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Autore: Matt2291    27/04/2014    6 recensioni
Anno x792
La battaglia finale é giunta, Zeref sembra avere la meglio, quando...
La gilda dovrà vivere una situazione già affrontata a Tenroujima. Saranno coscienti, ma privi dei ricordi!
In quella che sembra una normale vita quotidiana, si nasconde una infinita illusione?
E cosa succederà quando la normalità si trasformerà in qualcosa che, a rigor di logica, è impossibile?
Vivere una vita normale, comporta anche relazioni normali e, talvolta, anche amori. Che succederà?
Leggete! :)
Genere: Azione, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Erza/Gerard, Gajil/Levy, Gerard, Gray/Lluvia, Lluvia, Natsu, Natsu/Lucy, Un po' tutti
Note: AU, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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***


La fine della giornata giunse velocemente.

Non ci furono lezioni ma solo le presentazioni di alcuni professori, oltretutto si concluse un’ora prima ma dal giorno dopo ogni studente avrebbe dovuto riprendere il proprio ritmo e cominciare a impegnarsi seriamente.

La campanella suonò e i corridoi si riempirono di studenti in un batter d’occhio. Qualcuno corse velocemente all’uscita, altri si davano appuntamento in serata.

Natsu era felice che quella giornata fosse finita ma allo stesso tempo sapere che da domani il ciclo si sarebbe riaperto lo demoralizzava. Ad ogni modo non poteva farci nulla.

Raggiunse gli armadietti posti vicino l’uscita, aprì il suo, si mise le scarpe ed uscì.

La pioggia aveva smesso di cadere e le nuvole scure si stavano sempre più dissipando nel cielo, lasciando posto a un prossimo tramonto che avrebbe irradiato la città con ogni tonalità di giallo e arancione.

L'ingresso della scuola rappresentava un vialetto perfettamente dritto che andava dall'entrata al cancello d'uscita, ma i lati erano entrambi costituiti da un bel prato verde che in quel momento dire che fosse zuppo pareva un eufemismo.

Natsu, aspettami!“ Incespicando lungo il viale, la bionda iniziò subito a correre, richiamando l'attenzione del ragazzo.

Lucy?“ disse sorpreso. “Perché, dovevo aspettarti?” chiese dubbioso, una volta che la ragazza lo raggiunse. Questa lo guardò a bocca aperta.

Te ne sei dimenticato? Dobbiamo andare a casa di Mirajane! Ha invitato tutti gli amici per festeggiare la vittoria della squadra di suo fratello Elfman al campionato di football!”

Natsu si diede mentalmente dello stupido per essersi dimenticato di una cosa così importante. Tre giorni prima aveva promesso che ci sarebbe stato sicuramente. Se non fosse per Lucy ora si troverebbe a casa, ignaro di tutto.

Mi era sfuggito di mente!” esclamò, con nuova lungimiranza. “Grazie, Lucy” sorrise poi, ammiccante.

La sua amica non poté che arrendersi a quella figuraccia, se non ci fosse stata lei domani Natsu avrebbe avuto molto di che scusarsi.

A che ora dobbiamo essere là?” Chiese il ragazzo, riprendendo a camminare con al seguito Lucy che guardò l’ora.

Alle 18:00, quindi fra due ore, ma io le avevo detto che sarei andata prima perché dovevo aiutarla con i preparativi”. Fece una pausa. “E anche tu dovresti venire con me” aggiunse poi, minacciosa. Natsu sbuffò.

Va bene, prima però vado a casa e faccio una doccia, vi raggiungo più tardi” spiegò, sorridente.

Promesso?” Chiese dubbiosa Lucy, fermandosi e guardandolo torva.

Promesso!” la rassicurò Natsu per poi salutarla e correre via dalla parte opposta. La ragazza, rimasta sola sul marciapiede, non poté far altro che incamminarsi, aprendo le labbra ad un malinconico e timido sorriso. Non passarono che pochi secondi quando le venne in mente un particolare che aveva omesso.

- Ho dimenticato di dirgli che ho invitato anche la nuova amica, Lluvia - disse in sovrappensiero, scrollando poi le spalle e liquidando la cosa.


Non ci riesco, la barriera è ancora troppo forte!” Disse una voce ovattata e molto lontana.

Prova ancora, dobbiamo riuscire a parlargli!” Disse un’altra voce, ma si poteva percepire più squillante.

Stasera proveremo di nuovo, speriamo solo di convincerla”.


