Anime & Manga > Katekyo Hitman Reborn
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Autore: Liberty89    27/04/2014    7 recensioni
Giunti in quel momento nel centro di quella baraonda, Gokudera e gli altri Guardiani osservarono la scena con orrore e preoccupazione più o meno evidente, per essere sostituita l'attimo dopo da un moto d'impazienza e curiosità, mentre un'inconscia domanda si faceva largo nella mente di ogni membro della Famiglia Vongola: come sarebbe stato il loro Boss più vecchio di dieci anni?
Dal capitolo I
Tsuna si scambia con il se stesso del futuro a causa del Bazooka di Lambo e il venticinquenne porta con sé notizie sulla nuova difficoltà che i Vongola dovranno affrontare. Che esperienza si cela dietro lo scioglimento del sigillo sulla Fiamma del Cielo?
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Tsunayoshi Sawada, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Buona sera a tutti! Per la serie: a volte ritornano, eccomi qua! :D Come vedete non ho abbandonato né la fic né voi, purtroppo i miei aggiornamenti sono un po' ballerini a causa di una questione di capricci. Eh sì, l'ispirazione è capricciosa, il tempo è malvagio, l'università è sempre lì che mi punta un fucile alla schiena e poi si mettono in mezzo millanta altre idee, e qundi scrivo. Tipo l'altro ieri, nelle pause durante lo studio ho scritto roba assolutamente random, poi ieri e stamattina mi sono concentrata su questo capitolo e mamma mia non vedo l'ora di continuare *^* Davvero, saranno passati secoli dall'ultima volta che mi sono sentita così soddisfatta. Certo, ultimamente il mio autocriticismo ha subito un netto abbassamento, ma la soddisfazione attuale è... wow *^* Ma ho finito di annoiarvi con le mie strambaggini (?). Buona lettura!

Capitolo VIII - Scioglimento

Kingdom Hearts - A walk in andante

La mattina della partenza, un allegro e soleggiato Martedì, l’aeroporto di Tokyo e tutti i suoi occupanti furono testimoni dell’arrivo di una tanto grande quanto rumorosa brigata di soggetti particolari, ognuno per un motivo diverso. Il più normale, dotato di uno sguardo tranquillo e serio al contempo, guidava le fila di quella variopinta carovana, e sembrava totalmente ignaro del comportamento tenuto dai suoi elementi. C’era chi si insultava e minacciava più o meno violentemente e in maniera molto esplicita, nominando esplosioni, prati e polpi e club di box; chi rideva della suddetta scenetta tragicomica e chi al contrario se ne curava ancor meno del capogruppo, chiacchierando serenamente come se si trovasse seduto al tavolino di un bar a sorseggiare il tè delle cinque. A seguire, c’erano degli individui in giacca e cravatta neri, che parevano scortare un sorridente ragazzo biondo, il quale non mancò di attirare l’attenzione di molte delle signore presenti, e un adolescente dai capelli scuri, che sfoggiava la fascia di presidente del Comitato Disciplinare della scuola media di Namimori e un uccellino giallo posato sulla spalla. Infine, a chiudere quel bizzarro e chiassoso gruppo c’erano due bambini: uno elegantemente vestito che se ne stava tranquillamente seduto sulla spalla della guida, mentre il secondo dormiva placidamente tra le braccia di una ragazza con una benda sull’occhio destro.
Quando si presentarono a fare il check-in, l’agglomerato di persone si zittì e un uomo dai corti baffi neri si fece avanti per rivolgersi alla signorina che li osservava smarrita e confusa dall’altra parte del bancone.
-Buongiorno, dovrebbe esserci una prenotazione per otto a nome Cavallone.-
-B-Buongiorno… controllo subito.- balbettò la donna, per poi mettersi al lavoro. -Eccola.- annunciò qualche attimo dopo. -Volo per l’Italia per otto persone. Corretto?- domandò poi, ottenendo un assenso. -Benissimo. Queste sono le carte d’imbarco, troverete il vostro volo all’uscita cinque.- spiegò, porgendo i documenti all’uomo. -I bagagli potete posarli qui uno per volta, se saranno inferiori a un certo peso potrete portarli a bordo.-
Terminata la trafila delle valigie, il gruppo in partenza si avviò al gate che era stato loro indicato, seguiti dagli amici che sarebbero rimasti in Giappone ad attendere il loro ritorno.
-Buona fortuna Tsuna-kun.- esordì Kyoko, prima di lasciargli un rapido bacio sulla guancia. -Torna presto, e non preoccuparti per tua madre, passeremo a farle compagnia.-
Il castano annuì, sorridendole e senza cedere all’imbarazzo che l’avrebbe travolto come una valanga se non si fosse trovato in Hyper-mode.
-Anche Haru passerà a trovare Sawada-san!- esclamò Miura, donando un ampio sorriso al ragazzo.
-Ovviamente anche noi faremo la nostra parte, parti tranquillo otouto.- aggiunse Cavallone Decimo.
-Grazie a tutti.- replicò Tsuna, per poi voltarsi e avviarsi lungo il corridoio che lo avrebbe portato sull’aereo, accompagnato dai suoi guardiani e dal suo insegnante.

