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Autore: kannuki    27/04/2014    1 recensioni
“Chi ti ha parlato di me?”
“La donna che mi ha partorito.”
“Un po' macabra come favola della buonanotte...”
"Tentare di risvegliare il suo amore, è come gettarsi su un coltello affilato. Non puoi lamentarti se ne esci ferita, dopo."
DAL CAPITOLO 8, GUEST STAR -> ELENA, JEREMY GILBERT + MATT DONOVAN ^^
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, FemSlash, Crack Pairing
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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[...] Il sole che muore rinascerà
ma questa luce nostra fuggitiva
una volta abbattuta, dormiremo
una totale notte senza fine [...]

Catullo


La donna veniva tutte le sere, alla funzione delle diciannove. Padre Kieran l'aveva vista inginocchiarsi negli ultimi banconi, pregare fervidamente ed allontanarsi con lo stesso animo pesante di quando era entrata. Era la prima volta che assisteva ad un tale pentimento in un assassino naturale. Si tacciò di codardia ma nessuna forza divina lo spinse a prendersi cura dell'anima dannata. Era innaturale. Perverso. Spaventoso.

... e guarda caso ha pensato proprio a me. Sono lusingato, padre.”

Padre Kieran non entrava mai al Rousseau's, un'altra ragione per cui Klaus frequentava il locale... a parte l'ottima compagnia di Camille, impegnata anche quella sera a mescere liquori e ascoltare confessioni ardite.

Klaus era perfettamente a conoscenza delle strane abitudini di Nadia. Tipo recarsi una volta al giorno nel Giardino e rendere ancora più pesante la punizione dei traditori, tormentando le loro orecchie con le letture sacre. La novità della straniera si era spenta e nessuno faceva più caso a lei. La si vedeva a tarda notte seduta su una panchina del parco, sola, o agli angoli delle strade ad ascoltare i complessini jazz. La catenina era tornata integra e brillante e Nadia aveva stentato a riconoscerla. Aveva ringraziato educatamente ma Klaus non l'aveva mai più vista al suo collo. Era dura, la bella Nadia. Aguzza come un punteruolo, liscia come un diamante ed immobile nel tempo. Le spalle erano sempre rigide, lo stomaco perennemente vuoto. Si puniva per qualcosa che aveva o non aveva fatto e trascurava se stessa, violentandogli la vista con i suoi sciatti vestitini.

/Prima/

La sera in cui aveva letto per lei stralci de “La Signora delle Camelie' aveva creduto di vedere un guizzo di vita o interesse, ma finito il passaggio la fiammella si era spenta. Klaus aveva letto un altro capitolo e poi un altro. Nadia si era rannicchiata in un angolo del divano del salotto, sotto la coperta di velluto rosso in cui l'aveva avvolta la prima volta. Klaus l'aveva strappata dal proprio letto, noncurante della sua sorte e non l'aveva più rivista fino a quella sera. La sua mente aveva riflesso la parola 'protezione' e un sentimento di calore lo aveva invaso, mettendolo sulle spine e approfondendo la voce.

C'erano, in Marguerite, fierezza ed indipendenza: due sentimenti i quali, offesi, hanno la forza di fare quello che fa il pudore. Io non riuscivo più a parlare: sembrava che la mia anima fosse tutta nel mio cuore, e il cuore tutto nei miei occhi...”

Nadia trovava la lettura piuttosto noiosa, ma Klaus traduceva per lei con una cadenza sexy e calda da farle desiderare ben altre parole sussurrate nell'orecchio. Vagava con l'immaginazione, insonnolita dalla comodità del divano, dalla ricca coperta di velluto rosso, profondamente grata per quel momento di quiete. I libri erano tutti in francese e sebbene vivesse a Parigi da anni, aveva sempre avuto problemi con la lingua. Non arrotondava la 'erre' nel modo giusto, sbagliava gli accenti, dimenticava i plurali. Klaus, invece, sembrava non masticare altro da secoli. Appariva calmo, la lettura lo rilassava – Nadia si chiese se fosse il suono della propria voce a dargli sicurezza – ogni tanto le gettava un'occhiata e poi girava la pagina, e i suoi occhi scorrevano sulle righe prima di socchiudersi come quelli di un gatto impigrito dal sonno. Ma fra i due, si disse soffocando uno sbadiglio, era lei che stava crollando. Per la prima volta da giorni si sentiva in pace. Una piacevole bolla di serenità la circondava e la cullava, facendole chiudere...

Tump.

