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Autore: MagikaMemy    28/04/2014    2 recensioni
La Disney High non è un semplice liceo, ma una vera e propria GIUNGLA! E tra compiti in classe, feste sulla spiaggia e amori incompresi, Jasmine, Nani, Belle... ma anche Aladdin, Naveen, Alice, Jim, Trilli e altri saranno vittime della più temibile sfida cui la vita ci pone davanti : l'adolescenza. E si sa, essere giovani non è semplice... in fin dei conti, questa è la vita reale, non siamo mica in una fiaba!
Genere: Commedia, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO 5

Sapeva che sarebbe finita così.

Alice aprì gli occhi, lentamente, ritrovandosi davanti una Trilli ancora nel mondo dei sogni, gli occhi chiusi e gonfi e le guance arrossate.

La luce della mattina filtrava nella stanza di Lilo (chissà perchè si ritrovavano sempre a dormire lì dentro, per un motivo o un altro), e Stitch, nel letto, leccava svogliatamente la bambola d'infanzia di Lilo, che russava sonoramente.

Si alzò dal cumulo di lenzuola colorate dove si era rifugiata qualche ora prima, rischiando per un momento di inciampare su Ailyn, e attraversò la stanza per raggiungere il cellulare, abbandonato a se stesso sulla scrivania disordinata dell'amica.

Alice si concesse un istante per guardarsi attorno.

La stanza di Lilo era sempre stata grande e curiosa, con quella sua forma circolare e buffa; sua madre, tuttavia, sarebbe impallidita davanti a un disordine simile.

Ovunque c'erano oggetti abbandonati sul pavimento-fogli dei compiti, scarpe e calzini spagliati, animali di pezza, ma soprattutto fotografie, fotografie dappertutto: sul tappeto, appese a dei fili colorati che pendevano dal soffitto, sulla porta di ingresso, lungo i muri.

Lilo aveva questa specie di ossessione per le fotografie che la faceva uscire di testa, se la portava dietro (insieme a Stitch) sin da quando era piccola, con quella sua Polaroid vecchio modello che scattava istantanee ad ogni ora del giorno.

Non c'era nulla di meglio, per lei, che scattare foto su foto, che fossero fuori al cinema o al parco dietro la scuola.

Un pò come la pittura per lei, anche se non era proprio una passione, ecco.

Le piaceva semplicemente prendere il pennello e i colori e lasciarsi andare sulla tela come se fosse un'amica; certo la rilassava, ma in realtà a volte le sembrava che anche questo non fosse altro che un inutile hobby.

Lanciò un'occhiata assonnata a Shantii e le altre, ancora dormienti, e di nuovo la assalì quel senso di inadeguatezza cui ormai era quasi abituata.

... ognuna di loro aveva un interesse, una caratteristica, un qualcosa che le rendeva uniche e speciali.

Ma lei?

Cosa aveva, lei?

Oltre quel faccino tondo e i capelli biondi e i vestiti con i nastri e i fiori disegnati, cosa c'era a renderla speciale?

Se lo chiedeva davvero troppo spesso, e perennemente restava a fissare la sua immagine allo specchio per ore, così vuota, così insulsa, così... perennemente inadeguata.

A volte avrebbe voluto strapparsi quel corpo di dosso e lasciare che la sua anima se ne volasse in giro, indisturbata.

Entrare nel cuore delle persone e capirne i pensieri, le frustrazioni (anche se si rendeva conto che era più un discorso da psicologa del cazzo che da adolescente in crisi, ma si sa, lei era una tipa artistica, e gli artisti hanno il diritto di essere fuori come cocomeri).

La suoneria del suo cellulare la distolse dai pensieri e rapida lo acchiappò, per evitare che le altre si svegliassero – prima regola del gruppo: mai, per nessuna ragione al mondo, svegliare Trilli prima delle nove di mattina di sabato.

Stitch la seguì scodinzolante mentre lasciava la stanza di Lilo e si avventava sulle scale; si sedette sui gradini di legno e rispose, affannata, senza neanche leggere il nome sul display, dando per scontato che fosse quella gran rompiscatole della madre.

E chi altri sarebbe potuto essere?

"Mamma, ti avevo già detto ieri che sarei tornata per l'ora di pranzo." esclamò acida, senza dare all'interlocutore neanche il tempo di dire 'Pronto?'.

La voce dall'altra parte dell'apparecchio ridacchiò, un pò a disagio.

"Qualcosa mi dice che stavi dormendo."

...oh merda.

Quella non era decisamente la voce di sua madre.

Incredula allontanò il telefono dall'orecchio per leggere il nome sullo schermo.

Jim.

Jim Howkins.

... un attimo... JIM?!

"Oh Jim, ti prego sc...scusami!" quasi urlò, imbarazzata, le guance rossissime per la figuraccia.

La risata di Jim le arrivò sin dentro lo stomaco tanto era limpida e sinceramente divertita, e per un istante cercò di dimenticare quanto il cuore, la sera prima, aveva aumentato il suo ritmo quando lo aveva visto sulla tavola da surf – come diavolo faceva a essere sempre così carino?

"...volevo semplicemente chiedere a Trilli se aveva visto Pan da qualche parte, ma penso di essere stato un pò troppo mattiniero."
Alice restò ad ascoltarlo mentre farneticava sull'essersi alzato presto per non-aveva-capito-quale-impegno-per-il-locale, cercando qualcosa da dire che non la facesse sembrare una cogliona totale.

Optò per dei versi interessati, fino a quando Jim, con apparente disinvoltura, non le chiese allegro: "...quindi beh, ho aiutato Amelia con gli ordini per il Banbow e ho finito, così credo di essere libero oggi pomeriggio. Pensavo di andare tutti insieme al Luna Park vicino alla baia."

Alice sospirò: "Jim, io non so... ma ad ogni modo, non dovresti studiare per il compito di Lunedì?! O te ne sei dimenticato?"

E Jim rise di nuovo, scuotendo il capo: "Prima pensiamo alle cose importanti! Ma ti prometto che domani mi metto a studiare!"

