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Autore: DezoPenguin    27/04/2014    1 recensioni
Elementary My Dear Natsuki parte terza. Sembrava un caso semplice, non c'era dubbio su chi avesse ucciso quel facoltoso uomo d'affari. Eppure Shizuru si ritrova attirata in una ragnatela di morte, manipolazione e vendetta, mentre cerca di scoprire la verità.
Genere: Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Haruka Suzushiro, Natsuki Kuga, Shizuru Fujino, Yukino Kikukawa
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Elementary My Dear Natsuki'
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Acque profonde, Natsuki-capitolo 5

 

Tratto dalle note sul caso redatte da Yukino Chrysant

 "Avrei dovuto controllare meglio il caminetto," sbottò Lady Haruka. La mia lady era furiosa con sé stessa per aver mancato quella prova. Anche se rispettava le abilità investigative di Shizuru Viola, era costretta ad ingoiare il proprio orgoglio ogni volta che la signorina Viola era in grado di scoprire qualcosa che lei non era riuscita a trovare. Quello che peggiorava le cose era che era stato confermato il sospetto che aveva spinto Lady Haruka a chiamare la signorina Viola perché si occupasse del caso, e quindi una prova che lei avrebbe dovuto trovare, ma aveva fallito.

"Lady Haruka, la carta probabilmente è rimasta nascosta da cenere e resti di legno carbonizzato finchè la domestica non ha preparato il fuoco stamattina, scoprendola," notai in sua difesa.

"Non importa, Yukino. Avrei dovuto dedurre dal silenzio di Trepoff che stava nascondendo il movente e, se lo stava nascondendo, che avrebbe tentato di distruggere le prove. Quale modo più semplice del fuoco che aveva nella stanza? Quel caminetto avrebbe dovuto essere esautorato minuziosamente in cerca di tracce. Quella tè-dipendente di certo non l'ha mancato."

"È 'esaminato,' Lady Haruka."

Correggere i suoi sbagli ormai era diventato quasi un riflesso. L'effetto sembrava quasi casuale anche se aumentava quando era arrabbiata, e non aveva alcuna connessione con particolari suoni o parole.

Pensavo che fosse troppo dura con sé stessa, ma sapevo anche non avrebbe accettato altre discussioni sull'argomento. Raggiungemmo la stanza dove Trepoff era custodito e Lady Haruka entrò senza tanti preamboli.

"Venite con noi," sbottò. Trepoff si alzò in piedi.

"Mi portate in prigione, finalmente?"

"Nella vostra stanza."

Il russo fece un sorriso stanco.

"Essere rimandato nella mia stanza è una punizione lieve viste le circostanze."

La mia lady, poco impressionata dal suo tentativo di umorismo, rispose in tono tagliente.

"Muovetevi."

"Ispettrice Armitage, volete che venga con voi per tenerlo d'occhio?" si offrì l'agente di guardia alla porta.

"Non credo che sia cosè stupido. E poi, finora è stato entusiata al pensiero di essere impiccato; dubito che cambierà idea adesso."

E con quella frase si mosse, attraversando orgogliosa la casa. Trepoff sorrise, confuso, e la seguì, con me che venivo subito dopo di lui.

"Posso chiedere che sta succedendo?"

"Lo vedrete quando ci arriveremo."

La signorina Viola ci stava aspettando con pazienza quando arrivammo, in piedi con espressione serena accanto alla scrivania. Era così diversa da Lady Haruka da disorientarmi. Da quello che potevo vedere, condivideva la dedizione della mia Lady, ma la nascondeva dietro maniere gentili ed educate insinuazioni, mentre Lady Haruka era diretta e sincera. Quello che mi disturbava di lei, comunque, era il fatto che non la ritenevo una persona particolarmente onesta. Di tanto in tanto desideravo che Lady Haruka fosse un po’ più diplomatica, ma la signorina Viola era quasi una manipolatrice. Non avevo proprio idea di che cosa nascondesse dietro quel suo sorriso, e temevo che se l’avessi scoperto non mi sarebbe piaciuto affatto. In situazioni come questa, desideravo tanto avere un po’ del coraggio della mia Lady.

"Bene, eccolo qua," dichiarò Lady Haruka.

"L'accusato ha il permesso di conoscere il proprio destino?"

"Ara, l'ispettrice Armitage non ve l'ha detto?"

"Questo è il vostro spettacolo, Viola."

"Se insistete. Ma dopotutto, nella nostra società è un fondamentale principio della giustizia che un uomo sia messo a confronto con le prove che sono state raccolte contro di lui."

