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Autore: Allie__    28/04/2014    5 recensioni
Caroline era pienamente cosciente del fatto che un matrimonio con un giusto partito, avrebbe risolto molti problemi alla sua famiglia, ma se c'era una cosa che distingueva Caroline da tutti era la sua testardaggine e nessuno l'avrebbe mai convinta a sposarsi con qualcuno che non amava. Pur essendo molto corteggiata e molti attendevano un suo prossimo matrimonio, lei rifiutava con convinzione ogni proposta che le veniva fatta. Eppure non capiva, aveva altre due sorelle Rose ed Elena e non riusciva a capire perchè tutti si accanissero su di lei, quando c'erano anche loro, che non la pensavano come lei e che quindi sarebbero state più propense ad accettare la corte e in seguito il matrimonio con uno di quei damerini impettiti.
Genere: Drammatico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caroline Forbes, Caroline\Klaus, Klaus, Un po' tutti
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Chapter 8.










 

Niklaus quella mattina si alzò decisamente di buon'umore.
La serata precedente oltre ad essere stata molto piacevole, gli aveva permesso di ottenere una passeggiata con Caroline, tutto grazie all'amica di quest'ultima, che sapeva a grandi linee chiamarsi Katherine e che presto sarebbe andata a vivere da loro a Londra.
Al pensiero della sua casa a Londra, fece un piccolo calcolo mentale e con estrema delusione si rese conto, che mancavano solo due giorni alla fine del suo esilio nell'hampshire, il che significava, che in meno di 72 ore sarebbe dovuto tornare a Londra e non avrebbe più rivisto la ragazza.

Non si sarebbe mai aspettato di arrivare a voler restare in quella landa desolata, ma quella ragazza l'aveva tratto a se come se fosse sotto una magia.
La cosa che più gli fece provocare un piccolo ghignò fu arrivare alla conclusione, che si era cacciato in quel guaio completamente da solo, dato l'odio , seppur in diminuzione, da parte di Caroline, nei suoi confronti.


Con la testa invasa da mille pensieri, si vestì e una volta pronto scese le scale, che portavano al piano inferiore e si avviò verso la porta, per poter andare a consumare la sua colazione quotidiana, che sicuramente non avrebbe trovato in casa.

Era ormai sull'uscio quando la voce di Mister Whitmore, lo richiamò, invitandolo a seguirlo nel suo studio.
«Chiudi la porta, ragazzo.» fece Mister Whitmore, non appena Niklaus, varcò la porta della stanza che non se lo fece ripetere e chiuse la porta dietro di se.
«Spero che sia importante, perchè stavo andando a fare colazione.» esclamò svogliato Niklaus, rivolgendosi allo zio.
«Lo è eccome, Niklaus ma non ti tratterò per molto.» iniziò sbrigativo l'uomo. «Riguarda la tua permanenza qui.» continuò sapendo che a quelle parole avrebbe avuto l'attenzione del ragazzo.
«Mancano ancora due giorni, vi siete già stancato di avermi in giro?» chiese strafottente Niklaus.

Mister Whitmore non rispose alla provocazione del nipote e semplicemente appoggiò una busta sulla scrivania.

«Cos'è quella?» chiese a quel punto, insospettendosi.
«E' arrivata oggi da tuo padre.» rispose Mister Whitmore, riafferrando la lettere e porgendola al ragazzo.
«State pur tranquillo che non contiene nulla di amorevole, potete leggerla voi.» disse tranquillamente Niklaus, rifiutando il pezzo di carta.
«Io in realtà l'ho già letta, Niklaus.» disse allora l'uomo. «Non vuoi leggere cosa dice?» chiese, cercando di insistere.
«No, le parti che mi possono interessare di certo, potete benissimo dirmele voi.» disse con fare distaccato Niklaus.

L'uomo prese un profondo respiro e cercò mentalmente le parole più adatte, per dare quella comunicazione al nipote, che era certo non l'avrebbe presa bene.

«Resterai ancora per una settimana e partirai con Miss Pierce a fine di quest'ultima.» cercò di dire pacatamente Mister Whitmore, pronto a una qualsiasi reazione del ragazzo, che non tardò ad arrivare.
«Quindi ho ancora 9 giorni?» chiese come se la cosa non lo toccasse.
«Si, non so perchè tuo padre abbia preso questa decisione, nella lettera non lo dice> rispose guardingo.
«E' tutto?» fece Niklaus il più sereno possibile.
«S-si, è tutto.» rispose stranito da quella reazione Mister Whitmore.

Si sarebbe aspettato di vedere una furia, un mostro tramutarsi davanti a lui per la rabbia e invece, sembrava quasi essere felice di aver più tempo da trascorrere li.

