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Autore: Eternity_in_love    29/04/2014    1 recensioni
Di sicuro di storie come questa ne avrete lette tante. Io per prima ne ho letta qualcuna proprio su questo argomento.
Chi di noi directioner non ha mai scritto ad uno dei nostri idoli?
Io per prima vi dico che di lettere per loro, per lui, ne ho scritte circa 365. Esatto. No, non sono pazza, solo innamorata follemente. Giurai, il giorno in cui non riuscii a prendere il biglietto per il Take Me home tour l'anno scorso, che avrei scritto una lettera al giorno per un anno, e avrei continuato, fino a quando non sarei riuscita a realizzare il mio sogno. Beh, quest'anno il mio sogno si realizzerà e così, mentre oggi traduco la lettera che porterò con me al concerto per poi lanciarla sul palco, ho pensato a questa Flash Fic dove Carolina (che non sono io) vivrà il suo sogno proprio grazie ad una di queste lettere.
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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  L'amore è una delle cose piùpotenti  al mondo. La cura alle peggiori malattie. Il rimedio ad ogni giorno No. Se non hai amore non hai nulla."


   A Niall, anche se non leggerai mai.

  366 Letters to let you love me too




Ore tre e cinquantacinque della notte tra il 27 e il 28 giugno. Mi alzo, corro in cucina, dietro al fornetto a microonde ci sono il mio quaderno a righe e dalle pagine rosa e la mia penna blu bic. Li ho messi lì la 27esima notte della 27esima lettera quando, stanca di cercare il mio quaderno nel buio della mia stanza, nascosi qui quaderno e penna destinati alle lettere. Li presi, mi sedetti a tavola, presi le cuffie, accesi la musica e iniziai a scrivere.

"Lettera 366.

