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Autore: PiGreco314    27/04/2014    7 recensioni
Dopo aver letto Hunger Games sono totalmente impazzita. L'ho amato, ma una domanda continuava ad assillarmi: (mini-spoiler) "come hanno fatto Katniss e Peeta a riavvicinarsi?"
Metto a vostra disposizione una mia personale risposta a questa domanda e spero vi piaccia :3
A chi dunque sia interessato ai fatti che potrebbero essere accaduti dal rientro nel distretto 12 all'epilogo auguro buona lettura :3
P.S. È la mia prima ff, siate buoni!
Tratto dal primo capitolo:
"Riesco a stento a ricordare l'ultima volta che le sue labbra hanno sfiorato le mie. Poi il tepore della coperte mi assorbe completamente e io scivolo di nuovo nel sonno, mentre sento il tocco leggero della mano di Peeta e il suo profumo. Haymitch ha ragione - è l'ultima cosa che risco a pensare, insieme alla risposta all'ultima domanda che mi ha rivolto.
- No, non c'è bisogno che mi ricordi che ho un motivo più che valido per andare avanti. Peeta. -"
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Gale Hawthorne, Haymitch Abernathy, Katniss Everdeen, Peeta Mellark
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate
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Mi risveglio dopo essermi addormentata anch'io e sfioro la fronte di Peeta, che ancora dorme, con delicatezza; non sembra molto accaldato.
Ripenso a quello che ci siamo detti prima di addormentarci.
Vogliamo stare insieme e vogliamo poterlo fare senza essere causa di sofferenza per l'altro; io stessa l'ho ammesso, ma c'è qualcosa ora che mi tormenta.
Cosa mi è saltato in mente? A cosa stavo pesando?
Non posso. Non posso permettermi di dire cose che poi non posso realizzare. Non posso illudere Peeta; perché se Peeta non é perduto, forse un giorno tornerà da me e io che farò?
Ci sono momenti in cui desidero con tutta me stessa un suo ritorno, di poter stare con lui senza riserve, ma ora ho paura di prenderlo in giro.
E se volesse approfondire il nostro legame? Se avesse intenzione di crearsi una nuova famiglia, perché no, con dei figli? Sarebbe il padre perfetto, meriterebbe di esserlo, ma io... Non posso essere madre. Nè una moglie. Una fidanzata? Forse. Ma quanto potrebbe durare?
E poi me l'ero ripromessa. Niente ragazzi. Niente figli.
So che ora sarebbe tutto diverso, che Panem è diversa, che lo è lo stesso distretto dodici, che sta leggermente risorgendo dalle sue ceneri. Le ceneri che ha lasciato la ragazza di fuoco, penso tra me, e all'agitazione subentra un senso di triste consapevolezza.
- A cosa stai pensando? -
La voce di Peeta giunge inaspettata alle mie orecchie facendomi sobbalzare leggermente. Si è svegliato e mi scruta con fare indagatore, come suo solito; mi rendo conto di non essere molto estroversa ma che nonostante tutto Peeta non si sia mai arreso con me, provando sempre a immagine cosa potessi pensare, cosa desiderassi, in modo da potersi mettere da parte e fare quello che era meglio per me.
- Io... Nulla. Cose a caso. Come ti senti? -
Non sono brava a mentire, quindi provo a cambiare discorso, ma so bene che mi ha colto in flagrante e che non si arrenderà facilmente.
- Sto bene ma tu sembravi triste. Preoccupata. -
Mi afferra il polso.
- Mi stai nascondendo qualcosa. -
La sua espressione è di pietra e vedo ancora una volta i suoi occhi incupirsi, mentre il familiare azzuro dei suoi occhi lascia posto al nero.
Boccheggio, colta di nuovo alla sprovvista, mentre penso a qualcosa da dire ma il mio cervello è fuori gioco e non riesco più a formulare un pensiero coerente se non un "non di nuovo, Peeta" che sembra quasi una supplica.
Non di nuovo, Peeta. Resta con me.
Ma perché dovrebbe? Non ho appena finito di pensare che non potrei mai dargli quello che lui invece finirà col volere e che merita decisamente più di qualsiasi altra persona sulla faccia del pianeta? Una famiglia che lo ami... No, non posso dargliela. Eppure vorrei che restasse con me.
Peeta stringe il polso ancora più forte. Quasi mi sfugge un gemito, ma lui mi lascia repentinamente e mi volta le spalle.
Si tiene la testa tra le mani per qualche secondo, come ha fatto quella sera a casa mia, poi lo vedo armeggiare con la protesi sul bordo del letto.
- Peeta... - lo chiamo, ma non risponde e si alza silenziosamente abbandonando il letto.
- Pensavo a... Al mio futuro - rispondo provando a tenere ferma la mia voce tremante, anche se in ritardo.
A quello che non potrà mai essere il mio futuro - penso tra me.
Mi maledico perché ancora una volta non trovo il coraggio di essere del tutto sincera con Peeta ma in questo momento non posso esserlo, perché allora lui avrebbe tutto il diritto di abbandonarmi a me stessa e io non posso perderlo. Non ancora.
Vorrei solo non essere così egoista.
- Mi dispiace ti renda triste - mi risponde mentre si gira verso di me. - E mi dispiace per prima. -
Distoglie in fretta lo sguardo e arranca verso l'armadio, prendendo dei vestiti alla rinfusa.
- Non ti preoccupare, non è successo nul... -  provo a dirgli ma vengo presto interrotta.
- Vado a farmi una doccia. Se vuoi puoi tornare a casa. - 
Peeta mi congeda freddamente, senza nemmeno guardarmi.
Mi accorgo di non respirare solo quando giunto alla soglia della porta della sua stanza si ferma titubante per poi aggiungere: - Ci vediamo a cena... Vero? -
Caccio fuori l'aria dei polmoni, insieme alla tensione che ha accompagnato la paura di aver fatto qualcosa di enormemente sbagliato e che Peeta non mi volesse più vicino a sè.
- Certo. - rispondo, e lui scompare dalla mia vista.

