Una tranquilla serata nell'avengers tower si trasforma in un viaggio nei ricordi per uno dei vendicatori

Howard se lo ricorda com’era all’inizio: indossava il nuovo corpo come uno di quegli abiti di seconda mano ereditati dai fratelli, come se prima o poi, e un pizzico di fortuna, ci sarebbe finalmente cresciuto dentro.
Ma l’uomo che lo guarda dalla soglia del laboratorio non ha l’odore di una Berlina appena comprata; profuma invece di terra battuta e vita vissuta – e questo la dice lunga, visto che, fino all’altro ieri, Steve Rogers era morto e seppellito sotto una bandiera a stelle e strisce.
{ stucky ; endgame what if | scritta per il contest Pinguini in cerca di autore@Ferisce la penna }

Raccolta scritta per la challenge May I write del gruppo Facebook Non solo Sherlock - gruppo eventi multifandom
 
Momenti di vita insieme tra Steve e Bucky, ambientati a partire da prima che Steve assumesse il siero del supersoldato
 
1. Al Luna Park
2. Hold my Hand
3. 4 Luglio
4. I love you
5. Telefono
6. All'accampamento
7. Fotografie
8. Perché l'ho fatto?
9. C'è ancora speranza
10. Mi mancherai
11. Quanti anni mi dai?

Nella metà superiore della finestra, i rami del platano sono neri, le foglie di un verde asfittico, tinto di scarlatto violento e sbiadito nell’ocra dal tocco dell’autunno, spiccano contro il cielo scolorito e incerto, in cui si avvicendano nubi veloci. Nella metà inferiore, oltre il vetro opaco si trasformano in bidimensionali, opachi, geometrici ricami. Ondeggiano lievemente nella brezza. L’albero oltre il viale, invece, esposto agli elementi dalla lontananza dall’edificio, si agita nel vento.

Dietro di lui, il Soldato rimane dritto in piedi – in attesa di un comando.
Lo chiamavano Assassino, il pugno armato dell’Hydra: muscoli di vibranio, programmato per estirpare vite e distruggere nazioni intere. Steve, invece, si volta a guardarlo e sulle labbra ha ancora la parola “Amore”, come allora, quando era proibito per i motivi sbagliati.
Eppure ora di motivi giusti non ne sono rimasti.
{ stucky | Scritta per la Corsa di Natale - Edizione I @La torre di carta }

Sul bianco della federa si stampa un bacio in rosa pesco, labbra schiuse e un gemito adagiato tra le piume d’oca.
{ stucky | Scritta per la Corsa delle 24h - Speciale X Edizione @La torre di carta }

Sam/Bucky ~
3 volte + 1
"Il Soldato d’Inverno era un tale idiota” sbuffa Bucky. Solleva un angolo delle labbra nel suo sorriso, ma è un’imitazione molto debole di quello che fa di solito.
“Non è idiota voler credere che non tutti siano lì per ferirti.”
“Se eri me, lo era. C’erano decenni di prove, a mio sfavore.”

[past-abuse, niente di descrittivo]
HURT/CONFORT a palate

“Bucky,” dice, e gli scappa una risata debole dalle labbra, nello spazio tra i denti, e un breve sorriso che gli preme gli occhi alle guance: non c’è giovinezza che possa paragonarsi a quella di Steve Rogers, e se scompare dietro la sua magrezza e bontà d’animo, allora è il mondo a non meritarlo, non il contrario.
questa storia partecipa al “Secret Santa Challenge” indetto dal forum “Writing Games – Ferisce Più la Penna”; per Ashla

Uno specchio.
Un riflesso.
Un uomo.
Frammenti di una vita passata, vissuta, da vivere.
[+Bonus natalizio meno angst]
[Questa storia partecipa ai 72 prompt in attesa del Natale indetti da Mari Lace e Sofifi sul forum Ferisce la penna]

Non sembra avere più paura. Da quella posizione potrebbe ucciderlo in quattro mosse - valuta.
Invece lo lascia fare quando quello allunga le mani e stringe le sue, le prende piano, come se lui fosse un tesoro delicato che non gli sembra vero di poter toccare.
[Stucky]

La prima volta che Bucky lo fa Steve non capisce.
Si inginocchia di fianco a lui e china la testa, distende l’unica mano rimasta sulla coscia.
Sta lì, fermo.
Steve si volta verso di lui, confuso. Fa per parlare ma l’altro lo anticipa.
“Dimmi che sono stato bravo”
[stucky]

[Stucky]
Quando succede a Bucky resta ritto e lo sfida con lo sguardo, solleva il mento. Quei porci non lo piegheranno.
Il dottore gli prende la mascella tra le mani, gli fa muovere la faccia a destra e sinistra studiando il suo viso, con l’attenzione un po’ timorosa di chi ha davanti un randagio che ringhia e sa che può mordere da un momento all’altro.
“Questo qui ci darà soddisfazioni” dice.

Prima di diventare il pugno armato dell'Hydra, era un cane sciolto da addestrare, un bambolotto da sventrare, un burattino da spezzare e ricostruire a loro immagine e somiglianza.
Prima di diventare l'arma dal nome di Winter Soldier, Bucky Barnes era il favorito di Alexander Pierce.
{ pierce/bucky, stucky - shrinkyclinks | scritta per il BBI 12° edizione }

Scegliere il costume di halloween perfetto può essere cruciale per partecipare ad una festa, soprattutto se è organizzata da Stark, ma ancora più importante potrrebbe essere avere il giusto parner per il dopo festa.

Qualcosa di soffice colpisce il suo volto, e non fa male. La nebbia nella sua mente inizia lentamente, molto lentamente, a dissiparsi mentre una voce debolissima affiora: Buck, sono io, Steve, svegliati…
Steve non può essere in Siberia, non ci è mai stato... Bucky è sempre stato solo in quell’incubo ad occhi aperti. Sente una mano risalire lungo il suo collo fino a trovare i suoi capelli. Istintivamente la respinge, tremando di paura. Le sue mani si stringono intorno ad un paio di spalle forti, che nessuno degli scienziati possedeva.
«Buck, sei al sicuro. Se qui con me, con me…»
Non è mai stato al sicuro.
A meno che…
Bucky riapre gli occhi con un sussulto rumoroso. Sotto le sue mani c’è della stoffa blu, la divisa di Capitan America. Alza gli occhi per trovarsi in quelli, preoccupati e terrorizzati, di Steve.
Steve.
«Buck»
Un singhiozzo sfugge alle sue labbra senza consenso, e poi un altro e un altro ancora, soffocati contro il collo di Steve, che lo abbraccia.
«Sei al sicuro, sei al sicuro, sei al sicuro…»
E Bucky piange tutte le proprie lacrime, aggrappandosi a lui.
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Stucky.