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Autore: BlueAngelxx    29/04/2014    1 recensioni
Dean e Cas. Uno è un tutor di fisioterapia, l'altro uno studente di infermieristica.
Cosa li accomuna? Il fatto che si troveranno a fare il primo tirocinio accademico proprio nello stesso reparto.
Genere: Comico, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Apro gli occhi pigramente, devono essere circa le 7 o le 8 a giudicare dalla posizione del sole nel cielo. Mi stiracchio, non avendo considerato un piccolo dettaglio della sera prima che avevo dimenticato. Il mio braccio sbatte contro qualcosa di duro,
Non mi ricordavo di avere un letto così piccolo. Oh. 

Effettivamente, quello non è il mio letto bensì il divano di Dean. Fantastico. Non mi ero ricordato di essere rimasto a dormire a casa sua perché era ubriaco con una zucchina ma, come se non bastasse, quella non è l’unica cosa che si preoccupa di mettermi sull’allerta. Infatti, il profumo di bucato caldo, di sonno e uomo, e che uomo, mi stuzzica il naso. Come ho fatto a ritrovarmi abbracciato a lui? Non dovevo essere io quello sobrio?
Ok. Sono davvero in un bel guaio. Non sono solo abbracciato a quella specie di angel biondo del mio tutor, ma lui ne è anche bellamente inconsapevole. Controvoglia cerco di allontanarmi dal suo corpo caldo, non riuscendo a fare altro che un altro danno. Infatti, “preoccupato” dal fatto che riuscissi ad uscire da quella posizione e potessi dare finta che non ci fossimo mai ritrovati in quel modo, non fa altro che stringere la presa e avvicinare il mio corpo al suo.
Inutile dire che, dopo aver deglutito, forse troppo rumorosamente, avevo cercato di non fare apprezzamenti mentali sul ragazzo che continuava a stringere con insistenza poco sotto alla mia vita.
In quel preciso momento mi pongo la domanda centrale della situazione: Voglio che si svegli o no? Effettivamente posso anche rimanere nel dubbio e pensare che magari era stato voluto. In fondo poteva anche averlo fatto volontariamente e non sotto i fumi dell’alcool.
Beh, però poteva essere stata anche presa come iniziativa non voluta… In quel caso allora io ero morto. No beh, proprio morto no, però poco ci mancava. Sbuffo. Per qualche strano motivo avevo sempre combinato guai, anche a scuola. 

-Mh-
Oh no. Si sta svegliando, cerco di muovermi un altro po' per evitare di stargli troppo vicino, ottenendo solo un risultato analogo a quello di qualche minuto prima. Ma si può sapere cosa sei? Una specie di sabbie mobili?
Rimango zitto, sperando di non farlo svegliare. 

-Che ore sono?
La sua voce mi sfiora l’orecchio e la mia reazione sarebbe uno dei motivi per cui dovrebbe allontanarsi da me. Non avevo fatto caso al fatto che avesse un timbro di voce così basso. Che fosse solo per via del fatto che avesse appena aperto gli occhi?

-Non…non lo so.-

In effetti lo sapevo, ma per qualche strano, non poi così tanto, motivo non riuscivo a connettere e a mettere le parole una di fila all’altra per dargli un vero e proprio senso compiuto.

Lo sento mugugnare un’altra volta per poi provare a girarsi e il fatto che riesca ad ignorare la mia presenza mi consola particolarmente, almeno potevo ancora sperare che non scoppiasse la terza guerra mondiale. Riesco, non so bene come, ad allontanarmi dal suo viso per riuscire a scorgere gli occhi chiusi, circondati dalle ciglia bionde e dal naso un po' a patata. Avevo sempre pensato che quel tipo di naso non fosse niente di speciale…eppure sapevo che su un viso come quello sarebbe potuto stare bene qualsiasi cosa. Mi rendo conto di avere le braccia attaccare al petto di lui, come mai non me ne ero reso conto prima? 

Le tiro leggermente più su, ritrovandomi a sfiorare i pettorali e a vederlo sorridere leggermente sotto i baffi. -Buongiorno anche a te

Mormora piano e io mugugno qualcosa senza senso, lasciandomi un po' andare, meno preoccupato di quando avevo aperto gli occhi anche io

 

Faccio appena in tempo a chiudere gli occhi, inspirando il profumo di quella situazione che sento la sua voce alzarsi. -CAS!