Nonostante i leggeri intoppi avuti con la partenza -i manganelli di Hibari e il piccolo Hibird posato sulla sua spalla-, rapidamente risolti grazie a Reborn e probabilmente al repentino intervento della Famiglia Cavallone in aeroporto, erano decollati senza ritardo e il volo procedeva in maniera assolutamente tranquilla. Era bastata un’occhiata decisa del loro Cielo a convincere tutti i Guardiani a starsene buoni e quieti almeno fino all’atterraggio. Ora, ognuno era preso da se stesso: c’era chi guardava fuori dal finestrino, chi leggeva o ascoltava musica e chi dormiva. Anche Tsunayoshi aveva ceduto al sonno, subito seguito da Lambo, che aveva gattonato fino al suo grembo per riaddormentarsi tra le sue braccia, che lo avevano accolto forse inconsciamente.
Seduto accanto a lui, l’Arcobaleno del Sole osservava con grande soddisfazione il suo giovane allievo, che in un tempo relativamente breve, era riuscito a trovare un ottimo equilibrio interiore. Fissò per qualche secondo la danzante fiamma arancione che gli brillava sulla fronte, per poi scendere a osservare il viso del ragazzo, rilassato come poche volte l’aveva visto.
Annuì a se stesso, dicendosi che sì, erano sulla strada giusta e si stavano muovendo più che bene in quella situazione spinosa che gli era caduta all’improvviso tra le mani. Nonostante le parole del futuro Vongola Decimo, il killer si sentiva stranamente ottimista, ed era certo che il suo studente se la sarebbe cavata egregiamente anche in quest’occasione.

