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Autore: Beauty    28/04/2014    5 recensioni
Nel mondo delle favole, tutto ha sempre seguito un preciso ordine. I buoni vincono, i cattivi perdono, e tutti, alla fine, hanno il loro lieto fine. Ma le cose stanno per cambiare.
Quando un brutale omicidio sconvolge l'ordine del Regno delle Favole, governato dalla perfida Regina Cattiva, ad indagare viene chiamato, dalla vita reale, il capitano Hadleigh, e con lui giungono le sue figlie, Anya ed Elizabeth. Attraverso le fiabe che noi tutti conosciamo, "Cenerentola", "Biancaneve", "La Bella e la Bestia"..., le due ragazze si ritroveranno ad affrontare una realtà senza più regole e ordine, in cui niente è come sembra e anche le favole più belle possono trasformarsi nel peggiore degli incubi...
Inizia così un viaggio che le porterà a scoprire loro stesse e il Vero Amore, sulle tracce della leggendaria "Pietra del Male" che, se nelle mani sbagliate, può avere conseguenze devastanti...
Il lieto fine sarà ancora possibile? Riusciranno Anya ed Elizabeth, e gli altri personaggi delle favole, ad avere il loro "e vissero per sempre felici e contenti"?
Genere: Dark, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Witch Hunt – The Black Cat
 
Belle aveva chiesto a Gerda di fare gli onori di casa al posto suo, ma la ragazza non ci stava riuscendo troppo bene, anzi. Elizabeth aveva preso a saltellare nervosamente da un piede all’altro, con le mani incrociate dietro la schiena e lo sguardo che vagava sul soffitto della stanza per non guardare né Cenerentola, che in quel momento sembrava più immusonita che mai, né Gerda, la quale da parte sua appariva estremamente a disagio, e se ne restava in disparte in un angolo, in piedi accanto al camino di pietra acceso, con un mezzo sorriso di circostanza sul volto e le dita che si torcevano le une con le altre.
La bionda aveva l’aria impaziente, come se non volesse rimanere in quella casa più del necessario; Elizabeth avrebbe voluto chiederle che cosa le fosse preso così all’improvviso, ma la presenza di Gerda e il timore di una rispostaccia la frenavano.
Dopo qualche minuto di pesante silenzio, la ragazza incinta si schiarì la voce.
- Volete…ehm…- si scostò una ciocca di capelli dietro un orecchio.- Volete bere qualcosa, in attesa che Belle e il Cacciatore tornino? Oppure…avete fame? Dovrebbe essere rimasta un po’ di minestra, se non sbaglio…
- No, stiamo benissimo - rispose Cenerentola, secca, anche se tutt’e due stavano morendo di fame, dato che era quasi mezzogiorno e il pane con il formaggio di quella mattina non era neppure sufficiente a riempire loro lo stomaco per poche ore.- Perché ci mettono tanto? Cosa devono dirsi di così importante?
- Sono…sono tanti mesi che non si vedono, e voi certamente sarete a conoscenza del…beh, della situazione…- provò a spiegare Gerda, con palese imbarazzo.- Avranno…delle cose importanti di cui discutere…
- E non potevano parlarne qui, di fronte a noi?
Gerda non seppe rispondere a quell’ultima domanda, e si strinse nelle spalle. Elizabeth stava iniziando a sentire il respiro venir meno. Volse lo sguardo verso l’unica finestra della stanza: al suo esterno, il gatto grigio era accucciato all’ombra accanto alla porta d’ingresso, con la coda che si muoveva su e giù, leziosamente. La ragazza fece un sorrisetto, quando a un tratto vide avvicinarsi al cortile un altro gatto: questo invece era nero come la pece, con gli occhi gialli e le pupille a fessura.
Rimase a girovagare tranquillamente nei pressi della casa per qualche minuto, quindi se ne andò.
