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Autore: Madness in me    29/04/2014    5 recensioni
Tre ragazze un po’ fuori dalla norma, cinque ragazzi più fuori dalla norma di loro.
Un intreccio di momenti di vita quotidiana, vita quotidiana di otto adolescenti alle prese con la vita, con la scuola, alle prese con loro stessi, con la musica, con dei genitori che non capiscono, con coetanei che non li sopportano perché “diversi”.
Una semplice storia di amicizie –e anche altro- nata da una mattinata di pioggia e tanta voglia di scrivere.
Dal primo capitolo: < “Effie, le cose cominciano a girare, la vita non sarà più la stessa.” E nonostante la cosa mi spaventasse perché, diciamocelo, i cambiamenti spaventano sempre, non vedevo l’ora.>
Genere: Comico, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, Crack Pairing | Personaggi: Matthew Shadows, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Aprii, lentamente, gli occhi.
Mi voltai di poco senza svegliare Joshua che dormiva beato al mio fianco e guardai l’orologio sul mobile.
Segnava le otto di Domenica mattina.
Sbuffai silenziosamente.
Sgusciai fuori dall’abbraccio di Joshua e scesi dal letto, scavalcai a fatica il materassino su cui dormivano abbracciati Ryan e Devin, afferrai le sigarette per terra ed uscii, sbadigliando, dalla stanza.
Scesi le scale senza badare a nulla, sbadigliando sonoramente.
Raggiunsi la cucina e mi stupii nel trovare Vic, pimpante, tutto vestito, pulito e sistemato a lavare i piatti.
Si voltò a guardarmi appena entrai nella stanza.
“Ehi, buongiorno!” mi disse, sorridendo.
“Ehilà” farfugliai, stropicciandomi gli occhi.
“C’è il caffè caldo li sul tavolo, l’ho appena fatto” mi disse, senza smettere di sorridere e tornando a lavare i piatti.
“Grazie” sussurrai e mi misi a tavola, versando il caffè nella tazzina poi ci buttai un cucchiaino di zucchero e presi a girare, fissando un punto indefinito del tavolo.
“Come mai già sveglia ?” domandò Vic sempre di spalle.
“Incubi” sussurrai, sbadigliai, bevvi un sorso di caffè poi mi concentrai su Vic mentre mi accendevo una sigaretta “E tu ? Come fai ad essere così pimpante ? Ieri siamo stati in giro fino alle quattro ed eravamo tutti ubriachi marci.” Conclusi.
Vic chiuse il rubinetto, si asciugò le mani e poi venne a sedersi di fianco a me.
“Infatti eravate tutti ubriachi marci e chi pensi vi abbia riportati a casa sani e salvi ?” mi domandò.
“Oh.. Oh, oddio Vic mi dispiace!” dissi, arrossendo.
“Tranquilla, sono abituato.” Disse facendo spallucce.
Stavo per ribattere ma qualcuno entrò nella stanza.
Mike, con addosso solo i boxer, i capelli tutti arruffati, le occhiaie scure fino alle guance e una sigaretta accesa tra le labbra, fece la sua entrata in cucina.
“CAZZO MIKE SEMBRI UN BARBONE!” gridai, scoppiando a ridere, seguita da Vic.
Mike prese posto vicino a me, mandandomi a quel paese e quando si fu versato il caffè mi guardò e disse “Credi di stare meglio di me ?”
Smisi di ridere, mi alzai ed andai a specchiarmi nel riflesso della finestra.
Avevo i capelli tutti arruffati, la mia maglietta-pigiama fino alle ginocchia e il trucco colato che si spargeva per quasi tutta la faccia.
Scoppiai a ridere e ripresi posto vicino a Mike.
Verso le dieci in cucina c’erano ormai tutti i Motionless e tutti i Pierce The Veil, tutti in condizioni pietose, tranne Ryan che ci aveva raggiunti tutto pimpante e carico, come se non avesse bevuto l’ira di dio, ore prima.
Decisi di salire a farmi una doccia mentre tutti cercavano di riprendersi dal post-sbornia, finita la doccia asciugai al volo i capelli, li legai in una coda alta poi mi legai addosso un asciugamano per coprirmi e corsi in camera.
Stavo aprendo un cassetto quando il mio zainetto nero cadde a terra, lo stavo raccogliendo ma notai la macchinetta fotografica di Lexi, doveva averla lasciata in borsa la sera prima.
Mi misi seduta, a gambe incrociate, sul materassino di Devin e Ryan ed accesi la macchinetta.
