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Autore: narusaku    29/04/2014    1 recensioni
leggimi, ho il mare dentro!
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-occhi di mare- 
Jennifer.
 Tutto iniziava con quel nome , in fondo era la prima cosa che la mamma le aveva donato , quando vedendola per la prima volta l' aveva stretta forte tra le braccia sussurradole quanto potesse essere bella e piccola . Era così che la sua mamma le aveva fatto conoscere il senso della vita donandole una storia da custodire e in seguito raccontare come le favole della buona notte; le ripeteva sempre questa storia ,sempre, ancora e ancora sembrava non stancarsi mai di parlare della sua " bambina" con quell' espressione tra il beato e la stanchezza dopo essersi dedicata alle faccende  domestiche. A Jennifer però , l' unica storia che interessava era quella del "ecco come i tuoi occhi dievennero blu " , l ' aspettava come si aspetta impaziente il suono della campana, come un treno in ritardo che attendi per scappare dalla realtà ;  passava giornate intere a pregare la madre di raccontargliela , corrompendola con piccole promesse legata ai lavoretti doemestici e allo studio ,che alla fine non manteva quasi mai . Erano anni ormai che ascoltava qualla storia e, nonostante le parole non cambiassero ed il tono della madre rimanesse sempre dolciastro come miele sciolto, le sue orecchie appena udito il primo fievole " è tutto iniziò con " della madre si aprivono completamente lasciando spazio alla più bella danza che l' immaginazione di una persona potesse comporre. Ogni volta sembrava la prima, sembrava stregata da quella storia , la cantava , ripeteva , sognava , immaginava , ovunque si trovasse . La sentiva così sua che le sembrava di ascoltare il suono della sua anima rimbombare nelle corde vocali della madre. Sapeva bene che se ascoltata da orecchie altrui la storia sarebbe sembrata inverosimile , come poteva non esserlo, chi avrebbe creduto ad una ragazza che diceva di aver ereditato in dono i suoi occhi dal mare. La storia narrava di colei che traboccava di così tanto coraggio da sfidare il mare stesso in tempesta , che un giorno lo fece davvero . Le era sempre stato detto che la giovane guerriera aveva raggiunto la riva del mare entrando fra le onde furiose e iniziando una spasmodica lotta contro le acque , muovendosi con tale grazia e delicatezza da venir raffigurata come una dea , quasi come dansasse con l'acqua stessa e se ne volesse sentire parte struggendosi, bagnandosi, macchiandosi di quel velo liscio e freddo . In fine le era stato detto che il mare dopo averla ben avvolta con le goccie cristalline della sue onde  l' aveva lasciata andare dicendosi innamorato di lei e che era stato respinto bruscamete per  l'eterno amore a cui la giovane era legata fin da quando ancora era pargola . Quella notte il mare aveva pianto così tanto da infrangersi violentemente sugli scogli  esternando l' immenso dolore ch egli era stato recato e che di ,quanto fosse immenso questo dolore alcune goccie si erano staccate dal velo marino facendosi trasportare dal vento arrivando a  toccare il viso della guerriera ormai tornata in patria, colorandole le iridi di un azzurro intenso . La mamma le aveva detto che quello era un dono che il mare le aveva fatto cosichè ogniqualvolta la guerriera avesse pianto il mare l' avrebbe sentita e si sarebbe fatto carico del suo immenso dolore sfogandolo con una rumorosa tempesta. La affascinava , oddio se la affascinava quella storia se ne sentiva parte , si sentiva parte del mare , se lo sentiva dentro percorrerle ogni nervo, osso o muscolo che la componeva . Dopo che la sua amata mami, come la chiamava lei , le aveva fatto sentire per la prima volta quella storia aveva iniziato ad andare sulla riva del mare, poco distante casa sua , ogni giorno .Nonostante il freddo pungente , o la  pioggia incessante arrivasse , Jennifer non abbandonava mai l'idea di recarsi al mare , anzi lo teneva bene a mente . Ripeteva e continuava a ripetersi che era suo dovere andare a trovare il mare per il bel dono