D'improvviso, nel silenzio -quasi- completo che riempie la loro camera, Sasuke mugola qualcosa di incomprensibile, il viso ben infossato tra le sue spalle; Sai si ritrova a sorridere nonostante sia notte inoltrata e si supponga debba dormire. Aspetta fiducioso che l'altro faccia o dica qualcosa, che si svegli del tutto per esprimere a voce il suo disappunto o che torni a scivolare placido tra le braccia di Morfeo senza aggiungere altro. Il suo respiro regolare, caldo contro la pelle nuda, gli carezza le scapole, e se non fosse che ormai si è abituato a ritrovarsi con un braccio avvolto attorno alla vita e un volto premuto contro la schiena, Sai potrebbe anche trovare quell'attesa imbarazzante.
L'Uchiha rimane in silenzio per qualche altro istante, così immobile da fargli credere che si sia trattato di un semplice mugugno dovuto a un qualche sogno; poi, inaspettatamente, sposta il proprio peso più in alto, il volto che si trascina per raggiungere il suo collo (lasciando sul tragitto una buona stria di saliva, ma Sai evita di farglielo notare perché non ha molta voglia di far scaturire una selvaggia litigata alle tre del mattino), e si piantona appena sotto la sua nuca, le labbra sporte a sfiorare l'attaccatura dei corti capelli neri e il naso che s'infila tra di essi fino a trovare la consistenza rigida del cranio.
-Fallo smettere- biascica, strascicando le parole al punto da far suonare la semplice richiesta una più accorata implorazione. Sai non deve chiedere a chi si riferisca: come se l'avesse udito, nonostante stia ronfando come un angioletto totalmente ignaro di essere una fonte di disagio, il corpo che si è raggomitolato contro il suo addome e che gli sta sbavando sul torace si contorce un'altra volta, le braccia che vagano irrequiete nel tentativo di avvinghiarglisi addosso e le gambe che scalciano a vuoto (centrando in pieno il suo ginocchio, e la coscia destra di Sasuke; il quale reagisce con un lamento esasperato. Sai può quasi figurarsi, senza nemmeno vederlo, l'aggrottarsi delle sopracciglia sugli occhi chiusi).
-Va bene- risponde, paziente, e Sasuke emette un versetto di gratitudine, muovendo appena il capo facendogli credere che stia, effettivamente, strofinando il naso contro il suo capo in un gesto di affetto. Sai sospira, rassegnato, e cerca di abbracciare meglio il demonio che continua imperterrito ad agitarglisi tra le braccia.
-Naruto... stai fermo, per piacere- gli chiede, paziente, infilando una mano tra i morbidi capelli biondi e carezzandoglieli come se fosse un gatto. Naruto emette un mugolio di contentezza (il collo che si estende di riflesso all'indietro per accomodarsi meglio nella carezza) e inizia a rilassarsi piano, la presa che si fa meno contratta e i movimenti sconclusionati delle gambe che si acquietano. Sai ne approfitta per incastrargli i piedi tra i suoi, stringendo appena la presa delle cosce sui suoi fianchi, in modo che non scappi ulteriormente; a mo' di scusa silenziosa, gli permette di accoccolarsi contro il suo petto, il viso annidato nella piega tra collo e spalla. Naruto si placa del tutto, tornando a dormire sereno, con un ultimo versetto di contentezza.
-A posto- mormora Sai, per informare l'altro occupante del letto che è tornata la pace e può tornare a riposare senza temere di essere ulteriormente disturbato. Sasuke borbotta qualcosa (forse un insulto diretto all'Uzumaki, forse un altro ringraziamento), poi si sposta di nuovo, il corpo che scivola finché non se lo ritrova del tutto addossato alla schiena, le ginocchia che s'intrufolano tra le sue e quelle di Naruto.
-Dormi- gli intima, anche se la sua voce suona così impastata che non ha alcunché di minaccioso. Sai sorride, ruotando di qualche centimetro il capo per adocchiare il suo profilo.
-Lo sai che che non riesco- replica, sussurrando, dando di riflesso un'altra scompigliata ai capelli di Naruto. Sasuke grugnisce, forse infastidito dalla sua risposta, e incrementa un po' la pressione del braccio che lo circonda, quasi volesse imporre maggiormente la sua autorità pure su quell'insonnia infingarda.
-...Fa niente. Dormi- borbotta, cocciuto, e Sai decide di stare zitto e non rispondere, perché ora suonava un po' più sveglio e non vuole che per colpa sua l'Uchiha si guasti la nottata. Si limita a muovere un po' la testa, quel tanto che possa essere accettato come cenno di assenso, e chiude le palpebre restando in attesa che il respiro di Sasuke si regolarizzi.
La cosa buffa è che il giorno dopo non sa dire quando questo sia successo, perché, evidentemente, con quei due cretini talmente spalmati addosso da parere due coperte umane, la sua insonnia cronica non ha saputo tenerlo sveglio ad osservarli dormire, ma sono riusciti a trascinare pure lui nel mondo dei sogni.