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Autore: Beatrix Bonnie    27/04/2014    2 recensioni
«Che mi dite del video?» [...]
Colin lanciò uno sguardo all'amica: solo dopo aver ricevuto un cenno di assenso si decise a svuotare il sacco: «Ci avevamo registrato i nostri segreti, qualche settimana fa. Segreti inconfessabili, quel tipo di segreti che devono rimanere tra amici. Avevamo intenzione di fare una capsula del tempo, da dissotterrare fra venti anni.»
«Un bottino molto ghiotto» commentò Christopher.

Maryon e Colin sono nei guai, guai grossi. La banda dei loro eterni rivali, la DDD, ha rubato il video dove avevano registrato i loro segreti e minaccia di farlo vedere a tutta la scuola, a meno che i due amici non riescano a risolvere gli indizi di una bizzarra caccia al tesoro. Saranno costretti a chiedere aiuto a Christopher, il loro nuovo compagno di classe saputello... in un'estenuante corsa contro il tempo attraverso tutta Dublino, tra rompicapo assurdi e strani sospetti, riuscirà quest'avventura a trasformare la rivalità in amicizia?
La storia era iscritta al Circolo degli Eclettici, che si è classificato primo al "Circoli e Salotti contest"; inoltre, nella sottoclassifica del Salotto dei Drammaturghi, la storia si è posizionata prima.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Ciclo di Faerie'
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CAPITOLO 3
Il video rubato




Maryon




La prima settimana di scuola trascorse tranquilla e senza intoppi. McGregor continuò a fare il saputello finché la maestra di Inglese non lo mise a tacere, dicendo che sua mamma l'aveva contattata e aveva insistito perché lui seguisse le lezioni. Da quel momento, McGregor si zittì e si meritò il soprannome di “cocco di mamma”, con enorme soddisfazione di Maryon.
La cosa più preoccupante della settimana fu che la DDD non fece nulla per vendicarsi della sconfitta subita il primo giorno. Era una regola del cortile scolastico quella secondo cui non potevi ignorare la tacita richiesta di vendetta dei torti ricevuti, se volevi restare a galla e non essere etichettato come un perdente.
«Forse hanno capito che siamo grandiosi e hanno deciso di lasciarci in pace» si azzardò Colin quel pomeriggio, mentre si dirigevano verso gli armadietti per riporvi i libri alla fine dell'ennesima, noiosa giornata di scuola.
Maryon lanciò all'amico un'occhiata di commiserazione. «Non ci sperare troppo... non si arrenderanno così facilmente.» Aprì l’armadietto senza badare a quello che stava facendo. «E poi lo sai che Dorian è un genietto del male con gli scherzi.»
«Cos'hai appeso lì?» le domandò Colin, indicando un foglio che era attaccato con il nastro adesivo sulla parte interna dello sportello.
Maryon lo strappò dall'anta e inorridì non appena riconobbe la grafia spigolosa di Daniel.

Photobucket

Passò il foglietto a Colin con mani tremanti. Vide sbiancare perfino le lentiggini sul viso del suo amico.
«Siamo davvero morti» sussurrò Colin, gli occhioni nocciola sgranati. «Come avranno fatto a sapere del video?»
«L'avranno sentito quando ne parlavamo l'altro giorno in mensa.» Maryon sbatté con violenza l'anta del suo armadietto. Era stata una sciocca a portare il video a scuola, convinta che fosse al sicuro solamente perché era sotto chiave. Si era dimenticata del fatto che David sapeva scassinare gli armadietti a suon di pugni. «Dobbiamo riprendercelo, assolutamente» sentenziò. «Non voglio che l'intera scuola rida di me perché dormo ancora con l’orso di pezza che mi aveva dato mamma.»
«Io sono una frana negli indovinelli» borbottò sconsolato Colin, osservando la composizione del primo indizio.