"Prove?" Trepoff era sorpreso. "Visto che sono stato colto con le mani nel sacco ed ho già confessato il crimine, tutto questo sfoggio deduttivo non è un po' superfluo?"

"Pensavo che aveste deciso di abbandonare questo genere di spavalderia?" disse la signorina dolcemente. Trepoff sospirò in risposta e si mise le mani nelle tasche.

"L'abitudine di ridere in faccia alla morte non si perde così facilmente, a quanto pare."

"Però c'è un argomento su cui non siete stato tanto spavaldo, vero? Il movente per l'omicidio del signor Smith."

Come a confermare la sua ipotesi, il sorriso svanì dal volto di lui, mentre la sua bocca si tendeva in una linea sottile e severa.

"Non che fosse un segreto," continuò, "L'ispettrice Armitage se n'è accorta prima che arrivassi. Più che altro, siamo più interessate a sapere come avete fatto a scoprire la verità a proposito della morte della signorina Searrs."

Trepoff strinse la mascella, ma non disse nulla.

"Se posso offrire un suggerimento? La prossima volta che deciderete di distruggere delle prove, assicuratevi di farlo completamente. Capisco che eravate nella morsa di una forte emozione e a corto di tempo, ma se volete nascondere qualcosa è opportuno rivolgere a questo tutta l'attenzione che merita." Fece un gesto verso la scrivania. "Come potete vedere, abbiamo reperito una quantità significativa di informazioni."

Lui fece un paio di passi verso la scrivania, in modo da poter vedere i pezzi di carta strinati che la signorina Viola aveva estratto con cura dai resti del libro.

"E quelle sarebbero le vostre prove?" protestò lui. "Un paio di pezzi di carta? Cosa potete provare con quelli?"

"Oh, parecchio, credo. Per esempio, la calligrafia può essere confrontata con quella del signor Smith, o con certi membri del suo staff di contabili per controllare chi abbia compilato quello che sembra essere un secondo set di registri. In certi punti, le date delle transazioni sono ancora intatte, il che ci offre un contesto. Se necessario, qualcuno potrebbe controllare gli archivi della fondazione Searrs per controllare se corrispondono—e, cosa più importante, se ci sono delle transazioni che differiscono. Poi con la prova del crimine davanti a lei, l'ispettrice Armitage si aprirà la strada nella Fondazione Searrs, facendo domande agli impiegati di tutti i livelli, controllando ogni transazione, tanto che quando tutto sarà stato portato alla luce, lo scandalo finanziario sarà in prima pagina su tutti i giornali, e discusso ad ogni angolo di strada."

Tacque per un attimo, abbastanza perché quell'informazione venisse ben compresa, ma non tanto perché lui avesse tempo di digerirla.

"O potete semplicemente dirci la verità. L'ispettrice così non dovrebbe studiare queste pagine, e quindi non ci sarebbe prova di una truffa finanziaria che richiederebbe la sua attenzione," aggiunse con un sorriso. "Quindi vedete, i vostri tentativi di proteggere la famiglia dallo scandalo finiranno solo per crearlo."

Trepoff guardò la mia lady, il cui cipiglio faceva capire che avrebbe fatto per puro puntiglio tutto quello che la signorina Viola aveva detto. Naturalmente quello non era il caso—Lady Haruka lo avrebbe fatto ma, proprio come aveva detto la signorina Viola, solo perché si era trovata davanti delle prove in quanto ufficiale di polizia, non per sentimenti personali.

Trepoff fece un lieve sorriso, pssandosi una mano tra i capelli in un gesto curiosamente infantile.

"Ah, avrei dovuto intuire che tutto sarebbe saltato fuori. I miei piani sono andati male sotto ogni aspetto. Siente sicure che Smith sia davvero morto?"

"Questo non è una specie di gioco, Trepoff!" ruggì Lady Haruka. "Avete ucciso un uomo."

"Qualcuno doveva. La vostra legge non ha fatto il suo dovere," disse lui di rimando.

"Intendete la morte di Rena Searrs?" la signorina Viola parlò prima che la mia Lady potesse farlo, impedendo che la discussione diventasse ancor più intensa.

"…sì."

"Credete che sia stata uccisa?"

"Lo ha ammesso quando l'ho affrontato."

"E lo avete ucciso comunque?"

"Senza testimoni? La mia parola contro la sua?"

"Inoltre avreste potuto indurlo a confessare di fronte a tutti gli ospiti e non avrebbe avuto alcun significato se lo aveste minacciato con una pistola," fece notare la mia lady. "Avrebbe detto di aver mentito per evitare che gli sparaste e non ci sarebbe stato alcun caso."