Caro Niall,
domani, che poi è già domani dato che sono quasi le quattro del mattino, dettagli insomma, dicevo che domani vi vedrò, e per una grande botta di cu.... fortuna sono nel prato, davanti a tutto.  Sono talmente emozionata che non riesco a dormire. Ho passato le ultime sei ore nel mio letto a piangere dalla felicità. Non ci posso credere!
Inanzitutto, ti chiedo scusa, e spero che troverai il tempo di leggere solo parte di queste lettere che, diciamocelo, sono troppe.
Ma vedi, come spiegato in quasi tutte le lettere, per te provo qualcosa che a me piace chiamare "amore.". Bella parola eh? Grossa, pesante, eppure sono solo cinque lettere. Tre vocali, due consonanti. Beh, non posso spiegare tutto in una sola lettera, ti pare? Quindi per spiegartelo ci ho messo esattamente 365 giorni.
Mi mancano le parole, ed io le parole le trovo sempre.
Ma ora, sta sera, o meglio dire sta notte, non le trovo, come se fossero nascoste. Nascoste dove? Dietro gli occhi che mi pizzicano, dietro le mani che tremano, dietro i sorrisi stanchi.
Come spiegare che al solo pensiero di vederti, domani, (oggi), il cuore mi balza in gola, e le ginocchia mi tremano, e nello stomaco si fa spazio la sensazione talmente strana e bella che non  c'è nemmeno una parola per spiegarla.
Provo con la mente e la forza dell'immaginazione a guardare a domani (oggi) , e nel mente cerco di prepararmi a non morire di felicità.
Sono sicura che non riuscirò minimamente a non piangere. Insomma, sono troppo sensibile.
Sai, se c'è una cosa che ho sempre desiderato è farti vedere la mia faccia ora, o meglio quando scrivo. Ho pianto in tutte le 365 lettere. Tutte, nemmeno una in cui non ho avuto gli occhi lucidi.
La verità è che mi piange il cuore se penso che non sai nemmeno che respiro, che ti penso, che ti sogno. Non lo sai, non lo saprai mai. E mentre io ti amo con tutto il cuore, tu vivi il tuo sogno e la tua vita. Come ci si sente? A svegliarsi la mattina con la capacità di vincere contro il mondo e non di essere vinti dal mondo? Come ci si sente a non piangere prima di dormire? Come?
E che mi dici di amare e di essere amato? Tu hai mai amato qualcuno?
Mai avuta la sensazione di volare? Quel momento in cui tutte le canzoni d'amore hanno un senso?
Basta con le domande, spazio alle affermazioni.
E' tutto un gioco, noi siamo le pedine. Posso dire noi?
Il destino mi vuole qui, in questa capitale del mondo. "Roma caput mundi", tu hai studiato il latino? Scusa, sei libero di non rispondermi, avevo detto niente più domande.
E' tutto un rincorrerti senza mai prenderti, in questo gioco bastardo, in cui la distanza vince imbrogliando, e la tua fama, immorale partecipante, ci rende schiavi. In cui il sonno se ne va, i sentimenti si girano e rigirano, sprofondando in mezzo al tabellone, mentre le emozioni si lanciano nel buco delle mancanze, urlando "mi gioco tutto."
Niall, a volte mi sembra di non farcela. E non parlo della scuola, o di correre. Parlo della vita. Perchè io mi spengo se non c'è il tuo sorriso ad illuminarmi le giornate, se non c'è la tua voce a far rumore nei miei pensieri. E diventa difficile levare quelle dannate cuffie. Non ci riesco.
Perchè non mi sento bene, se non ci sei tu. Se non sei presente nelle mie giornate nonostante la tua assenza.
Sei tutto ciò di cui ho bisogno. Non l'acqua, o l'aria. Mi basta saperti lì da qualche parte, mentre sorridi e sei felice.
Sei felice? Dimmi di si, ti prego.
Sai, sei arrivato nella mia vita come un'uragano. E' bastata una canzone. E per quanto incredibile possa essere, per quanto malsana, sei un'abitudine. E forse non lo saprai mai, ma ho passato 365 giorni, più uno, a chiedermi come sarebbe stata la sensazione di stare tra le tue braccia, mentre ti respiravo, ti stringevo, e ti chiedevo di non lasciarmi andare. Mentre ti amavo con tutto il cuore. Mi sono chiesta come avrei fatto se fossimo stati vicini di banco a scuola, se ti avrei toccato la mano o sarei rimasta a guardarti mentre esplodevi di bellezza sotto i miei occhi, senza che io potessi fare niente Mi sono chiesta se mai saremmo potuti restare lontani. Se tu avresti sentito la mia mancanza come avrei fatto io. E non sono solo parole disordinate, Niall. Io la tua mancanza la sento davvero. Ogni giorno, ogni momento, perchè vorrei tu fossi qui,perchè io sono ovunque mentre tu sei altrove. E passano i giorni, le notti, i mesi.. Ed io sto qui, a domandarmi perchè il mio ovunque non è il tuo altrove.
Credo di amarti, ma amarti sul serio.
Genere "darei la vita per te."  
Ci vediamo allo stadio, Niall.
Ti amo, o forse di più.
Carolina. "



Mi alzai, andai in camera mia e tirai fuori gli shorts levi's e una canotta bianca a maniche a giro, poco scollata che infilai nei jeans a vitaalta neri, e il ciondolo con l'aeroplano come quello di Harry che misi al collo.
Pettinai i capelli e portai al polso braccialetti vari e un'elastico con cui, in caso avessi avuto caldo, mi sarei legata i capelli.
Misi l'eyeliner, ovviamente a prova di lacrime, e il macara. Passai il burro cacao sulle labbra e infilai le converse bianche.
Presi il mio zaino con le margherite e ci infilai la macchina fotografica, il cellulare, l'acqua e le 366 lettere che mi appesantirono il carico. Scesi di casa alle cinque e mezza con l'aria grintosa di chi si era svegliato alle quattro del pomeriggio. Cominciai a camminare verso lo stadio, poi presi il bus e alla quarta fermata, scesi.
Davanti lo stadio, mi resi conto che questo era enorme.
Li' davanti, già trenta persone.