 
***
 
Il Cacciatore aveva assistito a tutta la scena sentendosi infinitamente impotente e inutile, ma Belle non aveva dato alcun segno di aver bisogno d’aiuto, tutt’altro. Ci aveva impiegato ben dieci minuti prima di riuscire a calmare il mercante e far cessare i suoi borbottii senza senso, ma alla fine aveva fatto in modo di farlo stendere nuovamente a letto e gli aveva rimboccato le coperte, come a un bambino. Il Cacciatore aveva conosciuto il padre di Belle, quando quattro dei suoi sei figli erano entrati a far parte della Ribellione: l’aveva incontrato solo due volte, a essere precisi, ma in entrambe aveva avuto di lui l’impressione di un uomo forse non più giovanissimo – aveva già tutti i capelli bianchi, all’epoca, e il volto solcato da rughe – e che certamente aveva dovuto subire molte sofferenze e affrontare numerosi ostacoli nella sua vita – fra cui il dissesto finanziario, quel crepacuore che erano state le sorelle maggiori di Belle, e l’impossibilità di fornire una dote alle sue figlie femmine –, ma comunque forte, posato, saggio e con i nervi saldi. La morte dei suoi tre figli maschi e di Clotilde l’avevano adesso provato oltre ogni dire, facendogli perdere la salute e il senno: ora era dimagrito, aveva gli occhi iniettati di sangue, la mandibola cascante che si muoveva pronunciando borbottii e parole prive di significato, aveva bisogno di essere curato e accudito come un bambino piccolo, e al Cacciatore era parso che non fosse più nemmeno in grado di riconoscere la sua figlia prediletta.
Belle non fece commenti, e non appena il mercante si fu calmato ed ebbe chiuso gli occhi per dormire, uscì dalla stanza con una calma quasi impressionante, atteggiamento che al Cacciatore fece comprendere che quella situazione si trascinasse da tempo, sufficientemente perché la levatrice ci avesse fatto l’abitudine. Provò quasi pena per lei, ma scacciò via quel pensiero non appena si affacciò nella sua mente: Belle aveva sempre combattuto in vita sua, e se c’era una cosa che aveva fatto in modo non accadesse, era che qualcuno la compatisse. Meritava ammirazione, semmai, ma certamente non pietà falsa e inutile.
La levatrice sospirò, sistemandosi le pieghe dell’abito azzurro. Si appoggiò alla parete con il dorso.
- Non mi hai ancora detto perché sei qui. E…chi sono le tue accompagnatrici - fece un mezzo sorriso.- Perché la brunetta è vestita in quel modo strano?
Il Cacciatore chinò il capo, sospirando impercettibilmente. Stava esitando, si chiedeva se fosse opportuno rivelare a Belle la verità oppure no…ma d’altronde, lei era a tutti gli effetti un membro dei ribelli, e forse quella notizia avrebbe potuto risollevare un poco la sua speranza. Era solo questione di tempo, peraltro, prima che tutta la Ribellione lo venisse a sapere. Si fece più vicino a lei, in modo da poterle sussurrare in un orecchio.
- Si chiama Elizabeth. Lei è…è la Salvatrice.
Belle scattò all’indietro, colpendo rumorosamente la parete con le spalle, portandosi una mano alla bocca mentre alzava sull’uomo uno sguardo incredulo. Scosse il capo più volte prima di riuscire a mettere a fuoco la notizia.
- Che cosa? La Salvatrice? Sei…- bisbigliò.- Sei sicuro?
- Beh, a dire il vero, non ne sono del tutto certo…- a quella frase l’euforia della levatrice si smorzò un poco, ma Belle rimase comunque attenta a ciò che le stava dicendo.- E’ arrivata qui insieme a una sorella. Sono…le figlie di Richard Hadleigh. Ti ricordi di lui, vero?
- Certo - Belle fece una smorfia.- Come farei a dimenticarmene, dopo quello che ha combinato? E…dov’è ora, la sorella?
- Non lo so, e nemmeno lei. Ha detto di averla persa, sta cercando di ritrovarla. Ma la Regina Cattiva le vuole morte, entrambe…Questo, insieme al fatto che siano le figlie del traditore, è un chiaro segno che una delle due debba essere la Salvatrice.
Belle annuì, pensierosa.
- Sì, la profezia parla della progenie di un traditore…E il capitano Hadleigh è un traditore secondo solo a Vincent. Ma ora il problema è: chi delle due è la vera Salvatrice? Voglio dire, solo una di loro lo è, mentre l’altra…e se…e se la sorella fosse morta, o fosse stata catturata dalla Regina Cattiva, e la Salvatrice fosse lei e non quest’altra ragazza, allora come…
- Non corriamo troppo. Io so solo che questa ragazza ha già trovato una delle chiavi…
- Davvero?! Quale?
