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Autore: jamesguitar    29/04/2014    9 recensioni
'Un per sempre è come prendere la luna per me, Brad.'
'E allora riuscirò a prenderti la luna.'
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bradley Simpson, Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Chapter 5.
 
Noah era sdraiata sul letto, il viso rivolto verso l’alto, e un sorriso da ebete stampato in faccia. Le mani incrociate sulla sua pancia tenevano strette il cellulare, in attesa della chiamata che Brad aveva promesso.
Da quando si erano baciati, due giorni prima, andava tutto bene. Lei stava provando a vivere per davvero, e lui la aiutava fingendo di non sapere che sarebbe morta da un momento all’altro.
I suoi genitori non riuscivano davvero a spiegarsi la fonte del suo comportamento, perché da un giorno all’altro avesse smesso di essere pessimista. Noah non aveva intenzione di raccontare nulla, perché l’amore suo e di Bradley era puro, innocente, troppo bello per essere conosciuto da loro.
 
Il telefono squillò, e Noah non esitò un secondo a rispondere.
“Ciao” esclamò, con forse più entusiasmo del necessario.
“Hey” le rispose la voce calda del ragazzo, accompagnata da una piccola risata. “Come ti senti?”
“Bene. Possiamo vederci?”
La fretta di Noah fece sorridere il ragazzo, che acconsentì.
“D’accordo.” Disse. “Vieni al teatro? Voglio suonare un po’”
“Okay, arrivo subito.”
 
Noah attaccò il telefono e, con un po’ di fatica, si alzò dal letto.
Si sistemò davanti allo specchio, desiderosa di mostrarsi a Brad meglio che poteva. Afferrò il libro che le aveva prestato, l’ultima canzone, e che però non gli aveva restituito.
Poi la ragazza si affrettò a scendere le scale e, ignorando le lamentele della madre per la sua velocità eccessiva, uscì. Camminò di fretta, incurante dei muscoli doloranti e del freddo pungente che le sferzava il viso.
Il suo piumino verde non la copriva un granché, ma cercò di accontentarsi.
 
Salì sul primo autobus che passò, sedendosi ancora una volta nel posto degli invalidi.
Guardò le macchine che sfrecciavano fuori dal finestrino del mezzo londinese, a tutta velocità. E guardò la gente che camminava senza sosta, una parte arrabbiata o triste, e l’altra più felice che mai.
Noah si soffermò a fissare ognuno di loro, pensando che tutti avevano un’infanzia, una storia. E provò ad immaginare che fuori da quel mezzo, a camminare, ci fosse qualcuno esattamente uguale a lei. Provò a immaginare di poter condividere questa malattia con qualcuno. Sembrava già meno doloroso.
 
Scese dall’autobus a due piani dopo quattro fermate, e riprese a camminare più veloce che poté. Una volta davanti alla porta del teatro, fece un gran respiro, e la spinse con tutte le sue forze. La aprì.
 
Dentro non c’era nessuno eccetto Brad, seduto allo sgabello del pianoforte sopra al palco, a sfogliare alcuni spartiti. Noah gli si avvicinò di soppiatto, per poi appoggiargli due palmi sugli occhi, e facendosi scappare una risatina.
“Ciao, Noah.” Disse Brad, ridendo a sua volta.
La ragazza gli lasciò il volto, e lui si girò, appoggiandole due mani sui fianchi, ed avvicinandola un po’ a sé.
“Che stai facendo?” gli chiese lei, con il battito del cuore leggermente accelerato per la loro vicinanza.
“Scrivo.”
Il volto di Noah si illuminò, e scompigliò leggermente i ricci di Brad.
“Seriamente? Scrivi canzoni?”
“Certo. E questa in particolare è per te.”
“Mi prendi in giro, vero?”
“Assolutamente no.”
 
Noah si sentì arrossire, e si allontanò un po’ dal ragazzo, appoggiando due gomiti al piano.
“Allora suonala.”
“ Volentieri, tesoro.”
Brad si sistemò sullo sgabello, e a Noah mancò il respiro per qualche secondo al suono del nomignolo.
 