Stavo scorrendo le foto di quella sera e ridevo da sola poi però davanti ai miei occhi apparvero le foto del giorno al Luna Park con Shan, Lexi e i ragazzi.
Sorrisi malinconicamente ed iniziai a guardarle.
Erano le foto fatte nel ristorante, dopo il giro sulle montagne russe.
Jimmy che versava la birra addosso a Brian con una faccia furiosa e di fianco a Jim c’eravamo io, Matt e JC che ridevamo senza freni.
Poi ancora, una foto di Shan e Brì che si baciavano e vicino a loro Vee con una smorfia da scemo.
Poi una foto di me al centro mentre Shan e Lexi fingevano di aver i baffi, usando i miei capelli.
Una foto di me rannicchiata in braccio a Jimmy che mi faceva il solletico, con Johnny che lo tirava per un lembo della maglietta.
L’ultima foto mi fece sorridere più delle altre.
C’ero io, con una mano a mezz’aria ed un fazzoletto in mano, e fissavo Matt con uno sguardo perso nel nulla mentre lui, con le guance completamente rosse, mi fissava sorridendo timidamente.
Mi ricordavo quel momento, Matt si era sporcato con del ketchup, io gli avevo pulito la bocca e poi eravamo rimasti a fissarci come idioti e Lexi ci aveva scattato quella foto.
Presa dai ricordi spensi la macchinetta, mi alzai di scatto ed infilai le mani nello zainetto, sicura di trovarci ciò che cercavo.
Presi la fotografia e mi rimisi seduta sul materassino, prendendo a fissarla.
In prima fila, Matt e Jimmy con le braccia in aria che ridevano, io ero al centro con gli occhi chiusi e la bocca sgranata –probabilmente era il momento in cui stavo gridando insulti a Jimmy-, dietro di noi Lexi, Shannon e Brian con le braccia alzate che si tenevano le mani e ridevano e dietro di loro Johnny con le braccia alzate e gli occhi chiusi e Zacky, aggrappato alle imbracature, con una faccia terrorizzata, gli occhi serrati e la bocca spalancata.
Sorrisi come una scema.
Quel giorno ci eravamo divertiti da morire.
Avevo bisogno di un’altra giornata così.
L’avrei proposto assolutamente a tutti gli altri.
Ci saremmo divertiti da morire, ne ero certa.
Fissavo la foto senza però vederla, dato che ero completamente persa ad immaginare come sarebbe stata un’altra giornata al Luna Park, magari stavolta anche con Val, con tutti i Motionless, tutti i Pierce the Veil e gli Of Mice & Men.
Improvvisamente la porta si spalancò ed io mi voltai di scatto.
“Ehi Ef- Ops.” Disse Joshua, portandosi una mano dietro la testa ed arrossendo.
“Ehi, tutto bene ?” domandai, vedendolo ancora rosso.
“Sì è che.. ehm.. disturbo ?” mi domandò.
“No, perché ?” chiesi, ancora confusa.
“Beh..” disse lui, facendo un gesto con la testa verso di me.
Abbassai lo sguardo e mi accorsi di avere addosso ancora solo l’asciugamano.
Ridacchiai nervosamente sussurrando un “Ops” e mi alzai, diretta verso l’armadio.
L’avevo quasi raggiunto quando sentii la porta chiudersi, non a chiave.
Mi voltai e Joshua, con le guance ancora rosse, camminava verso di me, sorridendo dolcemente.
Mi poggiò le mani sui fianchi e mi baciò, dolcemente e, sempre dolcemente, mi spinse lentamente verso l’armadio fino a farmici poggiare la schiena contro.
Poi intensificò il bacio.
Ero estasiata.
Era come essere in un altro mondo.
La lingua di Joshua si muoveva, frenetica, nella mia bocca, toccando ogni angolo.
Continuavamo a baciarci, famelici e ci fermavano raramente e solo per la frazione di un secondo, quando avevamo bisogno d’aria per poi riprendere a baciarci.
Le mani di Joshua rimanevano ferme sui miei fianchi e lo sentivo rimanere rigido, come avesse paura.
Improvvisamente prese a scendere fino a poggiare le labbra sulla mia gola e prese a baciarla.
Una cascata di brividi gelati prese a schiantarsi sulla mia schiena.
Joshua portò velocemente le sue mani sul bordo superiore dell’asciugamano che avevo legato addosso poi si bloccò improvvisamente, tirò su la testa e mi guardò, preoccupato.
Forse temeva di star correndo troppo, forse temeva di aver sbagliato qualcosa, non lo sapevo e non mi importava.
L’adrenalina aveva preso il controllo del mio corpo e del mio cervello e volevo sentirlo più vicino, sempre di più.
