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Autore: ManuFury    28/04/2014    6 recensioni
*Double FlashFic!* *Lieve Slash!*
Flash I: Guerra ---> "Il turno di notte è il peggior turno che si possa affidare a una Sentinella... ed io e Vassilij ce ne accorgeremo presto!"
Flash II: Comico ---> "Quando ti scoli una bottiglia di vodka in tre sorsate e ti risvegli la mattina, ti puoi accorgere che le cose non sono andate proprio come ti aspettavi..."
Sono sempre io... sempre Serapion che torna alla carica!
(Terza Classificata al Contest: "One quote, two stories" indetto da S_ Lily _S)
Genere: Comico, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Fratres in Armis'
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E chissene frega di quello che penseranno le nostre madri!
 
 
 
Flash I: Turno di notte
 
 
Penso che il turno di notte sia il turno peggiore che si possa affidare a una sentinella: i riflessi sono lenti, la mente imbrigliata dalle reti del sonno e gli occhi giocano brutti scherzi.
Sbuffo stringendomi il fucile al fianco, appoggiando una guancia contro il gelo della canna, sperando che questo mi svegli almeno un pochino.
Nulla da fare.
Porto gli occhi argentati al mio compagno di turno, Vassilij D. Zorav, lui al contrario sta già dormendo: la testa gli ciondola leggermente in avanti, gli occhi chiusi.
“Ehi, Vassilij… sveglio!” Gli do una spinta, per strapparlo al sonno. Lui alza di scatto la testa, guardandosi attorno.
“Sono sveglio!” Afferma con delle occhiaie così violacee e profonde che potrei metterci dentro la spesa della settimana.
“Seh, come no. Cerca di restare concentrato che qui altrimenti ci…” Non ho nemmeno il tempo di finire la frase, scorgo con la coda dell’occhio un movimento tra le dense ombre notturne e subito una raffica ci passa sopra la testa: fortuna che eravamo bassi e abbiamo una palizzata a proteggerci.
Ci guardiamo in silenzio con un cenno d’intesa impugnando i fucili.
Appena la mitragliata cessa ci buttiamo allo scoperto, uno da una parte e l’altro da quella opposta, sparando tra le ombre. Il cuore mi martella nel petto e il rinculo del fucile mi sta facendo dolere la spalla, ma sorrido al primo gemito che sento.
Meno uno.
Ritorno al riparo in tempo per evitare un’altra scarica, ma dal lamento che sento al mio fianco capisco che devo essere stato il solo.
Mi volto verso il mio compagno con il cuore in gola: lo vedo appoggiato alla barricata, una mano alla spalla, tra le dita rivoletti rossi. Mi sorride, alzando gli occhi neri verso di me, con il respiro appena accelerato.
“Sarà molto difficile spiegare tutto questo a mia madre.” Lo scuoto, con rabbia.
“Non fare il drammatico, non è il caso! – Ringhio per riportarlo un po’ in sé. – Se molli tu, io resto da solo in questa merda e non ho voglia di andare al Creatore proprio ora. Mi servi vivo!”
Lo lascio che sta annuendo, mentre prova a imbracciare di nuovo il fucile. Io mi alzo di scatto, dalla sua parte e sparo alla cieca qualche colpo, dovrò pur prendere qualcuno; ma al contrario di quanto speravo, qualcuno prende me.
Avverto il colpo fortissimo in pieno petto, più o meno all’altezza dello sterno, ha la forza del calcio di un mulo, uno schizzo rosso imbratta l’aria, scorrendo anche sulla mia divisa. Cado indietro, gridando e tossendo.
Sento Vassilij ridacchiare appena mentre mi guarda contorcermi.
“Fa male, vero?”
“Cristo! Belicov! – Impreco, alzando la voce. – Tu e i tuoi fottuti pallini a vernice, falli meno pensanti!” Ringhio, buttando la testa indietro e cercando di respirare.
“Peccato, mamma sarà arrabbiata con me, non avevo mai perso una sfida in queste esercitazioni di guerra.” Afferma sconsolato.
“Ma chissene frega di quello che penserebbe!” Ringhio, avrei voglia di tirargli una testata, ma mi trattengo, il dolore al petto è ancora troppo intenso.
 
