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Autore: love_soul    29/04/2014    0 recensioni
-Hai mai desiderato vivere un'altra vita?-
-Qualche volta-
-Ma non l'hai mai fatto..voglio dire puoi cambiare la tua vita se vuoi..-
-Anche io ho le mie band preferite-sospirò- se loro dovessero sciogliersi un giorno ci resterei malissimo e non voglio che le mie fans possano soffrire-
-Però vuoi comunque vivere un'altra vita-
-Si-
-Perchè?-
-Per te-
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Storia inventata.
Fatti, luoghi e personaggi sono frutto della mia fantasia.
A tratti è presente un linguaggio un pò scurrile.





 
 H.
Ennesima intervista, ennesime domande, ennesime risposte, ennesimi flash,  ennesimo tutto. Sono tre ore che sono bloccato in questa maledetta area conferenza di questo schifosissimo hotel a rispondere alle solite cazzate.
-Vi dividerete?- sento appena domandare.
Magari, la mia mente pensa.  Stamattina sono più acido del solito e non so perché. La colpa probabilmente è di Liam che mi ha tenuto sveglio tutta la notte per parlarmi di Danielle e Sophie . Dannazione, lui e le sue paranoie, lui e le sue donne. Abbiamo da poco finito il tour non dovremmo essere in vacanza ma invece no. I miei manager hanno avuto la brillante idea di riempirci l’agenda di interviste televisive e radiofoniche. Ce l’hanno detto appena finito il nostro ultimo concerto. I bastardi.
-No certo che no. - sento rispondere Niall
-Siamo ancora molto legati e stiamo lavorando al nostro nuovo album- si aggiunge Liam
Già il quarto album . Sembrava ieri che avevamo composto il primo e invece ora stiamo a quota 4.
Probabilmente il mio malumore era dovuto anche alla pressione che tutti ci mettevano addosso per le canzoni da scrivere e registrare. Si certo.
-Harry - mi sentii chiamare e sobbalzai sul posto
-Hmh -  risposi semplicemente
-In amore come va? Nessun flirt questa volta in tour? – domandò beffarda l’intervistatrice.
Ma che diavolo voleva? La conferenza era per il tour finito e l’album nuovo che stavamo preparando non per chiedermi chi mi stavo scopando o se avevo scopato.
-No, nessuno – risposi piatto
-Ne sei sicuro, sicuro? – continuò imperterrita
Certo che lo sono. Ma che cazzo di domande fa?! Cosa vuole?!
-Si- affermai ancora piatto
-Io sapevo ben altro, guarda lo schermo-
Simultaneamente ci girammo tutti e sei compresa la rompicoglioni.
Cazzo, sussurrai. Ennesimo fotomontaggio, ennesima fidanzata affibbiata. Ma cosa cazzo volevano tutti da me?!
-oh, siamo amici. È la cugina di Ed- risposi tranquillo
-Molti vi hanno visto uscire insieme- affermò la scassa-palle.
Raggiungere l’entrata del locale insieme per festeggiare gli anni di Ed non credevo stesse a significare uscire insieme.
-Siamo solo entrati nel locale dalla stessa porta- diedi voce ai miei pensieri.
Dieci occhi erano puntati su di me. Bene ennesima risposta acida che davo.
-Voglio dire non è uscire insieme-  cercai di ridere per sdrammatizzare.
Cazzo mi sarei dovuto subire enormi cazziate dai manager ora.
-Pensa di fare lo spiritoso. Ma adesso passiamo a Liam –
Finalmente mi lasciò stare e non continuai ad ascoltarla più. Ero assente con la mente da un po’ e non mi dispiaceva affatto.
-Harry –
Sentii chiamarmi. Mi girai ed era Louis.
-Dobbiamo andare- mi rimbeccò
Cazzo. Avevano finito e io non me ne ero accorto?! Ma chi se ne frega, ora sono libero e posso andare a farmi una passeggiata. Fanculo tutti.
 -Signorino Styles – sentii tuonare dietro di me
Eccolo li. Karl Williams, peggior manager di tutti.
-Qualche problema? – risposi accigliato
-Devi smetterla di essere così acido. Se continui così qui salterà tutto –
Già si pensava solo a questo. Non doveva saltare niente. Ma a noi pensavano? Sono un essere umano non un burattino.
-Va bene- mi ritrovai a rispondere
- Non va niente bene. Me lo devi giurare cazzo. Non è possibile che da un mese dai risposte così acide a tutti. Ma cosa ti sta succedendo , eh? –
Già cosa mi stava succedendo? Lo volevo saper anche io.
-Niente. Comunque cercherò di essere più carino, posso andare ora? –
-Va bene ma che sia l’ultima volta, sono stufo di questo tuo atteggiamento.-
Così tu saresti stufo di me?! Sapessi io.
Infuriato con non mai abbandonai tutto e scappai senza guardar in faccia a nessuno . Avevo bisogno solo di una cosa.









