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Autore: nephele_cleide    29/04/2014    2 recensioni
cosa sarebbe successo se America fosse realmente tornata a casa dopo aver combinato quel pasticcio al Rapporto?
un seguito alternativo a the Elite dove America, una volta tornata a casa, cerca di tornare alla normalità della sua vita da cinque, impegnandosi a superare quei dolorosi sentimenti che la legano a Maxon. e quando sembra quasi essere tornata alla realtà ecco che quei sentimenti riaffiorano in tutta la loro potenza aggiungendosi al terrore e alla preoccupazione. Nell'ultimo Rapporto infatti Gavril ha annunciato tra la disperazione delle ragazze rimaste e della famiglia reale l'improvvisa scomparsa del principe Maxon...
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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La settimana passò velocemente. Non avevo più messo piede fuori di casa da quando ero tornata e avevo rifiutato ogni lavoro che mi era stato proposto. Non volevo vedere nessuno.
Quella mattina mi svegliai con un groppo in gola.. era venerdi, il giorno del Rapporto, il giorno in cui di solito Maxon passava in camera mia. Sorrisi ai bei ricordi. Mi infilai le pantofole e scesi. Mi preparai una tazza di the e presi un po’ di biscotti che Gerard e May avevano preparato ieri sera. Per fortuna i miei genitori erano stati intelligenti e avevano messo da parte la maggior parte dei soldi che gli erano stati recapitati per la mia partecipazione alla Selezione.  I miei genitori erano andati a fare spesa, May e Gerard ancora dormivano.  Mi sedetti sul divano e presi uno dei vecchi libri di mio padre.
“Buongiorno Ames.” Mi voltai e sorrisi a mia sorella che contraccambiò; la mia famiglia era felice di vedermi reagire finalmente e anche io stavo sinceramente provando a mettere da parte i miei sentimenti per Maxon e Aspen per poter andare avanti. A breve Maxon avrebbe scelto la sua principessa e Aspen non era più nulla per me. Me ne ero resa conto solo quando avevo perso Maxon definitivamente: il cuore non batteva più quando pensavo a lui, si era infranto per il mio principe.
“ti preparo la colazione ok?” chiesi a mia sorella.
“grazie America.” Era veramente entusiasta di vedermi tranquilla! Andai in cucina sorridendo e le preparai il the.
“grazie sorellona!” mi disse facendomi cenno di sedermi accanto a lei. La accontentai.
“allora? Come stai?”
“molto bene grazie. Tu?”
“felice!” immaginavo
“ah davvero? Sono contenta che tu sia felice!” le sorrisi per prenderla in giro
“ed io sono felice che tu stia meglio. Non potevo vederti devastata ancora a lungo.” Devastata… aveva veramente usato quel termine?! Ero così…. devastata appunto?!  
“si ma preferirei non parlarne.” Dissi pensierosa. Non mi ero accorta di essere così triste…  lei annuì contenta di poter cambiare argomento.
“cosa ti va di fare oggi?”
“cosa intendi dire, May?”
“ti va di fare una passeggiata? Vuoi accompagnarmi al lavoro? Potrei aver bisogno di aiuto per la festa di questa sera.” Scossi la testa. Stavo seriamente tentando di andare avanti ma non così avanti. Insomma, non ero ancora pronta.
“no May. Mi dispiace deluderti però… insomma… non mi sento ancora pronta capisci?” lei cambiò espressione
“ti prego May, non essere triste o preoccupata per me. Sto bene, sul serio però ancora non è il momento per me di tornare a lavorare. Ne tanto meno di fare una passeggiata.” Tentai di tranquillizzarla accennando un sorriso. Lei mi fissò per un minuto in silenzio.
“ok. Ti capisco. Però, ti prego, non essere più triste.” Le sorrisi sincera
“ti prometto che ci proverò. Non voglio esserlo più nemmeno io.” Lei mi abbracciò.
“ora vado a farmi una doccia. Ci vediamo dopo.”
“ok, vai.” Tornai sul divano mentre mia sorella andava in bagno. Accesi la tv. Di solito non si vedeva nulla ma oggi era venerdì… il giorno del Rapporto e in più eravamo ancora sotto il periodo della Selezione. Qualcosa ci sarebbe stato di certo. E infatti sull’unico canale che potevamo vedere a casa nostra Gavril stava intervistando le ragazze. Non volevo sentirle così abbassai il volume completamente e mi concentrai solo sulle loro belle facce. I volti di Kriss, Elise e Celeste si avvicendavano sullo schermo alternandosi con quello di Gavril e con alcune immagini che riassumevano l’intera selezione. Vidi Marlee, Ashley, Natalie e tutte le altre ragazze che avevo conosciuto alla Selezione e che prima o poi erano andate via tutte, per un motivo o un altro. Infine vidi me: stavo ballando, il mio vestito da farfalla mi faceva sembrare bellissima; il mio viso era illuminato da un sorriso sincero, gli occhi rivolti verso quelli di Maxon. Un nodo alla gola mi tolse il fiato: era così bello… spensi il televisore di scatto. – non devo pensare a lui! Basta! È finita, devo andare avanti…- sospirando mi alzai dal divano e andai in cucina a lavare le tazze che avevamo usato io e May.