Lucy si immobilizzò, convinta di aver sentito qualcuno parlare, ma anziché guardarsi intorno alzò invece gli occhi al cielo, convinta che le voci provenissero da sopra la sua testa.

Sfregò nervosamente le dita della mano sinistra mentre la destra strinse un po’ più la bretella del suo zaino posto sulla spalla, il viso si contrasse leggermente e ricominciò a camminare, accelerando il passo.


Giunto a casa, Natsu trovò sua madre nel cortile, intenta ad approfittare del bel sole appena risorto per far asciugare il bucato.

Sono tornato!” annunciò, sbucando da dietro un lenzuolo

Oh, Natsu, bentornato” sorrise la donna, mettendo a stendere una maglia, probabilmente del figlio. “Com'è andata oggi?”

Niente di particolare, cerimonia e professori che sperano di apparire autoritari. Poveri illusi” sorrise divertito, facendo intuire alla madre l'insincerità di quelle parole.

    Non prendere nulla sotto gamba, non voglio che rimani indietro”.

Natsu sbuffò. La donna prese una maglia rossa e la mise sul filo, staccò una molletta lì vicino e la chiuse su l'indumento, l'altra gliela passò il figlio, che ringraziò.

Stasera vado a casa di Mirajane, la squadra di suo fratello ha vinto il campionato di football e ha invitato un po' di persone”. Osservò pensieroso delle piccole margherite sul prato, i cui petali tremarono leggermente ad un soffio di vento. Una goccia di rugiada scivolò via da un petalo, scomparendo nel terreno.

Nessun problema, vai pure e divertiti.” Si mise una molletta in bocca e sistemò un altro capo. Natsu la ringraziò e avvertì che si sarebbe fatto una doccia per poi andarsene subito dopo, dopodiché entrò in casa.

Con un pesante sospiro, la donna lasciò cadere le braccia lungo i fianchi, osservando poi assorta la porta d'ingresso. Abbassò lo sguardo e vide che nel cesto erano rimasti solo due calzini. Li osservò, incerta. Scrollò le spalle e li appiccò insieme sul filo. Aveva finito.

Qui ho finito.

La sua piccola mano accarezzò un lenzuolo bianchissimo, animato dal poco vento che sopraggiungeva da ovest. Strinse un lembo, per poi lasciarlo andare. Chiuse gli occhi e respirò a fondo, tradendo un certo nervosismo.

Prese il cesto e rientrò in casa, chiudendosi dolcemente la porta alle spalle.

Nel cortile, il lenzuolo di poco prima presentava una macchia scura molto evidente. Ad un esame più attento, chiunque si sarebbe reso conto che la stoffa si era bruciata.


Alla Strauss's house, i preparativi procedevano a rilento.

La sala hobby era stata adibita a luogo della festa ma c'erano delle difficoltà, soprattutto mancanza di manodopera. Mira dava ordini su ordini con il suo incantevole vestito viola scuro intero, la cui gonna presentava cuciture di pizzo bianche e reticolate.

Lisanna, prendi altre cinque sedie da casa e portale qui, su vai!”

Nee-chan! Possibile che debba correre io da tutte le parti? Dov'è Lucy?”

Sta aiutando in cucina perciò qui dovremo cavarcela da sole, ora vai, io penserò ad attaccare i palloncini”.

Vado vado” sbuffò Lisanna, prima di correre fuori.

Raggiunto il tavolo principale che sarebbe stato adibito a buffet, Mira prese una busta di palloncini colorati, l'aprì, ne prese uno e cominciò a gonfiare.

Dopo averne attaccati una decina cominciò a sentirsi la testa girare.

Ma perchè nessuno viene a darmi una mano?” mormorò, abbassando lo sguardo.

In quel momento, il citofono collegato in strada e anche in casa suonò un paio di volte.

Mira ripose un palloncino giallo sul primo tavolino e andò a rispondere.

Sì?”

Sono io.”

Mi chiedevo quando saresti arrivato, entra!” Con un nuovo sorriso, Mira premette il pulsante accanto al ricevitore e un suono metallico risuonò poco lontano. Dopodiché aprì la porta e attese che il suo ospite la raggiungesse. Riprese il palloncino giallo e soffiò con forza, colorandosi immediatamente il viso di un acceso color aragosta.