Torno a casa ancora scombussolata, evitando di fare rumore, soprattutto nei pressi della cucina, per non allarmare Sae. Non mi va di vedere nessuno al momento.
Tuttavia una volta fuori, mentre litigo con la chiave e la serratura della mia porta, sento qualcuno pronunciare il mio nome.
- Ehi Katniss! -
Mi volto di scatto, trasalendo. Per un istante mi sembra di vedere Gale e resto paralizzata, almeno fino a quando non mi accorgo che in realtà la persona che mi sta di fronte è Thom.
Immagino che il marchio da Giacimento - capelli e carnagione scura - abbia fatto la maggior parte del lavoro, insieme a una corporatura che è all'incirca la stessa.
- Thom. -
Non so che dirgli quindi mi rigiro la chiave tra le mani, che inesorabilmente cade a terra, proprio ai piedi di Thom, che si china per raccoglierla.
- Sono venuto a trovarti. Volevo sapere come stai... Come state... Insomma, tu e Peeta. Non avevate un gran bell'aspetto quando siete tornati. Anche gli altri del distretto erano in pensiero - mi dice mentre mi si avvicina ancora di più per porgermi la chiave.
- Gli altri del distretto? Cosa? - resto interdetta per qualche secondo, cercando di non pensare che i suoi occhi sono della stessa tonalità di quelli di Gale.
- Noi, sì, stiamo bene. - aggiungo infine e prendo la chiave che continua a porgermi per poi restare immobile, imbarazzata.
Sae mi ha detto che Haymitch aveva organizzato un gruppo du uomini per venirmi a cercare nel bosco e ricordo vagamente una piccola folla accalcarsi attorno a noi, al nostro riento nel distretto. Non ci voleva. Non mi va di avere gente in giro.
Thom mi sorride, poi alza un sopracciglio e fissa la porta dietro di me, a cui accenna con il capo. 
- Non si fanno più entrare gli ospiti in casa? - mi dice, indicando la porta anche con il dito.
- Oh, sì, scusa. -
Mi giro e infilo finalmente la chiave nella serratura, entro e trattengo una porta con il braccio, mentre Thom entra in casa, fermandosi dopo qualche passo nell'ingresso.
Cosa vuole da me? Tutte le risposte che trovo hanno a che fare con Gale e non mi piace.
Lo accompagno in cucina dove prendo posto appoggiandomi al bancone.
- Non prendo nulla grazie, solo un bicchiere d'acqua se è possibile - mi dice, accomodandosi sul divanetto della cucina alla mia destra.
Arrossisco imbarazzata.
- Non sono brava a fare gli onori di casa, scusa. Se ne occupavano mia madre e Prim. - Recupero un bicchiere che riempio di acqua.
- Anche se... - continuo, ma vengo interrotta.
- ... Anche se al Giacimento non c'era molto da offrire e di solito le persone che venivano a farvi visita avevano bisogno di medicine, non di dolcetti. -
Mi sorride ancora una volta e vuota il bicchiere che gli ho offerto in un solo sorso.
- Mi hai tolto le parole di bocca. - gli dico, accennando un sorriso, troppo teso per essere del tutto sincero.
- Katniss, ascolta, so che ci conosciamo a stento e che in questo momento penserai che sono una spia inviata da Gale per controllare la tua vita, ma non è così. -
Le sue parole mi sorprendono ma proprio non riesco a evitare di pensare che in realtà è proprio come ha detto, il che mi rende ancora più sospettosa. E furiosa. Gale non ha alcun diritto di impicciarsi della mia vita, l'ha già devastata abbastanza portandomi via Prim, che era come una parte di me stessa. E così facendo mi ha portato via anche l'unico amico che avessi mai avuto e di cui continuo a sentire la mancanza nonostante tutto.
- Ok, in realtà è un po' preoccupato e vorrebbe sapere come stai ma non gli dirò niente che tu non voglia, promesso - aggiunge sottoposto alla mia espressione sospettosa e nei suoi occhi grigi leggo infine la verità.
- Sai, in realtà siamo un po' tutti preoccupati. Come ti dicevo anche gli altri abitanti del distretto erano in pensiero, penso che verranno a trovar... -
- No, Thom, ti prego - lo interrompo.
- Non ce la faccio. Non sono un tipo molto... Socievole. Ringraziali di cuore da parte mia e di Peeta, ma ti prego, tienili lontani - aggiungo.
- La nuova Haymitch Abernathy - ridacchia lui, accennando a me, ma si interrompe quando nota la mia espressione tutt'altro che divertita.
- Tranquilla, posso capire. Li terrò alla larga. -
Dopo un lungo silenzio imbarazzato Thom si alza e poggia il suo bicchiere sul tavolo.
