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Autore: Bloodwriter98    27/04/2014    5 recensioni
Logan ha diciassette anni. Figlio di un'importante famiglia di Elythra, è destinato a diventare guardiano di uno dei quattro elementi.
Eve, invece, è una ragazza umana di diciassette anni che ama stare da sola e non ha amici.
Quando questi due ragazzi, apparentemente molto diversi, si ritroveranno catapultati in un altro mondo nel quale saranno costretti a lottare per sopravvivere, si accorgeranno di avere molte più cose in comune di quante credevano.
Dal testo:
Mi guardò negli occhi sorridendo teneramente.
-Non sei ciò che gli altri dicono tu sia, ma ciò che scegli di essere-
Nonostante il momento critico non potei fare a meno di sorridere.
-E queste frasi sagge dove l'hai lette, su internet?-
Lui scoppiò a ridere.
-Sai, a volte so essere molto poetico - rispose facendo un sorriso sornione.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO 19 - I will never leave you


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Logan Visser / Vincent Van Damme
 
Salì le scale lentamente, senza fare rumore, e si infilò furtivamente nel salottino.
- Logan –
Chiamò il fratello con un sorrisetto divertito.
Non erano realmente suo fratello ma da un anno che era stato adottato come uno della famiglia dal bambino e dalla madre.
-So che sei qui – continuò guardandosi intono.
Il bambino aveva l’abitudine di nascondersi sempre lì e, ogni volta che il più grande si stava avvicinando al suo nascondiglio, saltava fuori.
Vincent non credeva avesse realmente capito come si giocava.
-Sai che tanto vincerò io –
Come sempre, aggiunse sollevando gli angoli della bocca in un sorriso.
Si fermò di scatto quando sentì dei movimenti dietro di lui e si girò appena in tempo per vedere una sfera di fuoco che gli si stava scagliando contro.
La bloccò con un gesto rapido distruggendola e ne lanciò una a sua volta.
Quando nella stanza tornò la calma, sorrise vedendo il bambino intrappolato in una bolla d’acqua.
-Sei forte, piccoletto-
-Non sono piccoletto – protestò l’altro incrociando le braccia al petto – Ho sei anni –
Vincent scoppiò a ridere.
-E poi non è valido, non puoi usare i tuoi poteri – ribatté Logan mettendo il broncio.
-Ma se sei stato tu a iniziare ? – protestò il ragazzo.
Non sapendo cosa rispondere cominciò a scalciare. – Fammi uscire di qui! –
Il ragazzo spostò la sfera con un gesto del polso e, quando fu sopra il divano, la toccò con un dito facendola scoppiare come una bolla di sapone.
Logan cadde a sedere per poi rimettersi in piedi con un balzo.
-Adesso tocca a te- disse spingendo il ragazzo fuori la stanza – Conto fino a trenta, poi vengo a cercarti –
Lo lasciò sulla porta e corse verso la parete iniziando a contare.
Vincent rimase qualche minuto a guardarlo.
In un certo senso lo ammirava, era riuscito a far passare tutta lo collera che provava in meno di qualche secondo mentre lui non riusciva ancora a superare quello che era successo sei anni prima.
Scacciò dalla mente quei pensieri e si incamminò lungo il corridoio.
Forse quella volta l’avrebbe lasciato vincere. Forse.
 
Durante il pranzo regnava un silenzio imbarazzante.
-Perché papà non mangia con noi? – fece Logan guardandosi intorno con aria interrogativa.
Nella sala c’erano solamente lui, Vincent e Tia.
-Non si sentiva molto bene – cercò di spiegare la madre con un sorriso tirato .
-Nemmeno oggi ? – continuò lui aggrottando le sopracciglia.
Era una settimana che Robert Visser non si faceva vedere a pranzo e tutte le volte Tia cercava di trovare una scusa convincente.
-Non serve che menti  - fece brusco Vincent lasciando cadere rumorosamente la forchetta nel piatto – So che non è qui perché non vuole vedermi –
-Vincent, ti prego, lui … - cominciò la donna guardandolo triste ma il ragazzo si alzò di scatto e uscì sbattendosi la porta alle spalle.
Logan rimase a fissare la porta poi si girò verso la madre.
-Mamma, perché papà non vuole bene a Vincent? Lui è mio fratello –
-Davvero pensi che sia tuo fratello? – chiese lei teneramente facendogli una carezza.
Lui annuì.
-Perché non glielo vai a dire?-
Al bambino si illuminarono gli occhi, saltò giù dalla sedia e corse dietro al ragazzo.
 