Fermati, o potresti svenire per lo sforzo.” Senza alcuna possibilità di reagire, si vide il palloncino ancora mezzo gonfio sottrarsi dalle sue mani e incontrare un altro paio di labbra, ma soprattutto polmoni, che lo gonfiarono con un solo profondo soffio.

Grazie, Laxus. In effetti avevo un po' di vertigini.”

Il ragazzo abbassò il palloncino, rilevando finalmente il suo viso.

Una cicatrice a forma di saetta gli attraversava l'occhio destro e i capelli biondi corti e puntati verso l'alto davano comunque una sensazione di morbidezza.

Laxus mostrava una massiccia corporatura, formata probabilmente con vari tipi di allenamenti, il tutto incorniciato da una camicia verde prato appena sbottonata e un pantalone bianco assolutamente scoordinato con le scarpe di un blu elettrico.

Fece un nodo al palloncino e lo restituì alla ragazza, che sorrise.

Grazie. Ci sei solo tu?”

Evergreen e Bixlow arriveranno tra una ventina di minuti, sai com'è Ever.” Prese un palloncino rosso e cominciò a gonfiarlo. Mira trattenne una risata.

Sì, ricordo quanto ci tiene a farsi bella per mio fratello.” Laxus scrollò le spalle, dando un'altra gonfiata, chiuse la fessura tra le dita e tirò l'estremità per fare un nodo, ma il palloncino gli sfuggì di mano e volò via per tutta la stanza con un suono facilmente equivocabile, finendo poi la corsa davanti i suoi piedi. Mira scoppiò a ridere.

Quanto odio questi affari” sbottò, raccogliendo il palloncino e dandogli una pulita.

A proposito, ho sentito del tuo nuovo lavoro. Ti ci trovi bene?”

A fare il buttafuori? Non è male, è l'unico lavoro in cui ti danno una pacca sulla spalla quando prendi a calci qualcuno.” Ripose il palloncino rosso ben gonfio e ne prese uno verde dal sacchetto. Se lo rigirò tra le mani, incerto.

Tu invece, a scuola?” Mira sorrise appena, trovando improvvisamente essenziale contarsi le dita delle mani.

Essere una ripetente ha i suoi vantaggi, posso stare insieme a Lisanna ed evitare che si metta nei guai, o darle sostegno nello studio.”

Io mi riferivo a te, no a lei”

Lo so”

Una pausa di pochi secondi, ma comunque sufficienti a interrompere la discussione: Lisanna rientrò proprio in quel momento. Alla vista del ragazzo, sorrise.

Laxus! Ciao, da quanto sei arrivato?”

Ma le sue parole sembrarono aver perforato le pareti ed essere fuggite con la stessa velocità con cui erano arrivate, perchè nessuno sembrò sentirla. Si immobilizzò, percependo un'aria tesa. Sua sorella e il suo sorriso cordiale restavano immutati davanti l'espressione imperscrutabile del ragazzo, la quale, dopo essersi voltato e aver fatto un cenno a Lisanna, si spostò in un angolo e gonfiò il palloncino verde.

Lisanna si avvicinò, pensierosa.

Mira-nee, che cosa stava succedendo prima che arrivassi?” Chiese, sussurrando nell'orecchio della sorella.

Non preoccuparti Lisanna” rispose Mira tranquilla, prendendo uno scatolone di addobbi sulla sedia e dirigendosi verso l'esterno. “La tempesta si è placata.” Ed uscì.

Laxus ricominciò a gonfiare i palloncini, aiutato con fatica da Lisanna che tentava di non svenire ad ogni sforzo, mentre Mira pensava all'esterno.

Poco dopo arrivarono anche Evergreen, identificata poi come la ragazza di Elfman, Bixlow, un amico comune di tutti e Freed, amico di vecchia data di Laxus.

Con così tante persone a disposizione, Mira non poté evitare un gridolino di gioia. Lisanna già tremava.

Chi di voi è bravo ai fornelli?” Cominciò l'interrogatorio Mira, ricevendo le mani alzate di Freed ed Evergreen. La ragazza castana manteneva sempre un certo atteggiamento di superiorità un po' con tutti i suoi amici, ma con Mira sembrava più collaborativa. Bixlow aveva detto a Laxus che probabilmente la relazione con Elfman le aveva fatto capire quanto fosse importante mantenere uno stato socievole con le sorelle Strauss, soprattutto con la maggiore.

Venti minuti dopo i preparativi erano conclusi. Almeno quelli d'arredamento. Per il cibo si sperava che Ever, Freed e Lucy facessero un buon lavoro.