I used to wanna be
Living like there's only me
But now I spend my time
Thinking 'bout a way to get you off my mind

I used to be so tough
Never really gave enough
And then you caught my eye
Giving me the feeling of a lightning strike

Look at me now
I'm falling
Can't even talk, still stuttering
This ground of mine keeps shaking
Oh oh oh now

All I wanna be
All I ever wanna be, yeah, yeah
Is somebody to you
All I wanna be
All I ever wanna be, yeah, yeah
Is somebody to you

Everybody's tryna be a billionaire
But every time I look at you I just don't care
'Cause all I wanna be
All I ever wanna be, yeah, yeah
Is somebody to you
 
Il ragazzo si interruppe, fissando Noah con il suo sguardo penetrante.
Lei era un peperone, si sentiva così in imbarazzo, ma allo tesso tempo così lusingata. Non sapeva cosa dire, la canzone era semplicemente bellissima, le aveva fatto provare emozioni indescrivibili.
Sentiva di amare Brad ogni giorno di più, di non riuscire più a toglierlo dalla sua testa, di avere bisogno di lui. Era proprio così.
 
“Ti piace?” ruppe il silenzio Bradley, senza smettere di guardarla.
“Se mi piace?” replicò lei. “è.. non so nemmeno come descriverla. Grazie.”
Noah si allontanò dal piano, e raggiunse Brad al pianoforte. Egli si girò dalla sua parte, e le cinse la vita.
“Ho iniziato a scriverla il giorno in cui ti ho vista, in realtà. Sto solo aggiustando la melodia.”
La ragazza arrossì di nuovo, e sorrise.
“Ora le parole sono più chiare.”
Lui ricambiò il sorriso, e si alzò, sovrastandola con la sua altezza.
 
I loro volti erano a pochi centimetri di distanza, ma regnava una pace così serena e bella che nessuno dei due provò a spezzarla con un bacio. Bastavano i tocchi di entrambi sul corpo dell’altro, le vampate di calore nei punti interessati. Era tutto perfetto così.
Brad le passò un pollice sulla guancia candida, e sorrise.
 
“Mi ispiri milioni di canzoni ogni volta che mi guardi.”
Noah fece una risatina imbarazzata, e fece per grattarsi il braccio; Brad però si avvicinò di più a lei, obbligandola a poggiare due mani sul suo petto per evitare che la schiacciasse completamente.
Il moro non smise di sorridere, e Noah pensò che il suo cuore si sarebbe fermato da un momento all’altro. Non riusciva a respirare, la presenza del ragazzo la agitava.
“La canzone finisce così?” cambiò discorso infatti, arrossendo.
“No, ma mi vergogno a suonarla.”
 
Brad si allontanò dalla ragazza, facendole provare un freddo improvviso. Nostalgia.
“Ti va se la suoniamo insieme?”
Stavolta fu il ragazzo a diventare rosso, e ad abbassare gli occhi.
“Okay.”
“Canti tu, però.”
L’imbarazzo di Bradley scomparve, e rise con la sua risatina da ragazzino, che Noah amava tanto.
“Certamente.”
 
I due si sedettero al piano, e Brad sistemò gli spartiti, facendoli vedere a Noah. Lei annuì, per confermare che era pronta.
 
I used to run around
I didn't wanna settle down
But now I wake each day
Looking for a way that I can see your face

I've got your photograph
But baby I need more that that
I need to know your lips
Nothing ever mattered to me more than this
 
I due si guardarono un secondo, e Noah si sentì mancare l’aria.

 
Look at me now
I'm falling
Can't even talk, still stuttering
This ground of mine keeps shaking
Oh oh oh now

All I wanna be
All I ever wanna be, yeah, yeah
Is somebody to you
All I wanna be
All I ever wanna be, yeah, yeah
Is somebody to you

Everybody's tryna be a billionaire
But every time I look at you I just don't care
'Cause all I wanna be yeah
All I ever wanna be, yeah, yeah
Is somebody to you
 
La canzone finì, e Noah fece per girarsi verso Brad e sorridere.
Ma lui la colse di sorpresa, afferrandole il mento, e baciandola.
Fu un atto inaspettato, e la ragazza sussultò. Gli cinse il collo con le dita, e lui fece lo stesso con la sua vita.
Quei due ragazzi erano fatti per stare insieme, le loro figure combaciavano alla perfezione, avrebbero potuto rimanere stretti in quel modo per ore.
L’odore dello shampoo di Brad intasava le narici di Noah, era così buono che chiunque lo avrebbe odorato. E Brad amava stringere Noah fra le sue braccia, non lasciarla andare per niente al mondo.
 