che le aveva fatto , si sentiva in dovere di restituirgli quello che anni prima la guerriera gli aveva sottratto lo voleva amare come lei non si era mai sentita amata ,mai. Così, appena l' ora scoccava , indossava indumeni più o meno leggeri in base alla temparatura esterna ,e si precipitava fuori di casa sotto lo sguardo vigile della madre che la vedeva allontanarsi a piccoli saltelli . Si voltava , sfoggiava un sorriso e salutava , per poi affrettare il passo , distruggere il sorriso disegnatosi prima e buttarsi con poca grazia vicino il bagno -asciuga . Chiamava quella parte della giornata < il momento> , si proprio così, il momento in cui il suo amato l' avrebbe ascoltata senza giudizio , il momento in cui i suoi dolori , ferite ,vuoti , mancanze,paranoie sarebbero stati accolti dal forte e ripetitivo rumore delle onde infrantesi sulla riva. In quel suono ci avrebbe anche potuto vivere, affermava. Se ne riempiva le orecchie ,si inebriava di quel profumo così delicato e pungente allo stesso tempo. Poi ,dopo essersi beata delle grazie che il suo amato le concedeva , si avvicinava a lui e lo sfiorava , tintinnante ,fremente per paura di rovinare la sua bellezza ; rappresentava il suo modo di donare al mare ciò che lei con un po d' impaccio gli sottraeva facendolo protagonista dei suoi siparietti drammatici ,e rubando odori e sapori che lo costituivano .Purtroppo, l'ora di lasciare il suo amato arrivava sempre, non prima però di portare un pezzo del mondo a cui lei si sentiva strappata ; i ricordi della giornata al mare cambiavano in base al ricordo che voleva conservare , si trattava per lo più di conchiglie o pietruzze colorate che successivamente riponeva con cura nel suo portagioie , e si quel cofanetto le sue gioie le racchiudeva tutte. Poi con l' amaro nel cuore si allonatanava salutando colui che era custode del suo cuore e della sua anima , pensando a come stamparsi un sorrisetto finto per non far preoccupare la mamma. Come poteva farle questo infondo lei le permetteva di vedere l' unico panorama che adorava davvero ,e, convincendosi di questo si sforzava e rientrava a casa , quelle quattro mura che di casa non avevano altro che l'aspetto .Si affrettava a cenare e subito correva in camera , dove, con moltà rapidità si cambiava lasciando che la sua mente vagasse in cerca di qualcosa che la facesse sentire ancora vicina al mare . Cercava ogni cosa che lo rappresentasse : il colore azzuro, le cartoline, i ricordi che si portava dietro dopo le giornate passata ad osservarlo, ma, arrivava sempre alla conclusione che il balcone che glielo faceva scorgere in lontanaza , fosse il luogo migliore dove passare la notte e dove riporre i suoi pensieri. Stava lì, lo osservava , in silenzio ,un silenzio che sembrava talmente rumoroso che non capiva se fosse lei a far rumore o le onde in lontanza che le tenevano compagnia con la lora malinconica melodia.Combatteva con il sonno che insistente si prendeva beffa della sua buona volontà , cedendo poco dopo alla dolce stanchezza che la accoglieva a braccia aperte. Salutava distrattamente il mare sapendo che presto l' avrebbe rincontrato nei sogni ,così cadendo in un sonno tombale.Il mattino non tardò ad arrivare , e i raggi fievoli accolsero il disturbato quanto malo risveglio della ragazza, che nonostante l'enorme stanchezza conservava sempre quella voglia irrefrenabile che il momento arrivasse .Quella mattina la sua casa sembrava più fredda del solito, si stava quasi convincendo di un freddo anormale , quando la voce della mamma le aveva riempito le orecchie annunciandole la colazione . Raccolto l' invito lanciatole ,si recò in cucina ,notando che la donna oggi sembrava più stanca del solito, forse era pura immaginazione o forse no. La vide sedersi di fronte a lei e sorseggiare quello che effetivamente sembrava thè ; il silenzio era padrone della situazione non le aveva neanche chiesto la solita ripetitiva storia, nulla, il vuoto .Poi un suono paragonabile a un ticchettio e la figura difronte  a lei intenta a estrarre un oggetto vitreo da sotto l'incavo dell' ascella.     