***

Aquarion EVOL - Unforgettable

Quando giunsero a Villa Vongola, era quasi mezzogiorno. Il sole splendeva sulla fiera magione, illuminandone i giardini profumati e variopinti, e riflettendosi sulle grandi finestre; quella visione degna di un dipinto d’alto valore li accolse con calore, come se li avesse attesi per anni e anni. Quando scesero dalle macchine, nessun servitore mancò di salutare i nuovi arrivati e di dimostrare il proprio rispetto per il futuro Boss, di cui avevano già udito le numerose gesta e di quanto nobile fosse il suo comportamento, sicuramente degno dell’attuale capo.
-Benvenuti.- li accolse una giovane cameriera dalla lunga treccia bionda, parlando un giapponese quasi perfetto, macchiato unicamente dall’accento italiano, e mostrando un gentile sorriso. -Io sono Marianna e sono stata incaricata di occuparmi di voi. Seguitemi prego, vi condurrò alle vostre stanze.- spiegò, chinando il capo e facendo loro un cenno con la mano destra.
Sempre a capo del gruppo e affiancato dal suo insegnante, Sawada andò dietro alla donna su per la rampa di scale che si trovava di fronte all’entrata e poi lungo un corridoio luminoso su cui si affacciavano numerose stanze chiuse. Nonostante il chiasso che avevano fatto fino a poco prima in auto, ora tutti i Guardiani tacevano, se per rispetto o meno, questo Tsuna non poteva saperlo, ma poteva indovinare che molti fossero incuriositi, mentre uno in particolare doveva essere teso e nervoso man mano che si addentravano in quella grande casa avvolta da un silenzio quasi assordante. Percepiva benissimo la Tempesta alle sue spalle, che respirava così piano da non farsi sentire e che camminava al suo stesso ritmo per confondere i loro passi. Si girò appena a guardarlo con la coda dell’occhio, attirandone l’attenzione in un attimo. Gli sorrise, incoraggiante, comunicandogli con una rapida ma decisa occhiata che andava tutto bene e che poteva rilassarsi come gli altri. Gokudera arrossì e si grattò la punta del naso, mentre annuiva in maniera impercettibile per farsi notare unicamente dal suo Cielo, che tornò a guardare avanti a sé.
Svoltarono angoli e salirono altre scale fino a mancarne il conto e perdendo l’orientamento. Probabilmente nessuno di loro sarebbe stato in grado di uscire da solo dalla villa, ma la maggior parte di loro sospettava che quell’intricata planimetria servisse per confondere eventuali nemici particolarmente agguerriti che erano riusciti a superare le difese esterne.
-Eccoci arrivati.- annunciò Marianna, fermandosi all’improvviso al centro di un corridoio con il pavimento rivestito da una moquette purpurea, occupato da dieci camere, cinque per lato. -Le stanze sono perfettamente identiche, scegliete pure quella che più vi aggrada.
-Tra un’ora tornerò a prendervi per scortarvi in sala da pranzo. Sawada-sama-
-Tsuna è sufficiente.- la interruppe lui.
-Tsunayoshi-sama, allora.- riprese la bionda senza abbandonare il sorriso, lasciando intendere che non poteva permettersi di più. -Ho ricevuto delle istruzioni diverse per lei. Tra pochi minuti Coyote-san verrà a prenderla su richiesta del Nono, che desidera parlarle prima di pranzo.-
-Vuole parlare con Tsuna da solo?- domandò Reborn.
La donna annuì. -Così mi è stato riferito. Non credo che i piani siano cambiati, ma può sempre chiedere conferma a Coyote-san.-
-D’accordo, grazie Marianna.- disse l’Arcobaleno, seguendo l’allievo nella camera che aveva designato come propria e che si trovava quasi al centro del corridoio.
-Dovere, Reborn-sama. A più tardi.- si congedò, inchinandosi leggermente per poi allontanarsi verso chissà dove.
-Io prendo la stanza accanto a quella del Decimo.- annunciò Gokudera, fiondandosi nella stanza più vicina all’ingresso della zona.
-Io quella dall’altro lato allora!- esclamò Yamamoto, incamminandosi con la solita spensieratezza.
-Lambo-san vuole stare con Chrome-chan!- dichiarò il bambino stretto tra le braccia della Nebbia, che gli sorrise dolcemente in approvazione, dopodiché entrò nella stanza di fronte a quella della Tempesta.
Ryohei si guardò attorno per un paio di secondi, poi spalancò la porta attigua a quella dell’unica ragazza presente. -Questa stanza è estremamente enorme! Ehi Hibari! Che ne dici se- s’interruppe immediatamente il Guardiano del Sole, quando notò il presidente del Comitato Disciplinare sparire all’interno della camera più lontana nel mutismo più totale. -Hibari! Potevi almeno finire di ascoltarmi!-