Sorrisi e Josh sorrise in risposta e slegò l’asciugamano, lasciandolo cadere a terra, poi mi portò una mano dietro la testa, una dietro la schiena e riprese a baciarmi, cominciando a muoversi e trascinandomi fino al letto che ogni notte condividevamo, lasciandomici cadere sopra.
Si sfilò al volo la maglietta e rimase in boxer, poi si avvicinò a me ed iniziò a baciarmi.
Dalla bocca, la gola, il petto.
Il mio cuore accelerò terribilmente.
La mia schifosa mente mi stava tradendo di nuovo.
Il mio corpo era brutto, non aveva forme sexy e la pelle era piena di cicatrici.
Non gli sarebbe mai potuto piacere veramente.
Eppure Joshua baciava ogni lembo della mia belle con una passione così chiara da essere quasi calda, bollente.
E ogni suo bacio lasciava un alone caldo sulla mia pelle, come delle scottature.
Fece improvvisamente aderire il suo corpo al mio, facendomi sentire la sua chiarissima erezione e facendomi trasalire.
Joshua riprese a baciarmi sempre più famelicamente.
Stava per sfilarsi i boxer quando improvvisamente la porta si aprì di scatto.
“OH PORC-“ sentii dire.
Joshua si tirò su di scatto, si voltò ed imprecò.
Poi si alzò di scatto e mi coprì con un lenzuolo fin sopra il petto, lenzuolo che io strinsi al petto.
Poggiai i gomiti sul materasso e mi tirai su, vidi Devin in piedi sulla porta che rideva come un matto.
“Ho interrotto qualcosa ?” domandò, ridacchiando.
“TI AMMAZZO!” gridò Joshua e prese a correre, così Devin scappò via, ridendo e gridando “ERO VENUTO A CHIAMARTI PER FARE LE PROVE, NON SAPEVO STESSI FACENDO DELLE PROVE TUTTE TUE CON EFFIE!”
Ridacchiai.
Mi passai una mano in faccia poi mi alzai, chiusi al volo la porta e mi vestii, senza smettere di sorridere.
Quando fui pronta, scesi al piano di sotto e raggiunsi gli altri che stavano in salotto e mi guardavano ridacchiando.
“Il primo che dice qualcosa, lo ammazzo!” dissi, cercando di trattenere una risatina.
“Beh, nel frattempo il tuo ragazzo è in giardino che ammazza il suo bassista.” Disse, ridendo,  Jaime mentre io prendevo posto sul divano tra Ricky e Chris.
Chris guardava la TV con un sorriso da perfetto idiota in faccia mentre Ricky mi guardava, rosso in faccia e sorrideva nervosamente.
Sbuffai.
“POSSIAMO SMETTERE DI PENSARE AI MIEI RAPPORTI PRIVATI CON JOSHUA ?” gridai, accendendomi una sigaretta e facendo ridere tutti.
Dopo un po’ Devin e Joshua rientrarono.
Joshua si mise seduto sul divano ed io mi misi in braccio a lui, poggiando il viso nell’incavo del suo collo.
“Vado a fare il caffè per tutti, poi appena arriva Lexi scendiamo a provare, ok ?” Disse Ryan, alzandosi dal divano ed andando in cucina.
“Ragazzi” cominciai, tirandomi su “Che ne dite di andare al Luna Park ?” domandai poi.
“ODDIO SI MERAVIGLIOSA IDEA!” esultò Ricky, battendo le mani.
“FIGO!” gridò Ryan dalla cucina.
“Sì ma non sarebbe meglio aspettare una giornata libera degli Of Mice & Men in modo che potremo andare tutti insieme ?” domandò improvvisamente Joshua.
Ci riflettei per qualche istante.
“Oh.. sì, forse è meglio. Voi verrete ?” domandai, voltandomi verso Vic.
“Assolutamente sì! Tanto il tour vero e proprio lo cominciamo tra un po’ e abbiamo il prossimo mese libero, quello di Sabato è solo uno spettacolo particolare e se non ricordo male Austin e i ragazzi finisco il tour tra una settimana.” Disse Vic, pensieroso.
“Conosci Austin e i ragazzi ?” domandai.
“Oh sì, siamo grandi amici. Sono ragazzi meravigliosi!” rispose lui, sorridendo.
Sorrisi anche io.
Ryan portò il caffè a tutti e finimmo di bere, Lexi ci raggiunse così entrammo tutti nella saletta delle prove e prendemmo posto in attesa che i ragazzi cominciassero a suonare.











Erano passati un po’ di giorni.
