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Autore: Ili91    28/04/2014    3 recensioni
[Crossover Teen Wolf/Supernatural, Sterek, POST 3x12]
Un vecchio amico di John Winchester fa sapere a Dean e Sam che a Beacon Hills ci sono problemi e richiede il loro intervento. Intanto, sei mesi dopo gli ultimi eventi successi a Beacon Hills, Lydia trova due cadaveri in pochi giorni e Stiles e il resto del branco sono certi si tratti dell’opera di un licantropo. Derek, intanto, si è trasferito, ma una telefonata lo spinge a tornare a casa.
Leggesi anche come: Beacon Hills ha un alto tasso di mortalità, Derek e Stiles hanno sentito la mancanza l’uno dell’altro, e Dean ha un serio terrore di un’anziana signora e del suo pappagallo.
Tratto dal primo capitolo:
Senza smettere di battere sulla tastiera del portatile o cliccare con il mouse, Sam disse: «Un vecchio amico di papà - Timothy, lo ricordi? - mi ha fatto sapere che a Beacon Hills succedono cose strane e richiede anche il nostro intervento.»
[…]
«Hai trovato riscontri o il vecchio Timothy esagera?»
Sam si voltò verso di lui, guardandolo ad occhi sbarrati. «Esagerare? Penso che Beacon Hills dovrebbe essere citata come una delle città con il più alto tasso di mortalità dell'ultimo secolo.»
Genere: Commedia, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Isaac Lahey, Peter Hale, Scott McCall, Stiles Stilinski
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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There is need of the Winchesters - CAPITOLO 7 Titolo: There is need of the Winchesters
Beta: Luthien (si ringrazia anche Gellie per alcuni consigli, tra cui il titolo - grazie mille ad entrambe per il vostro lavoro)
Fandom: Teen Wolf/Supernatural
Personaggi: da Supernatural (Sam e Dean)
da Teen Wolf (Stiles, Derek e Scott principalmente, ma un po' tutti, insomma)
Pairing: Stiles/Derek
Rating: Giallo
Genere: Mistero, Sentimentale, Comico
Note e avvertimenti:
- Crossover
- What if? (Ci sono delle discrepanze con la serie, alcune cose che ho preferito ignorare o su cui non concentrarmi: ho tralasciato l'oscurità di cui parlava Deaton, si sa che Lydia è una Banshee, ma non ho voluto approfondire. Comunque, in linea di massima, seguo il canon).
Note dell'autrice:
- Capitolo: 7/16 (2811 words)
- Ambientato a Beacon Hills, circa sei mesi dopo la fine della 3x12



There is need of the Winchesters

7

Con il senno di poi, ora si spiegavano molte cose.
Tutto quell'essere misteriosi, quel nascondere ciò che sapevano davvero, la sorprendente conoscenza di dettagli sui lupi mannari e il motivo per cui ce l'avevano proprio con Scott.
Non era un caso. Derek era un licantropo, Dean avrebbe scommesso che anche Scott lo era, e chissà chi altro. Inoltre, Stiles, dall'espressione che aveva in viso, doveva essere al corrente di tutto o essere un lupo mannaro lui stesso.
Scacciò la possibilità, quando rammentò che avevano visto Stiles ferito solo il giorno prima e non presentava nessuna capacità di guarigione fuori dalla norma. Forse era solo un umano stupido che credeva di poter correre con i lupi. Era tutta colpa della mania per i fantasy che c'era a quei tempi, la gente trovava divertente e stimolante frequentare mostri. Roba da pazzi!
«Sei un lupo mannaro» ripeté Sam, anche lui sorpreso, e lo imitò puntando la canna della pistola contro il petto del lupo mannaro.
Quest'ultimo si mise in posizione difensiva.
«Un momento, possiamo spiegare. Non tutti i lupi mannari sono cattivi e uccidono, smettete di puntargli addosso quelle cose!» esclamò Stiles, spostandosi per mettersi davanti a Derek, il quale non sembrava intenzionato a permetterglielo.