Guardò la signorina Viola, che non mostrò alcuna reazione apparente alla correzione di Lady Haruka.

"Naturalmente non è stato lui a sporcarsi le mani," continuò Trepoff. "Tipi come lui non lo fanno mai. Spostano il denaro, danno ordini, comprano i loro crimini invece di commetterli loro stessi. Ma è stata la sua avidità che ispirato quell'atto, e brucerà all'inferno per questo."

"Non posso darvi torto per quanto riguarda il signor Smith, ma sono più interessata a quello che brucia in questo mondo, per la precisione a questo libro mastro. Com'è giunto in vostro possesso? Suppongo che lo abbiate avuto poco prima della cena di ieri?"

"Come fate a saperlo?"

"Prima avete cominciato la vostra storia con la cena. Questo significa che gli eventi trascorsi durante la giornata non erano rilevanti per la discussione del crimine."

Trepoff annuì lentamente.

"Non avevo pensato che fosse così ovvio."

"Forse dovrei smettere di spiegare queste mie piccole deduzioni, se voglio continuare ad impressionare le persone con la mia abilità. Non siete d'accordo, ispettrice?"

"Credo che il vostro orgoglio possa sopportarlo."

"Ara, siete così severa."

Si rivolse di nuovo a Trepoff come se quello scambio non fosse mai avvenuto.

"Diteci tutto, signor Trepoff. Diteci cos'è successo."

Lui annuì.

"Avete ragione, ovviamente. È cominciato tutto quando sono tornato nella mia stanza per cambiarmi per la cena."

"E che ora era?"

"Abbiamo cenato alle otto, quindi direi attorno alle sette e mezza, forse un po' prima."

"Capisco. Andate avanti."

"Ho trovato un pacco sul mio letto. Era avvolto in carta marrone, e c'era un pezzo di cartoncino attaccato ad esso, con la scritta: 'A Sergay Trepoff; un'offerta al vostro cuore.'"

"Avete riconosciuto la calligrafia?" lo interruppe Lady Haruka.

Trepoff scosse la testa.

"No, ma era di una donna, credo, se questo può essere utile."

"Può essere. Chi può dirlo?" disse la signorina Viola. "Prego, continuate la vostra storia."

"Chiesi al mio valletto se sapeva chi avesse portato il pacco, ma lui non ne aveva idea. Era stato messo nella mia stanza quando non c'era nessuno; e visto che la camera non era chiusa a chiave avrebbe potuto trattarsi di chiunque." Sorrise, poi aggiunse, "Non ho nulla che valga la pena di rubare, almeno non a confronto con alcuni degli altri ospiti. In ogni caso il pacco non era solido, come una scatola, quindi lo aprii subito."

All'inizio, non capii che cosa intendesse con quella storia del pacco. Guardai la mia lady, e riconoscendo la mia espressione mormorò "trappola." Allora capii di cosa stava parlando—una bomba, una creatura velenosa, una pistola azionata a molla, o qualche altra brutta sorpresa uscita direttamente da un romanzo. Mi sembrò strano che lui avesse avuto quel pensiero, e mi chiesi che genere di cose ci fossero nel suo passato di 'avventuriero'. Enfatizzava il punto che Lady Haruka aveva capito delll'omicidio e che anche la signorina Viola aveva compreso all'istante: il genere di uomo che di riflesso controlla un pacco in cerca di trappole è improbabile che venga colto con le mani nel sacco mentre compie un omicidio, a meno che non si trovi nella morsa di una terribile passione.

Presi la decisione di stare più attenta a quel genere di dettagli. Volevo davvero essere d'aiuto a Lady Haruka, non solo prendere appunti e fungere da secondo paio d'occhi, ma qualcuno che poteva davvero assisterla nell'investigare i suoi casi, come il sergente Tate faceva per l'ispettore Kanzaki.

"Cosa c'era nel pacco?"

"Un libro mastro, come ben sapete. Era scritto con la calligrafia di John Smith—quella la conoscevo bene. Qualcuno aveva convenientemente segnato delle transazioni con l'inchiostro rosso, nel caso non fossi riuscito a capirne l'importanza. Amministrare i beni del conte Dai Artai mi ha dato una certa esperienza in queste cose, e mi sono accorto che attraverso una serie di pagamenti troppo onerosi per transazioni altrimenti legittime e un sistema di conti falsi, c'era stata una regolare appropriazione di fondi dalla fondazione Searrs."

"Quanto?" Lady Haruka fu diretta come sempre.

