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Autore: RadioPotter    29/04/2014    1 recensioni
"Albus aveva la possibilità di scoprire se fosse stato Gellert a uccidere sua sorella, ma non aveva il coraggio di farlo. Non poteva identificare l’assassino di Ariana con uno dei suoi fratelli."
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Albus Silente, Gellert Grindelwald
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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Dolore

di TomAVRiddle

Albus se ne stava lì, sulla scogliera a fissare il mare spumoso, che ora conteneva il suo dolore in lacrime.
L'acqua impetuosa non era che una verosimile replica di ciò che stava accadendo dentro di lui. Le onde che si infrangevano contro gli scogli erano i due pensieri che si contrapponevano: da un lato pensava che fosse tutta colpa sua, il tempo sprecato per la realizzazione di una causa malvagia, la perdita della fiducia da parte del fratello, la morte di Ariana; dall'altra credeva che fosse tutta colpa di Gellert, era lui che aveva avuto l'idea di quel folle progetto, lui aveva fatto sì che Aberforth non gli rivolgesse più la parola. Avrebbe voluto pensare che anche la morte di Ariana fosse colpa sua, ma la verità era che non poteva saperlo. La verità era che se avesse voluto anche solo in parte rimediare al suo crimine, avrebbe dovuto catturare Gellert e nonostante il dolore ulteriore che gli avrebbe causato, non aveva scelta, non voleva darsi del codardo per difendere un assassino o un futuro assassino. Albus sapeva dove si era rifugiato, era sicuramente nella fortezza da loro costruita. Un lampo illuminò il cielo e ancor prima di sentire il tuono, si smaterializzò. Non appena poggiò i piedi a terra, il maniero si stagliò davanti ad Albus in tutta la sua maestosità. L'uomo fece uno sguardo sdegnato al solo pensiero di quale sarebbe stata la sua funzione. Vagò per l'edificio per diversi minuti finché non lo trovò. Era di spalle, dimagrito, i capelli biondi, sporchi e disordinati. Se ne stava davanti ad una finestra a fissare il mare, quel mare che poco prima, lui stesso aveva osservato per ore. Albus iniziò ad avvicinarsi lentamente e a sguainare la bacchetta, ma dopo appena tre passi Gellert parlò senza girarsi:
"Pensi di essere silenzioso? Credi che non mi aspettassi una tua visita?"
Albus si sentì bruciare gli occhi, ma trattenne le lacrime e disse con voce ferma:
"Non rendere tutto più difficile di quanto non lo sia già, arrenditi e..."
Gellert rise: "E che cosa? Non mi farai del male? Non mi lascerai imprigionare?"
Albus dopo alcuni secondi di silenzio disse: "Non ho detto nessuna di queste due cose, arrenditi e non ti ucciderò!"
Gellert rise nuovamente, ma più forte: "Albus, tu non mi uccideresti mai. Non uccideresti mai nessuno" -si girò- "Mentre dovresti sapere che io non mi pongo simili problemi, neppure con te se dovesse essere necessario!" -sguainò la bacchetta e urlò -"Crucio!"
Albus parò e iniziò uno scontro che durò ore. Si spostarono per i corridoi e le stanze di Nurmengard, piovevano calcinacci ad ogni incantesimo emesso dai due duellanti e si formavano crepe ad ogni incanto che toccava i muri.
Durante il duello, il dolore di Albus aumentava ogni minuto di più. La consapevolezza che avrebbe dovuto spingersi più in là di quanto non avesse fatto, veniva rimarcata allo scadere del minuto. Dopo ore, Nurmengard era ridotta ad un cumulo di macerie, Albus vide nuovamente Gellert di spalle, ma questa volta non aspettò e urlò: "Incarceramus!"
Catene, funi e corde lo legarono e lo fecero sbattere contro il muro. Albus si avvicinò alla bacchetta di Gellert e per precauzione la spezzò, subito si accorse che quella non era la bacchetta dell'ex-amico e con un incantesimo di appello richiamò quella vera, nascosta in uno degli anfratti della prigione.
Passarono giorni dallo scontro e Albus, nonostante il mondo magico gli avesse riconosciuto grandi meriti, si sentiva morire. Ora aveva la possibilità di scoprire se fosse stato Gellert a uccidere sua sorella, ma non aveva il coraggio di farlo. Non poteva identificare l’assassino di Ariana con uno dei suoi fratelli.
Si materializzò sulla scogliera e non appena arrivò, si accinse ad evocare l'incantesimo per scoprire quale fosse stato l'ultimo praticato con la bacchetta dell’ex-amico. Poco prima di terminarlo, si fermò e lasciò andare la bacchetta nel mare. Capì che qualunque sarebbe stata la risposta, non avrebbe mai potuto perdonare Gellert per i suoi folli progetti e se stesso per averlo seguito nell'intento. Piangendo, Albus si distese sullo scoglio ed urlò straziato dal dolore.
 
   
 
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