- Il sogno infranto. Ma…Belle, dobbiamo stare attenti. Presto la profezia parlerà di nuovo, e la Luna di Sangue si avvicina…anche la Regina Cattiva è sulle tracce della Pietra del Male, e vuole uccidere la Salvatrice e…ci resta ancora da scoprire dove i Pendragon abbiano intrappolato i fratelli Grimm - il Cacciatore si fece scuro in volto, mentre la levatrice annuiva lentamente, fissando il pavimento.
- Hai ragione. Non è solo la Pietra a essere nascosta, ma lo è anche la prigione di Jacob e Wilhelm - mormorò Belle.- Forse…forse potremmo…- si morse il labbro inferiore.- Merlino!- esclamò.- Lui lo saprà certamente! Anche lui era presente durante la Guerra Oscura, saprà senz’altro dove…
- Merlino è a Camelot, per il momento - disse il Cacciatore.- E…Belle, tu hai ragione: lui naturalmente lo saprà, ma non è più lo stesso della Guerra Oscura. E’ invecchiato, molto…le creature magiche, i maghi e le streghe vivono di più dei comuni esseri umani, ma anche loro prima o poi devono morire. E Merlino non ha più molte forze…è una cosa orribile da dire, lo so, ma presto potremmo non essere più nelle condizioni di contare sul suo aiuto.
- E allora cosa proponi di fare?- incalzò Belle; le parole del Cacciatore non le erano piaciute per niente: il suo amico aveva parlato come se il mago fosse già disteso su di una pira, pronta a essere arsa insieme alle sue spoglie, e anche mettendo da parte il fatto che a lei non piaceva parlare della morte, specialmente se questa non era ancora avvenuta, quel discorso nella sua mente presupponeva una resa che lei non aveva alcuna intenzione di prendere in considerazione.- Cosa vorresti dire con questo? Che se Merlino muore, allora tutti noi saremo condannati? Senza nemmeno provare a combattere? Che è inutile tentare almeno di contattarlo, o di individuare la prigione dei fratelli Grimm? Che tutto quello che stiamo facendo è destinato a fallire, e faremmo meglio ad arrenderci alla Regina Cattiva? Che…
- Non ho detto niente di tutto ciò. Belle, mi hai frainteso: volevo solo dire che Merlino è lontano, e che per raggiungere Camelot ci vorranno giorni, forse settimane intere, e in tutto questo tempo la profezia potrebbe parlare nuovamente e la Regina non smetterà certo di cercare le chiavi per arrivare alla Pietra. Potrebbe precederci e arrivare a risolvere gli enigmi prima di noi, e d’altra parte se anche raggiungessimo Camelot e trovassimo Merlino, non potremmo fare niente, senza la Pietra. Belle, se riusciamo a ricomporre i pezzi del labirinto prima della Luna di Sangue, allora non avremo neppure bisogno di cercare la prigione di Jacob e Wilhelm! Quei due maledetti resteranno dove sono per il resto dell’eternità, e la Regina Cattiva non potrà usare il loro potere contro di noi!
- Ma perché vuole riportarli indietro?- bisbigliò Belle, con rabbia repressa.- Non sa a cosa sta andando incontro? Non ricorda com’erano i Tempi Bui? Cosa facevano i fratelli Grimm?
- Dimentichi che non è della matrigna di Biancaneve che stiamo parlando. Anche se si fa chiamare Grimilde come lei, non…
- Io non sto dimenticando niente! Lo so che è una nuova Regina Cattiva a essere sul trono, ma chiunque fosse prima che prendesse il potere, sa di cosa sono capaci i Grimm! S’illude di poterli controllare, ma non sa a cosa sta andando incontro…
- Non credo che si stia illudendo. Per quello che ne sappiamo, forse possiede davvero un mezzo per controllarli, un mezzo di cui noi non siamo a conoscenza. Quanto al perché voglia il loro ritorno…non ti so rispondere, Belle, e spero di non esserne mai in grado…
La levatrice sospirò, abbandonando la parete contro cui era appoggiata e dirigendosi verso il corrimano della scala; vi piantò sopra i gomiti, fissando il vuoto di fronte a sé con le sopracciglia aggrottate.
- L’unica speranza che ci resta è che quella ragazza che sta con te sia veramente la Salvatrice, e riesca a recuperare tutte le chiavi…- mormorò a mezza voce; il Cacciatore la raggiunse, avvolgendole un braccio intorno alle spalle. Belle alzò lo sguardo su di lui, guardandolo come se avesse improvvisamente notato qualcosa di strano che prima non aveva visto. L’uomo inarcò entrambe le sopracciglia, perplesso.
