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Autore: GiuliaGranger    28/04/2014    1 recensioni
Questa è la scena in cui Bellatrix incide sul braccio "Sanguesporco" a Haermione Granger. Questa è una fanfiction scritta dalla visione di Hermione, in cui descrive tutte le emozioni che prova.
Dal testo:
"Le mie urla fendono l'aria attorno a me e Bellatrix continua a incidermi il collo con il suo pugnale che mi strappa un altro urlo"...
Bé, non posso fare altro che augurarvi: Buona lettura...
...E farvi le mie condoglianze.
Genere: Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Dobby, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Le mie urla fendono l'aria attorno a me e Bellatrix continua a incidermi il collo con il suo pugnale che mi strappa un altro urlo.
E' tutto sfocato: le figure introno a me sono ombre e i suoni si riducono alle mie urla e alla risata di Bellatrix.
Chissà cosa staranno facendo ora Harry e Ron. Mi stanno sentendo urlare o stanno cercando un modo per fuggire? O entrambe?
Un altro urlo mi sgorga dalla gola e in quel momento capisco che non c'è nessun modo di scappare.
Un altro pensiero mi passa per la mente. E se dovessi morire? Bé, i miei genitori non si ricordano più che esisto. Le uniche persone che ne soffriranno saranno i miei amici, Harry e Ron; ma se riusciranno a sopravvivere so che questa missione li porterà dritti nel cuore di Hogwarts per cercare altri Horcrux e lì altre persone patiranno la mia morte.
Ma io non voglio, non posso morire; non così, non adesso. Io resisterò. Mi farò onore.
Mi chiedo solo perché noi Sanguesporco dobbiamo patire pi degli altri, in fondo non è colpa nostra né dei nostri genitori se nasciamo così.
Ma dobbiamo morire. Ma che cos'è in fondo morire?
Morire è passare da "è" a "era". Morire è quando il tuo nome passa sulla lista dei morti. Morire è quando fai un viaggio, ma di cui hai solo un biglietto di andata.
E se invece dovessi davvero morire? Questo pensiero mi attanaglia la mente.
Ron ti amo. Ti ho sempre amato sin da quando ti ho chiesto se avevi visto un rospo lì nella carrozza del treno per andare a Hogwarts la prima volta.
-Dove l'avete rubata quella spada?- La voce di Bellatrix mi giunge ovattata. -Cos'altro avete rubato?-
-Ni - niente.- La mia voce è un singhiozzo e dopo poco le lacrime mi pungono gli occhi e mi scivolano ai lati delle guance.
Giro la testa da un lato e cerco di capire che cosa sta succedendo attorno a me e la voce di Bellatrix mi perfora un timpano. -Bugiarda- sta dicendo, -bugiarda. Lurida Sanguesporco. Neanche la verità riesci a dire.
Riesco a distinguere a malapena il profilo della spada in mano a... bé, non so chi: non riesco a vedere chi la tiene in mano per l'elsa.
Poi sento un urlo rauco più forte e roco di quello isterico di Bellatrix.
-Lasciala stare!
Cerco di voltare la testa verso quel suono che è la mia salvezza, ma non so da dove viene; riesco solo a dibattermi impotente tra le braccia forti di Bellatrix.
Alla fine mi giro verso destra senza riuscire a formare un pensiero coerente e vedo qualcosa entrare nella mia visuale, qualcosa di rosso, sfocato. Wow, anche prima di morire riesco a pensare a lui, a immaginarlo.
Sulla mie labbra si forma un nome, IL SUO nome. -Ron- sussurro.
Non credo che Bellatrix mi abbia sentito perché il suo sguardo famelico è già puntato sui due nuove arrivati nella stanza: Harry e Ron.
La mia vista torna normale e i suoni mi esplodono nelle orecchie come se qualcuno avesse alzato il volume di una radio tutto insieme.
Mi sento strattonare verso l'alto e Bellatrix mi si piazza dietro le spalle tenendo il suo pugnale sulla mia gola.
Mi guardo un po' intorno per comprendere la situazione finché non sento un liquido caldo scivolarmi lungo la gola: Draco a lato della stanza accanto alla porta del salone sembra pronto a fuggire con un'espressone spaventata dipinta sul viso e tiene in mano la sua e un'altra bacchetta, davanti a me Ron e Harry mi guardo impotenti e spaventati dall'altra parte della stanza, alla mia destra Narcissa e Lucius Malfoy mi guardano sprezzanti come se fossi un cane da bastonare, Unci Unci se l'è cavata con un solo taglio sulla guancia, i ghermitori in un angolo della grande sala sembrano voler scomparire, gli occhi sbarrati e le mani sui foderi delle armi che gli sono state prelevate appena arrivati qui.