 
~~~
 
 
Flash II: Il dopo sbronza
 
 
Un sospiro sul collo, così caldo e piacevole da provocarmi un brivido lungo la schiena nuda.
Non ho la forza di aprire gli occhi, sono ancora troppo stanco e stordito dalla serata brava appena trascorsa per capire qualcosa: in fondo, quando il Tenente Kasabov ti concede una cazzo di giornata libera, si afferra l’occasione al volo, senza farsi tante domande.
Alle mie spalle un altro sospiro, questa volta più vicino, sempre sul collo, abbastanza caldo da farmi sorridere leggermente: nella testa annebbiata dal sonno e dai fiumi dell’alcool che ho ingurgitato, ricordo benissimo le luci fluorescenti, la musica a tutto volume, di quella che ti sfonda i timpani e le ragazze che ballavano, strusciandosi senza pudore sul mio bel corpo. Sorrido, se non ho perso il mio tocco, me ne sarò portato a letto una, come minimo.
Un lieve movimento al mio fianco e un altro corpo, nudo e bollente come il mio, che si avvicina nell’incoscienza, sfiorandomi.
Un lamento compiaciuto lascia le mie labbra, mentre godo di quell’ulteriore tepore; devo farlo adesso finché posso, dopo i postumi della sbornia non mi daranno tregua.
Mi spingo indietro, aderendo così con la schiena a quel corpo così caldo, godendo della sensazione procurata dal leggero strusciare di quei pettorali sodi e delle addominali così ben dis…
Il sorriso scompare di colpo dalle mie labbra e gli occhi grigi si spalancano al pensiero: pettorali e addominali? Da quando le ragazze ne hanno?!
Mi alzo con uno scatto felino dal letto, tirandomi contro le lenzuola, a coprirmi un minimo. Nella parte di materasso ancora occupata da una figura ben conosciuta, arriva un grugnito irritato.
“Sacha!” Urlo, scandalizzato come una ragazzina.
L’altro soldato sbuffa piano, voltandosi nella mia direzione con gli occhi ancora appannati dal sonno.
“Serapion… - dice tranquillamente, prima di accorgersi a sua volta della situazione. – Serapion!” Ripete, sconvolto a sua volta, scattando in piedi e cercando di coprirsi alla meglio, visto che anche lui è  nudo come un verme, proprio come me; noto un’espressione strana sul suo viso, quasi di dolore, mentre si porta una mano in basso, al fondo della schiena.
“Sacha… che cazzo abbiamo fatto?” Le ipotesi che mi vengono in mente sono una peggiore dell’altra e tutte plausibilmente vere!
“Ed io che ne so! Credevo che fossi una ragazza.”
“No, no! Io credevo che tu fossi una ragazza!” I fumi dell’alcool e le reti del sonno ancora non mi fanno carburare bene. Respiro affannosamente, appoggiandomi con la schiena alla prima parete che trovo.
Dopo qualche attimo di pesante e imbarazzante silenzio, Sacha alza il viso verso il mio.
“Credo che… sarà molto difficile spiegare tutto questo a mia madre.” Annuncio io, anticipando le sue parole.
“Perché, ce l’hai?”
Silenzio. Pensante e tetro, ancora colmo d’imbarazzo prima che l’alcool faccia di nuovo il suo effetto benefico, facendoci scoppiare a ridere entrambi.
“Dio, hai proprio ragione. – Ridacchio di gusto. – E poi… chissene frega di quello che penserebbe.”
“Giusto. – Concorda Sacha con un sorriso. – Una birra?”
“E me lo chiedi pure?”
 
 
~
 
Okkkk… imbarazzante è dir poco, lo so! XD
Ma con Serapion o c’è qualcosa di triste o c’è qualcosa d’imbarazzante, niente vie di mezzo per lui, al massimo gli tocca stare in mezzo…

Va bene, battuta pessima…
Ok, so che nessuno passerà mai a commentare, ma ringrazio comunque tutti quelli che leggeranno (perché vi vedo, sappiatelo!).
Che posso dire ancora?
La storia partecipa al Contest:
One quote, two stories indetto da S_Lily_S sul Forum di EFP (a cui si è classificata TERZA! *Q*).
E io sono andata a scegliermi questa sfida:
"Sarà molto difficile spiegare tutto questo a mia madre." / Comico – Guerra … spero di aver fatto un lavoro mediamente accettabile.
Detto questo… grazie alla Challenge “La sfida dei duecento prompt” indetta da msp17 (che inizierà a odiarmi perché la sto bombardando di storie! XD) con il prompt 130) Sonno… quello che adorna un po’ tutta la storia.
E grazie anche alla Challenge “Un anno colmo di prompt” indetta da AoKise92 con il prompt: “riposino” … riferito più al sonno che al riposo vero e proprio: quello che manca nella prima Flash e che viene interrotto nella seconda. :P
Ho finito… spero solo di trovarvi presto…
ByeBye
 
ManuFury! ^_^
 
  
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