"Il libro mastro copriva tre mesi; e lo dico supponendolo, visto che ci vorrebbe una squadra di contabili per controllare e incrociare i dati per specificare la cifra esatta, ma penso che il furto ammontasse a più di quindicimila sterline."

"Se si dovesse tener conto che la cosa è andata avanti per tutto il tempo in cui Smith è stato l'amministratore—" cominciò la signorina Viola prima che la mia Lady la interrompesse.

"Sarebbero più di mezzo milione di sterline se si aggiungono tutte le sue malocclusioni!"

"È 'malversazioni,' Lady Haruka," osservai.

"Come minimo," fu d'accordo Trepoff. "Per quello che ne so, questo avrebbe potuto essereun periodo di vacche magre."

"O forse il contrario," ribattè Lady Haruka. "Per quel che ne sappiamo, questa avrebbe potuto essere l'unica volta in cui aveva rubato qualcosa."

La signorina Viola scosse la testa.

"Non se le transazioni sono come il signor Trepoff le descrive. Sono troppo sistematiche, coinvolgono troppa preparazione per essere un evento isolato. Speculare sulla quantità di denaro sottratto o sulla durata sarebbe, naturalmente, solo un lavoro di congettura, ma si tratta chiaramente di un piano esteso."

La mia lady aggrottò la fronte, irritata perché era stata corretta dall'altra donna.

"Suppongo abbiate deciso in fretta il prossimo passo?" continuò la signorina Viola.

"Sì, è così. Conoscevo i termini del fondo fiduciario. Una volta che Rena avesse compiuto i ventun anni o una volta sposata, avrebbe assunto il controllo della Fondazione Searrs e delle compagnie affiliate. Il fondo fiduciario sarebbe rimasto intatto per impedire a suo marito di ottenere autorità legale sulle proprietà di Rena, ma il controllo sarebbe stato nelle mani di lei. Sarebbe stato fatto un rendiconto totale, e l'autorità di Smith sarebbe giunta a termine a meno che Rena non avesse scelto di rinnovarla anche dopo il trasferimento, così lui non avrebbe comunque avuto alcun controllo sulla contabilità." Tacque per un attimo prima di continuare. "Non credo temesse di essere scoperto. Il suo piano era troppo ben congegnato. Credo, invece, che il suo movente fossero i profitti che otteneva dalle malversazioni, il suo stipendio di amministratore e il potere e il prestigio che venivano dalla sua posizione."

"Forse queste ultime due cose gli interessavano più di tutte. Sarebbe passato dall'essere uno degli uomini più potenti nell'economia d'Inghiterra ad un semplice ricordo. Ci sono persone per cui il potere e lo status sociale sono più importanti che respirare."

"E qualunque fosse il motivo, è sparito tutto…semplicemente assassinando la ragazza che avrebbe dovuto proteggere," disse amaramente Trepoff, stringendo i pugni.

"Avreste dovuto portare le prove alla polizia!" dichiarò Lady Haruka. "Siamo noi a dover avere a che fare con un ladro e un assassino. Nella nostra società non c'è posto per la vendetta privata."

"Siate realistica, ispettrice. Cosa poteva fare la polizia contro il capo della Fondazione Searrs? Smith aveva amici potenti nel potere politico e finanziario. La pressione sulla polizia perché abbandonasse il caso sarebbe stata enorme. E comunque quali prove ci sarebbero state per l'omicidio? Al massimo sarebbe stato messo in prigione per truffa—sempre che non fosse stato in grado di nascondere il suo crimine dietro un labirinto di manipolazioni finanziarie. No, il mio modo—il modo privato—è stato l'unico modo id ottenere giustizia per Rena. Il mio unico rimpianto è il ftto che non sono stato in grado di trattenere la mia collera, per poter liberare il mondo da lui in un modo che non mi facesse finire impiccato. Io…non potevo farlo, però, non potevo controllare il mio odio quando, ogni volta che lo vedevo, pensavo all'aspetto di Rena dopo quella caduta da cavallo."

Flettè convulsamente la mano destra, aprendola e chiudendola.

"In un certo senso…suppongo sia un sollievo. Ho sempre pensato che se fossi stato là con lei, se fossi uscito con lei a cavallo quella mattina, avrei potuto fare qualcosa—ma almeno ora so che la sua morte non è stata colpa mia, e che il suo assassino brucia all'inferno."