Photobucket

Lesse l’enigma lentamente, scandendo ogni singola parola: «Come si chiama il particolare principio per sapere dove trovare particelle d'aria che se sono vuote si mostrano ai matematici degne ricerche?» Il bambino alzò gli occhi dal foglio e guardò l'amica. «Cosa caspita vuol dire?»
Maryon scosse la testa sempre più preoccupata. «Forse potremmo chiede aiuto ai tuoi fratelli...» buttò lì.
Colin si concesse una risatina isterica, forse dovuta alla situazione drammatica in cui si trovavano. «Jenny ha un anno in meno di noi e non credo sia in grado di aiutarci» commentò. «Per quanto riguarda Luke e Joy… sai come sono fatti… se gli chiediamo un favore per recuperare il video, poi vorranno vederlo e forse preferisco che lo veda la DDD piuttosto che loro due: sarebbero in grado di prendermi in giro per sempre.»
Maryon si morse il labbro: Colin aveva ragione, i gemelli Luke e Joy erano due adolescenti nella piena fase delle idiozie, quindi il loro aiuto si sarebbe potuto rivelare più dannoso che altro. «Mio padre ci aiuterebbe...» tentò sottovoce.
«Non si può, lo sai. È un adulto.» Colin scosse la testa. «O vuoi che ti diano della mocciosa frignona?»
Maryon sbuffò. Ancora una volta l'amico aveva ragione: una legge non scritta della scuola vietava il ricorso agli adulti (di solito la maestra) per risolvere una qualsiasi controversia, pena l'essere etichettati come mocciosi piagnucolosi. E addio reputazione da ganza. La bambina controllò l’orologio: avevano solo tre ore per compire la missione. Non ce la avrebbero mai fatta. Si prese la testa tra le mani senza sapere come uscire da quella situazione.
«Un modo ci sarebbe» propose a bassa voce Colin.
Maryon alzò la testa e fissò l’amico diritto negli occhi.
Il bambino prese un respiro profondo. «Potremmo chiedere aiuto a Christopher.»
«NO! Questo mai!» strillò Maryon di risposta. Avrebbe ballato la samba con una tigre siberiana affamata piuttosto che chiedere aiuto a quel lecchino di McGregor. Lo disse anche a Colin, giusto per chiarire la situazione.
L'amico cercò di farla ragionare. «Pensaci, è l’unica soluzione. Lui è super-mega-intelligente, no?»
«Colin! Sveglia! Lui odia questa scuola. Pensi che ci aiuterebbe solo perché glielo chiediamo per favore?» Maryon non aveva alcuna intenzione di cedere, per quanto sospettasse che la proposta dall'amico fosse davvero l'unica soluzione. «E poi se ne è già andato a casa» borbottò infine, imbronciata.
Colin la guardò dritta negli occhi, come faceva sempre lei quando doveva dire qualcosa di veramente serio. «Maryon, è la nostra unica speranza. E poi, quanti McGregor pensi che ci siano in tutta la città? Troveremo casa sua.»
«No, mai.» Maryon si impuntò. «Non puoi chiedermelo.»