«Spostati, idiota, prima di farti colpire» disse, con gli occhi che luccicavano e Dean si diede dello stupido per non aver intuito prima la verità. Insomma, che cacciatore era? Forse aveva bisogno di una vacanza.
Stiles lo ignorò. «Abbiamo tralasciato qualche particolare, ma non abbiamo mentito sul resto. Ci sono stati lupi mannari, cacciatori, druidi e persone psicopatiche prima d'ora in città, che hanno ucciso persone innocenti, e noi le abbiamo fermate. Non potevamo essere sinceri, proprio perché sapevamo il risultato sarebbe stato questo.» Con un cenno del capo indicò lui e Sam e, più precisamente, le armi che maneggiavano.
«Dean, forse dovremmo...» La pistola che Sam teneva in mano venne abbassata di qualche centimetro, fino ad essere rivolta contro il terreno.
«Cosa, Sam...?!» lo interruppe Dean, con uno scatto, e alzò la voce. «Ci hanno mentito, già questo non li rende degni di fiducia. I mostri sono così; quando li scopri, direbbero e farebbero qualsiasi cosa pur di non avere più un'arma puntata contro e salvarsi la pelle. Non sono diversi dai tanti esseri che abbiamo spedito all'altro mondo.» Era deluso da Sam. Era stato ferito - erano stati feriti - molte volte, avevano perso persone a loro care, sapevano entrambi come girava il mondo. C'erano lacrime e sangue, sempre, ogni dannata volta. «Perché dovrei fidarmi di loro?» Quando guardava Derek vedeva solo artigli e zanne sguainate, pronti a staccare la testa a qualcuno.
«La mia famiglia, il mio branco non hanno mai fatto nulla di male» disse Derek. Se si fosse avvicinato, Dean avrebbe premuto il grilletto senza pensarci su due volte. Non avrebbe fatto del male a Stiles, che era umano, ma per Derek non valeva lo stesso principio.
«Nessuno deve farsi male. Noi vogliamo solo trovare il killer e farlo smettere.» Stiles doveva essere una specie di avvocato difensore dei licantropi, sempre pronto a mettersi in mezzo ed ergersi in loro difesa.
«Uccidiamo solo chi uccide persone innocenti, Dean. E questi sono solo ragazzi» tentò di farlo ragionare Sam.
Aveva ragione, erano disposti a lasciar vivere chi non infliggeva dolore e morte, ma davanti a sé vedeva solo bugie e i cadaveri ritrovati. «Stiles sarà anche un ragazzino, ma l'altro è un uomo che ha visto la morte.»
Derek sussultò in modo quasi impercettibile e strinse le labbra, Stiles, invece, impallidì. Aveva toccato un nervo scoperto?
«Non sai un bel niente!» replicò, infatti.
Derek si raddrizzò, tornando umano. «Basta, Stiles. Andiamo.» Lasciando interdetti tutti i presenti, Derek si girò e si allontanò lentamente verso la macchina.
Dean si era aspettato che mirasse alla loro gola, invece abbandonava il campo di battaglia.
Stiles si affrettò a raggiungerlo. «Va bene che non volevo spargimenti di sangue, ma te ne vai così?!» cominciò a blaterargli alle spalle, mentre tentava di sostenere il passo deciso di Derek.
Dean si voltò verso il fratello. L'istinto gli suggeriva di raggiungere il lupo mannaro e freddarlo sul colpo, ma vedere Sam scuotere il capo in segno di negazione lo fece desistere.
Decise di lasciarli andare, per il momento. «Se scopriremo che siete implicati in qualche omicidio, non la passerete liscia» disse, certo che Derek sarebbe riuscito a sentirlo anche da quella distanza.
Poco dopo, la jeep di Stiles e la Camaro di Derek - bella macchina, comunque, anche se mai all'altezza della sua - si allontanarono nella stessa direzione.
«Che facciamo, adesso?» chiese Sam.