 D.
La mattinata era cominciata nel peggiore dei modi. Mi ero svegliata tardi, era finito il latte e per finire avevo rischiato di fare l’incidente mentre accompagnavo mia sorella Phoebe a scuola. Arrivata al lavoro il capo mi aveva fatto la classica ramanzina che, ahimè ,  stava diventando sempre più un’abitudine.  Mi chiedo sempre come abbia fatto ad accettare questo lavora. Lo so che lavorare da starbucks  non è un lavoro da poco ma cazzo, il mio capo, Joy, mi odia a morte e io odio lui. La cosa è al quanto reciproca. Oggi la clientela è tantissima e non posso fare altro che mettermi l’anima in pace e servirla tutta.
-Lei .Mi dia urgentemente un frappuccino cioccolato, caramello e panna. Si sbrighi che non ho tempo da perdere-  sentii un ragazzo rivolgersi a me in maniera rude e indicarmi.
-Per chi mi ha preso, la sua serva per caso? – risposi arrabbiata
-Per una cameriera no?!- rispose di rimando lui
-Sia chiaro che le servo solo perché il mio capo mi odia e non per altro, razza di maleducato- dissi accigliata
Mentre preparavo il frappuccino mi venne un’illuminazione.
-Ecco a lei – gli dissi porgendo ciò che aveva ordinato
-Grazie, ehy mi ha sporcato tutto-
Ebbene si, gliel’ho versato addosso. Ma non fraintendetemi fu del tutto casuale.
-Ops, scusa- risposi con innocenza
-Grande stronza- sputò acida
Stronza.
Stronza.
Stronza.
..E mi lasciò lì con l’amaro in bocca e gli occhi lucidi. Odiavo quando mi chiamavano così. Quella parola mi riportava alla mente tutti i brutti ricordi. Mi riportava alla mente lui.
-Daisy -tuonò il mio capo dalla cassa
-Si?-
-Oggi non ci stai con la testa va a casa- disse con tono che non ammetteva repliche
Oh fanculo. Ti odio Joy. Ma come non ci sto con la testa?! Sto cercando di fare il massimo.
-Ok- risposi
L’aria di Londra era gelida e le strade tutte affollate. L’avevo sempre odiata Londra. Vista da fuori può essere una città perfetta, la città dei sogni, ma per me che ci vivo era la città degli incubi.  Le grandi metropoli sono cosparse di gente indifferente. Così erano i londinesi, indifferenti a tutto. Non prestavano attenzione mentre camminavano e se spintonavano neanche uno ‘scusa’ usciva dalle loro labbra. Un giorno me ne sarei andata,avrei voltato pagina. Me l’avevo promesso. L’avevo fatto quella sera buia e dolorosa.
Casa Pharrel era circa due isolati da starbucks e la raggiunsi in fretta. Non vedevo l’ora di rintanarmi nella mia stanza e leggere un buon libro.
-Daisy sei tu?- sentii chiamarmi
-Si, che c’è?-
-È venuto qui- disse in un sussurrò     
Fu una frazione di secondo. La rabbia si impossesso di me e in fretta uscii da quella casa. Fanculo il libro. Avevo bisogno solo di una cosa.
  
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