Poi in uno scatto, probabilmente di follia o di adrenalina, Harry corre in direzione di Draco e gli strappa di mano le bacchette. Draco, con lo sguardo smarrito e ancora più spaesato, alza le mani all'altezza delle orecchie e fa scivolare lo sguardo su tutta la stanza fino a fermarsi su di me. In quegli occhi vedo tutta la paura e la follia di questi gesti, di tutto quello che sta succedendo. Anche se so che odia i Mezzosangue, come Harry, e i Sanguesporco, come me, non vuole vederli morire, lo so. In un attimo ho compassione di lui perché tutto quello che sta succedendo, tutto quello che GLI sta succedendo non è colpa sua. Perché non voleva esserci tirato in ballo. Ma l'anno costretto.
Bellatrix mi strattona i capelli verso il basso in modo che io abbia il viso rivolto al soffitto, forse per non farmi vedere la scena, come se non ne fossi degna.
E... aspetta. Sul lampadario. Ma cosa...? Aggrotto le sopracciglia e guardo confusa verso lo strano esserino che sta svitando il grande lampadario di cristallo che si trova esattamente sopra la mia testa...
Un attimo. Ritorno sui miei pensieri e... STA SVITANDOIL LAMPADARIO. LO STA SVITANDO, E IO CI SONO SOTTO!
Sono assalita dal panico, ma è una strana forma di panico perché sono immobilizzata al mio posto, con la gola serrata e le mani che formicolano. Dov'è il mio istinto di sopravvivenza quando serve?
Sento Bellatrix sollevare lo sguardo allentando la presa sui miei capelli e io ne approfitto per guardare la stanza.
Anche Ron sta fissando il soffitto, come tutti d'altronde, e lo indica con un'espressione sbigottita e stupefatta dipinta sul viso e la bocca semi-aperta.
Sento Bellatrix urlare mentre si rende contro di quello che sta per succedere e mi lascia definitivamente andare per scappare quando anche l'ultimo bullone si svita.
Sono paralizzata dalla paure, non riesco a muovermi mentre il lampadario si avvicina a me e io riesco a specchiarmi nelle gocce di cristallo che lo compongono.
Solo quando sento Ron urlare mi accorgo che ho di nuovo le orecchie tappate.
Quello che succede dopo accade a rallentatore dandomi il tempo di capire cosa sta succedendo: sto ancora specchiandomi nelle gocce quando sento un corpo cozzare contro il mio e, dato che è tutto a rallentatore, il dolore è prolungato; una frusta di capelli rossi mi colpisce in pieno viso mentre delle mani si allacciano dietro la mia schiena  e i capelli vengono buttati in avanti solleticandomi  il naso e entrandomi in bocca; sento uno spostamento d'aria tutto intorno a me e la persona che mi ha salvata rigirarsi sotto il mio corpo in modo da avere la schiena rivolta al pavimento; voliamo per diversi metri , le mie mani che strusciano sul pavimento, Ron geme di dolore sotto di me mentre la schiena pulisce per benino le mattonelle del pavimento di marmo.
Stendo istintivamente le mani in avanti per parare la testa di Ron contro la colonna cui stiamo andando addosso.
-Stai bene?- mi domanda lui in un soffio dolorante e preoccupato.
In quel momento sento un'esplosione alle mie spalle come di vetri in frantumi e qualcosa mi colpisce la mano. Dev'essere il lampadario che ha toccato terra; in fondo non devono essere passati più di tre massimo quattro secondi. Afferro l'oggetto che mi ha colpito la mano mentre mi metto a sedere e lo guardo: effettivamente è una scheggia di vetro che ha vagamente la forma di una goccia di cristallo del costoso lampadario di cristallo. Mi volto verso sinistra e vedo un mucchio di vetri, di quello che una volta era il bel lampadario, al centro della sala e altri vetri sparsi sul pavimento della stanza.
Vedo Narcissa e Lucius sbiancare. Una goccia di sangue mi cade da punto in cui mi ha colpito la scheggia di vetro. L'asciugo e mi alzo in piedi aiutata da Ron.
Lo strano esserino che ha svitato il lampadario è seduto a terra con la spada di Godric Grifondoro sulle gambe incrociate e respinge i vari incantesimi che gli lanciano schioccando le dita.
Bellatrix squittisce, -potevi ucciderci, stupido elfo!
-Dobby non voleva uccidere. Dobby voleva solo mutilare o ferire gravemente- si difende rispondendole alzando le fragili spalle.
-Dobby, tu sei il nostro elfo domestico...-azzarda Lucius, ma viene interrotto dallo stesso Dobby.
-Dobby è un elfo libero- interviene, -l'ha liberato Harry Potter.
Harry non fa una piega sotto lo sguardo confuso e indagatore di tutti i presenti.
-Stupido elfo- lo accusa Bellatrix lanciandogli un incantesimo, ma Dobby fa schioccare le dita facendo volare di mano la bacchetta a Bellatrix e Harry la prende al volo.
Durante tutto questo battibecco Ron mi tirava verso Harry strattonandomi delicatamente la mano ferita.
Solo da lì riesco a vedere che tiene in grembo anche la mia borsetta di perline viola.