"Eccone un'altra!!" urlò una ragazza dai capelli rossi.
"Buongiorno!" urlai
Ci abbracciammo, anche se era la prima  volta che la vedevo.
"Giorgia." si presentò.
"Carolina."
"Elisa." si presentò un'altra
Iniziammo a parlare, a ridere e scherzare, cantammo anche! Finimmo a parlare delle lettere non appena saltato fuori l'argomento "Niall".
"Non ci credo, veramente? 366?" chiese Giorgia incredula.
"Eccole" dissi tirandole fuori.
"Oddio, fammi leggere!!"
"No" dissi rimettendole dentro lo zaino. "Sono strettamente personali." disse sorridendo.
"Scusami allora."
"Tranquilla."
Il tempo passava, l'emozione cresceva.
"Come penserai di dargliele?" chiese Elisa.
"Le lettere?"
"No, il panino!" urlò ridendo
Scoppiai a ridere.
"Beh, se lo incontrerò." dissi
"Scherzi? 366 giorni per scrivere e mandi tutto nelle mani del caso? E se non uscisse? Cosa faresti? te lo dico io, resteresti chiusa in te stessa con il rimpianto di non averlo cercato per non dargli queste puttane di lettere!!" urlò poi Giorgia.

Detto così... DOVEVO TROVARE IL MODO PER VEDERLO.
Davanti quello stadio il tempo sembrava non passare mai, mentre io, con la testa tra le mani e le ginocchia al petto, riflettevo seduta a terra.

"Caro, quello è Paul!!"
"E allora?"
In un attimo, lampo di genio!!"

Mi alzai e iniziai a correre.

"Poul, hey, you ok?" iniziai la mia conversazione con lui in modo calmo.
"Si, grazie. Chi sei?"
"Mi chiamo Carolina. Ho 17 anni. Scusa la stoltezza, ma ho bisogno di chiederti una cosa."
"Non puoi entrare, buona gior..."
"NO! Non hai capito!" dissi interrompendolo. "Non voglio entrare."
"e allora che vuoi?"
"Vedi, Niall è l'amore della mia vita. So che sembra cliché come frase, ma è vero."
"Ed io cosa devo farci?"
"Ecco, stai andando da loro?"
"Si."
"Dovresti dare questo a Niall." dissi frugando nel mio zaino. "Ma non dire a nessuno che te l'ho dato."
"Non posso prenderlo. Cosa farei se tutte le ottomila ragazze mi chiedessero di fare da postino del cuore?"
Risi lievemente.
"Ti prego, Paul. Ti sei mai innamorato? Ecco, fallo in nome dell'amore. Tutti meritiamo un'occasione davanti la persona che amiamo. Tu  sei la mia sola possibilità per avere un'occasione. Io.. Io non pretendo il suo amore. Niall non mi conosce, ma voglio provarci. Ho passato gli ultimi 365 giorni a scrivere una lettera per spiegargli quanto lo amo, chi sono... E' qualcosa d'impossibile, ma io voglio provarci. Devo." Sentii gli occhi caldi e che mi pizzicavano. Guardai Paul. L'espressione severa di qualche minuto fa si era trasformata in un'espressione dicompassione.
"Lo ami davvero?"
"Più di me stessa."
E successe, due lacrime mi colarono sulle guance, così, perchè anche solo spiegare di amarlo mi provocava così tante emozioni, così tanto dolore...
"Su, che la missione cupido abbia inizio." disse Paul prendendo le 366 buste rosa e azzurrine legate da un elastico.
"Sono tante" disse ridendo
"Lo so" risposi con negli occhi un'infinita gratitudine.