Alice avrebbe voluto ribattere (Jim era famoso per essere un amante del rischio, ok, ma come diamine faceva tutti gli anni a non avere un filo di ansia nel trovarsi a rischio di bocciatura? Doveva seriamente avere qualcosa di strano nel cervello...non so, probabilmente segatura); Jim però le mando un bacio dicendole di 'mettersi carina' e avvisare le altre di farsi trovare a scuola per le quindici per poi andare assieme.

Arrossì di botto, rientrò nella stanza e posò il telefono sulla scrivania di Lilo (o meglio, sugli unici cinque centimetri liberi da cianfrusaglie) per poi voltarsi e osservare Trilli che dormiva, gli occhi chiusi ma visibilmente gonfi.

... sapeva cosa aveva fatto Peter la sera prima, o meglio, lo sapevano tutti.

Non che ci volesse un genio per capirlo, ci era arrivato perfino Taron (che non avrebbe scoperto cos'è la malizia neanche se lo avesse morso sul naso); Trilli era rimasta a piangere per buona parte della serata, mentre Shantii, che era sempre la più adatta a questo genere di cose, aveva rinunciato alla sua prima notte come Ragazza Ufficiale Di Mowgli (dopo quindici anni, beh, complimenti) per reggerle la testa mentre quella poveraccia, per il nervoso, sembrava si vomitasse perfino le orbite- detto alla maniera di Lilo.

Già, Lilo: lei si era messa a cercare Peter in mezzo agli invitati, rinunciando a ballare, ma fortunatamente non lo aveva trovavo.

Tuttavia, era sparita per delle ore, e Alice lì per lì non aveva voluto approfondire la questione, ma ora che ci pensava... che diamine stava combinando?

Voglio dire, Lilo non era mai stata la ragazza esemplare, ma ultimamente sembrava appena uscita da un romanzo sulla crisi adolescenziale: bestemmiava spassionatamente, bigiava le lezioni, picchiava i ragazzi che ci provavano e qualche giorno prima l'aveva perfino vista sgridare Stitch, salvo poi voltarsi dopo dieci secondi e abbracciarlo, stritolandolo come se non ci fosse un domani.

...che cosa stava succedendo?



Rapunzel adorava vedersi da sola con Tiana, sul serio.

Cioè, non che non volesse bene a Jasmine e le altre, ma... beh, Tiana era Tiana, era tipo la sua Sorella Perduta o qualcosa del genere, nonostante le loro differenze fossero piuttosto visibili -e non solo per il colore della pelle.

Tiana era così autoritaria e sagace, con i piedi ben saldi in terra e le idee chiare su ciò che voleva e cosa no. Sapeva sempre come risolvere ogni cosa, uscire dalle situazioni senza farsi prendere dal panico, pragmatica tanto da far paura.

Lei, invece, era tutto l'opposto; non che ci fosse qualcosa di male, nell'essere emotivamente instabili (talvolta Tia le aveva parlato di una cosa definita 'bipolarismo', ma a lei le etichette non piacevano... anche se forse non aveva tutti i torti).

Solo che a volte avrebbe voluto essere risoluta e non sempre con la testa fra le nuvole – ma in fondo era fatta così, un pò scema forse, ma era a conoscenza dei suoi pregi.

Uno di questi era sicuramente la sincerità.

Ora, questo sarebbe stato sicuramente un ottimo discorso da fare in un contesto come quello... peccato che, tra i suoi difetti, ci fosse anche il suo famoso pessimo tempismo.

E così, mentre Tiana parlava della festa della sera prima come se fosse appena uscita da un'orgia, e mentre giocherellavano entrambe con la colazione (il bar vicino la scuola era sempre vuoto a quell'ora di Sabato, probabilmente per l'interruzione delle lezioni) lei disse con molta delicatezza, sorridendo: "Tia, tesoro, smettila di rompere le scatole su quanto la festa ti abbia fatto cagare. Dillo che ti rodeva a vedere Bianca e Cenere sculettare davanti a Naveen."

Tiana sbarrò gli occhi, manco fosse un cartone animato, e si voltò verso la finestra accanto a loro, profondamente offesa: "... mi rifiuto anche solo di rispondere a una simile affermazione."

Rapunzel sorrise sgargiante, dando un morso al suo muffin al cioccolato: "E perchè mai?! Coscienza sporca?"

"ASSOLUTAMENTE NO." disse di rimando l'amica, secca. "E poi facessero ciò che vogliono, non è colpa loro se hanno il cervello delle dimensioni di un acaro della polvere. Anzi, guarda, le compatisco!" e fece un gesto teatrale per enfatizzare la sua noncuranza, addentando con foga una forchettata di macedonia.

Rapunzel inarcò un sopracciglio, scettica, gli occhioni verdi colti da un insolito cipiglio: "Tia, mi sembri tutto fuorchè colta da compassione, se posso essere sincera."

"Oooh, taci. Naveen è solo un povero coglione, può fare ciò che vuole, figurati. Non me ne frega proprio nulla! Ciò che mi infastidisce è che quanto tutti si ostinino a dire il contrario."

"Forse perchè tu gli dai modo di pensarlo, tesoro. Le tue reazioni non sono molto... come dire..." Tiana le lanciò uno sguardo di fuoco "...beh, diciamo che non sembri poi così poco interessata."

Sbattè la forchetta di plastica e la guardo con durezza: "Naveen è il tipo di ragazzo peggiore che esista! E' un egocentrico e vanesio esemepio della stupidità maschile, così accecato da se stesso da non far caso neanche al quoziente intellettivo delle tipe che si scopa!" Rapunzel provò timidamente ad interromperla, ma ormai Tiana era partita in quarta (e in questo caso sì che sarebbe stato pericoloso), così si limitò ad ascoltare quel discorso sentito altre mille volte, mentre gli altri clienti le guardavano con occhi discretamente interessati.

"... e poi voglio dire, le tipe che gli sbavavno dietro COSA CI VEDRANNO MAI? Ce ne sono a decine, a scuola, più carini di lui, e non pososno insistere ancora con quella faccenda del 'fascino', perchè NON NE HA. Con quelle sue moine, quei sorrisi, e poi...con quella... quella cazzo di chitarra! Santo Cielo, arriverà il giorno in cui gliela spaccherò in testa."