Si sdraiò con un sospiro sul grande letto a baldacchino, allargando le braccia e stendendo per bene i muscoli doloranti e tesi.
-Tutto bene?- domandò l’Arcobaleno, sedendosi accanto al castano.
-Sì… Sono solo stanco.- rispose atono il ragazzo, liberando un piccolo sbadiglio.
-Il volo è stato pesante e ora comincerai a risentire del fuso orario.- osservò il killer. -Non sembri in pensiero per l’incontro con il Nono.-
-Dovrei?- replicò Sawada. -Ci ho pensato a lungo in questi giorni, non ha senso arrabbiarsi. Il Nono ha sigillato la mia Fiamma perché voleva solo il mio bene, dubito fortemente che volesse arrivare fino a questo punto.-
Il bambino annuì e mostrò un sorrisetto. -Bravo Tsuna.-
Un paio di secchi colpi alla porta mise in allerta entrambi gli occupanti della stanza.
-Avanti.- fece il Cielo, mettendosi a sedere.
L’uscio si aprì un istante dopo, mostrando la figura di uomo alto e possente con il viso incorniciato dai capelli grigi, come i corti baffi che gli sormontavano le labbra.
-Coyote-san.- disse il giovane, salutando il Guardiano con un cenno del capo.
-Tsunayoshi-sama, sono venuto a prenderla.- asserì l’anziana Tempesta con voce roca ma gentile.
-D’accordo.- replicò il castano, alzandosi del tutto. -Ci vediamo dopo Reborn.-
-Vuoi che venga con te?- chiese, anche se sapeva già la risposta che avrebbe ottenuto.
-Non è necessario, però vorrei chiederti un favore.-
L’insegnante inarcò un sopracciglio, sorpreso dalla richiesta. -Dimmi pure.-
-Tieni d’occhio Gokudera-kun, l’ho visto nervoso.-
-Sarà fatto.- sorrise Reborn, guardando il suo studente mentre s’incamminava al fianco di Coyote.

***

Sousei no Aquarion - The Baron and the Sun

Al sentire lo scatto della porta che si apriva, Timoteo fremette per un solo secondo, prima di dare le spalle alla finestra e voltarsi per dare il benvenuto al suo ospite. Lo aveva già visto mentre scendeva dalla macchina, ma quando si ritrovò a osservare così da vicino la Fiamma del futuro Boss, non riuscì a non trattenere il fiato. Era stupefacente quanto fosse cresciuta dall’ultima volta che l’aveva vista durante la battaglia per gli anelli, soprattutto considerando che era ancora sigillata, ma ancora più incredibile era la sua purezza, paragonabile unicamente a quella del Primo.
Guardò in silenzio il ragazzo che gli stava davanti, ricambiando l’occhiata di quelle iridi arancioni così inaspettatamente tranquille e per nulla oscurate dalla rabbia o dall’odio che si era aspettato di ricevere. Si chiese se non fossero semplicemente celati da qualche parte, nelle profondità del cuore del giovane Cielo, in attesa di essere liberati al momento opportuno. Studiò l’espressione del quindicenne e scorrendone i tratti del viso notò immediatamente i segni della stanchezza che tentava di nascondere.
-Benvenuto in Italia, Tsunayoshi.- lo salutò con un sorriso, facendogli cenno di accomodarsi sul divanetto presente nella stanza. -Il volo è andato bene?-
-Direi di sì, Nono.- rispose il castano, sedendosi. -Ho dormito quasi per tutto il tempo.- aggiunse poi, guardando l’anziano negli occhi.
-Capisco. E da quanto tempo hai le fiamme attive?- chiese ancora, prendendo posto accanto a lui.
-Credo… Poco più di venti ore.-
-Capisco. Se vuoi-
-No.- si permise di interromperlo. -Non posso spegnerle ora, forse dopo a pranzo.- affermò. -Grazie comunque, per avermelo chiesto.- aggiunse, donando all’uomo un leggero sorriso.
-Capisco.- ripeté Timoteo, prima di abbassare lievemente lo sguardo. -Io devo chiederti scusa, Tsunayoshi.- disse con voce colma di dispiacere. -Quando dieci anni fa sigillai la tua Fiamma dell’Ultimo Desiderio, lo feci pensando alla tua sicurezza e alla tua serenità. Se non l’avessi fatto, probabilmente avresti fatto la stessa fine dei miei figli prima o poi, e non potevo permetterlo.
-Se avessi saputo che la mia scelta sarebbe diventata un tale fardello per te, sicuramente avrei preso un’altra strada.- spiegò, per poi tornare a fissare le iridi color arancio, trovandole ferme e inespressive. -Perdonami Tsunayoshi.-
-Non c’è nulla da perdonare.- esordì Vongola Decimo dopo qualche secondo, prendendo una mano dell’altro tra le proprie. -E non c’è nulla per cui chiedere perdono. All’inizio, lo ammetto, ero furente, ma mai ho pensato che la colpa fosse sua, Nono. Mai.- disse con voce calma. -Da quando è cominciata questa storia, ci ho riflettuto molto e ho capito quale fosse il suo intento.
-Nono… Nonno*…- si corresse, concedendosi quella piccola libertà per un momento per far comprendere appieno la propria sincera convinzione. -Non c’è davvero nulla per cui chiedere scusa.- terminò, sgranando gli occhi l’attimo seguente.
L’anziano mafioso, infatti, l’aveva tirato a sé e lo stava abbracciando con dolcezza, come un tesoro prezioso che si ha timore di veder sparire. Superata la sorpresa, il ragazzo ricambiò la stretta, posando il viso sulla spalla dell’anziano quando sentì una mano carezzargli la nuca.
-Grazie Tsunayoshi… Grazie.-
-Tsuna è sufficiente.- avvertì con un sorriso.
Timoteo rise, allontanandosi da quello che considerava un vero e proprio nipote. -Mi piace così tanto il tuo nome per intero.- si giustificò, come un bimbo che stava cercando una scusa per la marachella compiuta.

