Fanfic su artisti musicali > Ed Sheeran
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Autore: Laly_94    28/04/2014    1 recensioni
Bonnie, Bonnie Sheeran è il mio nome…
Sì, mio papà è Ed Sheeran… il famoso cantante inglese dai capelli rossi che, a suo periodo, ha fatto impazzire un sacco di ragazze, peccato che solo una ragazza abbia fatto impazzire lui, la mia mamma, la mia bellissima mamma.
[...]… George, mio cugino, l’unico ragazzo che io abbia mai amato, per quello mi ritrovavo a vent’anni con una vita amorosa praticamente inesistente.
[questo è il continuo di un'altra FF sempre scritta da me, sempre su Ed, chiamata "The Story Of Us"]
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Ed Sheeran, Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: Incest
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VIII – I Miss You
 
Where are you?
 and I'm so sorry… 
I cannot sleep,
 I cannot dream tonight 
I need somebody and always 
This sick strange darkness 
Comes creeping on so haunting every time…

Blink 182 – I Miss You 
 
Passarono due giorni, due giorni nei quali non uscimmo a fare colazione, due giorni nei quali non l’avevo guardato in faccia, non gli avevo rivolto la parola.
L’avevo forse ferito?
Ma in realtà non ci dovevo pensare, che mi doveva importare? Era stato lui il primo a ferire me.
Ultimo giorno di scuola, ultima ora, stavamo festeggiando con i bambini, loro giocavano, disegnavano e mangiavano biscotti bevendo quantità industriali di the.
-ehi Bonnie.- mi disse uno dei maestri avvicinandosi.
-ciao Edward…- risposi io sorridendo.
-ho notato che tu e Martha avete stretto molto.-  mi disse poi.
-sì… è dolce, e io amo i bambini.- lo sentii sorridere.
-sì, anche io amo i bambini…. Ehi a proposito… è un paio di giorni che ti vedo persa. Che hai?- mi voltai verso di lui e lo guardai.
Non provare a entrarmi dentro. Pensai immediatamente.
Edward mi stava molto simpatico, era dolce, e poi era anche un bel ragazzo, sapevo di piacergli, però non si era mai fatto avanti, forse l’aveva sempre fermato il fatto che aveva sei anni più di me, ma l’età non contava alla fine.
-sono stanca…- risposi semplicemente.
-ok… che ne dici se oggi ti porto a casa io?- gli sorrisi.
George, con la scusa del ‘litigio’ non mi veniva più a prendere, così tornavo a casa a piedi, quindi forse avrei dovuto accettare.
-va bene. Grazie…- risposi.
-davvero?- chiese sorpreso.
Io annuii divertita dal suo comportamento.
 