Il bambino salì velocemente le scale che portavano al tetto e spalancò la piccola porta di ferro.
Trovò il fratello che guardava l’orizzonte con sguardo assente e si sedette accanto a lui.
-A volte vorrei andarmene – disse il più grande – Scappare e non tornare più indietro –
-Ma tu non puoi andartene – fece l’altro preoccupato – Tu sei mio fratello-
-Davvero lo pensi? – chiese Vincent con un sorriso scompigliandogli i capelli.
Il bambino ricambiò il sorriso rassicurato e tornarono a guardare l’orizzonte.
-Vorrei andare là – iniziò indicando un punto indistinto – Oltre le montagne –
-Ma lì abita il Signore Oscuro – ribatté il bambino – Papà dice che lui è cattivo –
-Tuo padre dice un sacco di cose – tagliò corto il ragazzo poi vedendo che Logan aveva gli occhi lucidi, gli circondò le spalle con il braccio.
-Gli anziani dicono che il Signore Oscuro sia cattivo ma sono stati loro a uccidere la mia famiglia –
Logan lo fissò negli occhi e Vincent fece un sospiro girandosi verso il parapetto.
-Un giorno saremo importanti io e te –
-Come gli anziani? – chiese il bambino emozionato all’idea di diventare importante.
-Molto di più – fece l’altro scoppiando a ridere – Tutto questo sarà nostro-
-Tutto l’istituto? – chiese Logan sorridendo.
-Tutta Elythra – rispose l’altro con un sorriso quasi inquietante.
 
Il cielo si era ricoperto completamente di nuvoloni neri e tirava un vento gelido, sembrava che il mondo si fosse accorto che era successo qualcosa di brutto, che la persona più bella che potesse esistere era morta.
Vincent percorse lentamente il corridoio slacciandosi i primi bottoni della camicia. Era la seconda volta che si vestiva in modo elegante ed era stato sempre in occasione di un funerale.
Busso piano alla porta senza successo così abbassò la maniglia ed entrò nella stanza.
Nella camera si ghiacciava, la finestra era spalancata e le tende si muovevano velocemente spinte dal vento.
Il ragazzo uscì sul balcone sotto la pioggia e si sedette accanto a Logan.
Il bambino era rannicchiato in un angolo, completamente fradicio e con le ginocchia contro il petto.
Vincent creò una cupola intorno a loro per ripararli dalla pioggia e fece un lungo respiro.
Non aveva mai capito perché si fosse legato in maniera tanto profonda a Logan. Lo conosceva da solo tre anni ma era quello che più gli rimaneva di una famiglia e ora vederlo lì, con gli occhi arrossati e le guancie rigate di lacrime, gli faceva stringere il cuore.
Forse era per quello che si era affezionato così al bambino, in fondo era uguali; rimasti orfani a soli sette anni.
-Secondo te, ora si trova insieme a tua sorella?- fece Logan con la voce rotta dal pianto.
- Io credo di sì – rispose con una smorfia.
-Mi manca tanto-
-Lo so, manca anche a me –
Guardò il bambino con tristezza abbracciandolo.
Tia era stata come una seconda madre, si era presa cura di lui e l’aveva difeso contro tutti; era arrivata persino a litigare con Robert per proteggerlo.
-Io non ti lascerò – disse serio – Ci sarò sempre per te –
-Promesso? – chiese il bambino con gli occhi lucidi.
-Promesso –
 