Vedo Harry fare un cenno a Unci Unci e Dobby si alza in piedi salendo sulla ringhiera, che porta alle segrete, tenendo con una mano la spada e la mia borsetta, e Ron comincia a correre, nello stesso momento di Unci Unci e Harry, verso Dobby facendomi volare la testa all'indietro.
Appena tocchiamo tutti il piccolo elfo, lui schiocca le dita e veniamo Smaterializzati, ma c'è qualcosa che non va: vedo qualcosa di colore argenteo volare sopra il mio orecchio destro, ma non è la spada perché pra la tiene... Ron o Dobby, non so; poi questo è più piccolo, sembra un pugnale... IL pugnale che ha usato Bellatrix per incidermi sul braccio la parola Sanguesporco.
Cado a terra appena termina la Smaterializzazione.
 Mi alzo in piedi e mi guardo intorno: siamo su una spiaggia e l'acqua trasparente del mare lambisce docile gli scuri scogli che si trovano alla sinistra dell'abitazione che è a diverso metri dal bagnasciuga.
Mi guardo intorno a cercare gli altri: Unci Unci è riverso a terra sulla schiene con la bocca aperta e  il petto che si alza e si abbassa molto piano, Ron boccheggia accanto a me . Vedo la spada e la mia borsetta di perline a diversi metri da noi e raccolgo quest'ultima. Poi mi accorgo che non ho elencato tutte le persone che sono fuggite da Villa Malfoy. Mancano Harry e Dobby.
Mi giro ansiosa e tiro un sospiro di sollievo quando vedo Harry accucciato a terra che tiene sulle ginocchia il corpo di Dobby. Non lontano da loro vedo luccicare di sangue il pugnale di Bellatrix che mi è passato vicino all'orecchio durante la Smaterializzazione. Non promette niente di buono. Harry sarà ferito? Faccio un passo verso di loro, ma vengo bloccata da un singulto del mio migliore amico. Allora forse sarà ferito Dobby... penso angosciata. -Harry- sussurro, ma lui non  mi sente.
Sussulto quando una mano cosparsa di lentiggini arancioni si posa sulla mia spalla e Ron mi chiede -cosa...?
-Sttt- lo zittisco io con un gesto impaziente della mano.
Mi giro verso di lui e cedo che è pallido come un cencio ed è, solo ora, consapevole della gravità della situazione: guarda la schiena di Harry con sguardo afflitto, impotente, e le sue mani tremano, forse di dolore.
Sento Harry gemere, poi si volta verso di noi, verso di me, con le lacrime agli occhi. -Aiutatemi. Hermione, aiutami. Avrai pur qualcosa in quella tua benedetta borsetta.
Io scuoto la testa impotente e abbasso lo sguardo. Mi faccio sfuggire un singhiozzo involontario e una lacrima bollente cade sulla sabbia asciutta e salata.
Harry torna a guardare il corpo ormai quasi immobile di Dobby. Ron mi prende il polso e mi porta in un punto in cui riusciamo a vede la spalla sinistra di Harry, ma ancora meglio la testa riversa all'indietro di Dobby e il suo corpicino macchiato di sangue.
-Dobby, scusami.- sento sussurrare appena a Harry.
Ma Dobby non sembrava arrabbiato, né tantomeno ha uno sguardo accusatorio. Sembra addirittura sereno o pacifico. -Dobby è felice. Dobby è con il suo amico Harry Potter. Questo è un bel posto per stare con gli amici.
Harry singhiozza ancora e in quel momento mi rendo conto che lui ha perso più persone nella sua vita di chiunque altro (e credo che ne perderà ancora se ci sarà una guerra, e credo, temo, che ci sarà): prima i suoi genitori (che in realtà non ha mai conosciuto), poi Cedric Diggory (anche se non era un vero e proprio un vero e proprio amico, era più un conoscente), dopo Sirius Black (e credo che sia quello di cui ha sofferto la morte più di tutti...), l'anno dopo il professor Silente (...a parte lui), più tardi Edvige e Malocchio, adesso Dobby.
Quanti ancora dovranno morire prima di spezzarlo del tutto? E quanti ancora dovranno morire prima che lui accetti tutte queste perdite? Ma forse non le ha mai accettate, né mai le accetterà.
Sento Dobby produrre un rantolo poi tossisce e sputacchia sangue, e la macchia di sangue si allarga all'altezza dello stomaco sulla sudicia veste. Ha gli occhi ancora aperti quando vedo la luce spegnersi in essi. Harry urla tutto il suo dolore. Poi, cercando di darsi un contegno, si asciuga le lacrime sfuggite e chiude gli occhi a Dobby, un elfo libero.
Dobby è morto con onore, salvandoci. Anche io vorrei morire così.
Dobby è morto e io, e tutti ce ne dobbiamo farcene una ragione.
Dobby è morto.
Ma che cos'è in fondo morire?
  
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