Rapunzel soffiò sul cappuccino e ne bevve qualche sorsata, mentre l'amica riprendeva fiato; poi si scambiarono uno sguardo di intesa e le sorrise.

"...sei libera di pensare ciò che vuoi. Ma ti dico una cosa, Tia: Naveen si farebbe castrare pur di passare una notte da solo con te."

Tiana arrossì di botto, ma poi si mise a ridere (in modo anche un pò malefico, a dirla tutta): "...Rapy, a forza di guardare il culo di Flynn sei totalmente uscita di testa."

Rapunzel sussultò e mise il broncio, profondamente offesa: "... e va bene, allora scommettiamo."

Lo sguardo di Tiana si accese di un inatesso e profondo interesse: "... Naveen non riuscirà mai a legarsi ad una sola ragazza, la monogamia non ce l'ha proprio nel DNA. E poi per quale motivo credi che io sia diversa da tutte le altre ragazze?"

"Perchè sei l'unica che non gli ronza attorno come un calabrone." spiegò l'amica semplicemente, e Tiana si mise a ridere di nuovo.

E fu in quel momento che successe una cosa assurda – o meglio, in realtà non era poi così assurda, ma per Rapunzel, che non era mai stata... come dire, la più sveglia del gruppo era una cosa da scrivere nel diario.

Le era balenata nella sua testolina bionda un'idea... moooolto interessante...

In fondo, cosa poteva succedere di male?

Aveva sempre pensato che Naveen provasse qualcosa per Tiana, bastava vedere gli sguardi che le lanciava, il modo in cui litigavano... era chiaro come il sole, ma Tiana era troppo orgogliosa per starla a sentire.

Perchè non portare questa cosa a suo vantaggio? Tiana non era tipa da tirarsi indietro, al contrario...

Sorrise mestamente e alzò le spalle, consapevole di avere tutti gli astri a favore per intraprendere un simile piano (ebbene sì, era fissata con l'oroscopo... no, non ne andava fiera).

"Beh, se non ti va di scommettere lo capisco, in fondo il ballo è tra breve e sappiamo entrambe che Naveen proverà ad invitarti, così come sappiamo che tu cederai e..."

"Aspetta un momento!" Tiana la interruppe, imbarazzata: "Io non... non ho la minima intenzione di cadere tra le braccia di quel playboy da strapazzo, sempre che mi inviti... ma è una stronzata Rapi, e tu lo sai."

"Io so che hai una fifa blu di perdere, perchè non vuoi ammettere che in realtà vi piacete da pazzi." disse con semplicità.

Tiana non ci vide più: si alzò e sbattè le mani sul tavolo, mentre l'amica, indifferente, la osservava divertita.

RimaseRo a fissarsi per qualche istante, poi Tiana le offrì la mano.

Rapunzel senza scomporsi, le gambe ancora accavvallate sotto il tavolo e la guancia poggiata su una mano, strinse la mano dell'amica senza mollarla.

"... quando vincerò ti farò tagliare tutti i capelli." disse Tiana, sperando di spaventarla, ma Rapunzel non fece una piega: al contrario, saldò ancora di più la presa.

"...quando vincerò, tesoro, dovrai tatuarti una padella sulla schiena."

Tiana esitò per un istante, poi sorrise: "... andata." ed entrambe lasciarono la presa.

Tiana si risedette, in silenzio, ed entrambe restarono a fissarsi per qualche minuto.

Poi Rapunzel sorrise di nuovo, raggiante.

"Oh, Tia, ti voglio taaaanto bene anche io."

Tiana sorrise, chiedendosi perchè, tra tante migliori amiche, doveva esserle capitata proprio la più matta.

"... prepara le forbici, Rapy."



"...sono una merda."

"Dài Al, in fondo non è successo niente di... ok, come non detto" esclamò Adam imbarazzato, cogliendo l'occhiata di Aladdin come una pericolosa minaccia.

Il moro, circondato dai suoi amici che lo stavano deliziosamente prendendo per il culo da una buona ventina di minuti, diede un tiro dalla sigaretta di Naveen e si sistemò il cappello sulla testa, gesto che come sempre tradiva il suo nervosismo.

Eric, il suo fedele skate appoggiato al muretto, cercava come sempre di smorzare la situazione (era di solito l'unico, insieme ad Adam, ad astenersi dalle prese per il culo collettive tipiche del gruppo) e sorrise ingenuo: "Al, Jas era ubriaca. Non verrà mai a saperlo, tu non glielo dirai e fine della storia. Non serve a niente arrovellarsi il cervello per una cosa del genere."

"Beh, sinceramente sei stato fin troppo bravo. Insomma, ti sei limitato a pomiciarci quando potevi andare fino in fondo. Amico, sei il mio eroe." ammise sincero Naveen, guadagnandosi un sonoro 'vaffanculo' di Aladdin.

Flynn sospirò e, dopo aver accennato vagamente alla somiglianza della sensibilità di Naveen con quella di un bidet diede una sonora pacca sulla spalla al povero Aladdin: "Al, Eric ha ragione. Non hai fatto niente di così irreparabile..."

"Sì invece, accidenti!" sbottò di rimando l'altro, alzandosi in piedi e sporcando di terra le sneakers. "Ragazzi, Jasmine è la mia migliore amica.. cioè, è tipo... tipo una sorella! E' un INCESTO!" gridò, facendo voltare verso di loro tutte le famigliole felici e i padroni dei cani che gironzolavano blandamente per il parco in quel Sabato pomeriggio terribilmente caldo e soleggiato.

Gli altri si scambiarono fugaci occhiate ironiche, alchè David vagheggiò: "Emh... sì Al, ok, ma devi capire che voi non siete davvero fratelli. Cioè, questa faccenda dell'amicizia è bellissima, davvero, ma..."

"E' un discorso che poteva funzionare fino a, non so, quando avevate dieci anni." si intromise Flynn.

Aladdin li guardò sconvolto, come se il suo povero cervello non cogliesse assolutamente il punto della situazione – il che era probabile, pensarono gli altri.

