perfetta, con un ragazzo perfetto, dei voti perfetti,  e qualunque cosa, seguita dalla parola perfetta.

Macey, era un po’ più maschiaccia. Aveva dei capelli scuri con un ciuffetto sbarazzino e degli occhi azzurri leggermente a punta. Era festaiola e le piaceva improvvisare.

Quando arrivammo iniziai a piagnucolare al sentire da fuori, la musica a palla provenire dalla palestra della scuola, scesi dalla macchina di malavoglia, e mi impuntai con i piedi al suolo.

 -Io non ci vengo!-

-Ma dai Sam, pensa a quanti bei ragazzi staranno là dentro!- ridacchio Macey prendendomi sottobraccio da una parte.

 -Samantha Dylan Evans, tu, entrerai là dentro, berrai, ballerai, troverai un bel ragazzo, e alla fine ci ringrazierai!- disse Claire convinta, prendendomi sottobraccio dall’altra parte.Con tutta la forza possibile cercai di non gridare istericamente, allontanai le braccia dalla loro presa e m'incamminai velocemente verso la palestra.

-Vi detesto.-





La pista era piena di ragazze e ragazzi in maschera che ballavano, in fondo c’era il palco con il DJ che con la sua console emetteva musica house ad un volume altissimo. Le mie gambe iniziarono a tremare.

-Oddio vedete che sballo, Sam cerca qualcuno con..-

-Io non parlo con i ragazzi o..la gente, non qua, non stasera- tagliai corto io per non dilungarci in inutili discorsi. Vedere quell'ammasso di gente impegnata in movimenti orribili che per loro era 'ballare' mi faceva venire la pelle d'oca. Senza contare che erano tutti ubriachi e l'ultima cosa che volevo era ritrovarmi le mani di un ragazzo sui fianchi. Mi venne da vomitare solo all'idea. Dietro di me, cercai le mie amiche tastando il vuoto con le mani.

-Ehm..ragazze..- Nulla.

-Ragazze io non so ballare..!- mi girai. -Ra.. ragazze?- scomparse, non c’erano più.

Ero sola, in mezzo a tutta quella gente assatanata che saltava e gridava, e non avevo la più pallida idea di quel che avrei dovuto fare. Dentro di me provavo un misto di panico, odio, e ribrezzo.

Iniziavo a odiare anche il mio gatto, che in quel momento godeva di una migliore posizione della mia, il mio letto.

Decisi di andare verso il bar, mi sedetti su uno sgabello e ordinai un mojito. L'unico drink non troppo alcolico e non troppo disgustoso.

Mi sentivo leggermente in soggezione, avevo come l’impressione che qualcuno mi stesse guardando. Come se in mezzo a tutto quel casino, ci fossero degli occhi puntati solo ed esclusivamente su di me.

Il barman mi diede il drink, e io iniziai a bere stuzzicando un po’ la cannuccia con le dita. Girai lo sguardo verso destra, qualche sgabello più in là c’era un ragazzo che mi guardava.

Era inquietante.  Come me, era  vestito tutto di nero. Giacca, pantaloni, camicia compresa. L’unica cosa che riuscii a vedere di lui, furono gli occhi.

Azzurri come non mai, con delle sfumature blu e grigie. Continuava a squadrarmi dall’alto al basso, finchè non si alzò lentamente per avvicinarsi a me.

Spalancai gli occhi e mi alzai quasi cadendo all’indietro, il mio petto si muoveva velocemente a causa dell’ansia e iniziai a farmi spazio tra la gente per arrivare ai divanetti dall’altra parte della palestra.

Sbattevo tra la gente, le luci mi causavano un mal di testa assurdo e ovunque, vedevo i suoi occhi. Non poteva essere di certo colpa di quel mezzo sorso che avevo fatto del mojito.

Mi accasciai sul primo divanetto che mi trovai davanti e presi fiato.

Sentii la cena risalirmi su per la gola, ma scacciai quell’orrenda sensazione rimandando tutto giù.

Ogni tanto mi si accendeva una scintilla di speranza negli occhi, vedendo dei vestiti blu  e viola, convinta che fossero Macey e Claire. Ma non era mai così.

Stavo maledicendo mentalmente mia madre, augurando una qualunque brutta cosa a ogni persona là dentro, e stavo per lanciare un urlo che si sarebbe sentito con tutta la musica. Per quanto sono paranoica, iniziai anche a pensare che nel drink ci fosse stato messo qualcosa di stordente.

Per un attimo chiusi gli occhi, cercando di estraniarmi da tutto e tutti.

Niente musica.

Niente ragazzi.

Niente luci.

Solo io e… aspetta, gli occhi azzurri?

Cosa diavolo ci facevano quegli occhi nella mia testa?



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"Underneath the echoes

Buried in the shadows

There you were."







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Buonasera a tutti, mettendo che qualcuno leggerà mai questa fanfiction.



So che è un capitolo corto, e che può sembrare assolutamente senza trama.



Ma non è così.



Mi serviva solo una breve introduzione. Quindi, questo, più che un capitolo è un'introduzione, appunto.



Spero vi piaccia.

Maica.




 
  
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