Bixlow aveva scaricato dalla macchina un impianto hi-fi, con mixer, amplificatore e due grosse casse acustiche. In meno di quindici minuti aveva già montato tutto e fatto alcune prove di audio.

Nel frattempo, Mira aveva deciso di recarsi in cucina a controllare che tutto procedesse per il meglio. Appena aperta la porta di casa, un divino profumo di pasta da dolci appena sfornata le aveva investito il viso e fatto nascere un'espressione di beatitudine sul suo volto.

Trotterellò fino in cucina, dove ciò che vide la lasciò letteralmente a bocca aperta.

Il ripiano di marmo, accanto al lavello, era occupato da tre teglie impilate una su l'altra, piene di biscotti di varie forme tra cui cuori, palloni da football e stelle. Successivamente sarebbero stati immersi nel cioccolato fondente e lasciati ad asciugare.

Il tavolo era un nuovo mondo, abitato a nord da teglie di lasagne fumanti e brulicanti di mozzarella fusa. Spostandosi al centro, si potevano intravedere specie diverse di cosce di pollo che brucavano fameliche in una montagna di patate dall'aspetto più che invitante.

Infine a sud, dove Mira dovette attaccarsi agli stipiti della porta per trattenersi dal lanciarsi in quella enorme macedonia di frutta tra cui riconobbe fragole, pesche, ananas, mele, pere, banane e altre meraviglie degli alberi da frutto che il mondo regalava. Per poco non sbavò.

Che te ne pare?” sorrise ammiccante Lucy, mentre amalgamava il bianco frullato di alcune uova a una crema di tuorli, farina, zucchero e scorze di limone, dal quale sarebbe nato un altro fantastico dolce. Gli occhi di Mira luccicarono dalla commozione.

Oh mio Dio, Lucy! Stai seriamente mettendo in dubbio la mia eterosessualità!” Esplose Mira, correndole incontro e regalandole un vero bacio sulle labbra. La bionda scattò indietro, sconcertata.

Oh, scusami Lucy, è solo che tutto questo è magnifico”

Ehi” si fece avanti Freed con un grembiule bianco con macchie di diverso colore. “Non ha mica fatto tutto lei qui. Stasera bacerai anche me dopo aver assaggiato le mie lasagne”

Prima di decidere aspetta di provare la macedonia” intervenne Evergreen in tutta la sua perfezione, tranne per una striscia rosso fragola sulla guancia e qualche macchia sul grembiule. “Ma non voglio baci, mi accontenterò di un - Sei fantastica, Evergreen -” concluse, facendo l'occhiolino.

Mira non aveva minimamente intenzione di scegliere chi fosse il migliore, perchè tutto ciò che vedeva era molto più di quanto sperasse.

Per questo scrollò leggermente il capo, e abbracciò tutte e tre con quanta più gioia che poteva trasmettere.

Seppur sorpresi, i tre cuochi si sentirono davvero orgogliosi del loro operato. Quando udirono i primi singhiozzi, l'abbracciarono anche loro e la strinsero forte, sussurrandole un flebile “di nulla, Mira.”

La famiglia Strauss aveva era da sempre orfana. Cresciuti in un orfanotrofio, La sorella maggiore, Mira, a soli 12 anni aveva deciso di lasciare quel posto e cominciare a lavorare per mettere da parte dei soldi. Così, iniziò la sua vita prima di cameriera, ma arrivata a 14 anni, diventò ballerina nei locali notturni, dove la puzza nauseante di alcool e fumo ti stordisce al primo impatto. Dove gli ubriachi che ti lanciano sguardi lascivi e desiderano quel corpo ancora troppo giovane non fanno che aumentare il desiderio di fuggire.

Mira non ebbe altra scelta. Doveva continuare quella vita, per loro. Per sua sorella e suo fratello. La speranza in qualcosa di migliore risiedeva nelle sue sole forze.

A 15 anni non sapeva più cosa significasse essere una ragazza adolescente. Era cresciuta. Troppo in fretta.

La mattina andava a trovare i fratelli all'orfanotrofio, il pomeriggio faceva la barista in un posto che non era affatto male, la compagnia non le mancava. La sera invece, quando la mezzanotte batteva rintocchi fin troppo lontani, dal sorriso gentile e premuroso che donava dalle prime luci del giorno, la notte mascherava tutto ciò che era, e diventava provocante, suadente e ingannatrice.