Sobbalzo, quasi rischiando da cadere dal divano interessato. Non dico niente, ritrovandomi in bilico. -Che ci fai qui?


Ecco. Come volevasi dimostrare. -Io…tu…cioè..-

-Cosa è successo?-

Non riesco comunque ad evitare di sentirmi come se mi fosse appena stato tirato un pugno
-Niente- mi esce dalla bocca di riflesso.
Sospira di sollievo, lui, non rendendosi conto di averlo appena tolto a me. Mi rendo conto di essere finito con il sedere per terra quando, alzando lo sguardo lo vedo seduto sul divano, troppo lontano da me. 
-Ieri… ieri eri troppo sbronzo per reggerti anche in piedi. Ti ho incontrato al bar insieme al signor Shurley, ti ho riaccompagnato a casa e mi hai chiesto. No anzi, veramente mi hai pregato di rimanere qui con te. Allora sono rimasto. Mi sono addormentato sulla poltrona e poi, per qualche strano motivo mi sono ritrovato abbracciato a te una mezz’ora fa.-

Forse mi esce tutto un po' troppo cattivo, ma che dovevo fare? Solo qualche minuto mi sentivo in pace con il mondo e ora ero tornato come al solito. 

-Meno male.-
-Cosa?-

-Sei uno studente e io sono il tuo tutor, non sarebbe il caso di complicare le cose. Questo l’ha complicate già abbastanza.-

 

Mi alzo, pulendomi un po' di polvere dalle gambe e dalla maglietta, anche se effettivamente speravo di mandare via il suo odore che ormai mi ronzava nel cervello con l’intensità fastidiosa di una zanzara.
-Che fai?

-Visto e considerato che sembri star bene e che io oggi pomeriggio avrei da fare un tirocinio all’università ti saluto.
Ma chi voglio prendere in giro? Non ti voglio vedere più di quanto non sia necessario. 

-Ma dai… ci devo andare anche io, ti ci accompagno. 


Mi guarda con una faccia che non so spiegare, una via di mezzo tra il dispiaciuto, lo sfrontato e lo speranzoso. Per l’amore di Dio Dean, non guardarmi in quel modo. Già non so come mi sono trattenuto dal non farti stare zitto quando avevi iniziato a parlare e strapparti tutto di dosso e ora ti ci metti pure così? 

-No. Grazie. Vado a casa mia. Prendo l’auto. Ah, non serve che ti alzi.
Lo aggiungo qualche minuto dopo quando lo vedo alzarsi per accompagnarmi. 

 

-Ci vediamo a lezione.-
Dico semplicemente mentre mi sbatto la porta dietro di me, non voglio neanche aspettare un’altra parola da parte sua.  Non riesco ad evitare di farmi tornare in mente la frase di Jason che mi aveva liquidato appena una settimana prima. Ti chiamo io. Mi aveva detto, per poi sparire magicamente. Nei giorni passato avevo cercato di chiamarlo qualche volta ma, rendendomi conto che aveva preso l’abitudine di rifiutare le mie chiamate, avevo lasciato perdere e tirare avanti.
Non mi importa. Sono riuscito a superare tutto, Jason non è che un minimo problema. Dean Winchester non è neanche quello.

Lo penso davvero, mentre infilando le mani in tasca mi dirigo a prendere l’autobus per andare alla fermata dell’autobus.

 

 

♜♜♜♜

Entro dentro casa circa 40 minuti dopo, facendo attenzione a non svegliare mio fratello che sta, probabilmente, dormendo dopo una nottata in bianco.
Forse avrei dovuto fare come lui, che si era sempre goduto la vita e non si era mai incasinato la vita con relazioni assurde e quasi improbabili. Lui, al contrario mio, non era mai stato tipo da relazione stabile, cambiava donna con regolarità e, a volte, anche più di una per volta. Sbuffo, lanciando la giacca sulla poltrona nell’ingresso. Ero sempre in tempo per cominciare. Ma chi volevo prendere in giro, non ero mai stato tipo da una botta e via. Qualche volta ci avevo anche pensato e ci avevo provato a vedere come andava ad abbordare ragazzi senza farmi coinvolgere ma proprio non riuscivo. Sono sempre stato un tipo abbastanza tradizionalista da questo punto di vista.
Mi stiracchio giusto in tempo per sentire i passi provenire da qualche stanza dall’altra parte della casa. 