"Che... che vorresti dire?" chiese senza rabbia, come un bambino quando chiede alla mamma un aiuto per dei compiti che non riesce a svolgere.

I ragazzi alzarono gli occhi al cielo, ma a rispondere fu Adam che, da degno compare di Belle, sembrava essere l'unico in certe occasioni a dimostrare un minimo di maturità.

"...Al, stiamo solo dicendo che quando si inizia a crescere è ovvio che si perda molta dell'ingenuità tipica dei rapporti come il vostro. Voglio dire, subentrano altre cose... fattori che non puoi controllare. Mi segui?"

Ma dall'enorme punto interrogativo praticamente stampato sulla fronte del povero Aladdin capì che no, il concetto non gli era ancora del tutto chiaro.

"...Al, a un certo punto ti sarai pur fatto qualche sega su Jas, no?"

"... Naveen, cristo santo, sei un porco." Si voltò verso Flynn, esasperato: "Ti prego, dimmi che posso picchiarlo!" disse indicandolo, sconcertato.

Flynn scosse la testa: "Amico, credimi, avresti tutta la mia stima, ma sfortunatamente rischieresti di rovinargli quel bel faccino e... beh, essendo la sua unica compensazione per quell'unico neurone rimasto equivalrebbe al destinarlo ad una vita di solitudine."

I ragazzi risero di cuore, Naveen emise un ghigno di scherno: "Rider, non ti conviene fare il figo con certi paroloni. Tanto lo sappiamo che sei solo un povero coglione."

"Il povero coglione sei tu Naveen, che non riusciresti a dare consigli romantici neppure a una tartaruga nel periodo dell'accoppiamento."

"Ragazzi, ragazzi, qui stiamo cercando soluzioni per un problema serio!"disse ridendo Adam, sottolineando con foga l'ultima parola, ma Naveen lo guardò imbronciato: "E perchè, il pessimo senso dell'umorismo di Rider non lo è abbastanza?"

"Voi siete pazzi." disse Aladdin, letteralmente con le mani nei capelli guardandosi attorno alla disperata ricerca di un ramo cui impiccarsi ed elaborando un piano per quella stessa notte.

Sì, in fondo non aveva molte alternative... sarebbe bastata una corda e boom! Finita, addio a Genio, ai suoi 'amici' e soprattutto a Jasmine e alle sue labbra fantastiche...

COSA?!

No, no, no! Sei un coglione Al, uno stramaledetto coglione firendzonato!

Mentre il ragazzo, colto da una sorta di attacco isterico in stile scimmia ubriaca, si dimenava contro se stesso e i suoi impulsi sessuali (il fatto che fosse una cosa normalissima per un diciottenne sembrava non volergli proprio entrare in testa), David decise di proporre un hamburger per placare la fame e, soprattutto, le acque.

Gli altri, tra una battuta e l'altra, si alzarono e salirono in sella agli skate, chiamando Aladdin per il viale- il ragazzo non si era neanche praticamente accorto di essere rimasto lì da solo come un perfetto coglione

"Al, amico, invece di farti le seghe mentali vieni a mangiare!" lo chiamò Eric, e solo allora Aladdin, scoraggiato, si arrese a salire sul suo skate e a raggiungerli, conscio di avere dei migliori amici molto sensibili, più interessati alla carne di manzo che ai suoi problemi di cuore.


Trilli avrebbe giurato, se fosse riuscita a parlare, che il suo stomaco sembrava invaso da mille calabroni isterici.

Certo, per non parlare poi di quanto ultimamente il suo destino sembrasse orribilmente segnato dai bagni pubblici...

"Te lo avevo detto di non mangiare tutti quegli hot dog, Tri..."

"Peter, ti prego, dacci un taglio! Abbi pietà della mia povera anima" disse teatrale, fingendo uno svenimento.

Peter inarcò un sopracciglio, lasciandola rovinosamente cadere al suolo tra le risate generali.

"... se stai male non dovresti manco stare qui in fila per le montagne russe con tre giri della morte..."

Trilli si voltò verso di lui, con occhioni da cucciolo incompreso: "Ma... ma io AMO le montagne russe, Peter... sniff... non puoi levarmi questo diritto!"

Peter la guardò duramente, poi si sciolse letteralmente come un ghiacciolo al sole (tra lo shock generale del gruppo per così poca resistenza) e abbracciò l'amica con fare compassionevole.
"Oh, Tri, no, NON POTREI MAI! Dopo ti porto anche sulla Torre della Morte!"gridò praticamente tra lacrime di commozione, ed entrambi si abbracciarono urlando frasi come se fossero in un film sui pirati.

Tutte le persone in fila li guardavano basiti, ma Taron e gli altri parlottavano ormai tra loro, fingendo di non conoscerli.

Alice, terrorizzata, stringeva tra le mani la borsa in cuoio marrone come se dentro ci fosse un miliardo di dollari e guardava il vuoto, con tanto di occhio vitreo e fantasmino che le usciva dalla bocca in perfetto stile manga giapponese.

Ailyn, da brava amica qual'era, piuttosto che consolarla amorevolmente preferiva ovviamente ridere sguaiatamente e prenderla per il culo.

"Ali, tesoro, sei bianca come un cadavere! Ahahahahah ma perchè non sei rimasta ad aspettare fuori, invece di entrare?"

Alice sembrò uscire dal suo coma emotivo per guardarla in cagnesco.

"... perchè tu mi hai costretta." disse secca, e Lilo sbottò a ridere, agitando i lunghi capelli neri praticamente in faccia al povero Taron.

"Ailyn, accidenti, quanto sei cattiva!" disse cantilenante, ovviamente per sfottere Alice (nel frattempo, per ingannare l'attesa, Jim aveva afferrato una ciocca di capelli di Lilo e li aveva messi sotto il naso di Taron a mò di baffo, mentre un Mowgli esagitato si affrettava a scattare una fotografia al cellulare prima che Lilo se ne accorgesse e li sbranasse vivi.)

La povera Alice tremava come una foglia, cercando supporto morale in Trilli che alternava momenti di suprema idiozia assieme a Peter con attimi di lucidità mentale in cui si ricordava di stare per salire sulle montagne russe con la nausea.