-Niall's pov-

Mentre Zayn era al telefono, e Liam ed Harry discutevano su quanto fosse spettacolare l'Italia.
Io per primo amavo questo paese. Insomma.. Pasta, pizza, le più grandi bellezze europee... Ci siam capiti no?
Mentre tutti noi ci facevamo i cazzi nostri, Paul entrò in camera.
"Tutti fuori." disse "tranne tu Niall"
Cazzo! Sta volta lo è venuto a sapere, sicuro.
"Ok sono stato io a rompere la lampada in Spagna." dissi
"Che? No, non volevo mica dirti questo."
"Ah, e allora cosa?" chiesi sorridendo.
"Oggi ho incontrato una ragazza.." iniziò a dire.
"Ma tu non sei sposato?" chiesi
"Vuoi stare zitto Horan?!" urlò
"Ok." dissi
"Ora siediti." mi ordinò, così feci.
"Allora... questa ragazza mi ha lasciato queste" disse tirando fuori circa un centinaio di lettere.
"Una ragazza? Ce ne saranno almeno cento!"
"Sono 366 in realtà" mi corresse.
"Cosa?!" chiesi shoccato. "Questa è suonata!"
"No, mio caro biondo.." disse porgendomi le lettere " dacci uno sguardo ok?" disse per poi uscire.

Mi ritrovai solo. Lettere. 366. Iniziai a leggere.

"Lettera 12

Caro Niall,
non ho ancora incassato il colpo. Cioè, Dio, io non ci sarò! Non vi vedrò cantare Little Things, non ti sentirò ridere. Non ti sentirò cantare.
Più ci penso, più ho voglia di piangere. Eppure, a sedici anni e mezzo non si piange per queste cose, o almeno è quello che mi dice mia madre.
Ti ho inviato un tweet oggi, non mi hai risposto. Sai, a differenza delle altre preferisco scriverne uno solo ed affidarmi al destino.
Tu ci credi al destino? Io si, perchè era destino che io cliccassi su quella canzone. Era destino che io ti ascoltassi e mi innamorassi di te. Era tutto già scritto, scritto come i testi di una canzone. La tua.
Tu stesso sei una canzone. Come quella lasci che la tua risata sia la melodia, e la tua voce le parole. Sei la mia canzone preferita. Quella che ascolti e riascolti fino ad avere mal di testa. Ti conosco così a fondo che mi stupisco di non conscere me stessa come conosco te.
Riconosco nei tuoi sguardi la tristezza, l'immensa gioia, la fatica.
Fidati, non è presunzione.
Abbassi sempre lo sguardo quando sei triste. Ti stringi le mani quando sei arrabiato. Sorridi troppo quando sei triste. E anche se sorridi, a volte ti piange il cuore, il tuo sguardo vivo muore, e tu ti spegni.
Potrei elencarne cento, tipo che ti mangi le unghie se sei nervoso. Che cammini a sguardo basso.
Ma ora, che dire? Io che ne so, dopotutto. Lo percepisco. E a volte di notte, prima di dormire, mentre piango in silenzio, ti sento, mentre fai lo stesso.
Ti chiedo, ora, sei felice?
Io no, sinceramente. Sono complessata, insicura, sola, timida... Io non sono felice, mi sento morta a dire il vero. Ma quest'amore mi rende viva, mi fa respirare.
Carolina."


