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Autore: akiko    20/07/2008    1 recensioni
Mello e Near all’orfanotrofio, il loro cammino dall’infanzia all’età adulta, passando per l’adolescenza e le sue strane sensazioni con il supporto involontario di una ragazzina molto dotata. Cosa aspettarsi da questa fanfiction? Amore, confusione, passione e scelte, il tutto condito da una buona dose di ironia, come l’esperienza della vita ci impone! ps. Mi scuso da ora se Mello può risultare un tantino pazzo e lunatico...mi sono ispirata a me stessa!!
Genere: Romantico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri personaggi, Mello, Near
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Premessa:

eccomi ancora qui....

la seconda dedica è indirizzata alla mia mamma.

Immagino che stiate pensando...ma sinceramente non me ne importa più di tanto, sarò franca.

Sento davvero il bisogno di ringraziare quella stupenda donna che mi ha donato la vita, mi ha cresciuta sacrificandosi in più occasioni, come continua a fare anche adesso, ma soprattutto che mi ha permesso di diventare ciò che sono.

Grazie mammy, per tutte le storie delle tue avventure in Francia che mi facevano sognare, ma anche per tutti i racconti divertenti o meno sulle cose che ti erano capitate da giovane e nella vita!

Grazie per avermi sempre ascoltata, grazie per essere stata l’unica a non prendermi in giro quando inviai la mia prima letterina d’amore in terza elementare.

Grazie per essere sempre stata al mio fianco, dai pomeriggi passati sdraiate sul letto a vedere MacGuyver alla vacanza estiva al mare quando presi la febbre e tu passasti una settimana intera a leggermi il libro delle favole de LaFontaine.

Grazie per non arrabbiarti mai troppo quando in casa non faccio niente, e anche quando litighiamo, sempre per cose stupide.

Grazie per avermi sempre sostenuta, e sempre spronata a dare il meglio e ad andare sempre avanti a testa alta per affrontare le avversità, e non scappare mai davanti ad un problema.

Grazie per tutte le volte che mi dici che mi vuoi bene, e grazie per tutte le volte che mi sopporti quando io te lo dico in continuazione.

Grazie perchè mi porti sempre nel tuo cuore e nei tuoi pensieri, e grazie perchè non credi mai che le mie idee siano stupide.

Grazie perchè mi difendi sempre, anche se magari in alcune occasioni ho anche torto.

Grazie perchè mi consoli e perchè mi fai ridere, giocando con me come quando ero bambina.

Grazie perchè con te posso essere la vera me stessa, posso essere immatura, testarda, capricciosa, buona, gentile e polemica quanto voglio.

Grazie perchè anche se c’è un programma che ti piace alla tv, alla fine vediamo sempre quello che voglio io!

Grazie perchè sei dolce, affettuosa, premurosa, terribilmente ansiosa e iperprotettiva, simpatica, bella anche se non ci credi, intelligente, scorbutica al punto giusto.

Grazie perchè mi sopporti, e grazie, infine, per essere la mia mamma.

In realtà, non potevo avere fortuna più grande nella vita.

 

Chiara.

 

 

2)

 

Una timida luce illuminava da dietro le nuvole il silenzioso paesaggio inglese.

Erano le sette del mattino e la vita degli orfani della Wammy House stava per riprendere dopo il lungo sonno notturno.

Sami, distesa sul letto disfatto aprì prima l’occhietto sinistro, poi lentamente anche l’altro e infine sollevò il capo, terminando il risveglio con un sonoro sbadiglio.

“Scuola….”, pensò ancora confusa, e si alzò dal letto diretta in bagno.

Dopo essersi preparata a puntino, con aria un pochino più illuminata di prima, uscì dalla stanza per andare a far colazione. Pochi passi ancora e si ricordò di dover andare a svegliare Mello…si era abituato bene il signorino….ma in fondo le faceva piacere essere utile!

Destarsi era uno dei momenti migliori della giornata, perché solo la luce del mattino poteva strapparla dall’oscurità dei suoi incubi, che la perseguitavano ogni notte. Tutte le volte, appena chiudeva gli occhi, era di nuovo lì, faceva freddo, c’era acqua ovunque. Lei cercava di muoversi, di nuotare, e a fatica si portava davanti una porta. Sapeva che per salvarsi l’unico modo era aprirla, e tentava, invano. Sempre giungeva alle sue orecchie un suono spaventoso che proveniva dall’acqua tumultuosa che si era lasciata alla spalle, e sempre nella sua mente si faceva largo la consapevolezza che non ce l’avrebbe fatta, che sarebbe morta se qualcuno da fuori non avesse aperto quella maledetta porta. Però mai nessuno arrivava, e così lei era costretta ogni notte a rivivere queste orrende sensazioni e a svegliarsi poi di soprassalto, ed infine a riaddormentarsi per destarsi al mattino.

Sovrapensiero arrivò davanti alla camera di Mello e, nascondendo le sue brutte riflessioni in un angolo piccolo e lontano della sua mente, si preparò a fare uno dei suoi migliori sorrisi e così bussò due volte.

 

                                                                     ***

Tonk, tonk. Bussano alla porta.

“………….!

Noooooooooooooooooooooooooooooooooooo! Ho sonno!!! Voglio dormire! Ma chi cavolo è??? Nooooo….. Scuola! Devo andare a scuola! I compiti! Non li ho fatti….noooo devo copiarli da qualcuno…pure oggi!.....non mi va….che palle….”, pensò tutto insieme Mello, svegliato bruscamente.

TONK TONK!

“Ho capito!! Adesso arrivo, un attimo!” disse, disperato da quel rumore assordante che gli fracassava i timpani ogni mattina. Si alzò lentamente e aprì la porta ancora in desabillèe.