... che razza di idioti frequentava?!

Purtroppo sapeva di essere troppo in ritardo per cambiare giro di amici, ed essendo visibilmente l'unica persona normale in quel gruppo di scemi potè giurare di vedere le persone in fila con loro lanciarle sguardi compassionevoli.

Mentre cercava di capire che cosa avesse fatto di male nella sua vita precedente per meritarsi una simile compagnia, la fila si spinse in avanti, facendo in modo che poco più di venti persone la dividessero dall'ingresso per l'attrazione.

"... mi viene da vomitare."

"Siamo in due" esclamò Trilli, che tuttavia non avrebbe rinunciato a un giro sulle montagne russe neanche per una A in matematica... ok, no, pensandoci bene forse per un A in matematica sì.

Sussultò quando Jim le si avvicinò (mentre Lilo picchiava Taron sulla testa e Ailyn stava praticamente sdraiata a terra per le risate).

"... ti consiglio vivamente di non chiudere gli occhi, altrimenti sarà peggio."

"Non... non avevo alcuna intenzione di farlo. Rischierei di vomitare addosso a chi mi sta accanto... "

Jim sorrise e le sussurrò in in un orecchio: "... se vuoi posso sedermi vicino a te."

Alice arrossì di botto e Jim, guardandola, rise di gusto: "Ahahahah, ma dài, ti faccio addirittura arrossire? Che carina!"

Alice rise, improvvisamente dimentica delle montagne russe: "Jim Howkins, sei un dannato playboy!" e gli diede un pugnetto sulla spalla abbronzata, dandosi della sciocca.

"Beh, modestamente non mi lamento delle mie doti seduttive... ma ero serio." La guardò penetrante e le sorrise pieno di dolcezza: "Oh, milady, potrei avere l'onore e il privilegio di sedervi accanto durante il viaggio verso il mondo del vomito?" e fece un leggero inchino, scatenando in Alice un raro attacco di risate.
"...e come potrei dire di no?"


"Guardali! GUARDALI! Oddio non sono un amore?!" Ailyn stringeva tanto forte il braccio di Taron da rischiare di bloccargli la circolazione, mentre con Shantii indicava Alice e Jim che, poco davanti a loro, ridevano complici.

Taron inarcò un sopracciglio, confuso: "... Aily, che cosa stai complottando?!" chiese, terrorizzato dagli attacchi da fangirl dell'amica, che gli fece l'occhiolino, entusiasta.

"Chi? IOOO?! Proprio niente, figurati!"

"... ho paura." disse solo Taron, che prese a parlare con Mowgli, ed Ailyn stava per rispondergli ma la vibrazione del suo cellulare la interruppe.

Senza staccarsi dal braccio di Taron, tirò fuori il telefono dalla atsca dei jeans e guardò lo schermo, poi arrossì moooolto lievemente e sorrise tra sè e sè.

Shantii, accanto a lei, sussultò sorpresa: "Eeeehy, biondina, come mai quel sorriso? Chi è?"

Ailyn fece un piccolo saltello su sè stessa, mentre Taron si voltò rapido verso di lei.

"Oh, non è nessuno... solo Artù." disse lei, vaga, con un'espressione da totale ebete.

Shantii e Trilli emisero un gridolino agitato, Taron avvampò: "Artù chi, il coglione del club di scherma?" e sorrise con Mowgli, mentre Peter guardava distrattamente la mappa del parco, totalmente disinteressato a simili discorsi.

Ailyn arrossì di botto e si staccò dal braccio dell'amico, imbarazzata: "Non è un coglione! E' il presidente del club, e per tua informazione ha vinto le gare nazionali dello scorso anno..."

"Uao, questo sì che ne accresce il fascino" la prese in giro Taron, ridendo nervosamente (Lilo era l'unica a guardare la scena in silenzio, con un sorrisetto divertito) e continuò imperterrito: "Quelli del club di scherma sono dei montati."

"Tsk, lo dici solo perchè tu volevi entrarci ma ti hanno bocciato alle selezioni."

"Questo... questo non è vero! La scherma è da sfigati!"

"Non la pensavi così quando hai preso a calci il muro della palestra per la rabbia davanti a me!"

Taron finalmente ammutolì, guardando Ailyn con un misto di rabbia ed imbarazzo.

"Beh, ad ogni modo col tempo ho capito che non faceva proprio per me..." biascicò, voltando lo sguardo altrove.

Shantii poso le mani sulla schiena di Ailyn abbracciandola da dietro, raggiante: "E così.. Mister Armatura Splendente da quando ti manda dei messaggi?"

"Da quando abbiamo scoperto di far parte dello stesso forum di gdr medioevale." disse Ailyn contenta.

Seguì un minuto di silenzio, nel quale tutti si guardarono tra di loro, ammutoliti.

Ailyn li guardò basita: "Beh? Che c'è?!"

"Aily, santo cielo, quanto sei nerd." sbottò Lilo, con tono scherzoso, e Shantii le scompigliò i capelli cantilenandola.

"Ma da quanto vi state sentendo?" chiese Mowgli, cercando di calmare Shantii con uno sguardo eloquente e ignorando Taron che, lì accanto, borbottava qualcosa di incomprensibile.

Ailyn alzò le spalle, soffiando per sollevare la frangetta bionda che le copriva gli occhi: "Non so esattamente, più o meno una settimana."

"Hai intenzione di uscirci?" chiese Lilo, guardando Taron negli occhi, cosa che Ailyn ignorò.

"Non so... non so neanche se gli piaccio" disse, timidamente e abbassando lo sguardo "...e non se se lui piace a me. Cioè, è carino, ma... boh, lo conosco ancora poco per essere obbiettiva."

"Mmmmh, in effetti non è male, anche se un pò troppo magro..." disse vagamente Shantii, ma un "EHY!" di Mowgli alle sue spalle la destò dal discorso per voltarsi verso di lui e bisbigliare uno "Scusa, Insetto Stecco", accompagnato da un leggero bacio sulle labbra.