Il suo sorriso era quasi angelico mentre pronunciava quelle parole, e rabbrividii. Non importava quanti casi Lady Haruka avesse investigato, quella era l'unica cosa a cui non sarei mai riuscita ad abituarmi: la soddisfazione che così tante persone sembravano provare nel commettere i loro crimini. Non negavo di provare simpatia per Trepoff, ma uccidere un uomo e provarne piacere, non avere alcun rimorso dopo, non riuscivo assolutamente a capirlo. Anche se un assassino pensava che una certa persona meritasse di morire, non doveva esserci rimorso per questo, un qualche genere di esitazione? La prima dichiarazione di Trepoff indicava che aveva esitato prima di farlo, ma dopo, il suo unico rimpianto sembrava quello di essere stato scoperto, combinato con la maliconia per il destino di Rena Searrs, ma nessuno senso di colpa.

"Allora perché avete bruciato il libro mastro, se odiavate tanto Smith?" chiese la mia lady. "Perché cercare di distruggere l'unica prova sicura dei suoi crimini, l'unica cosa che potevate offrire in vostra difesa?"

"Come la signorina Viola ha già dedotto, non volevo creare uno scandalo che avrebbe infangato il nome di Alyssa. Rena amava la sua sorellina—erano sole al mondo, dopotutto, visto che i loro genitori erano morti—e non volevo aggiungere un altro scandalo e un'altra tragedia alla sua vita permettendo a questa sordida storia di diventare di pubblico dominio."

"Credo abbiate sbagliato i vostri calcoli," disse la signorina Viola. "I giornalisti che scrivono gli articoli mondani, per non parlare di coloro che spargono pettegolezzi per cercare di aumentare le possibilità delle loro figlie quando la signorina Alyssa farà il suo debutto in società fra qualche anno; queste persone non si faranno fermare dalla mancanza di prove."

Lady Haruka fu considerevolmente meno diplomatica.

"La verità è ovvia comunque, e cercare di coprirla permette a questi crudeli ficcanaso di creare peculazioni ancora più assurde e offensive."

"È 'speculazioni' Lady Haruka."

"Dovreste anche tenere in considerazione il fatto che la distruzione delle prove causa alla signorina Alyssa un danno diverso, molto più reale e tangibile."

"Viola, cosa intendete—oh. I soldi."

"Esattamente. Anche se si tratta della Fondazione Searrs, il denaro che il signor Smith ha rubato non può semplicemente essere ignorato. Quel libro mastro era prova che avrebbe aiutato il nuovo amministratore della signorina Alyssa a recuperare il denaro rubato dal patrimonio del signor Smith."

Tacque, come se stesse riflettendo, poi aggiunse, "Chi sarà il nuovo amministratore? Dobbiamo avvertirlo, o avvertirla, di quanto ha fatto Smith. O sarà il consiglio di amministrazione della Foundazione a scegliere qualcuno?"

Trepoff scosse la testa.

"No, Rena mi aveva detto che questa eventualità è stata presa in considerazione dal testamento di suo padre. Se Smith avesse dato le dimissioni o se si fosse reso incapace di fare il lavoro, il prossimo amministratore sarebbe stato Padre Greer."

"Il vicario locale?"

"Sì; lui, il signor Searrs, e Smith si conoscevano perché sono stati compagni di studi a Cambridge."

"Capisco. È stato ragionevole da parte del defunto signor Searrs prevedere e valutare le potenziali conseguenze."

Trepoff annuì, e fece un sorriso triste.

"Il conte Dai Artai—il padre di Nagi, intendo—non era di così ampie vedute, quindi saranno i suoi banchieri a Londra e a Napoli a prendere il mio posto. Anche se suppongo non possiate dargli torto; alla mia età non avrei dovuto cacciarmi nei guai, visto che i miei giorni da avventuriero erano finiti. Certamente non poteva prevedere che sarei stato impiccato per omicidio. Sono solo felice perché ora Nagi è cresciuto abbastanza da non sentire la mia mancanza."

"Non siete particolarmente vicino al conte Dai Artai, dunque?" chiese la signorina Viola.

"No—aveva dodici anni quando suo padre morì, e lui mi conosceva già da prima, quindi non abbiamo mai avuto una relazione padre-figlio."

Ridacchiò stancamente, e non potei fare a meno di pensare che quel russo avesse una forte corrente di fatalismo, per accettare quanto era successo e trovarci perfino del macabro umorismo.

"Almeno questo gli mostrerà che suo 'zio Sergay' non è così noioso come credeva."

La consulente investigativa annuì.

"Oh, sì. Non c'è nulla di noioso in questo caso." I suoi occhi scarlatti scintillarono. "Credo che ci saranno altri sviluppi. Spero che Natsuki abbia finito con il suo sandwich; abbiamo ancora molto da fare."

  
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