L'ho visto poche volte nella mia vita, principalmente in compagnia di Gale, ma la cosa che più mi colpisce è che questa volta è particolarmente... pulito.
Non l'ho mai visto senza le macchie di carbone sulla pelle e sui vestiti, segni indistinguibili di chi lavora nella miniera.
Mi chiedo cosa ne sia ormai di quel luogo, se c'è qualcuno che ci lavora ancora, cosa ne è insomma dell'anima dannata del distretto 12.
- Come vanno le cose al distretto? Lavori ancora nella miniera? - gli chiedo di getto.
Ricordo ancora quando Gale mi disse che avrebbe iniziato a lavorare in miniera.
Sapevo che era il suo piano sin dall'inizio, cacciare e sopravvivere alle annuali mietiture, nonostante ogni anno avesse chiesto le tessere per le provviste per la sua famiglia e i biglietti con il suo nome aumentassero sempre più di numero, fino a quando non avrebbe avuto l'età per andare a lavorare in miniera, ma è stato comunque strano ritrovarsi di nuovo sola nel bosco, come quando ero una bambina impaurita e inesperta.
- La miniera è stata chiusa e dubito che la riapriranno. Era un lavoro da cani, senza contare che abbiamo scavato così in fondo che era diventata ancora più pericolosa - risponde - Sto lavorando per la ricostruzione del distretto. Panem ha stanziato dei fondi per rimettere in piedi i distretti più devastati e qui al villaggio c'è davvero tanta voglia di fare... Dovresti farci un salto qualche volta. -
Annuisco distrattamente ma non so se sono pronta a vedere il distretto.
Da quando sono tornata non sono mai uscita di casa se non per arrivare al bosco - percorrendo comunque una strada esterna, senza contare la poca lucidità - o per andare a casa di Peeta e Haymitch.
- Mi dispiace - gli dico, improvvisamente.
Thom mi guarda confuso e alza ancora una volta il suo sopracciglio, così provo a spiegarmi.
- Non sono stata molto d'aiuto al distretto. Dopo tutto quello che ho combinato credo fosse il minimo che potessi fare ma... -
Mi interrompo per paura di tradirmi e rivelare a quello che per me è un perfetto sconosciuto che il mio egoistico dolore per la perdita di Prim è stato troppo forte per permettermi di fare qualsiasi cosa che non fosse lasciarmi vivere in qualche modo sul divano su cui era seduto poco fa.
Sento i sensi di colpa stringermi sempre di più ma Thom interrompe la loro ascesa.
- Ehi, non ti preoccupare. Non sei mica sotto accusa. E poi sei sempre in tempo, un paio di braccia in più fanno sempre comodo... Ma Katniss, davvero, prenditi tutto il tempo che vuoi. D'altronde quando ti ho detto di fare un salto non volevo mica metterti ai lavori forzati! -
Thom mi sorride ancora e mi sento un po' meglio.
- Grazie - gli dico e lui mi dà una leggera pacca sul braccio.
Il suo gesto mi lascia interdetta così lui alza entrambe le mani e mi dice:
- Poco socievole, schiva al contatto umano... La nuova Haymitch Abernathy in tutto e per tutto! -
Grugnisco, leggermente infastidita dal paragone ribadito ancora una volta ma mi sfugge comunque un sorriso.
- In ogni caso spero che mi permetterai di esserti amico e non lo faccio perché me l'ha chiesto Gale - continua, aggiungengo l'ultima frase prima che potessi controbbattere.
Non so nulla di Thom e a stento lo conosco ma c'è qualcosa in lui che mi ispira fiducia; riesco a capire perché Gale, il ragazzo che ce l'aveva con il mondo, abbia invece stretto amicizia con lui.
- Vedremo -  è la mia risposta.
- Ok. Ora scappo. - Ritorna di nuovo nell'ingresso, seguito da me che lo accompagno alla porta. Sulla soglia però si ferma e mi dice:
- Potresti chiamarlo per fargli sapere che è tutto ok. Lui ci ha provato diverse volte ma...-
- No. -
Non riesco ad aggiungere altro. La sola idea di rivolgergli la parola è inconcepibile.
- Permittimi almeno di dirgli che stai bene. Non so cosa sia successo nel bosco e non m'importa, ma lui ha saputo da Hazelle che sei stata via e che al ritorno eri malata. Era davvero preoccupato. -
Thom mi guarda serio, mentre aspetta una mia risposta; era davvero sincero quando mi ha detto che non avrebbe detto nulla a Gale che io non volessi.
- Ok. -
- Grazie. Ci vediamo presto. -
Thom mi ridà di nuovo una pacca sul braccio e se ne va, lasciandomi da sola sulla soglia della porta a rimuginare su Gale.