- Che succede?- le domandò.
- Ehm…ti…ti senti bene?- domandò la levatrice, facendo correre lo sguardo prima sul suo volto, poi sull’intera figura. Aveva già notato quando l’aveva rivisto che c’era qualcosa di strano, ma sulle prime aveva pensato che fosse solo un’impressione dettata dalla troppa lontananza. Poi, questa era scomparsa a causa di tutta quella concitazione, lei che si doveva riprendere dal fatto di aver appena scampato la forca e lui che aveva delle informazioni importanti da darle, ma ora che entrambi erano più calmi si rendeva conto che qualcosa non andava: il Cacciatore era molto più pallido di quanto non fosse mai stato, con delle profonde occhiaie e un’espressione sofferente; era dimagrito, di molto, e l’intera sua figura emanava un senso di…debolezza.- Voglio dire, sei…sei molto pallido…
L’uomo sentì il sangue gelarsi nelle vene, ma sostenne lo sguardo di Belle, fingendo indifferenza.
- Sono due giorni che quasi non mangio e dormo nella Foresta Incantata. E’ naturale che sia un po’ emaciato…- si strinse nelle spalle con un sorrisetto di finta allegria.
- Davvero? Eppure non mi sembravi in cattiva compagnia…- ridacchiò la levatrice.- Anche se eri nella Foresta Incantata, due belle fanciulle come quelle che ti porti dietro dovrebbero lenire non poco la fatica…
- Belle, ti prego…!
- La bionda è carina - Belle ghignò, facendogli l’occhiolino.- Anche se non credo di andarle troppo a genio…temo che presto ti troverai un’amante gelosa fra capo e collo.
- Lei non è la mia amante, e nemmeno lo diventerà mai!- si schernì il Cacciatore, con un sorriso imbarazzato.
- Quante storie! Alla tua età non sei nemmeno sposato, non ti vergogni?!- rise la levatrice.
- Non oserei mai sposarmi prima di te…
- Allora caschi male, mio caro. Non l’hai ancora capito che io morirò zitella?- con questo, Belle si aprì in una risata liberatoria, iniziando a scendere velocemente le scale seguita dal Cacciatore.
La visione di loro due che ridevano e scherzavano come se nulla fosse fu quella che ebbero Cenerentola, Elizabeth e Gerda quando entrarono nella stanza del caminetto. La bionda inarcò un sopracciglio.
- Dovevate parlare di cose…importanti, vero?
- Sì…- soffiò il Cacciatore, ritornando serio in un battito di ciglia.- Questioni riguardanti…
- Madame Tremaine ripeteva sempre che la buona educazione vuole che si evitino sussurri quando si è in presenza di altri e che non è cordiale escludere terzi presenti da una conversazione. E’ una delle poche cose buone che ho appreso da lei.
A Elizabeth parve che la temperatura si fosse improvvisamente abbassata di almeno una decina di gradi. Il Cacciatore non replicò a quella che era una palese frecciatina, ma anzi sembrò interessato a dismisura a una seggiola posta contro la parete. Gerda si umettò le labbra. Belle mantenne stoicamente il sangue freddo e la faccia tosta.
- L’ora di pranzo è passata da diverse ore, ormai - disse gentilmente, con un sorriso.- Il Cacciatore mi ha raccontato che avete avuto diverse peripezie nella Foresta Incantata: il minimo che posso fare è offrirvi qualcosa di caldo, fintantoché sarete ospiti miei e di Gerda.
- Noi…non dovevamo cercare indizi riguardanti la Pietra del Male?- Cenerentola incrociò le braccia al petto, guardando il Cacciatore. Elizabeth non poteva che dirsi d’accordo con lei, ma non poté fare a meno di notare che la bionda si era lasciata sfuggire un particolare che implicava la Ribellione e la loro presenza a Salem; tuttavia, era chiaro che quelle due ragazze ne fossero già a conoscenza, quindi non se ne preoccupò più di tanto.