"Ha parlato la ragazza del palestrato" disse Ailyn, facendo ridere il resto del gruppo e riuscendo a cambiare discorso.

Taron le diede un leggero colpetto sulla spalla e disse che erano i prossimi a salire sulla vettura, poi senza aggiungere una parola fu il primo con Alice e Jim ad avvicinarsi alla sbarra per l'ingresso ai vagoni.

Ailyn resto a fissare per un attimo la sua schiena magrolina nascosta sotto la camicia a quadri e i folti capelli rossicci, mentre il pensiero di Artù (che lei tuttavia preferiva chiamare con il suo soprannome, Semola) si allontanava dalla sua testa.

Prese posto accanto a Taron e, mentre Alice dal sedile della fila davanti cercava un supporto morale da un allegro Jim, fece appena in tempo a guardare l'espressione tesa di Taron.

Poi la vettura partì, e pensò che quel giro di montagne russe non se lo sarebbe goduto proprio per niente.


Aurora cercava sempre di non pensare.

Di non pensare alle conseguenze delle sue azioni, ai problemi, alla vergogna, ai sentimenti degli altri.

Aurora voleva solo vivere, divertirsi, respirare tutta l'aria e l'avventura possibile e ballare fino all'alba.

Voleva essere guardata perchè meritava di essere guardata, e voleva essere amata perchè diamine, era giusto che lo fosse.

Era invidiata, era desiderata, era il sogno pudico dei ragazzi e l'esempio dell'ossessione di bellezza delle ragazze.

Era tutto ciò che si poteva desiderare di essere e, al contempo, tutto ciò che non si dovrebbe mai ottenere; era fastidiosamente completa.

Perfino i suoi difetti risultavano così veri, così giusti da renderla anche tremendamente umana, e questo era un bene, perchè la gente la ammirava ancora di più.

Filippo, dalla foto nell'anta dell'armadio, la guardava sorridendo, un sorriso fermo nel tempo, incoerente con la realtà.

Chiuse l'armadio con forza e si buttò a capofitto sul letto, attendendo che anche quel pomeriggio passasse, esattamente come tutti gli altri, in attesa della sera – una nuova sera, in fondo, significava una nuova festa, ed era ancora stanca da quella appena trascorsa ma le stava bene così, non voleva vivere in altro modo.

...non avrebbe rivisto Aladdin fino al Lunedì, ma a chi importava?

Lo aveva baciato, aveva ottenuto ciò che voleva, e si sentiva già sazia di lui- se fosse stato un altro ragazzo, probabilmente avrebbe insistito fino al portarselo a letto, ma Aladdin non era di sua proprietà; perchè, e lo sapeva, Aladdin in fondo era roba di Jasmine, e Jasmine era la sua più grande nemica.

L'unica a metterle i bastoni tra le ruote, a non temerla, a non inviadrle neppure un'unghia- ed era proprio questo, per la mente contorta di Aurora, a renderla degna del suo rispetto.

Una rivale al suo stesso livello era ciò che le serviva per rendersi più competitiva, per vedere fino a che punto poteva spingere se stessa per ottenere quello che voleva ottenere.

Jasmine era il suo specchio, la sua parte riflessa, ciò che la metteva al corrente dei suoi limiti e che la spingeva a conoscerli e a lottare per superarli.

E sì, certo, Aladdin era carino da morire, e mio dio se era sexy... ma non si sarebbe mai abbassata a un livello simile solo per un dispetto, e pensandoci bene in fondo ce n'erano mille come lui, dolci e affettuosi ragazzi fissati con lo skate.

E non era neanche il suo tipo, se volevamo prorpio dirla tutta- cioè, non era un gran patito di sport, e neanche particolarmente apprezzato dalle altre studentesse, il che lo rendeva poco interessante dalla sua prospettiva.

Lei aveva bisogno di un altro tipo di ragazzo al suo fianco, un uomo, qualcuno che non fosse solo dolce e romantico e principesco, ma anche audace, e sprezzante, e un pò stronzo – mai più di lei ovviamente, un tipo che potesse tenerle testa senza farla incazzare.

...Filippo, di nuovo, si fece insistentemente largo tra i suoi pensieri, ma lo ricacciò via con decisione, abituata alle sue invasioni improvvise.

Erano passati più di sei mesi, che senso aveva stare ancora lì a frignare come una perfetta idiota?

Lui aveva fatto la sua scelta, la scelta definitiva, ed era stato perfettamente chiaro al riguardo.

"...io ti amo, ma non ce la faccio più. Finiamoli qui."

"...vaffanculo."

Lo disse ad alta voce, nonostante fosse sola in casa (le zie erano uscite per andare al negozio, lavoravano come party planners) e guardò fuori della finestra, mentre il telefono squillava.

Vide il nome di Bianca sul display e, scocciata, lo lasciò trillare.

Probabilmente voleva solo mettersi d'accordo per l'orario della festa di quella sera, ma non riusciva proprio ad interessarsene; si lasciò cullare dalla brezza del primo pomeriggio che entrava placidamente dalla finestra aperta, e lentamente si addormentò, mentre il ricordo di Filippo si affievoliva, lasciando dietro di sè una scia di lacrime e male al petto.



Belle sapeva sempre come mantenere un segreto, e su questo ci si poteva mettere la mano sul fuoco.

Era silenziosa come una lapide, affidabile e comprensiva, e se giurava di non dire a nessuno ciò che le era stato rilevato potevi star certo che mai, mai ti avrebbe tradito.

E di questo certo, andava piuttosto fiera... ma quel segreto era più che altro uno scoop grosso quanto l'ego di Naveen, e riguardava la sua migliore amica... ok, lei era muta come un pesce, ma saperlo non le avrebbe reso le cose più facili

Quando Adam, gliene aveva parlato aveva giurato ovviamente, ma ora che Jasmine era lì, davanti a lei, completamente imbradipita sul suo enorme letto sfatto, avrebbe solo voluto spifferare tutto ai quattro venti – non per niente, Jas sembrava totalmente rincoglionita.

"...la mia teeeeeestaaaaaa..."