“Rischierei tutto quello che ho, per te.” Sussurrò Bradley sull’orecchio della ragazza, che rabbrividì.

***

“E dai, Noah!” urlò Brad, da sopra il tetto di una costruzione abbastanza alta e rettangolare, probabilmente un piccolo supermercato.
“Non salgo nemmeno se mi paghi, capito?” gridò in risposta la ragazza, con le braccia incrociate al petto e la brezza fresca della sera a stuzzicarle il volto.
“La smetti di essere sempre così precisa? Sali, sarà divertente!”
Noah sfregò le mani fra di loro, per riscaldarle. Sapeva che doveva lasciarsi andare, era la cosa più bella che il ragazzo le avesse mai insegnato. Ma aveva paura, tanta. Aveva paura perché era una cosa pericolosa da fare, salire su quella dannata scala le avrebbe fatto sprecare fatiche.
No.
La doveva smettere con questa storia.
 
Giusto per fare un dispetto a sé stessa, che le urlava da dentro di non farlo, Noah si accostò alla scala di ferro, tremando.
“Quando sarai su ti afferrerò, promesso!” urlò Bradley, cercando di sovrastare il rumore del vento freddo.
Noah annuì, deglutendo pesantemente.
Lentamente appoggiò le mani alle aste di metallo, e poggiò un piede sul primo piolo. Era stanca, tanto. Ma non voleva pensarci, una volta tanto.
 
Salì la scala alla velocità di una lumaca, davvero timorosa che sarebbe svenuta da un momento all’altro, senza più forza.
“Noah, andiamo.” La richiamò il ragazzo dalla cima dell’edificio. “Se continui così, ci metterai tre anni.”
“Sto provando ad andare veloce, va bene?” squittì Noah, con voce più acuta di quanto desiderasse.
Fece scappare un sorriso al ragazzo, che sospirò, inginocchiandosi sul pavimento di cemento del tetto, come se così potesse sembrare più vicino a lei.
“Senza paura?” chiese.
Ormai era diventata la loro frase, riusciva a far sentire sicuro l’altro, sempre.
La ragazza deglutì una seconda volta. “Senza paura.” Confermò.
 
Si sbrigò a salire, e dopo qualche secondo si ritrovò sulla cima della scala, con Brad che la prendeva per la vita e la aiutava a stabilizzarsi.
Ce l’aveva fatta.
Questa improvvisa sensazione di benessere la pervase, e Noah chiuse gli occhi, ispirando l’aria fredda della notte.
Quando riaprì gli occhi, trattenne un verso di sorpresa.
Erano nella periferia di Londra, e quell’edificio, seppur non molto alto, gli dava una vista pazzesca di tutta la città, illuminata in ogni dove, trafficata e piena di gente, che apparivano formiche ai loro occhi.
 
“Bello, eh?” le chiese Brad, accostandosi a lei da dietro, e circondandole il bacino con le sue braccia calde.
Noah annuì, troppo meravigliata per fare altro.
Brad la portava sempre in posti nuovi, la sorprendeva ogni giorno di più. Probabilmente, voleva farle vedere più luoghi possibili prima che se ne andasse.
“Ho letto il libro che mi hai dato, comunque.”
Lui rise un po’, e le sfiorò il collo con le labbra, facendola sussultare.
“E com’era?”
“Bellissimo, ma deprimente.” Disse Noah. “Sei stato crudele a prestarmelo.”
“Non avevo idea di che cosa parlasse.” Si giustificò lui, facendola ridere.
“Si, certo. Ce l’ho in borsa comunque, dopo te lo do.”
“Noah, ti ho detto che puoi tenerlo.
 