- Ah, ecco! Ora mi spiego il motivo della tua presenza qui!- Belle si voltò verso il Cacciatore.- Beh, possiamo aiutarvi, ma prima…venite, vi preparo qualcosa da mangiare. Mio padre diceva sempre che con lo stomaco pieno si ragiona a mente più lucida…
 
***
 
Il pranzo preparato da Belle consisteva in una minestra di patate riscaldata, ma era chiaro che avesse dato loro il meglio che aveva. Elizabeth aveva compreso al volo che quella casa forse un tempo era stata abitata da persone benestanti, ma che di queste rimaneva solo quella ragazza il cui nome le aveva immediatamente riportato alla mente un’altra favola – e si stata trattenendo a stento dal farle domande riguardo a essa. Sia lei sia il Cacciatore si erano avventati sul proprio piatto non appena la levatrice glielo aveva posto di fronte, al contrario di Cenerentola, che invece continuava a fissare le patate che galleggiavano nel brodo rigirandole con il cucchiaio con aria annoiata e vagamente disgustata. Gerda mangiava come un uccellino, quasi non toccò nulla.
- Allora…da dove intendete cominciare?- chiese Belle a un certo punto, spezzando un piccolo pezzo di pane; si rivolse soprattutto a Elizabeth.- Il Cacciatore mi ha detto che avete già trovato il sogno infranto. Siete stati molto bravi…
- Davvero?- fece Gerda, sollevando il capo di scatto e inarcando le sopracciglia. Cenerentola puntò uno sguardo a metà fra l’accusatorio e l’allibito in direzione del Cacciatore. L’uomo si schiarì la voce.
- Belle è un membro della Ribellione, e così anche il marito di Gerda - disse, come a giustificarsi.- Ho ritenuto giusto informarle.
Cenerentola fece una smorfia di disappunto, ma non replicò. Elizabeth si stava chiedendo perché mai lei e sua sorella non se ne fossero fregate di quel distintivo e non fossero rimaste a casa, quella sera in cui erano finite nel Regno delle Favole. Si schiarì nervosamente la voce.
- Avevamo…avevamo pensato di cercare qualcosa…- mormorò, sentendo che era arrossita; le capitava spesso, quando doveva parlare con persone che non conosceva.- Speravamo di trovare…delle biblioteche o degli archivi, qui…dove…dove poter cercare…
- Biblioteche e archivi?- negli occhi della levatrice spuntò una luce di amara allegria.- Qui a Salem? Mi dispiace deludervi, ma questo villaggio non tiene molto in considerazione i libri e la cultura…
- Ma…dovrete pur avere qualcosa - insistette il Cacciatore.- Oppure…Belle, tu hai più libri di quanti ne avrebbe una biblioteca…non potresti…
- Lo farei più che volentieri, ma purtroppo i miei libri sono molto…particolari - Belle chinò il capo, chiaramente evitando di continuare; a Elizabeth non sfuggì lo sguardo che si scambiarono lei e Gerda.- Dubito che troveremmo quello che cerchiamo.
- Ci interesserebbe sapere che cos’è la bellezza nella morte - mormorò Elizabeth.- E…anche il riflesso della verità.
- La profezia ha parlato nuovamente, quando abbiamo trovato lo specchio infranto - spiegò il Cacciatore.- Crediamo che sia una nuova chiave.
- Ora che ci penso, il borgomastro ha qualche libro, ma è molto difficile che li metta a disposizione - Belle guardò Elizabeth.- Non fraintendetemi, ma…avrete compreso da voi che questa città è molto superstiziosa. Gli stranieri non sono molto ben visti…
- Faremo un tentativo - dichiarò il Cacciatore, ingoiando un cucchiaio di minestra.- Da dove potremmo cominciare, secondo te?
- Beh, la moglie del borgomastro è la locandiera…- mormorò la levatrice.- Magari potreste partire da lì. E’ una brava donna, una mano potrebbe darvela. La locanda è La meravigliosa incantatrice, appena fuori dalla piazza principale. Potreste cominciare da là, come primo passo…io intanto vedrò di dare un’occhiata ai miei libri, magari non è detto che non ci sia nulla…Mi vorrete scusare se non vengo con voi - ridacchiò con amarezza.- Ma credo che se vi vedessero in compagnia di una…presunta strega, non vi farebbero neppure entrare.
- Non preoccuparti, Belle. E grazie - il Cacciatore sorrise.- E…
Qualcuno bussò alla porta, coprendo le restanti parole dell’uomo. Tutti i presenti si zittirono, e Gerda fece cadere il cucchiaio sul pavimento per la sorpresa. Trascorsero alcuni secondi, quindi bussarono ancora, più a lungo e con più energia.
Gerda guardò Belle con preoccupazione.
- Chi…chi pensi possa essere?- pigolò.