Andai avanti, ne lessi altre dieci, venti...Tutte mi lasciarono in corpo la sensazione, la voglia per meglio dire, di sapere chi era Carolina.
In ogni lettera c'era un po' di lei e un po' di me. Insieme. Come se fossimo una cosa sola. Quello che voglio dire, è che forse lei mi conosceva davvero. Lei conosceva Niall, non la star, Niall e basta.
Era riuscita  a vedere oltre le telecamere, oltre le interviste, oltre le canzoni. Carolina mi aveva visto, e mi sentivo strano. Strano ad essere nudo di ogni mia emozione.
Lessi una parte delle lettere, e mi capitò la numero 366, datata oggi.
Aprii la busta azzurra, chiusa con la stessa delicatezza e cura delle altre, e aprii anche il foglio piegato in tre parti uguali.
La grafia era come sempre ronda, ordinata e leggermente cadente. Verso la fine del foglio l'inchiostro risultava sbiadito e colato, come se ci avesse pianto.
Questa, a differenza delle altre, mi lasciava dentro un enorme vuoto. Sentivo la sua mancanza, il suo dolore, la sua gioia e le sue emozioni che in me venivano a mancare. Era riuscita a trasmettermi tutto ciò che provava in quell'ultima lettera.
Volevo trovarla. Ma come? Nessun'indirizzo, nè numero di telefono. Nulla.
"Paul!!" chiamai a gran voce.
"Niall, come stai?"
"Mi sento strano" risposi onestamente.
"Cos'hai intenzione di fare?"
"Trovarla."
"Ma non ora." mi disse "Era davanti allo stadio, ma ora hai le prove, e poi il concerto. Se ti presentassi davanti lo stadio ulrando "Carolina" probabilmente tutte le ottocento persone lì davanti si chiamerebbero come lei." rise Paul.
"L'hai vista?" chiesi sconvolto! "com'era?"  
"Alta più o meno sul metro e sessantacinque, capelli marroni, occhi grandi e verdi.."
"ha gli occhi verdi?" chiesi
"Si. E sono grandi, molto espressivi."
"Paul io devo vederla.." gli dissi
"Lo so."

Mi siedo sedetti sul divanetto bianco, mi guardai attorno.

"Devi portarla da me." dissi serio.
Paul mi guardava, avrà capito?


CAROLINA'S POV

"E così gli ho dato le lettere, spero che Paul gliele dia."
"Sicuro Caro." disse Giorgia.
"Oddio." dissi poggiandomi a terra "mi sento male."
"perché?"
"lui leggerà le lettere" dissi.
"Ehy, sono le quattro e un quarto. Tra 15 minuti apriranno i cancelli"
Sorrisi, il momento stava arrivando.
I 5 seconds of summer aprirono il concerto e così, dopo cinque minuti si sentirono le urla, i pianti. La base di Midnight memories partì, e due minuti dopo, il delirio. Il concerto era finito, io stavo lì a guardare il palco che fino a cinque minuti prima era lucente, colorato e ornato dalla presenza di cinque ragazzi. Con una leggera malinconia girai le spalle, e iniziai a camminare verso l'uscita.

"Hey, ragazza!" urlò una voce.
"Io?" dissi girandomi, ritrovandomi Paul davanti "Oh, ciao Paul!" dissi
"Vieni con me!" disse
"Che?" chiesi stranita, che diavolo mi significava!?
"Vieni su." disse Paul.
A passi incerti cominciai a seguirlo.
"Sali." disse aprendo la portiera di un'auto nera.
"Posso fidarmi?!" chiesi
"Sono Paul Higgins!" disse "Senza me quei cinque sarebbero alla deriva!"
"Hai ragione" risi.

Il traggitto non fu lungo, su Milano era calata la sera, le strade erano irriconoscibili.
Arrivammo davanti ad un hotel lussuoso, riconobbi il posto, ma ancora non capivo perchè mi aveva portato lì. Poi, all'improvviso, quando fummo nell'ascenzore, un'idea mi balenò in testa, e sentii le gambe diventare di gelatina, non era possibile.


NIALL'S POV

"Amico, io mi calmerei" disse Zayn.
"Infatti, finisce che quando la vedi vomiti."  confermò Harry.
"E se rimanesse delusa dal vero me?" chiesi.
"Niall, potrebbe essere una delle poche persone che ti conosce per ciò che sei" disse Liam "e si è innamorata di te, sta tranquillo."
Sentimmo la porta bussare, i ragazzi uscirono dalla stanza dalla porta secondaria ed io mi diressi verso la porta.
Girai la serratura e abbassai la maniglia. Tirai quest'ultima e la porta cominciò ad aprirsi lentamente.
Avevo paura, mi sentivo emozionato come quando feci la mia audizione ad xfactor. Sentivo, anche in quell'occasione, che avrei dato tutto me stesso.
Mentre nei miei pensieri riordinavo un discorso di suo già confuso, fissavo il pavimento, incrociando, qualche secondo dopo, delle converse bianche.
Alzai il viso, e vidi quella che era una delle ragazze più belle che io avessi mai visto.
I suoi occhi verdi brillanti erano lucidi, si mordeva il labbro chiaro e carnoso. La pelle chiara delle guance si tinse di un colorito rossastro. In un momento, credetti di essere in paradiso.I capelli lunghi e mossi erano sciolti, le cadevano sulle spalle con morbidezza. Il corpo esile e l'espresione sorpresa.