Quello che però sfuggiva a Mister Whitmore era che Niklaus aveva un valido motivo per voler restare ancora nell'Hampshire e aveva un nome e un cognome.

«Bene, ora scusate ma la fame chiama.» esclamò Niklaus uscendo a velocità non umana dallo studio e dirigendosi in villaggio li vicino.
Quella mattina doveva festeggiare e non avrebbe di certo ucciso qualche animale per colazione, ma avrebbe fatto a modo suo.













 

***










 

Alla residenza dei Forbes, avevano da poco terminato la colazione e le figlie si accingevano a lavare le scodelle.
Ormai era da un'anno a quella parte che avevano dovuto abbandonare ogni privilegio e non avendo più molti soldi a non potersi più permettere dei servi, tutti si erano dovuti rimboccare le maniche.
Il che per certi aspetti aveva giovato alla famiglia, o meglio alle donne.
Essendo obbligate a svolgere mansioni insieme, si era venuto a creare un rapporto, che non era mai esistito tra le donne in quella casa.

Elena e Rose avevano legato molto di più con la madre, a differenza di Caroline, che per un motivo o per l'altro finiva sempre con litigarci, ma in compenso si era avvicinata molto ad Elena e con Rose ci stava ancora lavorando.
Avevano tutte e tre un carattere molto diverso ed era allo stesso tempo difficile farle andare tutte d'accordo.
L'unico in quella casa che sembrava non avere problemi con nessuno era il pastore, che era sempre stato presente nella vita delle figlie.

Caroline stava finendo di asciugare un bicchiere, quando la madre che sostava a qualche passo da lei, intenta a riporre alcuni oggetti, non la richiamò.
«Ho saputo che ieri al ballo, Moster Lockwood ha chiesto di te, Caroline» disse la madre con finta nonchalance.
«Vero, è venuto più volte da me, a chiedermi dove fossi.» si intromise Rose, rivolgendosi alla sorella.
«E so ce ti ha chiesto più volte di danzare con lui, ma tu hai rifiutato.» continuo imperterrita la madre.
«È così madre, ma avevo già accettato l'invito di altri uomini e sarebbe stato oltraggioso, non mantenere la mia parola, solo perché Mister Lockwood voleva danzare con me.» sproloquió Caroline cercando di essere il più convincente possibile.
«Madre, Caroline ha ragione, non sarebbe stato rispettoso.» aggiunse allora Elena.
«Va bene.» aggiunse la donna a quel punto, ma continuó. «Ma so anche che ti ha chiesto di passeggiare con lui quest'oggi e tu hai rifiutato.> fece senza demordere.
Dal punto di vista di Caroline, sembrava che la madre cercasse a tutti i costi qualcosa per incolparla.

«Avevo già un'impegno per oggi.» mormorò Caroline, tremendamente a disagio al ricordo del tranello che Katherine le aveva giocato.

«Un'impegno?» chiese stranita la donna.
«Ma come, madre? Non lo avete saputo che ieri al ballo, Mister Mikaelson le ha chieste di passeggiare con lui. Non immagini quanto ti sto invidiando, sorella.» intervenne Rose.
«L'ospite dei Whitmore? Quel..» mormorò sconvolta Miss Forbes, facendo corrugare la fronte ad Elena.
«C'è qualcosa non va, madre?» chiese quest'ultima, preoccupata per la reazione della madre.
Tu non uscirai con quell'uomo!» inizió la donna, risoluta. « E' privo di eleganza, senza il minimo pudore e soprattutto non segue l'etichetta. Non mi piace e tu figlia mia, avresti dovuto accettare l'invito di Mister Lockwood, che quello di una persona così di poco gusto.» esclamó, quasi come rimproverando Caroline.

Quest'ultima aveva cercato fin dall'inizio di stare calma, ma tutti erano al corrente di quanto poco autocontrollo disponeva la ragazza, in certe occasioni.

«E' mai possibile che qualsiasi cosa io faccia, non va mai bene per voi?» chiese esasperata Caroline. «Non conoscete nemmeno quell'uomo e vi credete in grado di poterlo giudicare.
Onestamente l'unica persona, che trovo per niente educata, siete voi madre.» continuo ormai come un fiume in piena.
Sapeva di star esagerando, ma ormai aveva dato aria a tutti i suoi pensieri e dubitava, che sarebbe riuscita a fermarsi.

«Come ti permetti di rivolgerti in questo modo a me, figlia ingrata?» rispose di rimando la madre.
«Mi permetto, madre dal momento, che vengono sempre criticata per ogni cosa da voi.» esclamó ormai senza controllo la ragazza.