***

Rogue Galaxy - A masked man

Trascorsero un paio di giorni dall’arrivo della decima generazione a Villa Vongola e finalmente giunse il mattino tanto atteso con più o meno nervosismo da tutti gli interessati e dal Nono e i suoi. Quel lasso di tempo era servito per concedere al Decimo e ai suoi Guardiani di riprendersi dalle fatiche e i fastidi del lungo viaggio e per permettere a chi di dovere di completare i preparativi in vista dello scioglimento.
Infine, alle dieci in punto, Coyote andò a prendere i ragazzi, che lo seguirono in silenzio in un’ala sconosciuta della grande villa. Attraversarono alcuni corridoi privi di finestre e giunsero fino a un ascensore dalle porte metalliche tinte di un giallo pallido come le pareti circostanti. Ci entrarono tranquillamente tutti quanti, poi l’anziana Tempesta posò il pollice su un sensore della pulsantiera, che brillò di verde, e premette il tasto per il terzo piano interrato.
Man mano che l’elevatore divorava livelli verso il basso, Tsunayoshi sentiva l’ansia salire come la marea, insieme al gelo della paura, che sembrava avvolgerlo dalle dita dei piedi fino al centro del petto, dove si manifestava con tutto il suo peso. Deglutì a vuoto, prendendo un profondo respiro per tentare di calmarsi, ma servì a poco e si ritrovò a stringere i pugni lungo i fianchi.
-Decimo.- la voce del suo braccio destro lo fece sussultare e quando si girò a guardarlo incrociò le proprie iridi marroni con due color smeraldo stranamente ferme e decise. -Andrà tutto bene Decimo.-
-Gokudera ha ragione.- intervenne la Pioggia, posandogli una mano sulla spalla e donandogli un sorriso rassicurante. -Fidati di noi Tsuna.-
Il Guardiano del Cielo non poté fare altro che ricambiare quel sorriso e annuire ai suoi migliori amici, o almeno ci provò. Infatti, tutto ciò che gli uscì furono solamente una sorta di smorfia e un rapido cenno. Non c’era niente da fare, lo capirono tutti e tre. Per quanto Sawada si fidasse di loro, per quanto provassero a tranquillizzarlo, non riusciva in alcun modo a mettere un freno alla paura. Il pensiero di doversi confrontare con qualcosa di conosciuto e ignoto al tempo stesso lo terrorizzava, specialmente sapendo cosa sarebbe accaduto durante la sua battaglia interiore.
All’improvviso, la campanella dell’ascensore trillò e le porte si aprirono su un corridoio illuminato da una serie di faretti dalla fredda luce bianca. Senza perdere minuti preziosi si avviarono, e di questo Tsuna ne fu grato: prima cominciavano e prima tutto sarebbe finito.
-Sembra di essere tornati alla base Vongola del futuro.- osservò Ryohei, guardandosi attorno e trovando molte somiglianze con il luogo in cui avevano dimorato durante l’ultima avventura.
-In effetti, la base di Namimori è stata costruita prendendo questa come modello. Me lo disse Giannini al mio arrivo nel futuro.- spiegò l’Arcobaleno.
-Siamo arrivati.- annunciò Coyote, avvicinandosi a una doppia porta, che si aprì non appena furono a un passo di distanza.