La levatrice non rispose, ma si alzò velocemente da tavola e si diresse a passo spedito verso la porta. Il Cacciatore la imitò, seguendola a ruota. Elizabeth esitò, rimanendo ancora un paio di secondi seduta, quindi si alzò anche lei, correndo loro dietro.
I colpi contro il legno si fecero più insistenti; Belle afferrò il pomello e lo girò, socchiudendo appena la porta per sbirciare chi ci fosse all’esterno, ma non appena riconobbe la sagoma attraverso lo spiraglio, immediatamente tentò di richiudere il battente.
- Ancora tu!- strillò.
L’uomo all’esterno glielo impedì, prima facendo forza contro di essa con le braccia e infine bloccandola insinuando lo stivale fra il bordo e lo stipite della porta. Belle cercò di prendere il legno a spallate, ma lui era più forte.
- Vattene!- ringhiò, lanciandogli uno sguardo di fuoco attraverso lo spiraglio.- Vattene! Questa è casa mia, non hai il diritto di entrare!
- Apri! Mi manda il borgomastro!
- Sono stata riconosciuta innocente! Vattene via!
- Ho detto di aprire!
Il Cacciatore cercò di raggiungere a sua volta la porta per aiutare l’amica, ma prima che potesse farlo Belle cedette sotto le spinte dell’uomo, il quale spalancò il battente con un colpo secco. La levatrice barcollò, indietreggiando quasi fino a raggiungere Cenerentola, Elizabeth e Gerda che se ne stavano tutt’e tre in piedi sulla soglia della cucina; l’ultima si teneva una mano sul grembo.
Il Cacciatore sollevò lo sguardo, incrociando quello dell’uomo che avevano incontrato quella mattina sulla forca, il cacciatore di streghe che Belle aveva identificato come Hansel.
Questi entrò in casa come se nulla fosse, sistemandosi sbrigativamente alcune pieghe del cappotto, quindi puntò su Belle uno sguardo di fuoco.
- Sei fortunata che io voglia passare sopra a quest’inconveniente: potrei anche decidere di farti arrestare per avermi opposto resistenza!
- Questa è casa mia!- ringhiò la levatrice, andandogli incontro inviperita, del tutto sorda a quella minaccia.- Ho il diritto di far entrare chi voglio! Vattene immediatamente, se non vuoi che…
- Che cosa? Che mi scagli addosso uno dei tuoi malefici?- sputò fuori Hansel: c’era un modo in cui guardava Belle che non era né odio né paura, ma solo profondo e radicato disgusto, come se la ragazza fosse stata un insetto da schiacciare. La levatrice si rabbuiò.
- Sono stata riconosciuta innocente…- sibilò.
- No. La tua pena capitale è stata solo temporaneamente sospesa in attesa che io trovi altre prove a tuo carico, ma quando ciò accadrà sta’ pur certa che nessuno ti potrà salvare dalla forca - Hansel infilò una mano all’interno del cappotto, estraendone una pergamena sigillata con un timbro in cera rosso fuoco, quindi la gettò ai piedi di Belle.- Sai leggere, strega?- le domandò mentre lei si chinava a raccoglierla.- Questa è una lettera del borgomastro, scritta di suo pugno. Ti ordina di non lasciare Salem fino a che non ti sarà esplicitamente permesso, inoltre sei sollevata dalla tua attività di levatrice sino a data da definirsi.
- Che cosa?!- gridò Belle, a metà fra lo sgomento e il furioso.- E come farò a vivere? Io mi mantengo con quel lavoro, mio padre è malato…
- Avresti potuto pensarci prima di iniziare a praticare la arti oscure - Hansel si aprì in un ghigno un po’ sghembo, ma ritornò subito serio; la levatrice stava per dire qualcos’altro, ma l’attenzione del cacciatore di streghe si era spostata su Gerda. Hansel si soffermò in particolar modo sul ventre arrotondato della ragazza, quindi la guardò negli occhi.
- Signora, vi chiedo di lasciare questa casa.
Lo disse in modo talmente piatto e allo stesso tempo talmente perentorio da togliere il fiato ai presenti. Gerda impiegò qualche secondo per mettere a fuoco le parole, ma poi scosse il capo con forza.
- No, non posso.
- Certamente potete. Non abbiate timore, vi scorterò io stesso presso la moglie del mugnaio. Lei ha già nove figli, saprà prendersi cura di voi molto meglio di questa strega.