Dean rifletté per qualche istante. «Li seguiamo. Dobbiamo ancora scoprire cos'è successo a Scott e potrei scommettere che è a casa sua che si stanno dirigendo» decise alla fine. «Su, salta in macchina.»

***

Stiles arrivò all'abitazione dei McCall praticamente in contemporanea con Derek e notò immediatamente la macchina di Allison.
Attraversò il viale e vide Scott seduto sui gradini della veranda, la testa fra le mani e l'espressione abbattuta. Allison era con lui e tentava di confortarlo, con scarsi risultati.
«Che cos'è successo?» chiese, precipitandosi da loro. Stiles temeva già il peggio e le loro facce mogie non aiutavano. Sembravano stare entrambi bene, ma dov'era Isaac?
«Isaac? L'avete visto?» chiese Derek.
«Quando siamo arrivati, non l'abbiamo trovato» spiegò Allison, mentre Scott scuoteva la testa. «E c'erano segni di colluttazione, in casa. E sangue...»
«Il sangue di Isaac!» esclamò Scott, disperato, sollevando la testa per la prima volta in quella conversazione. Aveva gli occhi lucidi.
Stiles si avvicinò ulteriormente e s'inginocchiò, poi posò una mano sul braccio di Scott e strinse. «Lo troveremo, se il lupo mannaro l'avesse voluto solo morto, non avrebbe fatto tutto questo casino. Starà bene.» Tentò di confortarlo, sperando di riuscirci. Già una volta Scott aveva avuto una crisi simile, quando aveva creduto che Derek fosse morto e si era sentito responsabile. Temeva quello che sarebbe potuto succedere ora, quello che avrebbe potuto pensare. L'Alpha cercava Scott, era per lui che li stava perseguitando, non voleva che l'amico pensasse fosse indirettamente colpa sua. «Andrà tutto bene.»
Anche Derek si avvicinò, portandosi alle spalle di Scott. Era in piedi sugli scalini e si piegò in avanti. «Alzati. Sei un Alpha, ora, e il tuo branco ha bisogno di te» disse. Derek prese Scott per le braccia e lo rimise in piedi.
«Un pessimo Alpha, a cui hanno rapito un beta sotto il naso.» Scott era sconsolato.
Stiles non voleva che il suo migliore amico si sentisse così, doveva farsi forza. Dovevano ritrovare Isaac.
«Lo saresti soltanto se abbandonassi il tuo branco. E tu non abbandonerai il tuo branco.» Più che una domanda, era un'affermazione quella di Derek.
Derek era il più forte, tra tutti loro. Aveva sopportato tanto, aveva sopportato di tutto, abbastanza perché chiunque altro perdesse la ragione, ma lui continuava a risollevarsi, ad andare avanti. La sua forza era da ammirare, in un certo senso.
Scott fece un respiro profondo e annuì. «No, non lo farò.» Ritornato in sé, si guardò intorno con fare interrogativo. «E Dean e Sam? Non sono venuti con voi, non li avete incontrati?»
«Beh...» Stiles si passò una mano tra i capelli, con fare nervoso. «C'é stato un piccolo, piccolo intoppo. Di dimensioni mondiali, tipo.»
Scott inarcò le sopracciglia. «Cioè?»
«Non dirmelo, Stiles, non dirmi che...» Allison doveva aver già compreso tutto.
«Ci hanno scoperti» completò Derek, il quale doveva aver dimenticato dove il tatto stava di casa.
«Ecco... sì, si può dire così. Un piccolo sfortunato incidente.»
Scott sbarrò tanto gli occhi che Stiles temette che le orbite sarebbero potuto uscire fuori, stile cartone animato, e non sarebbe stato un bello spettacolo. «Un piccolo incidente?» ripeté. «E come è potuto accadere?»
«Se te lo raccontassi, non ci crederesti.» Se non l'avesse visto accadere, non ci avrebbe creduto nemmeno lui.
