Cedric alzò gli occhi grigi al cielo cupo e allentò il nodo del papillon di seta nera.
Si avvicinò e prese la giovane per mano, ridendo felice, trascinandola per il lungo viale acciottolato pieno di carrozze laccate.
Corsero spensierati, uno al fianco dell'altro, cercando inutilmente di scampare alla copiosa e fitta pioggia che si riversava sull'antico maniero. Le fiaccole poste ai lati del largo sentiero danzarono crepitando al loro passaggio, muovendosi sinuosamente al leggero venticello.
Arrivarono davanti all'immenso portone di quercia, minuziosamente intarsiato, e Cedric si appoggiò al muro di pietra afferrando gentilmente Cho.
La Corvonero posò innamorata il capo sul petto largo e atletico del ragazzo, facendo aderire la propria guancia gelida alla sua giacca da smoking completamente fradicia. Amore.
Era questo che lui provava ogni volta che posava lo sguardo su di lei.
L'avrebbe riconosciuta tra cento, mille, milioni di persone.
Ne era certo.
Lei era il dolce tormento dei suoi pensieri, il suo fuoco selvaggio che bruciava ogni notte sempre di più nella sua carne.
Si sentiva impavido, imbattibile, ribelle, libero quando era con Cho.
Avrebbe combattuto fino alla fine dei suoi giorni, anche solo per vedere quella scintilla d'amore che brillava nei suoi occhi accrescersi maggiormente.
Conosceva a memoria quel volto sottile e a cuore che si tingeva di rosa a ogni complimento; gli scuri e magnetici occhi a mandorla, le lunghe ciglia setose che sfioravano le gote quando lei abbassava il capo, i capelli corvini ormai quasi del tutto sciolti e madidi d'acqua che qualche ora prima erano stati sapientemente intrecciati per quell'importante evento che avevano abbandonato per restare da soli.
Cedric si soffermò a studiare i dorati e intricati fiori astratti ricamati sull'abito grigio perla della giovane, poi abbassò entrambe le mani e le cinse i fianchi, accarezzandole lieve la schiena.
'' Cho.'' mormorò con voce bassa.
La ragazza chiuse gli occhi e sospirò appagata, mentre lui avvicinava le calde labbra alle sue. Lentamente.
I loro respiri erano affannati, rotti dall'emozione, affrettati per la corsa.
Affrettati d'amore.
Il giovane Campione Tremaghi le sfiorò passionale un angolo della bocca e fece combaciare le loro fronti.
Poteva sentire i battiti accelerati dei loro cuori pulsare all'unisono, in perfetta sincronia, come le note di una stessa ouverture che suonava esclusivamente per loro.
La intrappolò tra le sue forti braccia e la baciò, stringendola stretta.


Fu come una scarica elettrica che lo scosse da capo a piedi, facendolo rabbrividire e urlare.
Spalancò gli occhi e si ritrovò di nuovo nel cimitero, a faccia in giù sul prato umido.
Intorno a lui Mangiamorte incappucciati ridevano sguaiatamente mentre lui era torturato con Harry.
Non avrebbe mai smesso di combattere.
Solo la morte poteva piegarlo.
E lui sapeva che sarebbe arrivata presto... perché quando intralci la via del Signore Oscuro, quello era ciò che ti aspettava.
Gli erano tornati alla mente i più bei momenti della sua vita, come un torrente in piena che ha distrutto gli argini e scorre veloce e impetuoso a valle.
Aveva ricordato tutto.
Lui e Cho.
La pelle profumata della Corvonero, le sue mani tremanti sulle proprie guance.
I loro baci rubati.
Il loro amore.
Le loro promesse, i loro progetti.
Il loro futuro.

Un dolore inatteso lo fece gemere e piegare su se stesso, ma nessuno lo stava assalendo.
Era il suo cuore che si stava crepando, fino a sbriciolarsi e morire del tutto.
Vide Harry arrancare verso di lui con ancora la Coppa in mano.
Quello che dicevano era vero, dopotutto.
Quel ragazzino poteva distruggere quel marciume rinato sotto i loro occhi.
Si sarebbe sacrificato, per far vivere Lei al sicuro.
Nuova forza allora scaturì in Cedric.
Cho non l'avrebbe ricordato cosi, piegato e sottomesso.
Boccheggiò e barcollando si erse in tutta la sua statura, alzando lo sguardo verso Voldemort con feroce sussiego.
Sentì le urla del Grifondoro, le risate di scherno di Lucius Malfoy e quella spietata del capo dei Mangiamorte che si apprestava a puntare la sua bacchetta.
Cedric sfidò il suo sguardo folle e pensò a quello amorevole di Cho.
Benvenuta, estrema fine.


Cho si asciugò gli occhi arrossati dalle lacrime salate.
Il grande albero vicino al lago le offriva riparo dall'afa e dal sole, troppo splendente e caldo in quel momento, per lei.
Cedric era stato un eroe.
Fedele e coraggioso, sino alla fine.
Era andato incontro alla morte con il suo nome sulle labbra sorridenti.
Harry glielo aveva detto dopo il funerale, mentre la ragazza stava cercando di dileguarsi.
L'aveva raggiunta di corsa e abbracciata.
Ma lei, lei voleva essere stretta da Cedric.
E adesso sarebbe rimasta sola, senza sentire mai più la sua presenza essenziale.
Si sentiva come svuotata, come se una parte di lei si fosse spenta all'improvviso, facendola vacillare e brancolare nell'oscurità della vita reale.
Fissò con sguardo vacuo le piccole increspature dell'acqua e strinse i pugni, artigliando la gonna a pieghe della divisa.
Un piccolo ibisco bianco si depositò nel suo grembo, inaspettato.
Lo prese nelle mani, rimembrando il giorno in cui il Tassorosso gliene aveva fatto dono per la prima volta.
Si sentì avvolgere e sfiorare il viso.
E poi lo sentì chiaramente il profumo inconfondibile del suo Cedric.
Chiuse le palpebre e tremò, gioiosa.
La voce del giovane risuonò nell'aria immobile del pomeriggio.
Diceva solo due parole, impresse sotto la pelle di Cho, marchiate nella sua anima.
Tuo, sempre.