Il tonfo del libro aveva interrotto la lettura del vampiro. Era stato come narrare ad una bambina che non voleva saperne di dormire, ma le domande di Nadia erano acute e brillanti e lo spronavano ad andare avanti.

Il libro doveva essere scivolato perché non sentiva più la costina dura fra le dita. Nadia aprì gli occhi appiccicosi di sonno, sbirciando l'individuo in controluce. Klaus abbandonò i volumi lentamente, fissando lo sguardo sulle curve esaltate dalla coperta. I capelli sparsi, le lunghe gambe che sbucavano dal vestitino a fiorellini che sarebbe stato bene in terra. O a far compagnia ai ciocchi nel caminetto. Un pensiero gentile gli accarezzò la mente, si diede dello sciocco ma decise di farlo lo stesso: poiché la posizione si prestava, passò le braccia sotto le ginocchia e la schiena e la sollevò.

Nadia emise un singulto sorpreso e si aggrappò alle spalle del vampiro. Ci mise un po' a capire l'intento generoso di metterla a dormire e quando lo fece, sistemò meglio la testa contro il suo collo e si abbandonò, inspirando una miriade di odori che avevano l'effetto di rassicurarla: il calore del fuoco che aveva scaldato la pelle rivelando il suo profumo personale. Il sapone da bucato della maglia, il sentore di un profumo maschile, ne troppo, ne troppo poco. Era tutto nuovo e già visto. Era piacevole sentire la durezza dei suoi muscoli dietro le ginocchia e attorno alla schiena. Il pizzicore della barba quando Nadia aveva alzato la testa, sorpresa dalla perdita di equilibrio, e Klaus aveva strofinato il mento contro la sua fronte non volendo. Ora quel punto bruciava da morire e avrebbe voluto frizionarvi le dita sopra per mandarlo via. I gradini non erano molti e Klaus stava calpestando l'ultimo prima del corto corridoio che conduceva alla sua stanza. Nadia strinse le dita attorno alla maglia, all'altezza del cuore e il vampiro esitò a compiere il successivo passo. Resta, avrebbe voluto dire. Resta un altro po'. “Puoi mettermi giù...” sussurrò invece con un filo di voce che non riconobbe come propria. “Sono sveglia...”

Lo so” rispose spalancando la porta con la spalla ed immergendosi nell'oscurità della stanza. Nadia chiuse gli occhi espirando forte. Ora avrebbe compiuto un passo falso, le avrebbe mostrato ancora una volta che non esistevano altri modi di vivere per i predatori. Invece, Klaus l'abbandonò sulle lenzuola fresche senza alcuna malevola intenzione dietro e le sorrise, o così le sembrò, nella penombra fitta della camera. “Finché resterai a New Orleans non ti accadrà nulla di male. Sei sotto la mia protezione.”

Quando fu sola, Nadia scostò la coperta dal corpo, accaldata, eccitata e con le membra tremanti. Le lacrime non riusciva a fermarle e neppure i singhiozzi. Probabilmente Klaus era ancora dietro alla porta e stava ascoltando tutto. Ma come poteva ignorare una simile promessa? Era come essere tornata nell'accampamento dei Viaggiatori, e sedere spalla a spalla con suo padre di fronte al fuoco. Sicurezza, protezione. Fiducia. Dopo tanta assenza di emozioni, Nadia crollò.

/Ora/

Nadia è immersa nella luce smorta dell'entrata del locale. Si guarda attorno, strofinando un braccio con la mano, lo sguardo basso quando qualcuno la indica col mento. Nota i due uomini seduti l'uno accanto all'altro e un guizzo le ravviva lo sguardo, quando incrocia gli occhi di entrambi.

Klaus sta già scivolando via dallo sgabello per offrirle un salvacondotto sicuro, ma Nadia sta venendo proprio nella sua direzione e il piede che si è appena mosso torna al proprio posto. Solo le dita tamburellando sul bancone, rivelando impazienza agli occhi del prete.

Nadia accenna un mezzo sorriso e un cenno col capo. Klaus non capisce a chi è indirizzato e nel dubbio tace. Padre Kieran ha temuto per la sua vita, ma quando vede la crocetta brillare al collo della giovane, è felice. La crisi è passata. Le parla di sciocchezze a cui Nadia risponde con cortesia ed educazione. Klaus attende, messo da parte, irritato. Nadia si accomoda, sfiorando la gamba del vampiro con l'orlo del vestito stropicciato. Appena il prete si ritira, la donna gli tocca il braccio e le sue labbra si avvicinano all'orecchio sinistro. Nei primi secondi, Klaus non fa caso alle parole che pronuncia. Lo stupido atto cavalleresco di cui si è macchiato nelle precedenti serate, lo porta stampato addosso e nella testa.