La reazione successiva immobilizzo tutti dentro la stanza.
La mano di Miss Forbes arrivó dritta a colpire la guancia della figlia, lasciando Caroline e le sorelle immobili senza fiatare.


«Non ti permettere mai più, ora vai in camera tua, non uscirai con quell'uomo e non voglio sentire altro.» concluse Miss Forbes, aspettando che la figlia seguisse il suo ordine.
Caroline dall'altro canto, spiazzata per il gesto della madre, si portó una mano sulla guancia colpita e con quel poco orgoglio rimasto, uscì a testa alta dalla stanza.

Elena e Rose si scambiarono uno sguardo preoccupato per la sorella e solo Rose, che era decisamente quella con più carattere, decise di dire qualcosa.
«Madre, non credete di aver esagerato?» chiese titubante.
«No, vostra sorella deve capire che non può fare come vuole lei.» esclamó risoluta la donna, tornando a svolgere il lavoro, che aveva precedentemente abbandonato.

Il silenzio caló nella stanza, lasciando Elena e Rose a guardarsi l'un l'altra, sperando che Caroline stesse bene.

 










***

 









 

«Ma non pensate alla sicurezza di nostra figlia, Mister Forbes?» esclamó scioccata la donna, rivolgendosi al marito.
Stavano rinchiusi nello studio del pastore da qualche minuto e l'argomento altro non era, che Caroline.
«Ci penso si, mia cara ma quel giovane non ha ancora destato problemi, quindi non trovo motivo di vietare a nostra figlia di passeggiare con lui.» rispose serafico l'uomo, mentre leggeva distrattamente una pagina, del libro che teneva tra le mani.
«E' pur sempre un mostro, voi stesso siete stato a dirlo, appena Mister Whitmore ci aveva comunicato del suo arrivo.» rispose sconcertata da donna, dalla calma del marito.
«Vero, ma finché non crea problemi, non lo ritengo una minaccia.» disse Il pastore.
«Vi faccio notare comunque, che una delle vostre figlie è già promessa a un mostro, come avete appena detto voi, mia cara.» continuó, alzando gli occhi dal libro, con fare scettico.
«Ma Mister Forbes, il maggiore dei Salvatore è un giovane coscienzioso e so per certo, che non farebbe mai del male ad Elena.» intervenne la donna.
«Non ti resta che sperare, mia cara, che anche Mister Mikaelson sia un giovane coscienzioso.» esclamó divertito l'uomo.

In cuor suo aveva paura per sua figlia, essendo il primo che stava tenedo sotto controllato il ragazzo.
Le morti nei paesi vicini, avevano già raggiunto il suo orecchio, ma si era convinto che quello era niente, confronto a cosa avrebbe potuto fare quell'essere.
Sapere che si era invaghito della figlia, soprattutto della sua prediletta, lo spaventava, ma aveva udito chiaramente come la figlia lo aveva difeso, durante la discussione con la madre e impedirle di vederlo, esigeva delle spiegazioni, che non voleva dare alla figlia.


«Non c'è da scherzare su queste cose, Mister Forbes, come potete acconsentire?» continuó insistente la moglie.
«Vostra figlia non è una stupida e facendo così ci state solo facendo odiare maggiormente da lei.» concluse Il pastore, tornando al suo libro, in chiaro segno che per lui la discussione era terminata.

 

 

 

Poco dopo l'ora di pranzo Niklaus giunse alla residenza dei Forbes e venne accolto gentilmente dal pastore, che prima di invitarlo in casa, gli disse poche semplici parole.
«Spero di potermi fidare e che il tuo segreto rimanga tale a mia figlia.» disse il pastore chiaro e conciso.
Niklaus non si scompose e annui semplicemente a quella richiesta.
«Potete stare tranquillo, non succederà niente a vostra figlia.» rispose con una calma quasi irritate, prima di entrare nella casa preceduto dal pastore.
Appena giunti in salotto, Miss Forbes si alzó dal divano e con un sorriso di circostanza salutó il giovane.
«Salve, Mister Mikaelson.» disse la donna, guardando poi il marito in una chiara supplica a non permettere una cosa simile.
«Buona giornata a voi, Miss Forbes.» rispose gentile Niklaus, voltandosi in seguito verso il padrone di casa.
«Se mi permettete vorrei andare subito a fare una passeggiata con vostra figlia. Il tempo sta decisamente peggiorando e non vorrei incombere in qualche acquazzone.» fece Niklaus, sorridendo cordialmente all'uomo , che con un cenno di assenso si volto verso la moglie.