- Quella vecchia sgualdrina ubriaca?!- insorse Belle, fuori di sé: Elizabeth vide che era pallida e madida di sudore, e le mani le tremavano per la rabbia.- E’ lei che avete scelto al posto mio? Farà morire tutti i neonati, quell’incapace…
- Sarà sempre meglio di una strega come voi.
Belle incassò il colpo, ma subito dopo marciò in direzione di Hansel come una furia. Lo afferrò per il bavero della casacca, in modo che il volto del cacciatore di streghe fosse a pochi centimetri dal suo.
- Stammi a sentire, razza di idiota!- sibilò.- Non me ne importa niente se mi credete una strega e m’impedite di fare il mio lavoro, ma Gerda non si muove da qui! E’ incinta, è debole, ha bisogno di qualcuno che si prenda cura di lei e di stare tranquilla, e tu non stai facendo altro che metterla in agitazione con il tuo berciare, maledetto figlio di una cagna…!
- Toglimi le mani di dosso, strega!- ruggì l’uomo, divincolandosi dalla presa di Belle.
- Io non me ne vado!- pigolò Gerda, con tutta la poca forza che aveva.- Non posso andarmene! Mio marito è lontano, è Belle che si prende cura di me e del bambino. Sto bene qui con lei, non mi ha mai fatto mancare niente…
- Come volete, ma non dite che non vi avevo avvisato - Hansel provò a ricomporsi, tornando a guardarla.- State mettendo la vita vostra e del vostro piccolo nelle mani di una strega, sappiate questo. In ogni caso, qualora cambiaste idea, potete sempre contare sull’aiuto mio e del borgomastro.
- Che i Grimm vi squartino vivi, tutti e due!- ringhiò la levatrice a mezza voce.
Hansel spostò la sua attenzione sulle altre tre persone presenti nella stanza: liquidò velocemente Cenerentola, ma si soffermò a lungo prima su Elizabeth, quindi sul Cacciatore. A quest’ultimo rivolse un’occhiata rabbiosa.
- Mi ricordo di voi. Vi rendete conto del fatto che avete preso le difese di una strega? Potreste essere condannato a morte anche voi, per questo.
- Ho solo fatto ciò che mi sembrava più giusto - rispose il Cacciatore, tranquillamente.- Piuttosto, ho udito quello che il borgomastro vi ha detto, stamattina in piazza. Non dovreste continuare ad additare Belle come una strega, se non ne avete le prove. E io ho la piena fiducia nella sua innocenza - accompagnò quest’ultima frase con un sorriso complice e un’occhiata eloquente rivolta alla levatrice, che ricambiò appieno.
- Comunque - proseguì Hansel imperterrito, fingendo di non aver sentito.- Consiglio a tutti voi di non rimanere ulteriormente in questa casa. Ho parlato con il borgomastro, ed egli si è dichiarato disposto a ospitarvi nella locanda del villaggio, in modo che non dobbiate trascorrere la notte in compagnia di questa strega.
- Ehi, ma come ti permetti?!- lo riprese Belle.- Questa è casa mia, posso ospitare chi voglio! Di’ a quel vecchio che…
- Accetteremo molto volentieri, grazie - il Cacciatore le parlò sopra, per poi voltarsi e lanciarle un’altra occhiata d’intesa che lei colse al volo. Elizabeth non fu da meno: non le era sfuggita la parola locanda.
- Molto bene. Un’ultima cosa…- Hansel estrasse dal cappotto un’altra pergamena, ma stavolta la svolse, porgendola loro con un calamaio e una piccola piuma d’oca.- E’ legge a Salem che gli stranieri registrino il loro nome, legge resa ancora più necessaria dai tempi in cui ci troviamo a vivere.
Ci fu qualche istante di silenzio, quindi Cenerentola annuì: fu la prima a farsi avanti, e firmò. Elizabeth si sporse spudoratamente per poter vedere: la bionda non aveva scritto il suo nomignolo, naturalmente, ma aveva firmato con quello che doveva essere il suo nome di battesimo. La ragazza non riuscì a decifrare il cognome, ma lesse chiaramente il primo nome: Ella.
Cenerentola si scostò per lasciarle il posto, quindi toccò a lei firmare: scrisse Elizabeth Hadleigh con una calligrafia a zampe di gallina e fece anche cadere una macchia d’inchiostro sulla pergamena.