... fuori di qui...”

Mh? Klaus la guarda, battendo piano le palpebre.

Dobbiamo parlare. Fuori di qui” ripete Nadia in un bisbiglio. “E' importante.”

E' stranamente calmo. O forse è ubriaco. Accenna un 'sì' col capo ma lo sguardo corre lungo il corpo della donna. Inspira e gira il braccio nell'incavo della schiena, tirandola a se. Un piede atterra per mantenere l'equilibrio. Klaus la racchiude in un cerchio protettivo e le sfiora la frangetta con le dita, quasi non notando la sorpresa della donna che ha sgranato gli occhi quando i due corpi sono entrati in contatto.

Nadia non sa come reagire. Le sue mani sono corse lungo le braccia del vampiro, non per trattenerlo, ma neppure per incoraggiarlo. Abbassa lo sguardo sui bottoncini slacciati della maglia. Le asole sono finte. “E' davvero importante...” bisbiglia mentre Klaus la prepara come ogni uomo fa con la propria donna: una dolce carezza lungo la schiena, fra i capelli, sul viso... ma a Nadia sembra che manchi l'aria nella stanza. Il cuore le batte nel petto, il languore la stordisce... e ci sono troppe persone... sono troppe, tutte insieme...

Klaus la lascia andare, sorprendendola un'altra volta. Trema troppo per essere emozionata, decide grattando un angolino della mandibola e afferrando la giacca posata sullo sgabello. “Sentiamo questa cosa importante” mormora con voce roca, infilando la mano in tasca e precedendola all'uscita.

Nadia rimane a fissare il nulla per un istante lungo. Da il tempo a Camille di avvicinarsi a ritirare il bicchiere e l'eccessiva mancia. Li ha sbirciati – come tutto il resto del locale – e ha tifato per loro. “Troppa mancia anche stasera” mormora sfilando la banconota con due dita e lasciandola penzolare nel vuoto. Nadia sembra accorgersi di lei solo in quel momento. Prende il denaro con un gesto stanco e l'accartoccia nel pugno. “Dovresti far controllare l'impianto di aerazione... si soffoca...”

Non si può dire che al Rousseau's manchi la ventilazione. “Provvederò.”

Nadia batte il pugno debolmente, espirando forte. Le tremano i muscoli, la testa le gira e sente un fiotto di bile in gola. Non può essere emozione, quella. Ne veleno. Stregoneria? “Sono io?”

Nadia è parecchio incasinata. Non ha bisogno di una psicologa ma qualcuno affine a lei che l'aiuti a rimettersi in piedi. Camille accenna un minuscolo sorriso. “Klaus è la persona più adatta ad aiutarti a scacciare i demoni.”

Perchè fra mostri ci si capisce, giusto?” mormora sentendo il disagio nello stomaco salire lentamente.

Per la sua profonda sensibilità. Sembra tonto ma non lo è.”

Tonto è l'ultimo aggettivo che userebbe per lui. Nadia pensa da quanto tempo la sta attendendo fuori e sospira, frustrata. “Potrebbero volerci mesi...”

O anni. “L'amore, radice di tutti i mali” sussurra Camille spiando la reazione della vampira che impallidisce e non sembra avere argomenti da opporre.

Perché voi donne riducete tutto a quest'unica parola?!”

Voi donne? Nadia appartiene ad un'altra razza, per caso? “Ne staremmo parlando se non ti importasse nulla di lui?” esclama non trattenendo una risatina.

Deve trovare un modo per farla tacere senza strangolarla e non causare un altro incidente diplomatico. “Non sono dell'umore adatto per continuare la conversazione!” sibila, agitata e confusa. “Si soffoca, qua dentro!”

Nadia si lancia contro la porta, spalancandola con entrambe le mani e finisce in strada, dove cerca di incamerare più ossigeno possibile. Può sentire il risolino deliziato di Camille anche a quella distanza. Si sta facendo beffe di lei! Brutta...

Alla buon'ora! Cos'è questa cosa importante che devi dirmi a tutti i costi?!” Klaus l'afferra per il braccio, voltandola con poca grazia. E' arrabbiato, ma lo sarà ancora di più fra un istante. “So cosa sta succedendo” sussurra disarcionando la spalla dalla sua presa.