Salutammo tutti i bambini, Martha pianse, ma le promisi che sarei andata a trovarla, mi ero scambiata il numero con sua mamma, così ogni tanto potevamo sentirci.
Sua mamma aveva avuto lei quando aveva diciotto anni, era molto giovane, e il padre della bambina era morto in seguito a un incidente stradale l’anno dopo la nascita di Martha, malgrado tutto lei c’era sempre per la sua bambina.
-andiamo Bonnie?- mi chiese lui mettendomi una mano dietro la schiena per sollecitarmi.
Io mi mossi e lo seguii fino alla sua macchina, una bella Mercedes nera luccicante.
Mi aprì la portiera e mi fece salire in macchina, per tutto il tragitto parlammo della scuola, di cosa avrei fatto l’anno prossimo.
Gli risposi che mi avevano rinnovato il contratto, quindi non si sarebbe sbarazzato di me l’anno prossimo.
-ma io non voglio sbarazzarmi di te.- rispose lui ridendo.
Arrivati fuori casa mia venne anche il momento di salutarci.
Ma io non volevo salutarlo, non mi aveva fatto pensare a George, e io avevo bisogno di un po’ di tempo con la mente libera.
-senti vuoi entrare a bere un caffè?- gli chiesi tranquilla.
-mi piacerebbe molto… grazie.-
Sorrisi e lui spense la macchina.
Entrammo in casa e appoggiai la borsa all’ingresso, poi lo portai in cucina e lo feci accomodare.
-come lo vuoi il caffè?- chiesi preparando la macchinetta.
-con un po’ di latte magari, grazie…-
Io annuii e, mentre facevo partire la macchinetta aprii il frigo per prendere il latte.
-sai pensavo che avevate le cameriere o robe simili.-
Mi sorpresi.
-perché lo pensavi?-
-beh, tuo padre è Ed Sheeran…-
-questo non vuol dire che abbiamo per forza una cameriera, mia mamma fa tutto, e io la aiuto, e quando c’è, mio papà ci da una mano.-
-giusto… che stupido.- notando il suo imbarazzo tentai di tranquillizzarlo.
-no, anche io lo penserei vedendomi da fuori.- e lo vidi rilassarsi un po’.
-sei una ragazza molto dolce.-
Sorrisi e bassai lo sguardo.
-il caffè è pronto.- gli porsi la sua tazzina e presi anche la mia sedendomi al tavolo proprio davanti a lui.
Iniziammo a parlare un po’ di tutto, continuai a ridere senza pensare a George, quando un rumore inaspettato mi scosse.
-Bons! Siamo a casa!- annunciò la voce di mia zia.
-chi è?- chiese lui.
-è mia zia, è uscita a fare la spesa con mia mamma.-
Entrarono in cucina e mia mamma ci accolse sorridendo, dietro di loro riuscii a vedere George con la cassa d’acqua in mano.
-George, tesoro, posala pure qui vino a Bonnie l’acqua, grazie comunque.- disse mia mamma.
-okk… chi è questo ragazzo?- chiese mia mamma posando le buste.
-ehm… lui si chiama Edward, è un mio collega, oggi mi ha portato a casa e l’ho invitato dentro per un caffè.-
-oh Edward! Ciao tesoro… io sono Hilary, la mamma di Bonnie, lei è Lisette, mia sorella e la mamma di quel ragazzino imbronciato dietro di lei e, quel ragazzino imbronciato, è George. Dio sono emozionata… è la prima volta che Bonnie mi porta a casa un ragazzo.-
Lo vidi sorridere e arrossire.
-grazie signora, molto piacere di conoscervi comunque.-
-andiamo Edward, qui è impossibile stare ora, vieni in camera, ti mostro un paio di disegni.- gli dissi alzandomi.
Lui si alzò, salutò tutti e andammo verso le scale, feci andare prima lui, io lo seguii, ma venni bloccata quasi in cima dal braccio, mi voltai e incontrai i bellissimi occhi di George.
-Bons…-
-dimmi.- non volevo ‘litigare’ o fare teatro davanti a Edward, volevo che fosse tutto molto normale.
-che hai intenzione di fare eh Bons? Vuoi farmi ingelosire? Ci stai riuscendo, ora smettila.-
-George smettila tu e lasciami andare.-
-mi stai facendo male, capisci? È… quanto? Due notti che non dormo, non riesco a farti uscire dalla mia testa, sto impazzendo…- lo bloccai prima che dicesse altro.
-senti George smettila, ne parliamo stasera. Ora lasciami.-
E mi lasciò, poi raggiunsi Edward in cima alle scale, ci stava guardando.
-che succede?- chiese quando fui vicina a lui.
-niente di importante.- risposi sorridendo.
-vieni, questa è camera mia.-
E quello che era partito come un innocente caffè continuò con una deliziosa cena, George non scese a mangiare, trovando la scusa del “ho mal di pancia”.
Scusa che avevo usato anche io.
 

Spazio Autrice

ehilà! com'è? 
come vedete Bons è abbastanza sulle sue, George invece si è accorto della cazzata he ha fatto.
bah! chissà se si aggiusteranno le cose... 
alla prossima! >.<
Laly :3

  
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