La stanza che li accolse poteva definirsi solamente enorme. Somigliante all’interno di un grande cubo dalle facce grigie, anch’essa ricordava in tutto e per tutto la sala in cui Tsuna si era allenato durante il viaggio nel futuro. Al centro esatto del locale si trovava il Nono in compagnia degli altri suoi Guardiani. Il capo della Famiglia Vongola rivolse uno sguardo indecifrabile al suo successore, ma l’espressione mesta che gli adombrava il volto gli fece capire che comprendeva appieno il suo stato d’animo, perché era lo stesso che gli stringeva il petto.
-Molto bene.- esordì, quando tutti gli furono attorno. -Direi di cominciare, sei d’accordo Tsunayoshi?- domandò, ottenendo un muto assenso.
Passando lo scettro nella mano sinistra, Timoteo allungò la dritta verso la fronte del ragazzo e infuse nell’indice la propria Fiamma.
-F-Farà male?- chiese il quindicenne in un tremante sussurro, che a nessuno sfuggì.
-Ci vorrà solo un attimo.- rispose però il Nono, prima di posare il polpastrello sulla pelle di Sawada.
Il giovane Cielo percepì un calore soffice e amichevole diffondersi per tutte le sue membra. Si spinse ovunque, dall’esterno all’interno, toccando ogni punto del suo essere fino al più profondo e nascosto, dove nulla sarebbe mai potuto giungere tranne la sua stessa coscienza. A un tratto avvertì una scossa, che lo fece sobbalzare e compì un passo indietro per evitare di cadere.
Sospirò profondamente e sbatté le palpebre, come per schiarirsi la vista. Iniziò a sentirsi assurdamente leggero, come se di colpo avesse perso dieci chili o più. Il ragazzo osservò le proprie mani come se le vedesse per la prima volta e inclinò la testa da un lato, confuso. A quella buffa sensazione di leggerezza, si unì uno strano prurito sulla nuca, che ben presto prese a pungolarlo, come un ago che picchia ripetutamente su una superficie solida. Capì che il suo super-intuito stava cercando di comunicargli qualcosa, ma non riusciva a comprendere a cosa si riferisse. Stava bene, no?
-Oi, Tsuna.- chiamò Reborn, inquieto, puntando gli occhi scuri sull’allievo.
Allora il castano alzò il capo, guardando l’Arcobaleno, ma durò un solo effimero istante perché la sua attenzione fu immediatamente attratta da un’altra persona. Quando le sue iridi color cioccolato si posarono sulla figura di Timoteo l’inferno aprì i propri cancelli.

Final Fantasy IX - Immoral Melody

Spalancò occhi e bocca e crollò in ginocchio, privo di fiato, come se gli avessero tirato un pugno esattamente al centro del petto. Quel colpo però sembrava venire dall’interno, si accorse con orrore. Inatteso, giunse il secondo che lo lasciò di nuovo boccheggiante. Tossì per poi sollevare il viso e subito dopo l’intero corpo, costringendosi a tornare in piedi. Artigliò la maglietta che aveva addosso in un punto a caso, uno valeva l’altro, poiché gli sembrò che ogni sua cellula avesse iniziato a bruciare.
Si sforzò di guardare avanti a sé. Cercò i propri amici, il suo insegnante, supplicando perché lo aiutassero, ma anche se erano lì davanti a lui -lo sapeva che c’erano, ne era più che sicuro-, non riusciva a vedere nient’altro che Vongola Nono.

Vongola Nono.