«Il cacciatore che ha colpito Stiles, ci ha attaccato di nuovo. I due cacciatori hanno tentato di catturarlo e Stiles temeva fossero in difficoltà...» Era un'occhiata accusatoria quella che Derek gli stava rivolgendo? Oh, sì, lo era. «... Per aiutarli, mi hanno visto trasformato e non abbiamo nemmeno potuto catturare l'arciere, visto che è fuggito.»
Scott si voltò verso di lui.
«Non guardarmi così! Anche tu saresti corso ad aiutarli, al mio posto» disse Stiles, sulla difensiva, bloccando qualsiasi replica sul nascere.
E poi, come poteva sapere quanto il suo slancio eroico gli si sarebbe ritorto contro?
«Come l'hanno presa?» chiese Allison.
«Diciamo che... siamo sulla loro linea di tiro, adesso.»
«Ma voi state bene» osservò Scott. Fece passare uno sguardo da Stiles a Derek, come per convincersene.
«Ci hanno lasciato andare» disse Derek.
«Per ora» aggiunse Stiles. «Se penseranno che siamo implicati in un qualunque omicidio, ci riempiranno di piombo. E io non voglio diventare un colabrodo, okay? Teniamoci alla larga da loro.»
Scott annuì con il capo e Stiles ne fu sollevato. «Peccato, sembravano in gamba.»
«Oh, devono esserlo, finché si dimostra di essere un candido umano che non ha a che fare con il soprannaturale. Da quel momento, non si è più degni di vivere.»
Stiles, benché se lo fosse aspettato fin dall'inizio - l'aveva detto lui! -, era rimasto deluso dal comportamento di Dean e Sam. Non pensava fossero cattive persone, ma il loro modo di pensare era troppo chiuso. Forse erano abituati ad altri tipi di mostri e, probabilmente, dovevano aver sofferto molto, ma non credeva fosse una buona ragione per condannare chiunque a prescindere, solo perché ha i denti e le unghie che si allungano. O magari sì ed era lui quello strano.
Scott era stato trasformato un anno e mezzo prima circa, ma era rimasto lo stesso, solo con qualche capacità più sviluppata. Era ancora lo stesso ragazzo che andava a scuola, praticava lacrosse, guardava ragazze e si innamorava di loro. Non soffriva nemmeno più l'asma e anche questa era un punto a favore.
Sì, c'era il rovescio della medaglia, vale a dire la carrellata di problemi che avevano ogni giorno, ma se la cavavano.
Decisero di entrare in casa, così che anche Stiles e Derek potessero vedere quello che era successo all'interno.
Come già avevano anticipato Allison e Scott, erano evidenti i segni di colluttazione. Già dall'ingresso era possibile notare graffi sulla porta, mobili gettati in terra o spezzati a metà. Le macchie di sangue partivano dalla stanza di Isaac - era stata una stanza degli ospiti, in precedenza -, proseguivano lungo il corridoio, giù per le scale e terminavano alla porta d'entrata. Erano solo poche gocce, quindi Stiles credeva non fosse una ferita profonda, ma sempre di un Alpha si stava parlando, avrebbe impiegato molto a guarire. Mentre Stiles e Allison analizzavano la situazione da umani, Derek e Scott sfruttavano i loro sensi sviluppati. Avevano chiuso entrambi gli occhi e si aggiravano per la casa ascoltando e annusando. Cosa, rimaneva un mistero.
«L'avete riconosciuto?» chiese Stiles ai due. «È qualcuno che conosciamo?»
«Se lo è, copre l'odore» disse Derek.
«È un Alpha» affermò Scott.
Infatti solo gli Alpha potevano coprire il proprio odore, almeno a detta dei lupi mannari che conosceva, lui non poteva sentire la differenza, ovviamente.
«Chi sarà il prossimo?» disse Allison, improvvisamente.
Tutti i presenti si voltarono verso di lei. «Eh, cosa?» chiese Stiles.
«È scritto qui» spiegò lei e gli porse un foglio. Era stato vergato dalla stessa mano del primo.
Sia Scott, sia Derek si avvicinarono a lui. «Non l'avevamo notato prima» disse Scott.