Un termometro. Molto probabilmente si. Aveva notato qualcosa di diverso ,ma si era fatta un idea sbagliata . L'oggetto segnava i 39 gradi di temperatura , la mamma si era presa una bella febbre, nonostante fosse la prima a predicare perchè indossasse indumenti pesanti in  quel periodo .Le sarebbe stata accanto in fondo era la persona che aveva sembre badato a lei ,le era di diritto ricevere quelle attenzioni in un momento di debolezza. La fece sdraiare sul divano , fra i commenti di disappunto e le appoggiò delicatamente addosso una coperta ,per poi raccomandarle l' assoluto riposo . Per oggi avrebbe dovuto abbandonare l' idea di vedere il suo amato, le suonava strano e malinconico , negli ultimi sette anni non aveva mai mancato un incontro e questa piccola rinuncia le suonava come il tradimento più subdolo.Erano passati tre giorni , tre interminabile giorni in cui oltre a prendersi cura della madre ,che non dava cenno di guarigione, non aveva fatto altro che tormantarsi per il fatto di aver saltato non uno , non due ma bensì tre incontri col il suo adorato mare . Era pura eresia come si era ridotta fino al punto di non ritorno, quello in cui lei aveva infranto il patto con il suo adorato ascoltatore. No si sentiva viscida e sporca , inoltre aveva evitato tutto ciò che glielo ricordasse , si era anche astenuta dal spiarlo dalla finestra. Quella sera andò a letto presto , ma , a quanto pare ancor più presto si svegliò .Il suo urlo aveva squarciato le tenebre il sogno che aveva fatto era orribile nel suo sogno, nel suo incubo anche il mare le voltava le spalle, no ecco , le sue paure si stavano meterializzando . Scostò pesantemente le coperte e come, non aveva più avuto il caraggio di fare negli ultimi tre giorni, spalancò le finestre e si precipitò in balcone. Quello che trovò fu il mare più violento in tempesta che avesse mai visto , tutto assomigliava al racconto che spesso adorava ascoltare e che ora paragonato alla realtà le lasciava l' amaro in bocca . Il mare piangeva perchè anche lei lo aveva traditò e come la storia descriveva ferrea, alcune goccie le rigarono il viso. Non erano le sue lacrime , erano le lacrime del mare che il vento da buono amico aveva trasportato fino a lei . Corse giù al piano di sotto e prima che i suoi sensi di colpa sparissero del tutto scrisse in un foglietto un messaggio alla madre che ancora dormiente sul divano era ignara di tutto. Poi senza più ripensamenti si chiuse la porta dietro , e ancora avvolta da una leggera vestaglia bianca e scalza , corse più forte che poteva verso il suo amato . In quella frentica corsa le vennero in mente le parole che aveva lasciato come addio alla madre , un mucchio di giutificazioni e scuse sbattute con violenza su un pezzetto di carta . Poi sentì il viso bagnato e si accorse che stava piangendo avrebbe voluto dire a se stessa che era un pianto di rimorso , ma la pura ,cruda e nuda verità e che non si era mai sentita libera come in quel frangente . Arrivò vicino al mare ma una folata di vento la spinse via , il mare non le era più amico , non le era più amante. Gridò e grido mille scusa al vento finchè quest'ultimo non la lasciò passare e ormai sicura di ciò che stava per fai iniziò a entrare lentamente in acqua con un sorriso malinconico dicendo a bassa voce che adesso, non l avrebbe più abbandanato . Si immerse completamente e si lasciò stringere da quelle onde violente ; avrebbe voluto farsi venire un pensiero coinciso , pensare alla mamma, tornare in dietro, ma in realtà li in quel mare nero si sentiva a casa , e stampandosi un sorriso ebete in viso si abbandonò al mare che la inghiottì completamente . Poco dopo la tempesta si calmò era come se il mare dopo l' interminabile vuoto che aveva provato si sentisse riempito ,completo ,ripagato del dono che anni prima aveva concesso . Adesso anche Jennifer si sentiva a casa , quante volte aveva sostenuto di avere il mare dentro adesso del mare lei ne faceva parte,adesso Jennifer faceva parte di qualcosa di grande .
fine 
narusaku <3
  
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