A quel punto si sentì travolgere da una rabbia cieca e un odio così intenso che superarono di gran lunga i sentimenti e le emozioni che aveva provato nella battaglia contro Byakuran. No, non avevano nulla a che spartire con ciò che lo stava affogando in quel momento, quelle erano bazzecole, ridicolaggini.
Quella era rabbia vera. Un ruggito tumultuoso che avrebbe abbattuto qualsiasi muro senza alcuno sforzo.
Quello era odio puro. Un viscido catrame appiccicoso che si stava rapidamente sostituendo al suo sangue.
Una coppia formidabile e invincibile, che avrebbe potuto conquistare tutto, piegare chiunque al proprio volere, ma soprattutto, avrebbe potuto uccidere senza alcuno sforzo per poi riderne.
Infine, arrivò l’ultima possente ondata.
Percepì finalmente una presenza, estranea e nota al contempo, che gli stava occupando la mente come se avesse intenzione di sostituirlo.
-Va’ via!- gridò Tsuna, stringendosi il petto con forza, fino ad affondare le unghie nella schiena, passando attraverso la maglietta. -Sbrigati!- urlò ancora, puntando gli occhi ora color arancio in quelli scuri di Timoteo, che annuì e si allontanò in fretta.
L’essere che stava cercando d’impossessarsi del suo corpo, però, sembrò contrariato da quella fuga e lo spinse a inseguire Vongola Nono, indicandolo come una preda. Il giovane Cielo si oppose con tutto se stesso, o con ciò che ne restava, e cadde in ginocchio, gridando e gemendo di rabbia, dolore e odio.
Dopo quella che gli parve un’eternità, udì e percepì una specie di scatto, come quello di un interruttore, e la luce si spense lasciandolo in balia di un buio rovente.







*O* <- questa era la mia faccia quando ho finito di scrivere questo capitolo, specialmente l'ultima parte con tutte le musiche di sottofondo che ho inserito (preparatevi perché FFIX sarà molto presente d'ora in poi). My gold, io seriamente non ci credo ancora.
Anyway, parliamo di cose importanti.
Mi sono documentata e ho visto che dal Giappone all'Italia ci sono circa dodici ore di differenza. Sperando di non aver fatto una gaffe enorme o errori di calcolo, ho scritto che i ragazzi arrivano a Villa Vongola verso mezzogiorno. Se qualcuno che ne sa più di me si dovesse accorgere che ho scritto una grossa scemenza, mi perdoni ç_ç
Poi, avrete sicuramente notato quell'asterisco accanto alla parola "Nonno" durante l'incontro tra Tsunayoshi e Timoteo. Ebbene, qui mi sono rifatta a una parte del manga che segue la saga del futuro. Cercherò di dire il necessario senza spoilerare nulla a riguardo. Tsuna a un certo punto incontra il Nono e lo chiama nonno per errore, perché gli ricorda tantissimo il nonnino con cui giocava quando era piccolo. Ora, dato che in questa fic ho reso ImbranaTsuna un tantino più sveglio, gli ho fatto fare due più due e ha fatto il collegamento tra quanto sta succedendo ora e i suoi ricordi sul fantomatico nonnino. Spero che sia tutto chiaro x3
Quindi, tirando le somme: i nostri eroi sono arrivati in Italia, si sono rilassati e infine, è giunto il momento dello scioglimento. In quella scena in particolare ho lasciato degli indizi, chiamiamoli così, su una parte della faccenda di cui nemmeno TsunaTYL era a conoscenza, ma state tranquilli che nel prossimo capitolo vi rivelo tutto ù.ù Così comincia la battaglia.
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e che abbia compensato la lunga attesa a cui vi ho costretti.

Adesso passiamo ai ringraziamenti, che caspiola, sono tanti *^*
Ringrazio: alice 14, alicegg e AngelMelody69 per aver messo la fic tra le preferite.
Ringrazio: Zehel e yukichan01 per averla inserita tra le seguite.
Infine, un grazie immenso a chi legge e commenta e anche a chi legge soltanto. Io vi adoVo tutti, lo sapete, no? ù.ù
Alla prossima cari!
See ya!
  
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