La mia testa è un turbine di pensieri.
Ancora non so se ho fatto bene a fidarmi di Thom anche se poco fa la sua richiesta di amicizia sembrava davvero disinteressata.
Tuttavia è amico di Gale.
Gale che improvvisamente si  preoccupa per me.
È vero, Thom mi ha detto che ha provato a telefonarmi, ma cosa si aspettava? Che una telefonata avrebbe sistemato tutto?
D'altronde non ho voglia di sentirlo. Non ho nulla da dirgli e non mi interessa sapere cosa abbia da dirmi lui. Che resti pure nel suo nuovo distretto.
Mi faccio una doccia, perché non so che fare, e giro per casa fino a quando arrivo fuori alla stanza di Prim.
Provo a raccogliere il mio coraggio per entrare ma non ce la faccio e la mia mano resta sul pomello freddo della porta per un po' per poi scivolare via e riprendere il suo posto.
Mi siedo per terra, con la schiena poggiata contro la parete di fronte la porta e resto a guardarla.
Ricordo quando Prim vide per la prima volta la casa nel villaggio dei vincitori. Ne era entusiasta. È stata l'unica cosa buona dell'esserci trasferite qui.

Prima di andare a dormire e passare la prima notte nella casa del villaggio dei vincitori Prim mi si avvicina e mi chiede:
- Sai perché sono così contenta di essere qui? -
Le sorrido e le accarezzo le trecce bionde mentre le rispondo che è stata una giornata pesante e dovrebbe andare a dormire e che no, non so perché è così contenta.
- Perché significa che hai vinto gli Hunger Games... Significa che hai mantenuto la tua promessa e sei tornata. -