Christopher



Casa McGregor non assomigliava affatto a quella che la gente comunemente chiama “casa”. Casa McGregor era in realtà una villa in stile neogotico risalente all'Ottocento, che la leggenda diceva sorgesse nello stesso appezzamento di terreno che la regina Aoife la Rossa aveva concesso a sir Gregory di Scozia, capostipite della dinastia. Ad essere sinceri, la villa aveva subito parecchie modifiche negli ultimi due secoli, a cominciare dal nuovo impianto di teleriscaldamento a pavimento, fino alle più sofisticate telecamere a circuito chiuso. Christopher aveva personalmente modificato i dispositivi di sicurezza, affinché proiezioni a ciclo continuo delle immagini riprese dalle telecamere fossero visibili sullo schermo appeso alla parete a fianco della sua scrivania.
Fu proprio per quel motivo che, quel pomeriggio di settembre, poté assistere impotente all'orrore che si era scatenato nell'ingresso di villa McGregor.
Quando aveva sentito qualcuno suonare al cancello, non aveva dato tanto peso alla cosa, pensando ingenuamente che fosse una delle amiche pettegole di sua madre. Ma era stata l'immagine che era apparsa sullo schermo centrale ad attirare la sua attenzione: due mocciosi che percorrevano il vialetto del giardino. Senza un minimo di contegno, Christopher aveva spiaccicato il naso contro lo schermo e aveva sgranato gli occhi: erano quel demonietto di Maryon e il suo amico Lentigginoso!
Ingrandisci l'immagine, seleziona l'audio!
Smanettò frenetico sui tasti, finché il maestoso ingresso della casa non riempì lo schermo.
«Ehm, siamo Maryon e Colin, degli amici di Christopher. È in casa?» stava dicendo Maryon. Almeno aveva il buon gusto di essere titubante.
Angeline si illuminò.
Fantastico. Sua madre doveva essersi convinta che il suo stupido piano per farlo socializzare con dei coetanei, mandandolo in pasto ai mocciosi della scuola pubblica, avesse funzionato.
Di' che non ci sono, di' che non ci sono, di' che non ci sono!
Nella vana speranza di possedere qualche potere telepatico nascosto, Christopher concentrò tutte le sue energie verso lo schermo.
«Certo, è in camera sua.» Sua madre indicò ai marmocchi lo scalone che portava al piano di sopra.
Grandioso.
Christopher si appoggiò all'alto schienale della sua sedia girevole in pelle e attese l'inevitabile. Dopo pochi minuti, sua madre bussò alla porta.
«Avanti» mormorò tetro.
«Chirs, tesoro, ci sono i tuoi amici» trillò sua madre, facendo entrare nella stanza i bambini. Christopher riservò loro un'occhiataccia talmente lugubre che perfino l'entusiasmo di sua madre vacillò. «Vi lascio soli» ebbe l'illuminazione di dire. E si affrettò a chiudere la porta.
Christopher unì la punta delle dita e squadrò da capo a piedi i due intrusi come un re sul suo trono. «Immagino che non siate qui per farmi le vostre scuse.»
«Ehm, non solo» rispose Maryon, leggermente intimorita. Christopher adorava fare quell'effetto alla gente: la marmocchia era entrata nella fossa del leone e non poteva più tornare indietro. Soddisfatto, la squadrò dall'alto in basso, in attesa che continuasse.
«Ascolta, mi dispiace!» sbottò dopo pochi secondi. «Ma se hai intenzione di farmi sentire un verme, sappi che non ci riuscirai, perché io so benissimo che la colpa è anche tua!» All'occhiataccia dell'altro fu costretta ad aggiungere: «Non sei stato poi tanto gentile con noi.»
Christopher non se la sentì di ribattere: in fondo era vero.
Ottenuto il tacito assenso dell'avversario, Maryon riprese: «Quindi, adesso, se non ti va di aiutarci perché siamo solo delle caccole di naso rispetto al grande genio di Christopher McGregor, ok, ce ne andiamo. Ma se hai anche solo una briciola di rimorso, potresti dedicarci qualche minuto del tuo prezioso tempo!»
In dieci anni di vita, Christopher non aveva mai trovato una persona capace di zittirlo. Adesso, quella bambina l’aveva messo a tacere due volte in una settimana. Forse l’aveva sottovalutata. Forse non era poi così male.
«Affare fatto» rispose Christopher, invitandoli ad accostarsi alla scrivania. «Avete dieci minuti per convincermi a collaborare. Vediamo che siete in grado di fare.»
Sui volti di Maryon e Colin si allungò un sorriso di vittoria. Non sprecarono il tempo prezioso: tirarono subito fuori l’indovinello e spiegarono velocemente la situazione.
«Cosa significa DDD?» domandò perplesso Christopher.
«In teoria sono le iniziali di Daniel, David e Dorian…» spiegò Maryon.
«…in realtà noi preferiamo etichettarla come Delegazione Dei Deficienti» completò Colin (Christopher decise che era arrivato il momento di smetterla di apostrofarlo nella sua testa come “Lentigginoso”, altrimenti alla fine gli sarebbe scappato anche ad alta voce).
«Sono quei tre che ti volevano prendere a pugni» aggiunse Maryon, per specificare la situazione.
«Immaginavo» rispose Christopher, osservando il foglio che aveva in mano. «McDragon, invece, a che cosa si riferisce?»
«È il nome del nostro club. M sta per Maryon, C per Colin» spiegò la ragazzina.
«E dragon sta per drago, il nostro simbolo» aggiunse l’amico, tirando su la manica e mostrando un tatuaggio a forma di drago sul braccio. Christopher rabbrividì, improvvisamente conscio della pericolosità di quella gang: quale bambino di dieci anni, sano di mente, si sarebbe sottoposto ad una dolorosa pratica tribale di dubbio gusto estetico solo per rimarcare la propria fedeltà e il proprio senso di appartenenza?
«Sono tatuaggi per bambini» lo prese in giro Maryon, che doveva essersi accorta del suo attimo di sconcerto. Forse che avesse intuito la sua inconfessabile paura per gli aghi?
«Che mi dite del video?» Christopher cercò di sviare l'attenzione da sé. Mai mettersi contro una come Maryon, ricordò a se stesso. Sembrava saperne sempre una più degli altri e questo la metteva decisamente in posizione di vantaggio.
Colin lanciò uno sguardo all'amica: solo dopo aver ricevuto un cenno di assenso si decise a svuotare il sacco: «Ci avevamo registrato i nostri segreti, qualche settimana fa. Segreti inconfessabili, quel tipo di segreti che devono rimanere tra amici. Avevamo intenzione di fare una capsula del tempo, da dissotterrare fra venti anni.»
«Un bottino molto ghiotto» commentò Christopher..






Ecco il terzo capitolo!
Come ve la cavate con gli indovinelli? Io sono una frana come Colin... e sono una frana anche nel crearli, quindi abbiate pietà!
Ah, se a qualcuno interessasse sapere come il capostipite della dinastia McGregor sia venuto in possesso di quell'appezzamento di terreno su cui ora giace villa McGregor, vi consiglio la sua storia: La leggenda di sir Gregory
Grazie a tutti quelli passati a dare un'occhiata! Alla prossima
Beatrix B.

N.B. la storia sta partecipando al Circoli e Salotti contest. Ringrazio la giudice per avermi dato l'occasione di rimettere mano a questa vecchia storia.

   
 
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