-Bentornato eh. Ti sembra questa l’ora di tornare a casa?
Ridacchia, come anche me. Sappiamo bene sia io che Balthazar che non serio mentre dice queste cose. Quando andavamo entrambi a scuola era il primo che mi incoraggiava ad uscire di casa quando invece ero troppo occupato a fare quello che mio padre voleva: farmi studiare. Lui era stata la figura più vicina ad un amico che avevo avuto quando la mia vita sociale non era nient di che.

-Ciao Mamma.
Gli rispondo con lo stesso tono, pur non ottenendo risposta, ma solo un’occhiata particolarmente loquace. -No- inizio stroncando  i suoi pensieri ancora prima che si trasformino in una frase. -Non è successo niente.

-Veramente volevo chiederti con chi eri stato in giro..

-Sempre lui.

-Jason? 

Il tono in cui lo dice tradisce un astio ben chiaro, beh d’altronde…come avrei potuto evitarlo? Jason era uno stronzo e io lo avevo capito già da parecchio, chissà per quale motivo mi ero ostinato a portare avanti una situazione come quella che avevamo avuto io e lui per quasi 3 anni e mezzo. 

-No. Winchester.
-Ma chi? Quella specie di angioletto con due spalle da urlo
-Sai Balth, a volte mi chiedo se non sia tu il gay tra noi due.
Faccio spallucce, mentre inizio a dirigermi in bagno. Una doccia è quello che mi serve, chissà perché spero di togliermi il profumo di quello che al momento stava diventando il mio problema più imminente. 

-Mi preoccupa il fatto che tu abbia dei dubbi sulla tua identità sessuale fratellino.


Come al solito, sempre pronto a girarsi le mie parole, non fa niente, penso tra me e me mentre mi tolgo la maglietta e gliela lancio. -Vado a farmi la doccia.-

-A che ora hai tirocinio?

-Alle due. Ma teoricamente rimango in aula, prima di andare in reparto dobbiamo finire gli argomenti teorici. 

Lo sento mugugnare qualcosa di incomprensibile mentre mi infilo sotto l’acqua gelata. 

 

Non appena aperto l’acqua mi infilo sotto il getto, con la schiena contro il muro e l’acqua che mi cala dai ciuffi di capelli e mi scorre lungo le guance e gli occhi, troppo bollenti per i mei gusti. Do un leggero colpo contro il muro della doccia, ce l’avevo sempre avuta come abitudine quando cercavo di concentrarmi su qualcosa che non fosse quello a cui stavo pensando e, in quel momento per qualche strana ragione il mio cervello continua a proiettarmi immagini di Dean appena un’ora prima. Gli zigomi leggermente coperti di barba, gli occhi verdi, il naso e le labbra.
-Per l’amor di Dio!!- protesto con me stesso, infilandomi le mani tra i capelli neri, adesso spiaccicati contro la pelle, il marmo gelato contro la schiena.
E’ solo colpa del fatto che mi manca Jason, sto cercando di tenere il cervello occupato per non buttarmi giù

In effetti, quella mi sembra l’unica soluzione possibile, non mi erano mai prese le fisse per gente con cui avevo a malapena parlato, ero meno più maturo di come mi stavo comportando in quella situazione. Non posso tuttavia negare di aver sempre avuto una malsana passione per le spalle di un ragazzo. 

 

Che ore sono?

Ah ecco. Come se il tutto, non fosse abbastanza ci si mette anche la voce. Mentre sposto la mano sul rubinetto dell’acqua calda mi viene da pensare che mi aveva fatto lo stesso effetto. Quella voce aveva l’effetto che ti fa l’acqua calda quando sei troppo freddo.

Per l’amor di Dio! Ma che sono una ragazzina?

Tuttavia non riesco a non chiedermi se avesse quel timbro di voce anche dopo il sesso. 