“Ma che splendida visione mattiniera! Mello in pigiamino bianco a pinguini azzurri che salutano felici! Forza sbrigati a prepararti che è tardi!”, gli parlò la ragazza davanti a lui.

“Ma chi è questa?”, pensò, “ah no aspetta…è Sami! Madò quanto so’ rincoglionito la mattina….”, e invece disse: “Ecco dammi un attimo che sono pronto”.

Fece uscire la ragazza dalla stanza, in fondo lui era un uomo e lei una donna e non stava bene che si cambiasse con lei nello stesso ambiente!, e si preparò.

Uscendo, la ritrovò nel punto in cui l’aveva lasciata, ancora sorridente.

“Preso tutto?”

Mello si guardò. Scarpe, calzini, mutande, pantaloncini, maglietta, collan…. DOV’ERA LA COLLANINA????

Inchiodando fece immediatamente dietro-front e rientrò di corsa nella sua stanza.

Eccola! Era sul comodino accanto al letto, per fortuna!

Teneva molto a quel monile, era l’unica cosa che faceva sopravvivere in lui quel solo sfocato ricordo di sua madre. Era un’immagine lontana, un profilo che si avvicinava, delle dita che lo sfioravano, un bacio sulla fronte, affetto e calore materno.

Non aveva mai più provato nella vita emozioni così intense.

Si infilò il filo d’oro al collo e uscì dalla stanza, per raggiungere Sami che lo aspettava poco più indietro. Fortuna che c’era lei a ricordargli le cose!

Insieme si diressero in sala mensa per ‘colazionare’ (verbo coniato da Sami…a volte si chiedeva come facesse ad essere la più intelligente tra le ragazze dell’orfanotrofio, terza dopo lui e Near…), spalancarono le porte dell’ingresso principale e andarono al corridoio self service. Mello si accontentò di caffè e brioches, mentre Sami si riempì come al solito il vassoio di latte e cornettini con la nutella, che Mello fissò avido….sarebbe riuscito a soffiarle tutto quel cioccolato!

La ragazza partì quindi in quarta e, prima che potesse fermarla, era arrivata al tavolino occultato di Near. Sconsolato e con addosso la sensazione di non decidere più niente da solo, Mello la raggiunse, sicuro che l’altro non li avrebbe neanche ascoltati, e fu decisamente colto all’improvviso quando invece lo vide scansarsi per far loro posto.

Strano.

                                        

                                                                     ***

 

“Ding”. Un suono sordo ed unico della sveglia bastò a destare Near. Sembrava dormisse con un occhio aperto e vigile per ogni evenienza!

Il suo primo pensiero fu semplicemente l’impulso da dare ai muscoli necessario a farlo alzare dal letto. In pochi minuti fu pronto, così approfittò del tempo in avanzo per giocare un po’ col suo puzzle preferito, rivolgendo un unico fugace sguardo al paesaggio, che si intonava bene al suo stato d’animo.

Silenzio. Costante silenzio.

A volte pensava che sarebbe diventato pazzo, tutto era così uguale, ogni giorno, tutto così immobile.

Ogni mattina, la stessa stanza, lo stesso letto, lo stesso panorama, lo stesso puzzle.

Il silenzio.

Near decise di alzarsi, sarebbe andato a fare colazione, adesso.

Solitario si diresse alla sala mensa, gli altri orfani lo sfioravano senza avvicinarsi troppo, senza permettersi troppo. Nessuno lo conosceva e nessuno sapeva se la cosa gli avrebbe fatto piacere o avrebbe scatenato la sua ira, per quanto essa non si fosse mai palesata.

Aprì le porte scorrevoli ed entrò nella sala.

Un po’ di pane bianco, un succo di frutta ed era a posto.

Col vassoio si recò diretto verso il suo solito posto, un banchetto distante da tutti e da tutto, ben nascosto dietro una colonna, dove gli era permesso osservare ma non essere osservato.

Sedutosi, infine, stava per portarsi il bicchiere alle labbra quando avvertì una presenza, anzi due, e alzò gli occhi.

Oh no. E ora che volevano quei due scocciatori?

“Buongiorno! Da oggi in poi faremo colazione insieme!” . La voce allegra di Sami gli tolse ogni ragionevole dubbio e fu costretto a spostare un po’ il suo vassoio per fare posto.

Mello parve sorpreso dal suo gesto, ma in fondo a Near non andava di litigare ed è per questo che non si era opposto.

E comunque era un modo per rompere il silenzio che scandiva i suoi ritmi, era qualcosa di diverso, ma soprattutto quei due gli coprivano la vista del paesaggio esterno. Non soffriva quel prato, la rugiada al mattino, la brughiera che separava la Wammy House dal resto del mondo civilizzato. Prigione. Si sentiva in prigione, ma al tempo stesso non se ne sarebbe mai andato da lì, lo sapeva bene. Chissà se i suoi sentimenti sarebbero mai cambiati.

 

Elly_Mello: Ciao! Grazie per la tua recensione! Tadam! Scusami se non ho aggiornato prima, ma il mio computer è andato in panne per un po'... ç_ç ... XD Sono davvero felicissima che la fanfiction ti piaccia, e spero che anche questo capitolo ti farà lo stesso effetto! Fammi sapere...un bacio! Akki

 

Miellita: Ziettaaaa! Uhuhuh ora posso chiamarti così...sei maggioraaaaa!! Continua a recensire...o la tua vita sarà in pericolo ihihih... ti voglio bene tesorooooo!! (oh ma che fantasia ‘sto nick, eh...) bacibaci dalla tua Akki

 

 

  
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