"io... io credo di aver dimenticato il mio inglese." disse ridendo lievemente.
"Entri?" chiesi
"Si." balbettò.
"Ciao" dissi una volta chiusa la porta.
"Hey" rispose.
"Come stai?"
"Bene, tu?"
"Bene,"
Silenzio. Non sapevo cosa dire.

"Ha-ha-hai avuto le lettere?" balbettò.
"Si" le sorrisi "ma ne ho lette una trentina." dissi sorridendole.
"Ah" disse solo "erano troppe, vero?"
"No." le dissi.

Tra di noi era il gelo. Come se ci stessimo amando troppo in silenzio, e che questo amore ci stava pian piano annullando.
"Bella collana" le dissi guardandole la collana con sopra un simbolo celtico.
"L'ho presa in Irlanda,"
"Ci sei stata?" chiesi curioso e sorridendo.
"Si, sono stata anche a Mullingar" mi disse sorridendomi timidamente.
"E ti è piaciuta?"
"E' carina e tranquilla." disse "Mi è piaciuta, si." confermò.

Feci un passo verso di lei e la guardai ancora, più attentamente.

"Avrei tante cose da dirti.." disse
"tipo?" chiesi.
"Tipo che mi piacerebbe starti così vicino per sempre. Che mi piacerebbe sorreggerti quando stai per cadere nei baratri delle giornte grigie.Ti vorrei dire che ti amo più di me stessa, e che ora che lo sai mi sento peggio di prima, perchè se prima sognavo di poterti far innamorare, ora so che non accadrà mai." disse.
Gli occhi si rattristarono, alcune lacrime le colarono sulle guance candide.
"Stringimi ti prego" mi supplicò in lacrime.
Le tesi le mani che lei afferrò, tirandole le mani la feci arrivare al mio petto.
Poggiò le mani su questo e iniziò a sighiozzare. Io la stringevo a me, e mi sentivo bene, come se non avessimo fatto altro per tutta la vita.
Piangeva, e dopo qualche minuto sollevò il viso, guardandomi.
"Sei così bella" le dissi asciugandole le lacrime con il cuore che mi piangeva.
"Sei bellissimo, Niall" mi disse prendendomi le mani e posandole sui suoi fianchi.
Le sue mani mi accarezzarono il viso dolcemente, come a paura di rompermi, come se io fossi stato per lei, la cosa più preziosa al mondo.
"Ho voglia di baciarti." dissi.
Il suo sguardo si abbassò, un'assoluta timidezza.
"Devo andare." disse
"No!" dissi svelto "ti prego, resta."
"Devo tornare a Roma domani." disse poi triste.
"Resta con me." le chiesi.  "Voglio innamorarmi di te." le dissi.
Sembrava strano, detto così. Ma era vero. Volevo conoscerla come lei conosceva me, volevo amarla come lei amava me. Volevo stringerle le mani prima di dormire, baciarla dolcemente, stringerla a me nei giorni di pioggia, amarla. Amarla fino a scoppiare.
"Niall io.." fece per dire. E son sicuro che stesse per piangere dinuovo.
"Ti prego, non sopporterei di lasciarti andare e perderti." dissi con un coraggio che non mi apparteneva, la voce che mi tremava e il cuore che mi batteva sotto il suo sguardo.
"E i miei? io ho solo diciassette anni. Cosa dico?"
"Che vieni con me"
"non mi crederebbero." disse
"Ci crederanno. Vieni in tour con me." esultai stringendole le mani.
"Ho la scuola a settembre!"
"Abbiamo due mesi ancora. Dimmi di si, ti prego."
"Hai il tuo computer qui?" chiese.
"Cosa c'entra?" chiesi stranito.
"Devo chiamare i miei su skype per dimostrargli che non sono pazza." sorrise.