Erano passati tre anni dalla morte di Tia ed erano cambiate molte cose.
Senza lei, Vincent aveva dovuto imparare a difendersi da solo da Robert, era diventato più scontroso e Logan, che una volta adorava il padre, non lo chiamava più nemmeno papà.
Vincent imboccò il corridoio principale in cui si trovavano le aule, ormai era diventato una leggenda. Tutti conoscevano Vincent Van Damme, figlio di un traditore e prossimo guardiano dell’acqua.
Se da piccolo si era sentito escluso, ora viveva come in una bolla, tutti avevano paura di lui, persino i ragazzi più grandi lo evitavano.
Continuò a camminare a testa alta in mezzo alla folla che, al suo passaggio, apriva un varco per lasciargli spazio.
Sul viso gli si dipinse un ghigno, sapeva che un giorno sarebbe diventato importante; non gli importava se gli altri lo odiassero ma sapevano chi era e lo temevano.
Scese velocemente le scale e spalancò le porte della stalla.
-Ehi bello – disse avvicinandosi a un cavallo completamente nero.
Un tempo era stato di suo padre e, alla sua morte, l’aveva ereditato.
Si fermò un momento sollevando gli angoli delle labbra.
-Pensi che non ti abbia sentito? –
Si girò verso Logan con le sopracciglia alzate.
Il ragazzino lo guardava con aria di sfida e teneva in mano una fionda.
-Prima o poi riuscirò a coglierti di sorpresa – ribatté abbassando l’arma.
-Ci conosciamo da cinque anni e credi ancora che riuscirai a cogliermi di sorpresa? – chiese il più grande scettico.
-La speranza è l’ultima a morire –
Si rinfilò la fionda in tasca e lo guardò accigliato. -Stai uscendo?-
-Ho bisogno di fare un giro – liquidò l’altro sistemando la sella sul cavallo.
-Ultimamente lo fai spesso – notò Logan alzando un sopracciglio.
L’altro lo ignorò e salì in sella con un movimento agile.
-Non dovrei fare tardi –
Mosse le briglie e il cavallo partì al galoppo.
Sentì Logan urlare qualcosa ma ormai era già lontano.
Lanciò il cavallo facendolo accelerare e chiuse gli occhi, aveva fatto così tante volte quella strada che la conosceva a memoria.
Il vento freddo di inizio novembre gli batteva sul volto scompigliandogli i capelli, tutte le volte gli tornavano in mente le passeggiate a cavallo con il padre.
Serrò le labbra e riaprì gli occhi facendo andare il cavallo più veloce.
Si addentrò nel bosco che si trovava al limite della città e continuò ad avanzare fin quando non si sentì oltrepassare da un campo di energia.
Era fuori.
Fece rallentare l’animale saltando giù e atterrando sull’erba bagnata e si guardò all’indietro cercando di trovare un qualsiasi indizio della presenza della cupola che gli anziani avevano eretto intorno a Elythra.
Aaron l’aveva ammonito dicendogli di non oltrepassarla ma per Vincent, farlo, significava in qualche modo andare contro i gli anziani.
Chiuse la mani a pugno conficcandosi le unghie nel palmo. Era una settimana, ormai, che usciva dalla città e cercava di scalfire la cupola senza successo.
Però non aveva rinunciato, sarebbe riuscito ad annientarla e avrebbe dimostrato agli anziani che avrebbe potuto distruggerli in qualunque momento.
Sentì una grande rabbia montarli dentro e lanciò le braccia in avanti con quanta più forza aveva, la barriera, però, tremolò solo per qualche istante per poi tornare normale.
Vincent lanciò un urlò di rabbia, portò le braccia al petto e quando le riaprì scatenò un’ondata di energia che distrusse gli alberi attorno a lui per quasi un chilometro.
Si guardò i palmi insanguinati con le ferite delle unghie e respirò affannosamente cercando di calmarsi.
Sobbalzò quando sentì un applauso dietro di lui.
Si girò di scatto e rimase a fissare una figura alta e snella che lo osservava appoggiato contro un albero.