«Dove l'hai trovato?» chiese l'altro.
Allison indicò un tavolo rovesciato. «Qui sotto, sul pavimento.»
La o le persone che erano dietro a tutto questo dovevano essere delle grandi fan del dramma. I biglietti, la nebbia, le frecce... erano tutte cose così appariscenti.
«Ci sta stanando, uno ad uno» disse Scott e sembrò sentirsi di nuovo colpevole per tutta quella situazione.
Allison gli posò entrambe le mani sulle spalle e si appoggiò a lui. «Non buttarti giù, è proprio a questo che mira. Ormai abbiamo capito come procede, lo scoveremo.» Scott sollevò un braccio e intrecciò le dita a quelle di Allison.
Stiles chinò lo sguardo sul foglio, poi di nuovo sul quadretto formato da Scott e Allison e inarcò le sopracciglia.
No, non poteva essere. Non voleva crederci.
Si girò verso Derek e anche lui sembrò pensieroso. Che si stesse facendo le sue stesse domande?
Poi, Stiles e Derek si scambiarono uno sguardo e un silenzioso “dobbiamo parlare” e si allontanarono da Scott e Allison, che stavano ancora parlando tra di loro, persi nel loro mondo.
Uscirono di casa e si allontanarono di alcuni metri, quanto bastasse perché Scott non potesse sentirli.
Si trattava di un argomento spinoso, sostanzialmente assurdo e Scott li avrebbe presi per pazzi.
«Che cosa stavi pensando, prima?» chiese Stiles, cauto. Magari si era sbagliato e Derek aveva un'idea completamente diversa dalla sua e decisamente più plausibile.
Magari era solo invidioso dell'affetto che correva ancora tra Allison e Scott, visto che lui non aveva una ragazza da, tipo, mai - ma almeno le sue non erano state serial killer!
Magari...
«Allison potrebbe essere l'arciere» affermò Derek alla fine.
Da quanto erano così sulla stessa lunghezza d'onda?

***

«Allison potrebbe essere l'arciere.» Derek fu diretto e conciso. Non c'era bisogno di giri di parole e sapeva che entrambi la pensavano nello stesso modo. Aveva visto il momento in cui Stiles l'aveva realizzato, non era bravo a nascondere ciò che pensava.
Andava bene, era qualcosa che apprezzava. Era più difficile che una persona trasparente mentisse e lui era stanco di menzogne, ne aveva sentite abbastanza nella sua vita, tanto che erano riuscite a rovinargliela. La sincerità era rilassante.
«Non essere precipitoso. Solo perché tira frecce e ha trovato entrambi i biglietti...»
«È una cacciatrice e ha già cercato di mettere fuorigioco il branco, una volta» aggiunse Derek.
«Quella volta era diverso, era stata manipolata da Gerard. E poi si tratta di Scott, e lei è sempre stata dalla parte di Scott.» Stiles scosse il capo, come se tentasse di convincere più se stesso che lui. «È una nostra amica, non è carino sospettare di lei.»
Quelle erano solo scuse. Stiles era intelligente e intuitivo a sufficienza da non accettare simili sentimentalismi come verità assolute. «Tu hai sospettato di me. E mi hai fatto arrestare.»
Stiles liquidò la questione con la mano. «Non conta. Non eravamo amici, a quel tempo.»
Derek non replicò. Le parole "ora lo siamo?", rimasero sospese tra loro due. Ma... sì, lo erano. Non lo avevano chiesto, né tantomeno voluto, ma era successo.
L'amicizia nasceva prima ancora che ci si rendesse conto fosse accaduto. Era un sentimento naturale e lui se lo era negato per tanto tempo.
«Era con Scott quando ci hanno attaccato prima.»
«Non è detto che sia lo stesso arciere, magari era un'altra persona.»
Stiles gli agitò un dito sotto il naso. «E non si spiega perché avrebbe voluto unirsi ad un Alpha, per poi ucciderne un altro.»