"Sei davvero scema, Jas" disse pazientemente Nani, premendole un fazzoletto bagnato sulla fronte e sedendosi accanto a lei, di fronte ad Ariel "Ieri sera sembravi colta da una specie di crisi adolescenziale."

"Io non mi ricordo un cazzooooo" si lagnò, splmandosi una mano in faccia e sbuffando.

Arile sospirò e sorrise teneramente: "Te lo abbiamo già detto, tesoro. Ti sei bevuta metà tavolo degli alcolici da sola, hai mollato un cazzotto ad Aurora e Aladdin ha salvato quel poco di dignità che ti era rimasta riportandoti a casa."

Belle cercava di non entrare nella conversazione, continuando a vagheggiare guardando fuori della finestra e a infilare il dito nel vasetto della cioccolata (gli eventuali brufoli, in quel momento, erano per lei un problema secondario).

Jasmine si alzò di un poco, appoggiandosi allo schienale del letto e guardando il soffitto, gli occhi spenti.

"Non nominatemi Al! Sono troppo arrabbiata con lui... poteva almeno dirmelo che gli piaceva quella troiona ambulante..."

"Jas, ti prego, mi basta una Lilo nella mia vita... non metterti anche tu a usare certe parole poco da 'signorina'" la rimproverò Nani, che negli anni aveva coltivato una sottile allergia alle parolacce-probabilmente proprio a causa della sorella.

Jasmine la ignorò e guardò Belle, indispettita: "Adam era con lui e i ragazzi oggi pomeriggio?"

"Erano al parco, sì" ammie Belle fingendo noncuranza, " Non so cosa abbiano intenzione di fare nel pomeriggio, l'ho sentito un'ora fa ed erano a pranzo."

"David deve fare una lezione alle sei" si intromise Nani, "stasera dovremmo uscire, ma credo che non ci sia niente di particolarmente esaltante nel programma..."

"Il fatto è che in questa cazzo di città non c'è mai niente da fare" disse Jasmine "Ho una voglia di andarmene che non mi fa dormire la notte."

Belle le sorrise "Dopo il liceo potrai volare via come una colomba, Jas, ma per ora non puoi farlo e lo sai."
Jasmine stava per ribattere, ma il caos che creò Ariel quando si alzò in un secondo dal letto la fece desistere, ritrovandosi un lenzuolo in faccia.

"Ari, ma che diavolo..."

"SONO IN RITARDO! IN RITARDO, IN RITARDOOOOOOOOOOOOOO!" gridò la ragazza, raccogliendo le sue cose in giro per la stanza e infilandosi di corsa le scarpe abbandonate sul tappeto.

Le altre non fecero neanche in tempo a salutarla che la ragazza si era già fiondata in strada, il borsone della piscina in spalla e una fetta di pane con del burro d'arachidi in bocca, mentre si legava i lunghi capelli rossi distrattamente.

Si voltò per vedere se nel frattempo arrivasse un autobus che potesse portarla a scuola più in fretta quando, per un motivo sconosciuto, cadde rovinosamente a terra.

Rimase con il culo sul marciapiede deserto, dolorante, e si guardò intorno, per poi arrossire di botto.

Eric, davanti a lei, anch'egli spalmato sull'asfalto, la guardava sorpreso, lo skate di fianco a lui, con le ruote che ancora giravano vertiginosamente.

"Ariel! Che cosa ci fai qui? Cioè, ti... ti sei fatta male?" chiese impacciato, sollevandosi e porgendole una mano per aiutarla ad alzarsi.

Ariel accettò l'aiuto e sentì una leggera scossa toccarle ogni singolo nervo del corpo quando le loro dita si incrociarono, ma si ritrovo presto in piedi e fu tutto talmente breve che non fece neanche in tempo a godersi quel contatto.

"Io.. sì, emh, sto bene. E' stata colpa mia, non ti ho proprio visto, ero girata e..."

"No no, colpa mia! Ero girato anche io, credevo di aver calpestato un escremento con lo skate e... beh, ho le ruote nuove, quindi..."

Ariel assunse un'espressione disorientata: "Oh. Capisco. Beh, sì, non deve essere carino."

"Già.. comunque no, voglio dire, ahahah è tutto a posto".

Si guardarono imbarazzati, entrambi visibilmente a disagio, poi Eric le sorrise timidamente: "...spero davvero che tu stia bene, non vorrei averti ferita."

"Oh, no, sto benissimo!" disse lei, raggiante.

Restarono in silenzio per qualche istante, poi Ariel prese coraggio e cercò di iniziare una sorta di... conversazione.

Cioè, non che non ne avessero avuta una, ma incontrare Eric come in un film romantico per poi parlare di cacche di cane e sederi a terra non rientrava proprio nelle sue fantasie, ecco.

"Allora, ti è... ti è piaciuta la festa, ieri sera?"

Eric sussultò, cacciando immediatamente via il pensiero di Aladdin e Jasmine

Stai zitto Eric... per una volta nella tua vita, non fare figure di merda, non tradire un amico e non sembrare il solito coglione...sii tranquillo...

Deglutì e guardò Ariel vago: "Sì sì, anche se c'era decisamente troppa gente per i miei gusti... non mi piacciono molto, le feste."

"Oh, no! Neanche a me, figurati." si affrettò a dire Ariel, che poi sbuffò: "Ok, no, cioè, mi piacciono ma... preferisco quelle più tranquille, chessò, qualcosa di più rilassante, magari non dove tre persone su quattro vomitano a fine serata e cerco il mio pareo per tutta la sera, per poi trovarlo intorno alla vita di un tipo a mò di mutanda..."

"Non è colpa di Ryder, credimi. Non lo sto giustificando, ma quando c'è Rapy non ci capisce più niente... e Naveen lo ha fatto bere come un cammello...." Eric smise di accampare scuse assurde per aria (per cercare di salvare la faccia a quei due coglioni) quando vide Ariel che rideva, la mano a nascondere le labbra, timidamente.

"Scherzavo, Eric! Devo dire che il verde acqua gli dona." disse, continuando a ridere, e Eric restò imbabolato a guardarla.

...uao.