«Andate a chiamare, Caroline»











 

***










 

Stavano percorrendo il sentiero, che conduceva al boschetto, dietro la residenza dei Forbes, uno poco distante dall'altro.
Niklaus inizialmente gli aveva porso il suo braccio, ma Caroline decisa a non voler dargliela vinta, si era rifiutata e stava camminando a pochi passi da lui, non con qualche difficoltà.
Il sentiero non era nelle migliori condizioni e le scarpe di Caroline non le stavano per nulla facilitando la camminata, ma non avrebbe mai detto al suo accompagnatore di aver bisogno d'aiuto.

«È proprio questo che mi piace di voi.» disse improvvisamente Niklaus e l'espressionecorrucciata della ragazza, lo spronó a continuare, per spiegarmi meglio. « Questa vostra ostinazione a voler sempre dimostrare che potete farcela da sola, anche quando è decisamente chiaro che siete in difficoltà; è una parte che mi piace molto di voi.» continuó guardandola.

«Non è ostinazione la mia, Mister Mikaelson» inizió Caroline. « Se ho bisogno, non ho problemi ad ammetterlo» fece convinta delle sue parole.

Parole che presto la tradirono, appoggiando il piede su un sasso un po' scivoloso, che la fece quasi capitolare a terra, se non fosse stato per il pronto intervento di Niklaus, che era riuscito a prenderla in tempo.
«Dicevate» chiese sarcastico, volgendo uno sguardo divertito alla ragazza, che si stava reggendo alle spalle dell'uomo.
«Va bene, forse potrei aver bisogno d'aiuto.» rispose Caroline senza guardarlo negli occhi.

Niklaus divertito dalla risposta di Caroline, sorrise alla ragazza e prendendola a braccetto l'aiutò, proseguendo con la loro passeggiata.
«Voglio essere onesto con voi, non credevo avreste accettato di venire a passeggiare con me quest'oggi.» intervenne l'uomo, guardando dritto davanti a se.
«Perchè non avrei dovuto? Io mantengo sempre la parola data.» intervenne Caroline, voltandosi verso di lui.

«La vostra amica vi ha semplicemente tolto da un'impiccio a cui io ho partecipato, ma fino a quando non siete uscita dalla porta d'entrata con me, ho avuto il timore che non avreste acconsentito.» continuò Niklaus, stranito lui stesso dalle sue stesse parole.
«Mi avete salvata da Mister Lockwood, questo era il minimo che potevo fare.» rispose Caroline, sorridendo imbarazzata.
«Devo forse ritenere che il vostro odio verso la mia persona, stia diminuendo?» chiese allora con un sorriso sornione, stampato sul volto.
«Forse, ma non dimentico che avete criticato il mio modo di scrivere.» rispose altezzosa Caroline, scoppiando poi a ridere per l'espressione del suo accompagnatore.

«Mi duole avervi ferita, ma non avreste mai trovato una persona più sincera di me.» rispose di rimando con lo stesso tono, divertito Niklaus.

Era incredibilmente a suo agio in quel momento.
Chi lo avrebbe mai detto?
L'uomo che più aveva destestato si stava rivelando di ottima compagnia e stava pericolosamente prendendo possesso dei suoi pensieri.


«E' troppo azzardato da parte mia chiedervi di venire a fare una passeggiata a cavallo con me, anche l'indomani?» chiese poi improvvisamente Niklaus.
«Mister Mikaelson, così tutti penserebbero che mi state corteggiando se continuiamo a vederci.» rispose con finta meraviglia la giovane, anche se un po la situazione la metteva in soggezione.

Niklaus le aveva già esposto chiaramente i suoi sentimenti, ma arrivare a pensare che volesse fare le cose sul serio e la spaventava non poco, perchè quella volta non era certa che avrebbe rifiutato le avance, che l'ennesimo uomo le faceva.


«Che lo pensino pure, amore.» disse dopo un'attimo di esitazione Niklaus. «Resterò qui ancora per una settimana e voi siete l'unica che riesce a far sembrare quest'esilio, una vacanza di piacere.» continuò, voltandosi verso Caroline.
«Dovete smetterla di chiamarmi amore, la gente potrebbe pensare che..» cercò di ribattere Caroline.
«Qui non c'è nessuno a parte noi, quindi potete stare tranquilla.» intervenne prontamente, cercando di tranquillizzare la giovane. «Comunque, non mi avete ancora dato una risposta, verrete?» chiese di nuovo Niklaus.
«Io non so se è il caso..» provò a dire Caroline, che venne nuovamente interrotta.
«Guardate, che mi distruggerete il cuore, se non verrete.» disse Niklaus, portandosi una mano al cuore con fare sarcastico.
Caroline trattenne una risata,abbassando appena lo sguardo per poi ripuntare i suoi occhi chiari, in quelli così profondi di lui.
«Dopo mi sentirei in colpa per tutta la vita, quindi non ho altra scelta, presumo.» disse divertita Caroline, sorridendo all'uomo che aveva davanti.
«Direi proprio di no, amore.»

