Brandine
minuscole. Lenzuola che prudono. Russare continuo di sottofondo.
Steve Rogers apre gli occhi con una smorfia,
incredibile ma vero, è questa la parte che più fatica a sopportare della vita
militare. Non riuscire a dormire come Dio comanda.
Allontana le coperte con un sospiro scocciato e mette i piedi a terra. Ha piovuto così tanto che
l’acqua gli arriva alle caviglie e prima di infilarli, deve svuotare gli
scarponi.
C’è un buco sulla suola, più di uno in verità, perchè
nemmeno l’unità di Capitan America se la passa tanto bene.
L’aria fredda del mattino gli schiaffeggia il viso e una spessa patina di
lacrime gli inumidisce gli occhi. Se li stropiccia con entrambe le mani e
quando si volta, Bucky alza la testa scarmigliata dal
bozzolo di coperte che lo avvolge.
-Ehi.-
Bucky non dorme più di tre ore da quando l’ha
ritrovato. Steve lo sente sempre alzarsi nel cuore della notte per mettersi a
pulire i fucili o per guardare semplicemente il cielo. Steve gli ha chiesto
spesso cosa c’è che non va, ma non ha ottenuto nient’altro che una scintilla di
paura nei suoi occhi chiari e un sorriso scanzonato prima dell’ennesima bugia.
Non sta bene e non vuole dirmi che ha.
-Non riesci a dormire?-
Steve batte le palpebre e volta la testa verso Bucky.
È strano vederlo così piccolo rispetto a lui, eppure Steve sa che i ruoli non
sono cambiati. È Bucky quello forte fra loro. È Bucky il punto fermo. Lui può solo andare avanti sperando
che lui sia lì, a seguirlo, e a sostenerlo in caso di caduta.
-Nemmeno tu.-
Bucky piega la testa verso una spalla - L’idea di
buttarmi giù da una montagna non mi entusiasma.-
-Se hai un altro piano ti ascolto.-
Bucky scrolla la testa e Steve sospira chiudendo gli
occhi.
-Ho paura.- Bucky alza la testa -Ho paura di finire
con il farvi ammazzare tutti.- Steve sente gli occhi blu di Bucky
addosso, e si fa piccolo di vergogna - Scusami …-
-Per cosa?-
- È che successo tutto così in fretta, un momento prima ero Steve il nano e un
momento dopo…-
-Capitan America.- Steve annuisce e Bucky gli
appoggia una spallata su un braccio.
-E ti lamenti?- gli chiede ridendo.
-Non so se questo è il mio posto Bucky, non so se ne
sono in grado di…-
-Non ti preoccupare, sei nel pieno del piano di Dio nei tuoi riguardi. Che tu
non lo capisca è normale.- Steve incontra gli occhi blu dell’amico che lo
osservano affettuosi - Ognuno di noi è proprio dove doveva essere fin dal
principio. Qualsiasi cosa accada, ricorda che è così che doveva andare e che tu
non c’entri nulla.-
-Nemmeno se vi farò ammazzare?-
-Se succederà non sarà per colpa tua. Di questo ne sono certo.-
Bucky si alza tirandosi dietro la coperta, ma poi
torna indietro e glie la lascia cadere sulle spalle. Steve alza la testa e non
può fare a meno di pensare di essere una persona fortunata, e non perché gli è
stata data la possibilità di incarnare un ideale, ma perché ha qualcuno che lo
guarda come lo sta guardando Bucky.
Come se fosse l’unica cosa bella.
-Steve.-
Steve alza la testa e Natasha chiude gli occhi con un
sospiro. La ferita alla spalla non sembra grave, ma ha bisogno di cure –Non è
stata colpa tua.-
Steve vorrebbe crederle, vorrebbe davvero pensare che non sia successo tutto perché
ha scelto il piano più avventato per
dare l’assalto al treno e perché nel momento cruciale non è riuscito ad
afferrare la mano tesa i Bucky.
Non ti
preoccupare, sei nel pieno del piano di Dio nei tuoi riguardi. Che tu non lo
capisca è normale.
Steve non è mai stato un tipo fatalista, ma ora come ora, ha bisogno di crede
che sia davvero come diceva Bucky. Che tutto quello
che gli è capitato sia stato solo un
modo per poterlo rivedere e poter avere una seconda occasione. Per poterlo
salvare come non è riuscito a fare quella volta.
Non si combatte mai per sé stessi se si vuole essere davvero un eroe, e Steve anche
se per tutta l’infanzia e l’adolescenza non ha fatto altro che desiderare di
essere un esempio da seguire, decide di
mettere da parte Capitan America per un po’ ed essere di nuovo solo Steve Rogers.E Steve Rogers non può
vivere senza il suo migliore amico.
Vuole di nuovo essere guardato come se fosse la cosa migliore del mondo anche
se ha appena rivelato tutte le sue
parole mentre la pioggia cade e rende tutto più patetico.
Vuole di nuovo avere la certezza di essere protetto e amato.
Perché anche i supereroi sono esseri umani e hanno bisogno di qualcuno che li
rialzi quando cadono, perché le idee non avranno carne o sangue, ma gli uomini
che le sostengono sì.
FINE.
DISCLMERS
#Le
idee non sanguinano, non provano dolore [...] (V per vendetta)