Quando fu il turno del Cacciatore, questi rimase immobile fermo al suo posto per diversi istanti, mordendosi l’interno di una guancia. Hansel lo guardò come a incitarlo a sbrigarsi.
Infine, l’uomo si avvicinò e afferrò la piuma d’oca con evidente impaccio. A Elizabeth parve quasi che non sapesse nemmeno bene come si tenesse in mano. Alla fine, il Cacciatore tracciò una tremolante croce accanto alle due firme delle ragazze.
Hansel guardò quella X mal scritta, e sogghignò con cattiveria.
- Naturalmente. Avrei dovuto immaginare che un uomo come voi non sapesse scrivere.
Il Cacciatore avvampò, puntando lo sguardo sul pavimento, reazione che a Elizabeth fece avvertire una stretta al cuore. Da quel poco che lo conosceva, aveva sempre visto il Cacciatore come dotato di una personalità decisa, calma e forte allo stesso tempo, e vederlo vacillare in quel modo le faceva uno strano effetto. Guardò Cenerentola: era impallidita.
- Molto bene. Seguitemi, vi faccio strada.
Elizabeth si voltò, salutando con un cenno del capo e un sorriso accennato sia Belle sia Gerda; si sarebbe aspettata che anche il Cacciatore facesse lo stesso, e invece l’uomo era così avvilito che uscì dalla porta principale senza nemmeno girarsi.
 
***
 
Il gatto nero era accucciato in un angolo del cortile, appena sotto un salice piangente. Il gatto a strisce grigie gli si avvicinò, stuzzicandogli la coda con una zampa, al che il primo felino soffiò rabbiosamente nella sua direzione, facendolo fuggire via.
Il gatto nero si rizzò sulle zampe, e queste cominciarono ad allungarsi lentamente. Il felino si resse sugli arti posteriori, assumendo una posizione eretta a mano a mano che il suo corpo continuava a cambiare. La coda scomparve, e il pelo si trasformò in un lungo abito nero.
Gretel scosse il capo, facendo ondeggiare i capelli castani al vento.
- Stupida bestiaccia!- ringhiò, rivolta al gatto grigio che, tuttavia, era già sparito dalla sua visuale.
Guardò il cielo: il sole stava calando, e presto la notte sarebbe stata vicina.
 
***
 
Belle sospirò, poggiando la fronte bollente contro il vetro della finestra, beandosi di quella poca frescura contro le sue tempie imperlate di sudore. Era rimasta a guardare il Cacciatore e la Salvatrice allontanarsi in compagnia della bionda e di Hansel, e ora erano tutti e quattro spariti dietro le case del villaggio.
- Gliel’hai detto?- chiese Gerda alle sue spalle, seduta su una seggiola mentre si accarezzava piano il ventre. Belle la guardò con aria interrogativa.
- Che cosa?
- Al Cacciatore…gliel’hai detto?- insistette l’altra.
La levatrice sospirò nuovamente, scuotendo il capo.
- No. Ho pensato di farlo, a un certo punto, ma…ho preferito lasciar perdere.
- Temevi che potesse pensar male di te? Il Cacciatore è un uomo buono!
- Lo so, Gerda, ma non voglio comunque che lo sappia. Non sono cose che si possono rivelare ai quattro venti, queste. Hai visto come ha reagito la gente di questo villaggio…
- Tu non pratichi la magia oscura, Belle. E le persone lo sanno, te lo hanno dimostrato.
- Ma non durerà, Gerda. Presto, anche se non ne avranno le prove, tutti m’indicheranno come una strega. Il pregiudizio a volte è più forte della verità.
- E che farai, se dovesse accadere?
- Io…- Belle guardò un’altra volta fuori dalla finestra.- Io non lo so, Gerda. Davvero, non lo so.
 
 
 
 
 
 
 
Angolo Autrice: Questo capitolo è un po’ noiosetto, lo so, ma dal prossimo mi farò perdonare. Ah, il prossimo sarà molto breve, lo pubblicherò verso la fine della settimana e mi discosterò un attimo dall’atmosfera di Salem per spostarmi altrove. Non preoccupatevi, a Salem non abbiamo ancora finito e Gretel entrerà in scena dal prossimo ancora, ma non sarà la sola vicenda a essere trattata in questo lasso di tempo…sarà una luuunga notte per tutti, questa ;).
Ringrazio SognatriceAocchiAperti, x_LucyW e Sylphs per aver recensito :).
Ciao, al prossimo capitolo!
Beauty
  
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