In una gabbia, sul palo da lap-dance, su un palchetto o direttamente tra vecchi uomini di mezza età con fin troppi soldi da spendere e voglie represse che ribollivano.

Per diversi anni, Mira non fu che un oggetto.

A 18 anni, raggiunta la maggiore età, ottenne la custodia dei suoi fratelli e li trasferì con lei nell'appartamento nel quale viveva.

Lisanna ed Elfman non conoscevano i lavori che la loro sorella maggiore intraprendeva con impegno, ma non potevano permettersi di vederla continuamente con le occhiaie, con la stanchezza che stava pian piano consumando il suo corpo, e neppure di sentire quelle solite tre parole: va tutto bene.

Avevano una zia da qualche parte. Non si poteva occupare di loro personalmente ma comunque mandava sempre una discreta somma ogni mese, e anche se non era sufficiente, loro ne erano comunque grati.

Quando divorziò, appena un paio di anni prima, ottenne la casa del suo ex marito. Si trovava nella loro città, e quando la andarono a vedere se ne innamorarono a prima vista.

Era una villetta su due piani, tetto spiovente e mura di un giallino tenue.

C'erano due entrate alla proprietà. Un cancelletto per le persone e uno più grande, dal quale poteva benissimo entrare un auto e lasciarla lì parcheggiata.

Poiché la loro zia non aveva la minima intenzione di lasciare la propria dimora, non ebbero problemi a ottenere le chiavi e la residenza, a patto che avrebbero provveduto loro a mantenere la casa pulita e in ordine.

A quasi 19 anni, Mira e la sua famiglia ricevettero più di quanto avessero sperato di ottenere.

Una magnifica casa, un buon conto in banca grazie ad anni di sacrifici e incubi, e tutta la famiglia riunita.

Elfman e Lisanna non avevano mai smesso di andare a scuola, sotto le precise minacce di Mira, e loro non ebbero modo di dissuaderla.

Ad ogni modo, Elfman, dopo la scuola, dai tempi delle medie, aveva trovato lavoro presso un vivaio. Il suo impiego prevedeva trasportare vasi, innaffiare, disseminare, spalare terra, e molto altro. Un impegno assai duro, ma allo stesso tempo gli aveva donato un corpo muscoloso e ben allenato.

Con il passare del tempo, divenne un vero pollice verde, tanto da riuscire a conquistare Evergreen, una ragazza che mostrava se stessa solo quando era a tu per tu con piante e fiori. La scintilla scoccò in un qualsiasi giorno di qualche mese prima, e così iniziò tutto.

Anche Lisanna aveva imitato suo fratello, e nel fine settimana si guadagnava qualche soldo in una tavola calda come cameriera. La proprietaria disse che Lisanna è amata da tutti e quando c'è lei il locale si riempie in poco tempo. Dal suo sguardo, capirono che non l'avrebbe mai licenziata.

Tutti erano sistemati, ma c'era un ultimo punto da cambiare.

Dopo immense fatiche, Lisanna ed Elfman avevano convinto Mira a tornare a scuola, a iscriversi nel loro stesso liceo. Anche se aveva 19 anni e frequentava solo il secondo anno, nell'ultimo sarebbe comunque riuscita ad ottenere il suo diploma. Andava bene così.

Dai, Mira, basta piangere o mi farai preoccupare” sussurrò dolcemente Lucy, accarezzandole i capelli. L'albina sembrò calmare i sussulti delle spalle. Indietreggiò un passo e si asciugò gli occhi con le dita. Tirò su con il naso e riassunse un po' di controllo. Mancava solo da sistemare gli occhi.

Lucy si tolse il grembiule, allungò una mano sulla schiena della ragazza e, con fare gentile, la accompagnò in bagno.

Evergreen scosse mestamente il capo. “Tutti prima o poi si lasciano andare.”

















Angolo Autore:

Salve .-.

Si lo so, avevo detto che nel prossimo capitolo ci sarebbe stato qualcosa di più... ma avete visto quanto è lungo?? Non potevo scrivere di più!

Nel prossimo avrete qualcosa di nuovo, promesso ;)

Allora, nello scorso capitolo vi siete moltiplicati! Sono felice! ^^

Ringrazio: Laxus99chan, CrazyLoL102, Riders98, bekkuzza_chan e LadyAstral ^^

Grazie mille a tutti :)

Alla prossima, ciao!


Matt

  
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