A dire la realtà, avevo perso il conto.
Avevamo passato gli ultimi giorni tra lavoro e sala prove, sala prove e lavoro.
Ormai neanche mangiavamo più in cucina, ma in sala prove.
Andavamo solo in camera per dormire la notte.
Il resto del tempo lo passavamo in sala prove.
Ma ora eravamo arrivati.
Ero in macchina, Joshua alla guida ed Effie al suo fiano, io stavo seduto dal lato del finestrino con Chris al centro e Devin di fianco a lui, con Ryan in braccio.
Avevo la fronte appoggiata al finestrino e fissavo l’asfalto che correva sotto le ruote della macchina.
Sbuffai.
Chris mi poggiò una mano su una spalla e mi sorrise, cercando di farmi rilassare ma in realtà anche lui era tesissimo.
Eravamo diretti al locale in cui avremmo fatto il nostro primo concerto serio.
Era un locale decisamente grande e quella sera ci sarebbero state, tra il pubblico, più di 700 persone.
Troppe, per me.
Non sapevo se avrei retto o se la tensione mi avrebbe schiacciato.
Però quello era il mio sogno quindi, sicuramente, ce l’avrei messa tutta.
Raggiungemmo, dopo un’ora, il locale, in rigoroso silenzio, tutti troppo tesi per poter spiccicare parola.
Scendemmo dall’auto ed iniziammo a tirare fuori tutti gli strumenti poi rimanemmo nel parcheggio ad attendere che Lexi tirasse giù la batteria dalla macchina di Zacky.
I due si avvicinarono, Zacky sembrava più nervoso di Lexi.
Sorrisi mentre mi accendevo la terza sigaretta della serata.
“Allora, ora che si fa ?” domandò Effie.
“Dobbiamo aspettare che Mike ci porti i pass per entrare.” Rispose, frettoloso, Josh, impegnato a mangiarsi le unghie.
Dopo cinque minuti Mike ci raggiunse, ci infilammo tutti al collo i pass, prendemmo gli strumenti e ci incamminammo.
Entrammo in una porta tutta rossa, percorremmo un lungo corridoio stretto e Mike ci portò in un enorme stanzino che sulla porta aveva un cartello con scritto “Motionless in White”, quello fu il primo colpo al mio cuore.
Il mio cervello iniziava, lentamente, a rendersi conto che non stavo vivendo un sogno.
Eravamo cinque ore in anticipo, esattamente come ci era stato chiesto dai Pierce The Veil.
Eravamo tutti nello stanzino a guardarci intorno, sconvolti per l’enorme lusso, quando un uomo con la scritta “STAFF” e il nome del locale sulla maglia, entrò nella stanza.
“Scusate, dovete andare a fare il soundcheck.” Ci disse.
Chris annuì, ci guardammo tutti, afferrammo gli strumenti e tremanti raggiungemmo il palco mentre Effie e Zacky ci salutarono augurandoci buona fortuna per poi uscire dicendo “Raggiungiamo gli altri in fila.” E sparire.
Quando Ef e Vee aprirono la porta principale per uscire, accompagnati da un bodyguard, da fuori un enorme boato raggiunse le nostre orecchie.
Mi paralizzai fissando la porta che si apriva e richiudeva a velocità sovraumana.
“Porca puttana..” sussurrò Devin.
“PORCA PUTTANA!” ripeté, gridando, Lexi.
Joshua era l’unico che non si era fermato e che continuava a sistemare la sua postazione.
“A-avete sentito ?” domandò, titubante, Ryan.
“Sono.. troppi.” Sussurrai, ancora sconvolto.
“Ragazzi, calmatevi.” Cominciò Chris “Ricordate, questo è il nostro fottuto sogno, siamo qui per questo, per le grida, per la musica.”
Lo guardai, ancora stordito.
Poi ragionai e sorrisi.
Aveva ragione.
Era il nostro sogno, tra quelle 700 persone potevano esserci dei nostri futuri fan quindi non dovevo avere paura.
Sorrisi ancora una volta a Chris poi ricominciai ad accordare le mie chitarre.
Dopo aver sistemato gli strumenti ed aver scelto le postazioni, attaccammo, sulla parete dietro la batteria di Lexi, l’enorme striscione con la scritta “MOTIONLESS IN WHITE” che Effie e Shannon avevano preparato per l’occasione poi ci ritirammo nel camerino lasciando che i Pierce The Veil facessero il soundcheck.
Ci stavamo truccando tutti, io avevo finito di truccarmi la faccia e, come mio solito, mi stavo riempiendo le braccia di nero ed avevo quasi finito quando notai Lexi seduta sul divanetto con una birra in mano, tutta intenta a fissare Chris che si truccava.