Per tutto quel tempo, Nadia ha mantenuto il suo ruolo di spia, incamerando dati e ascoltando conversazioni, quando sembrava che stesse solo ciondolando in preda alla tristezza. Ora Klaus ha tutte le informazioni che vuole. I doppi giochi sono stati svelati. L'ammirazione soppianta la delusione di essere stato rifiutato. Nadia osserva i cambiamenti del suo volto con apprensione: ha svolto il suo lavoro, ma sono sopraggiunte delle complicazioni e deve andarsene. La bomba esploderà molto presto e lei non vorrà esserci quando accadrà. Sta per dirglielo quando Klaus sorride, enigmatico. “Andiamo.”

Dove?! Lei deve fare le valige (il che vuol dire indossare un paio di jeans e una maglietta, e gettare nella borsa l'edizione integrale delle lettere d'amore di Abelardo ed Eloisa col testo a fronte in inglese) e prendere la corriera prima che cali la notte... dove la trascina, quel pazzo?!

***

Quando lui l'aveva trovata, Nadia aveva assaggiato per la prima volta la violenza del morso del vampiro. Consuelo la trattava come un fiore delicato – la sua 'preziosa', la chiamava – non si era mai dimostrata avara di baci e carezze, non le aveva mai inciso la pelle per spiccare il sangue. Tranne quella volta, la notte che si portò via la sua verginità. Se ci ripensa, Nadia non prova più niente. Lui l'aveva riscattata per pochi spiccioli dalla maitresse di un bordello. Gli era piaciuta, la ragazza che non intratteneva gli ospiti ma si occupava delle pulizie, aveva qualcosa di diverso. Fulberto l'aveva azzannata e le aveva succhiato il sangue. Per 'conoscere la sua storia', aveva detto. Il dolore, intenso come un osso rotto, le aveva impedito di gridare. Si era accasciata ai piedi del vampiro e quando era rinvenuta, l'incubo era iniziato.

Ha mai sfogliato un Bestiario, Klaus? Una donna sta acconciando i capelli allo specchio e quando il diavolo dispettoso la scorge, le mostra le terga e la lingua. L'incisione deplora la vanità femminile ed invita a non perdersi nelle frivolezze. In questo preciso momento, tu sei quel diavolo!”

Il suo servizio di spionaggio non ha mai raggiunto la precisione della bella Nadia. La figlia di Katherine si è rivelata degna figlia di sua madre ed altrettanto ostinata: quale donna rifiuta un giro di shopping gratuito?

Non mi lascio comprare i vestiti da te!”

L'hai già detto. La mia risposa qual è stata?”

Non me ne frega niente.

Brava e attenta. “Forza, esci dal camerino.”

Nadia alza gli occhi al cielo e tira la zip nascosta sotto il braccio. Non si guarda neppure allo specchio: spalanca la porta di legno del camerino con un gestaccio e gli si pianta davanti con espressione irritata. “Non è il mio genere.”

Ma le sta da dio. E toglie anche un po' le parole di bocca. “Hai detto che il rosso è il tuo colore preferito” mormora scivolando lo sguardo sulla figuretta per poi riportarlo negli occhi lampeggianti d'ira ed imbarazzo della donna.

Non mi piace indossarlo” esclama, incrociando le braccia. “Non hai bisogno di me per quella quella stupida festa! Chiedi a Camille di accompagnarti.”

Camille è la più uno di Marcel ed io ho bisogno dei tuoi occhi e delle tue orecchie ancora una volta” ripete, paziente. “Ho bisogno di te, mia preziosa regina.”

Preziosa? Nadia trattiene il respiro e le torna in mente Consuelo che inanellava i suoi capelli fra le dita mentre le baciava la nuca e sussurrava parole incoraggianti. “Non chiamarmi così...”

Klaus smette di bearsi della sensualità di Nadia, esplosa come un fuoco d'artificio improvviso nella notte e la guarda, interessato.

La donna si fa elusiva e distante. “Una persona mi chiamava così... molto tempo fa...”

La giornata si sta rivelando ben proficua. “Forse per lui eri davvero preziosa.”

Era una lei” sussurra guardando gli abiti appesi alle grucce ed estraendolo uno avorio. “Vengo alla festa, ma il vestito lo scelgo io.”

Una lei? Deve arrendersi sull'abito e ricacciare l'interesse per Nadia in un angolino dentro di se. “Fa come vuoi. Ti aspetto fuori.”

Nadia ha l'impressione che se non lo fa ora, sarà impossibile tornare sull'argomento dopo. “E' stata lei a trasformarmi...” mormora, bloccando il vampiro sul posto. “Era pazza e bellissima...”

  
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