 








 

***







 

 

Era ormai buio quando i due rientrarono e data ormai l'ora tarda, il pastore Forbes aveva insistito perchè Niklaus restasse a cenare con loro.
La giornata era trascorsa in modo piacevole, si erano ritrovati a passeggiare per molto, parlando del più e del meno e il tempo era volato in momento.
Caroline si stava sempre più rendendo conto, che l'odio che provava inizialmente verso quell'uomo stava pian piano svanendo o forse era meglio dire, che era già quasi del tutto sparito.

La cena passò anch'essa molto velocemente, tra chiacchiere e risate da parte di tutti, o quasi.
Miss Forbes al contrario di tutti non sembrava gradire molto la presenza del giovane che era seduto alla sua tavola, intervenendo nelle discussioni solo se richiesto, aveva passato la maggior parte della consumazione del pasto, in silenzio.


Una volta terminata la cena, Niklaus si dovette scusare, ma era arrivata per lui l'ora di andare a casa. Aveva fame e prima si sarebbe cibato e prima sarebbe stato meglio.
La gola iniziava a bruciare lievemente e il battito di tutti quei cuori presenti in quella casa, lo stavano mandando in confusione e conoscendosi se sarebbe rimasto un'altro po, avrebbe rischiato di fare una strage. 

 

Si stava infilando il mantello, quando tutta la famiglia lo venne a salutare e ringraziare per la compagnia, compresa una guardinga Miss Forbes.
Si scambiarono gli ultimi saluti e uscì dalla porta, incamminandosi verso il cavallo, che aveva legato quel pomeriggio a un albero.
Mentre stava sciogliendo il nodo, sentì la porta a qualche passo da lui, aprirsi e una figura gli corse incontro.

«Mister Mikaelson, non mi avete dette per che ora volete che mi presenti domani.» chiese impacciata Caroline, che le era ormai vicina.
Appena Niklaus aveva varcato la porta, si era ricordata dell'invito, che le era stato fatto in precedenza dall'uomo e prendendola forse come scusa, lo aveva immediatamente raggiunto fuori.

«Tanta preoccupazione per un'orario?» chiese divertito dall'arrivo della ragazza, di cui riusciva a vederne il volto, seppur in penombra. «Nel primo pomeriggio, se vi va bene.» continuò in seguito, voltandosi verso Caroline, con le briglie in mano.
«Va bene, certo nel primo pomeriggio.» ripetè Caroline. «Allora a domani, buonanotte Mister Mikaelson.» continuò facendo per voltarsi e rientrare in casa.

Niklaus tempestivamente la prese per un braccio, bloccandola e facendola nuovamente voltare verso di se.
«Siete davvero venuta solo per chiedermi a che ora avreste dovuto raggiungermi, l'indomani?» chiese scrutando il suo viso, aspettando di vedere il minimo mutamente.
«Certo, per cos'altro sarei dovuta venire?» chiese Caroline, cercando di mascherare il tremendo imbarazzo che si stava impossessando di lei.
«Non lo so, ve lo sto appunto domandando, ma se dite che eravate venuta solo per questo.» fece tranquillo Niklaus, avvicinandosi in seguito al viso di Caroline.

Niklaus portò le labbra vicino all'orecchio di lei, facendo gelare sul posto Caroline, che sembrava aver pesso il controllo del suo corpo.
«Buonanotte, amore.» sussurrò Niklaus al suo orecchio, prima di spostare le labbra sulla guancia di Caroline e lasciarli un piccolo e dolce bacio.
Nel punto esatto dove le labbra di Niklaus si erano posate, Caroline percepì la pelle andare a fuoco e appena l'uomo si allontanò da lei, istintivamente portò una mano sulla guancia.

Niklaus da suo canto, sorrise intenerito a quella reazione, ma senza dire più+ una parola, montò sul suo cavallo e dopo un'ultimo breve cenno alla ragazza se ne andò.


Qualcosa stava cambiando, solo che entrambi ancora non riuscivano a capirlo. 








Angolo autrice: 
Tadà! qualcosa si sta muovendo tra i due. 
Non ho molto tempo (come sempre) quindi vi lascio subito. 
Ringrazio come sempre chi recensisce e chi segue la storia in silenzio. 
Al prossimo lunedì :) 
Allie.

  
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