Finii in fretta di pitturarmi le braccia, presi i miei trucchi e mi misi a cavalcioni sulle ginocchia di Lexi che sobbalzò.
“Ricky cosa cazzo..” domandò, confusa.
“Zitta, ferma e guardami.” Dissi.
Poi iniziai a truccarla pesantemente, ispirandomi al trucco del nostro ex-batterista, nonché mio ex-migliore amico, Brandon.
E me ne sarei fregato se si sarebbe offeso.
Appena finii di truccare Lexi, il tipo dello staff rientrò in camerino gridando “TRA QUINDICI MINUTI, IN SCENA” e il panico mi assalì.
Mi alzai di scatto e corsi verso Chris che mi abbracciò.
“Non  posso farcela.” Gli sussurrai, nel panico, mentre ci incamminavamo verso il palco.
“Calmati, certo che puoi farcela, tu sei nato per questo, come lo siamo tutti noi. Abbiamo lavorato duramente per arrivare fin qui e andrà tutto bene.” Mi disse ed io annuii, non proprio convinto.
Eravamo in piedi dietro la tendina che ci divideva dal palco e le urla disumane che arrivavano mi stavano mandando in paranoia.
Devin saltellava sul posto a ritmo con Joshua, Lexi picchiettava con le bacchette sulla schiena di Chris che nel frattempo chiudeva gli occhi e faceva profondi respiri, Ryan teneva la testa poggiata al muro ed io me ne stavo in piedi, dietro a tutti a fissare il nulla nel pieno del panico.
“TRE MINUTI!” gridò qualcuno.
Chris ci chiamò e tutti e sei ci stringemmo in un abbraccio di gruppo, stile squadra di Hockey.
“Allora ragazzi” iniziò Chris “Forza e coraggio. Ci siamo. E’ il nostro momento. Ce lo meritiamo. CHI SIAMO NOI ?” gridò poi.
“I MOTIONLESS IN WHITE!” gridammo tutti in coro.
“SPACCHEREMO IL CULO A TUTTI!” gridò Lexi.
“IN SCENA!” gridò il tecnico e la prima a partire fu Lexi seguita in ordine da Joshua, Devin, Ryan e me.
Chris fu l’ultimo a salire sul palco.
Cercando di non guardare il mare di gente di fronte a me, imbracciai la chitarra e feci partire le prime note di Devil’s Night che avevamo scelto come prima canzone di quella serata.
“PER QUELLI DI VOI QUI IN MEZZO CHE NON LO SANNO, NOI SIAMO I MOTIONLESS IN WHITE E STASERA SIAMO QUI PER CORONARE IL NOSTRO SOGNO E PER FAR SAPERE A TUTTI VOI CHE NON SIETE SOLI!” gridò Chris col microfono stretto tra le mani, un enorme boato superò il volume della musica che stavamo suonando a l’adrenalina iniziò a salire.
Chris cominciò a cantare.
Dopo qualche minuto trovai il coraggio di alzare gli occhi dalla mia chitarra e la scena di fronte a me mi lasciò spiazzato.
L’enorme locale era strapieno di gente, persone in ogni angolo, un mare di persone che saltavano a ritmo con la musica che noi stessi stavamo suonando.
Suonammo 10 delle nostre canzoni poi ci fermammo per un istante in attesa del “gran finale” e Chris, mentre noi altri bevevamo o sistemavamo gli strumenti, afferrò il microfono e gridò: “UN ENORME GRAZIE AI NOSTRI AMATI PIERCE THE VEIL PER L’OCCASIONE CHE CI HANNO DATO!” un enorme boato, poi continuò “E UN GRAZIE A TUTTI VOI PER IL CALORE CHE CI AVETE TRASMESSO QUESTA SERA!” un altro boato, poi ancora “LA PROSSIMA CANZONE E’ SCRITTA PER TUTTI QUELLI CHE, COME ME, SI SONO SENTITI O SI SENTONO NON ABBASTANZA O SBAGLIATI, E’ PER TUTTI QUELLI CHE DALLA SOCIETA’ VENGONO DEFINITI “ERRORI”, LA PROSSIMA CANZONE SI CHIAMA IMMACULATE MISCONCEPTION ED E’ PER OGNUNO DI VOI!” iniziai a suonare, più gasato che mai.
Eravamo a metà canzone quando li vidi, schiacciati al centro della calca, c’erano Effie, Shannon, Val, Jim e i ragazzi che saltavano e gridavano a pieni polmoni.
Mi avvicinai a Joshua e gli dissi “L’hai vista ?”