- Katniss -
La voce di Peeta mi riporta alla realtà. Mi giro a guardarlo con gli occhi gonfi per aver pianto a lungo.
Peeta si siede accanto a me, con non poca difficoltà, e resta in silenzio, prendendomi la mano e fissando a sua volta la porta.
Noto che si è tenuto comunque a una certa distanza.
- Prima o poi dovrai entrarci -  mi dice dopo un po' e io annuisco anche se so di non averne ancora la forza.
- Sono venuto a chiamarti per la cena. Se non ti va di venire, vado a prenderti qualcosa e mangiamo qui - continua.
- Non ti preoccupare, andiamo pure - gli rispondo.
Mi alzo e gli porgo una mano per aiutarlo ad alzarsi. Una volta in piedi non la lascia ma la stringe più forte e io ricambio la stretta.
So che vuole parlarmi di oggi pomeriggio ma per il momento abbiamo entrambi bisogno di stare insieme e basta.
- Mi dispiace averti fatto uscire con la febbre. Come ti senti? - gli chiedo mentre ci incamminiamo verso casa sua.
- Bene. Ormai si tratta di decimi e comunque mi andava di prendere un po' d'aria. -
Peeta mi sorride e arrivati alla porta di casa sua mi lascia la mano per aprirla con la chiave.
- Prima le signore - dice, provando a imitare la voce di Effie in quello che credo sia un disperato tentativo di tirarmi su di morale, mentre mi fa cenno di entrare.
- Pessima imitazione, Mellark - gli dico ed entro, ma mi lascio sfuggire comunque un piccolo sorriso a dispetto degli occhi gonfi.

*******

Aloha! :3
Sì lo so, sono in ritardissimo!
Avrei dovuto aggiornare la settimana scorsa ma non avevo previsto che con Pasqua e le vacanze avrei perso ancora più tempo a... Non fare nulla XD
Sorry >.<

Ringrazio ancora una volta tutte le persone che leggono questa storia (recensori e non) perché il primo capitolo ha superato le 1000 visualizzazioni e tipo boh sono contenta :3
(anche se solo la metà circa ha continuato a leggere, ma vabè, dettagli XD)
(ovviamente ringrazio ancora di più chi ha continuato ♥)

In particolare però ringrazio ben due persone:
- la mia dolcissima Ccchh per il supporto, l'aiuto, le dritte e l'approvazione, sempre indispensabile per ogni capitolo ♥

E con i ringraziamenti per la mia Ccchhh ecco ovviamente il momento che tutti stavate aspettando, ovvero il link della sua fantabulosa fanfic: http://www.efpfanfic.net/viewstoryv.php?sid=2494551
Leggetela o vi picchio u.u (?)
- l'altrettanto dolce Nina93 che mi ha mandato un messaggio di incoraggiamento e che ha mandato me al settimo cielo! ♥ Sei stata troppo tenera, grazie ancora *-*
(dopo mi sono messa subito all'opera, spero che il capitolo ti piaccia :3)

A tal proposito, come sempre vi invito a recensire!
So di essere scocciante e ripetitiva ma ne sarei davvero contenta, quindi... PLEEEASE! T^T
Ok, basta pietà XD

Ah, ho cambiato nickname perchè boh. Quello vecchio non mi andava a genio xD
(sì, potete aggiungerlo pure alle liste delle cose di cui non ve ne frega un... tubo XD)

Ok basta, me ne vado, vi ho annoiato abbastanza xD
Ciaaaao,
Sara ♥

May the odds be ever in your favor.

P.S. (29/04/14)
Ommioddio quante recensioni tutte insieme *-*
Vabè in realtà aggiungo questo post scriptum solo perché mi sono dimenticata di chiedervi cosa ne pensate di Thom!
(se mai ci sarà qualcun altro che recensirà XD)
È un personaggio di cui si sa poco e niente quindi mi sono lasciata andare e boh... Ne è uscita fuori la versione simpatica di Gale XD
Fatemi sapere che ne pensate :3
Ah, e chiedo scusa per i continui errori di battitura nella storia... Ne ho corretti alcuni ma già so che appena avrò finito ne troverò altri (per non parlare degli altri capitoli XD), quindi perdonatemi!
(e perdonate anche l'italiano orribile delle note e delle risposte alle recensioni, ma le scrivo di corsa, spesso anche dal cellulare, quindi non controllo quasi mai, sooorry)
Ok, mi volatilizzo via, bye!

May the odds be ever in your favor.
  
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