-Devo dire che non è stato niente male – fece l’uomo staccandosi dal tronco e avvicinandosi.
-Non credo che ci conosciamo – fece Vincent con una punta di disprezzo nella voce.
-Oh io credo di sì – disse l’altro con le braccia dietro la schiena – Il mio nome è Gordon Dubois ma credo tu mi conosca come il Signore Oscuro –
Vincent alzò un sopracciglio.
Se l’era sempre immaginato come un vecchio pazzoide assetato di potere mentre l’uomo che gli stava davanti era completamente diverso, i capelli erano castano scuro tenuti lunghi fino alle spalle e gli occhi verdi brillavano mentre lo guardava.
Ora che gli stava più vicino notò che non era poi così alto, forse anche più basso di lui di qualche centimetro, e la leggera barba che portava lo faceva sembrava più vecchio di quello che era.
-Tu invece devi essere Vincent Van Damme – continuò inclinando la testa di lato – Il figlio di Klaus –
Vincent serrò le labbra. – Perché non credo che tu sia venuto per una visita di cortesia ? – fece gelido.
L’uomo scoppiò  a ridere. – Potente e furbo, devo dire che mi piaci sempre di più –
-Non posso dire lo stesso di te – ribatté il ragazzo incrociando le braccia – Sai chi sono, hai visto che cosa posso fare e sei venuto lo stesso, da solo, sapendo che potrei ucciderti in qualunque momento, in fondo siamo nemici –
Vide balenare negli occhi dell’altro una scintilla di paura che però venne cancellata da un ghigno.
-E allora fallo – fece allargando le braccia – Uccidimi e dimostra agli anziani  quanto sei fedele –
Vincent lo guardò con odio e l’uomo cominciò a soffocare portandosi le mani alla gola. Era come se una mano invisibile lo stesse strangolando.
Quando lasciò la presa l’uomo cadde in ginocchio annaspando.
-Non dovresti essere in grado di fare queste cose – disse massaggiandosi il collo e rimettendosi in piedi – A voi è … -
-Proibito – finì per lui l’altro sollevando l’angolo della bocca – Lo so –
L’uomo scosse la testa ridendo.
-Cosa sei venuto a fare?  - chiese Vincent freddo incrociando le braccia al petto.
-Io non posso oltrepassare la barriera ma tu potresti farmi entrare aprendo un portale – disse schietto.
-E perché dovrei farlo? –
L’uomo fece un ghigno. – Quanti anni avrebbe dovuto avere Eve a quest’ora? Dieci? –
Vincent scattò in avanti con la mani strette a pugno.
-Non sono qui per provocarti – riprese alzando le braccia – Voglio solo che diventiamo alleati –
- Perché dovrei accettare? – sputò con rabbia.
-Vuoi affrontare gli anziani da solo? Fai pure – disse aprendo le braccia –Ma potrebbe farti comodo avere un alleato. Io ho un piano –
Vincent lo guardò per qualche istante poi sollevò gli angoli della bocca.
-Ti ascolto –
 
Note dell’autrice:
Ciao :3
Come annunciato ho inserito uno spin-off (se posso dirlo, il mio preferito *-*)
La figura che viene, in qualche modo, analizzata principalmente è quella di Vincent anche se si parla anche del rapporto che aveva con Logan.
In questo capitolo c’è la crescita di Vins che da ragazzino rimasto orfano e adottato da Logan e Tia, diventa quello che è oggi.
Sarà il fascino del cattivo, ma personalmente adoro questo personaggio
*-*
Il salto di tempo che c’è tra i diversi paragrafi non è molto chiaro .-. perciò ve lo scrivo:
  • nel primo e nel secondo Logan ha sei anni e di conseguenza, Vincent ne ha dodici
  • nel terzo, quando muore Tia  T_T; Logan ha sette anni
  • nell’ultimo , invece, l’incontro tra il S.O. e Vincent avviene un mese prima che quest’ultimo lasci Elythra, quindi Vins ha sedici anni e Logan dieci.
Ok, le note sono diventate lunghissime e spero di essere stata chiara >.<
Spero che il capitolo vi piaccia così come è piaciuto a me scriverlo,
un bacione :)
  
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