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Autore: AlexElite7    28/04/2014    0 recensioni
[Titanfall]
Una recluta dell'IMC (Interstellar Manufacturing Corporation) descrive con stupore e con rammarico il primo contatto con il Titan, tramite una lettera alla sua amata Nevis che, a causa di un'incidente, non riceve più notizie di lui da una settimana.
Genere: Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cara Nevis,
 
perdonami se non ti ho scritto per una settimana. Il motivo della mia assenza è giustificata purtroppo da due motivi alquanto spiacevoli.
 
Uno, ho perso una gamba. Sono stato operato con urgenza ed ora cammino con una protesi robotica.
Due, l’ho visto.
 
Non so tra queste quale domina la malinconia del mio cuore.
La guerra non risparmia nessuno e rimanere azzoppati è diventata una cosa comune, seppure la speranza confida sempre nella fortuna.
L’operato di un trituratore letale di anime, che entra nella tua mente e cancella improvvisamente le voci benevoli di una leggenda, mai vista, solo sentita, traumatizza invece la tua esistenza, prima ancora di renderti conto dello scenario a cui stai assistendo.
Me lo ricordo bene, il mio battesimo di fuoco. E in fin dei conti, ero consapevole che era soltanto il primo di una lunga serie. Sono una recluta, evitare di finire sepolti dalle macerie determina inevitabilmente l’avanzamento del tuo grado… e della tua sofferenza.
 
Mi chiedo cos’altro ci aspetta, Nevis. Il povero mendicante invoca Dio per raggiungere la salvezza eterna, l’uomo moderno non fa nemmeno la preghiera e diventa già il Creatore. Siamo così piccoli di fronte all’universo, che non lo accettiamo. Combiniamo la nostra identità con l’assurdo, l’avanzato, l’infinito, il trascendente. Dei lussi che la tecnologia ce lo permette. Siamo alle dipendenze della macchina, e la macchina alle dipendenze di noi esseri umani. Diventiamo un tutt’uno.
Un unico cuore, ancora più gelido di prima.
 
E a quale scopo? Semplice: sopravvivenza. Lo ha scritto madre natura nel nostro DNA, dobbiamo evolverci. Crescere ed evitare l’estinzione. Preservare la nostra razza, il nostro futuro. Puntavamo il dito verso le stelle già dall’età primitiva, e continuiamo a farlo.
 
Solo che non capisco… se è una prerogativa, ammazzarsi a vicenda.
Forse è una corsa divina, la nostra. E solo ora me ne sto rendendo conto.
 
L’ho visto, Nevis. Piombare dal cielo, ed atterrare sul suolo. L’ho visto.
Quel giorno, il mostro di metallo uccise 67 soldati dell’IMC, in soli 5 minuti.
Eravamo reclute, persone di scarso conto. La nostra postazione non era strategica, così dicevano i comandanti.
7 furono i feriti, me compreso; il suo proiettile non è stato fatale per me, anche se la nuova gamba mi fa uno strano effetto.
Poi la sua furia omicida cessò; un Pilota del nostro corpo è riuscito a cavalcarlo, e metterlo al tappetto.
 
Io l’ho visto, Nevis. Il Titano atterrò davanti a me.
L’ho visto, e per fortuna sono ancora vivo.
 
Mi manchi da morire,
 
Kyler
 
P.S. Venerdì mi concederanno una licenza di dieci giorni, così potremo trascorrere una piccola vacanza nella nostra casa al mare. La mia mente non vuole altro che distrarsi con te…
  
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