 

-Hai finito sotto la doccia? Sono tre quarti d’ora che stai sotto l’acqua! Ti dai una mossa.


Adorabile come sempre. Sbuffo mentre mi tiro indietro i capelli con le mani, in effetti però la sua non era stata una cattiva idea. Possibile che ero stato tutto quel tempo a fantasticare come una ragazzina?

-Quando hai finito di fare come le ragazzine magari me lo dici.
Passa dandomi una leggera botta con la spalla mentre sto uscendo dal bagno, beccandosi una mia occhiataccia, sia per la sua affermazione per la botta.

-Sei uno stronzo.
-Ti voglio bene anche io Cassie. 

 

Alzo lo guardo mentre lo vedo sparire in bagno e chiudersi la porta dietro di sé.
-Giuro che se ci metti più di me, allo scadere del tempo ti sfondo la porta. 

 

Dopo essermi asciugato i capelli e aver evitato di sembrare un porcospino decido di mettere a posto il borsone, contento del fatto che quel giorno la divisa non mi servisse. In autobus avevo anche pensato di dormire un po' ma tanto sapevo che sarebbe stato inutile e, infatti, non riesco neanche a stare fermo. 

Passo tutto quello che rimane della mia mattina, fino a quando non esco di casa a cercare di studiare, seduto sul letto con il libro aperto davanti alla faccia, sicuro che avrei un altro mezzo milioni di modi per studiare anatomia.

 

♜♜♜♜

Come è stata la lezione?

Ridacchio, mentre mi metto la tracolla al collo. Anna non era mai stata, nemmeno a scuola un’amante delle lezione ma, per qualche strano motivo non capivo come non avesse deciso di venire neanche per ammirare “lo splendore” come lo chiamava lei. Dean Winchester.

Gli lancio un’occhiata di sottecchi mentre decido di alzarmi e iniziare ad avviarmi verso l’uscita. Avevo seguito più o meno con attenzione e potevo almeno essere grato del fatto che non avevo mai perso la capacità di concentrarmi almeno in classe. 


Noiosa. Non ti sei persa niente.

Commento, digitando il messaggio con una mano sola mentre mi infilo la giacca e infilo l’altra mano in tasca. In effetti era vero, togliendo comunque il fatto che Dean era appena diventato il mio tutor di riferimento. All’inizio della lezione mi ero chiesto cosa volesse dire e, come se i miei problemi di pseudo cotte universitarie non fossero abbastanza ero anche stato costretto a lasciare e a farmi lasciare il suo numero di cellulare.


Ah si, io e te siamo nello stesso reparto. Abbiamo Dean come tutor di gruppo, se abbiamo problemi dobbiamo fare riferimento a lui.
Non aspetto la risposta. So benissimo che può essere solo o una risata o un emotion. Tipico di Anna.
Faccio spallucce quando noto, con la coda dell’occhio Jo parlare con il ragazzo. Non riesco tuttavia ad evitare che mi venga uno strano pensiero…chissà come avrebbe reagito la ragazza a sapere che avevo passato la notte con lui. Era solo il secondo giorno che li incontravamo eppure giravano già voci che stessero insieme dai tempi della scuola.
Faccio spallucce, non che fossero affari miei. Beh…forse un po'.

 

Scuoto la testa un’altra volta per poi dirigermi verso l’uscita, decidendo di ignorare una voce troppo familiare che chiamava il mio nome, non voglio ascoltare quello che ha da dirmi. 

Quando sono alla fermata dell’autobus mi rendo conto di avere già il fiato corto, quando ho iniziato a correre? Perché correvo?
Faccio appena in tempo a sedermi su quella specie di panchina che sento il mio telefono squillare. Riconosco il numero sullo schermo. Anna. Con uno sbuffo accetto la chiamata.


-Sto bene. Ti sei persa una noiosissima lezione sui parametri principali, battito cardiaco, respirazione e questi qui. Non sto a dirti che noia, scommetto che almeno tre quarti della classe stesse dormendo.