Noah sospirò fissando l’orizzonte, tutti gli edifici di Londra alti decine di metri, tutta la gente piccola, quasi minuscola.
Brad fece lo stesso, respirando regolarmente.
Regnava una pace quasi divina, nessuno dei due sembrava intenzionato a muoversi.
Era questo il bello di entrambi. Bradley era un ragazzo calmo, cauto. Non gli interessavano le cose che di solito interessano ai ragazzi, quando si trattava di Noah. Perché lei era unica, era speciale, e qualsiasi cosa poco casta con lei sarebbe apparsa un peccato senza perdono. E la ragazza era sincera, pura. Insieme, erano perfetti.
 
“Mi dispiace privarti di una cosa così importante.”
“Credimi, è meglio che lo tenga tu.” Replicò Brad. “Mi faceva pensare costantemente a mia madre, prima. Adesso lego il suo ricordo a te, ed è molto meglio.”
A Noah venne da piangere, pensando che presto anche il ricordo di lei gli avrebbe fatto male. Chiuse forte gli occhi, cercando di fermare le lacrime, che si erano accumulate nei suoi occhi.
Sfortunatamente Bradley lo notò, perché strinse di più il suo bacino, avvicinandola a sé.
 
“Shh” disse. “Scusa, non avrei dovuto dirlo.”
Lei scosse la testa, ma scoppiò comunque a piangere.
E poi si girò di fretta, senza pensarci.
Baciò Brad, così forte che per poco non smise di respirare. Affondò le mani nei suoi ricci castani, assaporò la sua bocca, provando con tutta se stessa il desiderio di imprimere in lui la sua essenza. Per quando non ci sarebbe stata.
Bradley appoggiò le mani sui suoi fianchi, infuocandoli, e li spinse leggermente verso di sé.
 
 
“E i miei spartiti?” ruppe il silenzio la ragazza, non appena si allontanarono.
“Ce l’ho, tieni.”
Il ragazzo li estrasse dalla tasca, mezzi stropicciati, e li porse a Noah. Lei li afferrò senza esitare, incurante del loro aspetto, felice che finalmente glieli avesse dati.
Lui ridacchiò. “Li desideravi proprio, eh?”
Noah gli fece la linguaccia, ed infilò le mani in tasca insieme agli spartiti.
Era strano come con Brad il suo umore cambiasse costantemente, da felice passava a triste, poi tornava scherzosa. Ma allo stesso tempo era bello, stupendo. Perché la faceva sentire viva. E Noah aveva imparato che sentirsi viva era la cosa che più voleva, prima di morire.
 
***
 
Caro nonno,
Okay, so che mi crederai pazza. Probabilmente lo sono, se ci penso. Il fatto è che mi sono messa con Bradley. E so che è sbagliato, assolutamente folle, ma non ce l’ho fatta a resistere, capisci?
Perché lui è il fuoco che mi tiene accesa in queste ultime settimane di vita, è la mia ragione per sorridere.
Mamma non fa altro che compatirmi, così come papà. Inizio a stancarmi. Ma come faccio a dirgli di smetterla? Sai che sono troppo gentile.
Magari dovrei.. non so, parlare con loro seriamente. Ma ho paura che mi rispondano male, che mi feriscano senza nemmeno pensarci.
‘Senza paura’ sono le parole che Brad mi dice sempre, però. Quindi perché non provarci?
Bradley ha scritto una canzone per me. Non hai idea di quanto questo mi renda felice. Non credo che fosse un bravo ragazzo, prima di me. O almeno, il testo della canzone è abbastanza chiaro.
Ora devo andare davvero, mamma dice che è pronta la cena.
Ti voglio bene,
Noah.

 

#ANGOLOAUTRICE
Dopo una lunga assenza.. Eccomi qui! La loro storia d'amore inizia a svilupparsi, se avete notato.
Non ho potuto fare a meno di mettere 'Somebody to you', perchè è la mia canzone preferita in assoluto, e poi rispecchia perfettamente il carattere del personaggio di Brad.. Destino, insomma!
Davvero grazie mille agli angeli che mi recensiscono <3 ma anche solo alle lettrici nascoste, voglio bene a tutti comunque ahaha

Alla prossima!

-jamesguitar
  
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