E lui mi rispose “Non le ho staccato gli occhi di dosso per un attimo.”
Sorrisi poi tornai a concentrarmi sulla chitarra.
A fine concerto, puntai Effie e le lanciai un plettro e infine me ne andai di corsa nel backstage.
Assistemmo, da dietro la tendina, a tutto il concerto dei Pierce The Veil.
Quando anche loro finirono, dopo una ventina di minuti, Effie, Shan, Val e i ragazzi ci raggiunsero facendoci i complimenti.
“Hai preso il mio plettro ?” domandai ad Effie, mentre lei mi abbracciava.
“Sì, ma l’ho dato ad una ragazza.” Disse, staccandosi.
La guardai, interrogativo.
“Appena ho afferrato il plettro e voi siete andati via, lei ha gridato ‘OMMIODDIO HA PRESO IL PLETTRO DEL CHITARRISTA, ODDIO CHE CULOOO!’ e io l’ho guardata e le ho detto ‘Li ascolti ?’ e lei ‘No, ma dopo questo concerto magico, dovrò farlo per forza.’ Allora sorridendo le ho dato il plettro e le ho detto ‘Spero tu diventi una loro grande fan perché loro meritano di avere grandi fan e tu, sicuramente, troverai tanta forza nella loro musica’ e niente.” Mi disse, senza smettere di sorridere.
La abbracciai e la strinsi fortissimo, sussurrandole poi “Rimarrai comunque tu, la nostra più grande fan.” Poi sciolsi l’abbraccio ed Effie corse ad abbracciare Lexi mentre io mi accoccolai tra le braccia di Chris.
Rimanemmo mezz’ora ad aspettare che i Pierce The Veil finissero di salutare il pubblico e ci raggiungessero poi ce ne andammo a cena in un ristorante.









“Siete stati tutti grandiosi!” dissi, esaltato, mentre ci mettevamo tutti seduti all’enorme tavolo del ristorante.
Era quasi l’una di notte ma grazie al manager dei Pierce The Veil eravamo riusciti comunque ad avere un tavolo in quel ristorante per cenare.
“Scusate, esco a rispondere al cellulare” disse frettolosamente Vic, alzandosi da tavola ed uscendo dal locale.
“No, ragazzi, davvero, siete stati tutti meravigliosi!” gridò Shannon.
“LA MIA LEXI, L’AVETE VISTA ? NO IO NON SO CHE DIRE, E’ BRAVISSIMA E BELLISSIMA!” cominciò a gridare Zacky, abbracciando e baciando Lexi.
“La serata migliore di tutte” aggiunse Effie, sorridendo.
Ordinammo la prima portata poi cominciammo a parlare del più e del meno.
Ero seduto vicino a Lexi e le stavo chiedendo che sensazioni avesse provato, quando stava per rispondere Vic ci raggiunse.
“Ehi, ragazzi, era Austin! Mi ha chiamato per chiedermi come fosse andato il concerto e per avvisarmi che da domani sono liberi dato che il tour è finito, gli ho detto di venire qui, va bene ?” domandò, riprendendo posto a tavola.
“Certo, li ospito io” dissi, sorridendo.
“Jim, sono sempre tutti a casa tua, ma.. i tuoi genitori ?” domandò improvvisamente Jaime.
Calò un pesantissimo silenzio.
Alzai lo sguardo dal tavolo ed incrociai quello di Matt che mi guardava, preoccupato.
Poi sorrisi.
“Credo sia arrivato il momento di parlarvi di che fine hanno fatto i miei genitori.” Dissi.
“I miei genitori hanno deciso, durante il loro ultimo viaggio, di trasferirsi ed hanno ben pensato di non chiedermi neanche ‘ehi, Jim, vuoi venire con noi ?’, in realtà era sicuro che avrei detto di no, perché qui c’è tutta la vita che mi sono creato ma.. avrebbero potuto almeno chiedere.” Dissi, quasi sussurrando l’ultima frase.
“Jim.. perché non ce lo hai detto prima ?” domandò Brian.
“Perché non volevo farvi preoccupare. Alla fine, io sto bene. Ci siete voi e i miei mi hanno lasciato la casa, sono loro stessi a pagare le bollette e tutto il resto quindi va più che bene così.” Ed accennai un mezzo sorriso verso Brian.
Johnny, seduto alla mia sinistra, mi strinse la mano, senza guardarmi.
Calò un pesantissimo silenzio.
“Jim” mi chiamò Effie.
Alzai di nuovo lo sguardo dal tavolo e fissai il suo viso sorridente.