Così fece. Accendemmo il computer e chiamammo i suoi. All'inizio furono scettici, ma che dico, ci credevano drogati. Ma due ore dopo accettarono, e mi fecero giurare di prendermi cura di lei.
Carolina decise di tornare a Roma quella sera, per poi farci raggiungere in Portogallo due giorni dopo.
Sembrava così irreale.

"Niall, allora io vado." disse sorridendomi.
"Baciami forte prima di partire." dissi.
"Che clichè!" rise.
Risi con lei, per poi fiondarmi sulle sue labbra. Sapevano di zucchero e sogni.


ESATTAMENTE UN ANNO DOPO.

"Idiota, lo sai che inizio il college a settembre." disse dall'altro capo del telefono.
"Lo so amore, quindi non vedo l'ora di averti a Londra con me. E anche Harry ne sembra contento."
"Sarà perchè siamo vicini di casa.." disse ridendo.
"Già, può darsi." dissi.

Mi sentivo felice, innamorato, più che bene. Non sapevo come spiegarlo. L'amavo da morire.

"Niall, ho un piccolissimo problema." mi disse
"Cosa?" chiesi.
"Ci servirà un armadio più grande." disse.
"O magari una casa più grande."
"Esagerato"
"tesoro, con tutti i vestiti che hai, e quei cosetti inutili..."
"cosetti inutili?! Ho speso le mie paghette degli ultimi tre anni per comprare quelli che tu chiami "cosetti inutili"!" l'immaginai nella sua stanza a Roma mentre s'incazzava a morte.
"Sai, mi farà strano avere libri, cd e poster con la mia faccia in giro per casa." dissi ridendo.

"Niall, lascia la tua adorabile ragazza in pace e lasciala dormire che domani non si sveglia!" urlò Liam.
"Saluta Liam." disse
"Ti saluta" riferii.
"Ha ragione Horan, ci vediamo domani." disse
"Ti amo" dissi
"Ti amo anche io."

Il giorno dopo mi trovavo seduto sul divano, con il telefono in mano ad aspettare il suo arrivo.
Ero emozionato come un bambino.
Sentii il campanello e così mi alzai di corsa e andai ad aprire.
Non era mai stata più bella.

"Ti prego, non guardarmi così, dopo due ore di aereo ho i capelli uno schi..." non le lasciai finire la frase che la baciai.
"Mi sei mancata da morire complessatissima ragazza stupenda" dissi
"Anche tu" disse baciandomi.


Carolina si trasferì a Londra nel 2015, nonappena finito il liceo e al compimento dei diciott'anni. Dopo un anno di incontri fugaci e più di 45 voli, entrambi decisero che vivere insieme sarebbe stata la scelta migliore. Carolina andò al college a settembre e Niall continuò la sua vita da pop star. Si amavano ogni giorno di più, tra risate e baci. Tra lettere e sogni ad occhi aperti.



 


SBAAAAAAAAM NON HO MAI SCRITTO UNA FLASH FIC.
Ci ho messo due giorni, ma sono fiera di questo lavoro. E' una storia vera, in parte. Le lettere esistono davvero, e anche il mio amore per Niall. Quello che voglio dire con questa fiction è che non dovete sminuire un'amore. Ognuno ne ha uno, ed ognuno è libero di amare chi vuole. Per quanto la storia sia irreale ed impossibile mi sono impegnata a renderla vera. Ci ho messo le mie emozione e ho reso mia Carolina.
Grazie di essere arrivati fin qui, e di aver letto.

  
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