La sento ridacchiare dall’altra parte della cornetta. -Doveva essere tremenda se neanche Dean è riuscito a tenere sveglio un gruppo di centoventi ragazze o giù di lì.
-Era Jo a parlare ecco perché.
Non riesco a trattenere una risata mentre pronuncio quella frase. Era una bella ragazza obiettivamente, non lo avrei neanche messo in dubbio, però non era affatto una buona insegnante. 

-Questo spiega molte cose…Ma…spiegami un po' di questa cosa del tutor di riferimento


Incrocio le gambe da seduto, mentre inizio a spiegare quello che la direttrice aveva detto a noi qualche minuto dopo. In effetti l’idea del tutor di riferimento non era una cattiva idea, però sembrava che la sorte avesse deciso di mettersi a giocare con me.
-Non sei felice di questo Cassie?

-In effetti non lo so. Tutto quello che vuoi però…

-Lui ti piace!!

Ma per favore! -No.
Sono laconica e lei non mi risponde, sento tuttavia il suo respiro dall’altra parte della cornetta che sembra quasi una risata. Non risponde nessuno dei due e tra di noi cade il silenzio. 

-Hey. Ti serve un passaggio?

 

-Chi c’è? E’ la voce che penso che sia.

-Probabile.
-Allora ti saluto…Ci sentiamo dopo Cassie.

 

Riconosco la voce senza neanche aprire gli occhi, so benissimo chi è il proprietario di quella voce che mi ha perseguitato quasi per tutto il giorno. Apro pigramente un occhio.
-Mh?-
In effetti sto facendo il vago. 

-Mi hai sentito, ti serve un passaggio?

Lo vedo chinarsi alla mia altezza, facendo in modo di avere lo sguardo alla stessa altezza del mio.

-Che fine ha fatto la storia del “non complichiamoci di più le cose?”

-Come?

-Lo hai detto stamattina.

Lo vedo corrucciarsi, mentre incrocia le braccia e si siede vicino a me. Sono tentato di dargli una gomitata oppure andarmene. 

-Cass…

-Senti Dean. Ho capito, tu sei il mio tutor e io sono uno studente, rimaniamo su questo piano. Non diventiamo amici.

Nè altro

-Io…

Faccio spallucce mentre lo vedo alzarsi.

-Non ho mai avuto l’abitudine di essere amico dei miei superiori, non ho intenzione di iniziare adesso.

 

Sono sincero, in effetti non ho neanche mai voluto avere neanche le mail dei miei professori del liceo mentre tutti gli altri erano sempre i primi che approvavano l’iniziativa. Credo che fosse per questo che non andavo molto d’accordo con i miei professori. Avevo sempre pensato che avere rispetto fosse anche rimanere ognuno sulle sue. 

Mi rendo conto dopo poco che Dean è rimasto in silenzio dopo le mie ultime parole. 

-E’ arrivato l’autobus. Ci vediamo domani Winchester.

Marco particolarmente l’ultima parola, proprio per fargli capire che comunque non è il caso che ci avviciniamo particolarmente.

 

-Ah. Allora ciao..-
Lo sento mormorare mentre mi alzo per allungare la mano e fermare l’autobus. Prima di salire gli faccio un cenno e infilo le mani in tasca. 

Quello che purtroppo Dean non sa è che non posso permettermi di prendermi di prendermi una cotta per il mio tutor. L’università è troppo importante.

Lo osservo con la coda dell’occhio mentre mi accorgo che l’autista stava per ripartire. 

Mi dispiace Dean, ma non posso permettermi distrazioni.
Do una botta leggera allo schienale davanti a me, fortunatamente vuoto. Ma chi voglio prendere in giro. E’ ovvio che Dean Winchester non mi sta completamente indifferente. 

 

 

 

 

Note:
Ragazzeeee lo so, lo so, ci ho messo una vita a scrivere questo capitolo =(
Vi chiedo scusa, sapete? Ho iniziato il tirocinio, mi sono fatta 4 settimane in reparto :P
Questo mi ha dato taaaaaaaante idee per questa fanfic =(
Vi ho fatto un capitolo lungo, speriamo che vi piaccia

Nel prossimo capitolo arrivano buone novità =D riuscirà il nostro Cas a tenere lontano Dean? Cosa sta tramando il nostro Dean? Ve lo dirò presto (sto già scrivendo il capitolo nuovo) =D

   
 
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