“Sai..” cominciò “Capisco cosa provi, lo so che probabilmente ti chiedi ‘dove ho sbagliato ? non con nulla per loro, perché ?’ ma devi sapere che in realtà non è così. In realtà loro ti vogliono bene e, per quanto a te possa essere apparso sbagliato, è proprio perché ti vogliono bene che ti hanno lasciato qui senza chiederti niente. Ti avrebbero messo in difficoltà, ti avrebbero dovuto chiedere di scegliere tra loro e i ragazzi e non pensi sarebbe stato orribile ? Avresti vissuto, in entrambi i casi, con il rimorso di aver scelto male. E i tuoi genitori non penso volessero questo ma, ehi, ora ci siamo noi. Siamo tutti qui. Siamo insieme. Non c’è bisogno di stare male.” Concluse.
La guardai, riflettendo sulle sue parole poi mi voltai e guardai la mano di Johnny stretta alla mia ed annuii.
“Hai ragione, nanetta malefica. Grazie.” Dissi e tutti scoppiammo a ridere.
Stavamo mangiando il dolce quando Brian disse “Sapete che penso ? Penso che dobbiamo fare qualcosa per staccare tutti dalla routine del cazzo che abbiamo qui, staccare un po’ il cervello.”
Tutti lo guardammo confusi, tranne Effie che esplose in un enorme sorriso e si alzò di scatto in piedi gridando “EUREKA!” e battendo una mano sul tavolo.

.













Tutti mi guardavano, confusi.
“BRIAN HA RAGIONE, STACCHIAMO. DI BRUTTO. FACCIAMO UNA PAZZIA!” gridai, su di giri.
“Ch-che tipo di pazzia ?” mi domandò, confuso, Ricky.
“Avete tutti dei risparmi da parte, vero ?” domandai ancora.
Tutti annuirono.
“ALLORA PARTIAMO.” Gridai.
Tutti mi guardavano, confusi.
“Se non lo facciamo ora che siamo giovani e pimpanti, quando ? Avvisiamo Austin e i ragazzi, prenotiamo seduta stante i biglietti aerei per dio solo sa dove e partiamo, ci facciamo tre settimane di riposo!” conclusi, esaltatissima.
“Ma con la scuola ?” domandò Shannon.
“Ma che ve ne frega ? Avete tutti voti alti e se anche fosse, avete già un lavoro.” Risposi.
“E il lavoro ?” domandò Devin.
“Non potete chiudere per due settimane ?” chiesi.
“Certo che possiamo, il locale è nostro. Faccio un giro di chiamate e rimando gli appuntamenti e fanculo tutti.” Disse Chris, sorridendo.
“Allora ? Ci state ?” domandai, speranzosa, guardando tutti.
“Dove si va ?” domandò Brian, sorridendo.
“Potreste andare in Italia, è bella da visitare.” Disse Val.
“POTRESTE ANDARE ? VALARY TU VERRAI CON NOI!” gridai.
“D-davvero posso ?” mi domandò lei, con gli occhi lucidi.
“CERTO CHE PUOI!” gridò Jimmy.
“Allora andata! Chi avvisa Austin ?” domandai.
“Io!” gridò Vic.
“Andate tutti in fretta a casa, fate le valigie e prendete i soldi, ci vediamo tutti a casa Motionless!” gridai e tutti esultarono.
Pagammo il conto poi corremmo tutti verso le auto e partimmo.
“Tu. Sei. Completamente. Matta.” Mi disse Devin, ridendo, mentre sfrecciavamo verso casa.
Mi voltai a guardarlo “Lo so bene” dissi e sorrisi.
Raggiungemmo casa in dieci minuti ed io corsi al piano di sopra a farmi la valigia, preparai lo zainetto nero poi presi la piccola scatola di ferro nera sotto il letto in cui tenevo tutti i miei risparmi e anche i soldi che, la sera della cena, i miei mi avevano dato, li misi tutti nel portafoglio poi raggiunsi i ragazzi al piano di sotto.
“Austin e i ragazzi erano già partiti per venire qui, saranno da noi tra un’ora, gli ho detto di andare direttamente in aeroporto.” Disse Vic, scendendo le scale e trascinando un enorme valigia.
“Benissimo!” dissi.
“Speriamo che i genitori degli altri non facciano storie..” sussurrò, preoccupato, Mike.
“Andrà tutto bene.” Dissi, sorridendo.
Chris e Ricky, che erano gli unici due a mancare all’appello in salotto, ci raggiunsero dopo qualche minuto.
Notai che Chris aveva una faccia da funerale.