«Non lo so» disse Derek. C'erano ancora tanti punti oscuri in quella storia, lo sapeva.
Stiles stava riflettendo e borbottava fra sé e sé, segno che stava seriamente prendendo in considerazione quella scomoda possibilità.
«Non sarà lei, non è possibile che lo sia, ma... la terremo d'occhio.»
Derek annuì. Stiles si era convinto.
«E non una parola con Scott. Non sarebbe obiettivo.»
Non c'era bisogno di dirglielo, era scontato che fosse meglio tenere per loro quel segreto.
«Sono una pessima persona, mentire in questo modo al mio migliore amico. Non posso crederci» continuò Stiles, che ormai aveva smesso completamente di rivolgersi a lui.
Derek scrollò le spalle. «Lo fai per lui. Si tratta solo di guardargli le spalle, nulla di più.»
Stiles fece una smorfia. «Almeno non stiamo progettando di staccarle la testa a morsi o qualcosa del genere.» Improvvisamente, sgranò gli occhi. «Non lo stiamo facendo, vero?» chiese, un po' preoccupato.
«Non lo so, Stiles, vedremo» affermò Derek con assoluta serietà.
Stiles lo guardò ancora più sconvolto, poi capì che lui scherzava. «Mi stai... mi stai prendendo in giro!» Il fatto che Stiles fosse così sorpreso dal fatto che Derek potesse fare una battuta, era quasi offensivo, ma poi gli sorrise e lo scostò con una manata che fu come solletico, per lui.
Lasciò perdere e un piccolo sorriso gli curvò le labbra.
«Grazie per aver tirato su Scott, prima. Era molto abbattuto» disse Stiles, cambiando argomento.
«Ho solo detto la verità. Penso sarà un buon Alpha.» Scott era diverso da lui, avrebbe fatto un lavoro migliore. Nessun Beta sarebbe morto per un suo sbaglio, a causa del suo egoismo.
Aveva voluto il potere, aveva tentato di formare un branco per superare la solitudine che lo attanagliava ed erano stati i suoi Beta a pagare.
«Meglio di te? È questo che intendi? Magari sì, lo sarà, ma ha bisogno di aiuto, delle persone che gli vogliono bene. Te compreso.» Si mosse sul posto, un po' imbarazzato. «Quindi, se puoi, resta, okay?»
Non era più tanto sicuro stessero ancora parlando di Scott.
Derek non riuscì a dire niente, rimase solo a guardarlo, in silenzio. Non poté promettergli che sì, sarebbe rimasto lì, a Beacon Hills.
Non era stupido, sapeva di aver già provato prima qualcosa di simile - con risultati disastrosi -, ma, anche se la situazione era ben diversa - Stiles era diverso, lo sapeva -, era spaventato. Se avesse compiuto una mossa, detto o fatto qualsiasi cosa, sarebbe potuto cambiare tutto; in bene o in male era difficile prevederlo.
Perciò non disse nulla e rimase ad osservare Stiles che ritornava sui propri passi per raggiungere Scott.
Non era ancora il momento, non era... pronto.

[to be continued...]


Spazio Autrice: Eccomi di nuovo, ormai siamo quasi a metà storia.
Allora, allora... la scoperta del "segreto" non ha portato troppi danni, però ci sono lo stesso dei problemi, in primis uno: Isaac è stato rapito (ci vorrà un po' per scoprire cosa gli sia successo, scusate). Devo dire che mi è piaciuto scrivere la scena in cui Scott è triste e depresso e il suo branco lo consola, era una scena "sentita", un bel momento.
Per quanto riguarda Allison... gli Sterek sospettano di lei, ma sarà davvero così? O l'arciere è qualcun altro? E l'Alpha, che semina zizzania?
Nel prossimo capitolo:Qualcuno muore (keep calm!!!), scopriamo dove Peter vive (ehi, casa sua è fantastica!) e con il nemico del tuo nemico non è tanto male stringere un'alleanza. 
Alla prossima settimana!
Ilaria
   
 
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