Ariel smise improvvismanete di ridere e sgranò gli occhi, terrorizzata.

"Verde acqua... ACQUA! CAZZO, DEVO ANDARE!"

Eric la guardò correre via con foga mentre lei lo salutava distrattamente con un biscicato "Ci...ci vediamo".

...era davvero una tipa strana.

Sorrise a vuoto, lanciò uno sguardo trasognato al cielo azzurro e, guardandola un'ultima volta mentre lei correva lontano, si allontanò per il viale.




"Andiamo, Mulan... non ti sto chiedendo nulla di esagerato!"

Mulan ride e scansò gentilmente Hercules con un tocco delicato della mano, spostandolo quel tanto che bastava per farsi largo e passare, uscendo dal locale.

"Herc, Meg, vi ringrazio per il caffè... ma non ho intenzione di uscire proprio con nessuno, se prima Shang non mi batte."

"Ma..." provò a polemizzare Megara, ma Mulan le mise due dita sulle labbra, zittendola, camminando all'indietro come i gamberi per guardare la coppia negli occhi.

Il pomeriggio era caldo e l'aria leggermente umida, e Mulan si guardò attorno, incantata.

Poi si concentrò di nuovo sull'amica, dolcemente: " Shang sa le regole. Quindi, invece di passare il tempo a lamentarsi, dovrebbe concentrarsi ed allenarsi di più."

Hercules stava per ribattere, ma Mulan corse via con la scusa dell'ennesimo allenamento, lasciando gli amici come due amebi.

"...sei una stronza!" le gridò Megara ridendo, e Mulan di spalle, già lontana, fece un cenno annoiato con la mano per poi svoltare l'angolo.

Hercules sembrava contrariato: "Non sopporto più Shang e i suoi lamenti da bradipo in calore. Dovremmo intervenire."

"Tu non avevi ideato uno dei tuoi piani geniali?"

Hercules le cinse un fianco, addolcendosi: "Oh, quello...sì, diciamo che ci sto lavorando. In realtà speravo che bastasse una chiacchierata con te per farle cambiare idea."

"Mulan non è proprio il tipo che si fa raggirare con qualche chiacchierata, e dovresti saperlo."

Herc sospirò sovrappensiero: "... sì, ma non possiamo lasciare le cose così come stanno."

Megara non voleva impicciarsi, ma vedendo Hercules così in pensiero la rese eccessivamente sentimentale (troppo, per i suoi gusti) e decise di dargli il suo appoggio.

Gli bacio il collo e lo prese per mano.
"Ci faremo venire in mente qualcosa, promesso."

Hercules sembrò rasserenarsi, e per mano si avviarono verso il parco, mentre il sole cominciava lentamente a calare.


NELL'ANGOLINO DELL'AUTRICE

Ciao a tutti! Vi sono mancata?!

*evita a colpi di karate i pomodori che le stanno lanciando i lettori*

Sì, lo so, avrei dovuto aggiornare entro Pasqua (o almeno, questi erano i piani). Vi prego di perdonarmi, il fatto è che... questi sono stati mesi molto difficili per me, e la scrittura non era in cima alla lista delle mie priorità. Voglio essere sincera... purtroppo la malattia di una persona a me molto cara è vertiginosamente peggiorata fino a... beh, avete capito. Insomma, questa persona è venuta a mancare, di conseguenza non ho avuto davvero la testa per scrivere, Perdonatemi. Ad ogni modo, mi auguro che il capitolo vi sia piaciuto!


Alice mi fa una gran pena, poverina (oddio, mica tanto, considerando la vicinanza di Jim...) circondata da Lilo e gli altri.

Taron e Ailyn... ooooh, Ailyn <3 Per quanto non sia un personaggio famoso, io LA ADORO. Mi piace molto scrivere di lei e Taron, di cui credo di essere stata innamorata da bambina.. non ricordo molto bene, avevo la cotta facile. E da qui parte un sondaggio: qual'era il vostro cartone Disney preferito, e quale quello attuale?

Inizio col rispondere io (Non ce ne frega niente! Nd Tutti) (Tsk, mi sento in vena di chiacchiere sul passato, va bene? Nd Memy): da piccola mi sembra che andassi PAZZA per la Carica dei 101 e La Sirenetta. Ad oggi, in cima alla mia lista c'è Bambi, seguito subito da Il Re Leone e...beh, dicimao che fissi ci sono loro, dalla terza posizione in poi vado a periodi XD. Ah, La Sirenetta mi piaceva per TUTTI i personaggi tranne Ariel, che tuttora non sopporto. Strano eh? Sto scrivendo una storia di principesse e sin da piccola mi facevano cagare... (sospiro). Ho sempre apprezzato di più i cartoni sugli animali (vedi anche Robin Hood, Gli Aristogatti). Ma in generale direi che i Disney mi piacciono tutti (tranne il sequel della Sirenetta, santo cielo Melody è quasi più scassapalle di Ariel ahahah).

So che probabilmente molti di voi avranno pensato che il mio preferito fosse Aladdin... la verità è che era il favorito di mia sorella, quindi alla fine credo sia diventato per forza di cose anche uno di quelli che apprezzo di più.

Aspetto quindi le vostre opinioni sul capitolo, sui personaggi e la trama e una risposta al primo sondaggio lanciato :D Ho deciso di fare una domandina per ogni capitolo, sarebbe bello conoscervi un pò meglio.

Ringrazio tantissimo tutti voi che recensite (ma anche i lettori in generale) per il vostro supporto, il vostro incoraggiamento ed entusiasmo. La paura di deludervi è sempre molto grande, ma spero di essere all'altezza delle vostre aspettative.

Spero che anche stavolta mi farete sapere la vostra opinione (ma alnche eventuali consigli o critiche, sono aperta a tutto) tramite recensione, sperando anche di conoscere qualche timidone che magari legge ma preferisce non recensire. Ehy, dico a te! Dài, voglio conoscerti, fatti sentire, siamo tutti un unico grande gruppo di pazzi/e ^__^ (Ok, non è incoraggiante).


Ancora grazie a tutti, e vista l'ora... beh, buonanotte XD Un abbraccio, Memy

   
 
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