“Che ti prende, Crì ?” domandai, avvicinandomi.
“Ho paura dell’aereo.” Disse, secco.
Trattenni una risatina e gli diedi una pacca su una spalla.
“Andiamo a sistemare le valigie.” Disse Joshua e tutti uscimmo di casa, l’ultimo fu Chris che chiuse la porta a chiave.
Mentre gli altri sistemavano le valigie nelle due macchine, chiamai Jimmy.
Nana” rispose.
“Ehi Jim, tutto bene ?”
Tutti pronti, anche Val e Matt. Dove ci vediamo ?
“Veniamo sotto casa tua e poi andiamo tutti insieme in aeroporto, Austin e i ragazzi saranno lì tra un’oretta.”
Perfetto, vi aspettiamo!”
Attaccai, su di giri, la chiamata e poi salii in macchina.
Partimmo e in quindici minuti raggiungemmo i ragazzi, anche loro divisi in due macchine.
Arrivati in aeroporto vidi Dan scendere dalla macchina di Matt e corsi ad abbracciarlo.
“CHE CI FAI QUI ?” gridai.
“Matt è venuto a prendersi le sue cose a casa e mi ha invitato, è un problema ?” domandò, preoccupato.

“ASSOLUTAMENTE NO, CAZZO POTEVAMO CHIAMARE ANCHE AL!” gridai, sempre più su di giri.
“L’ho sentito ma ha detto che col fatto che io, te e Brian staremo via due settimane dovrà lavorare molto e quindi non può venire, ma vuole dei souvenir!” disse ed io sorrisi annuendo.
Entrammo in aeroporto, attendemmo mezz’ora poi, quando Austin e gli altri ci raggiunsero, io, Val, Shan e Lexi ci dirigemmo verso la biglietteria dopo aver preso tutti i soldi.
“24 biglietti per Roma.” Disse, decisa, Shannon.
“Per quando ?” domandò la tipa dietro il vetro.
“Il prima possibile, grazie” disse Shan.
“Mh, allora.. c’è un aereo che parte tra mezz’ora e ci sono ancora biglietti disponibili, va bene ?” domandò ancora quella e Shan annuì, la tipa stampò i biglietti, Shan pagò e poi ci incamminammo verso gli altri.
Riprendemmo le valige e ci dirigemmo verso l’aereo, lasciammo le valigie e ci tenemmo i bagagli a mano poi salimmo sull’aereo semi-deserto e cominciammo tutti a prendere posto.
Io mi misi al centro tra Dan e Joshua, di fianco a me c’erano Mike, Vic e Tony, di fronte a me Jim, Johnny e Jaime e dietro di noi Shan, Brian e Alan.
Gli altri erano tutti in giro a litigarsi i posti.
“IO DICO CHE SUCCEDERA’ UN FOTTUTO CASINO!” gridò Jaime, tirandosi su e girandosi verso di me.
“LO PENSO ANCHE IO, CI CACCERANO DALL’ITALIA!” gridò Brian dalle mie spalle.
Tutti scoppiammo a ridere.
Quando ci fummo tutti seduti Dan disse “Ci aspettano 15 ore di viaggio, io dire che dormo” ed io risi “Non fai altro dalla mattina alla sera” conclusi, ricevendo una leggera gomitata da Dan.
“Ehi ma dove alloggeremo ?” domandò improvvisamente Johnny, cogliendomi impreparata.
“MA CHE TE NE FREGA! ANCHE PER STRADA, CI ARRANGEREMO!” gridò Austin a qualche posto dietro Brian e, di nuovo, tutti scoppiammo a ridere, più per la faccia sconvolta e preoccupata di JC che per l’uscita di Austin.
Mi voltai verso Joshua e lo vidi preso a cercare di accendere la macchinetta fotografica.
Mi stavo avvicinando per aiutarlo quando lui girò, per sbaglio, la macchinetta e scattò una foto col flash nella nostra direzione, rendendoci praticamente ciechi.
Scoppiammo a ridere riguardando la foto.
Avevamo delle facce assurde.
Dopo un’ora passata a fare foto a chiunque, poggiai la testa sulla spalla di Joshua e mi addormentai, sorridendo.
Sapevo già che ci saremmo divertiti da fare schifo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ed eccomi qui.
Che combineranno questi disagiati in Italia ? Non ne ho idea nemmeno io, al momento, ma vi assicuro che ci sarà molto disagio.
Mi scuso se il capitolo può non esser piaciuto ma ho avuto molte difficoltà a scriverlo cwc
Hope u enojy,
see u next time.
Somuchlove,
Sah. 

  
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