“America…” Gerard
“buongiorno fratellino!” lui mi sorrise e mi abbracciò
“ti preparo la colazione?” lui mi sorrise raggiante
“posso prendere il latte questa mattina?” mi chiese speranzoso… di solito il latte non c’era a casa nostra. Annuii incapace di dirgli di no. Preparai una tazza di latte per mio fratello e gliela porsi insieme ai biscotti che aveva preparato insieme a May. Mi sorrise e io mi persi nel guardarlo mangiare con gusto. Quando ebbe finito di mangiare io mi concentrai nel sistemare la cucina e il tavolo mentre May e Gerard erano fuori a giocare.
Quel pomeriggio i miei genitori tornarono con più cose di quelle che avevo visto in casa mia per un mese intero…
“Micina! Come stai?” sorrisi a mio padre
“bene. Come mai tutta questa roba?” mia madre mi sorrise.
“da quando sei tornata non hai mangiato nulla… visto che avevamo ancora parecchi soldi abbiamo pensato di compare un po’ di cose per questa sera. Pensavamo che avresti gradito una cena abbondante.” L’abbracciai. Era un pensiero veramente molto dolce
“grazie mamma.”
“Micina, se vuoi puoi andare di sopra, fuori… puoi fare qualcosa. Sono un sacco di giorni che passi la giornata a pulire.” Mio padre era veramente felice di vedermi più tranquilla. Annuii
“andrò di sopra. Ho voglia di riposarmi un po’. Questa mattina mi sono alzata presto…” i miei genitori annuirono e mi diedero un bacio.
Mi rintanai in camera mia e mi stesi sul letto per rilassarmi un po’.  Poco prima di addormentarmi notai un piccolo bigliettino attaccato alla finestra della mia camera. Aggrottai la fronte e mi avvicinai. Lo presi in mano e lo lessi.
Lady America. So che non ha accettato l’offerta della signorina Caroline… ci dispiace molto per questo. Speriamo che decida di contattarci quando avrà cambiato idea. Troverà le istruzioni per farlo nella casetta sull’albero.
Trasalii… non sapevo chi fosse Caroline ma lo avevo intuito. E questo significava che sapevano dove abitavo e che mi stavano tenendo d’occhio…  decisa a non controllare nella casetta sull’albero, stracciai il biglietto e lo gettai nel cestino. Non sarei riuscita ad addormentarmi dopo aver letto quelle cose così presi un foglio e una penna.


Carissimo Maxon,
sono qui a scriverti una lettera che non leggerai mai. Non so cosa tu stia facendo in questo momento e se mi hai pensata almeno una volta da quando me ne sono andata. Per me è stato molto difficile superare la delusione, e mi meraviglio di riuscire a scriverti questa lettera senza provare dolore, quel dolore che per giorni, per settimane mi ha tolto la forza di dormire, di mangiare, di vivere.
Ti starai chiedendo perché ti sto scrivendo e in tutta sincerità ne so poco anche io. Forse lo sto facendo perché ho finalmente trovato il coraggio di dirti la verità su me e Aspen, o forse perché voglio confidare a qualcuno ciò che mi è successo in questi giorni con i ribelli… colgo l’occasione per scriverlo su un foglio che getterò appena potrò, in modo da non provare più quei sensi di colpa che mi hanno straziata per tutto il tempo fino ad ora.
Si, sensi di colpa perché non ti ho mai detto di aver incontrato di nuovo Aspen, il ragazzo per il quale all’inizio non mi ero avvicinata a te, di averlo ritrovato nella tua casa, di averti tradito sotto il tuo stesso tetto, di non aver avuto la forza necessaria per rifiutarmi di cedere ancora a sentimenti vecchi, ad abitudini che non facevano più realmente parte di me… lo so, avrei dovuto essere più sincera con tutti: con te, con Aspen e anche con me stessa e ti chiedo perdono se non sono stata abbastanza forte per farlo… avrei cercato di rimediare se solo avessi avuto l’opportunità di rimanere con te, di dimostrarti che piano piano stavo imparando a riconoscere i sentimenti che mi confondevano la mente e il cuore. Eppure sono stata costretta ad abbandonarti prima di capire io stessa quanto tenessi a te, alla nostra vita insieme, a quel “noi” che sin dall’inizio tu avevi visto e sognato; da quando sono tornata non faccio che rimpiangere i momenti in cui avrei potuto lasciare il passato nel posto dove deve stare, alle spalle, e in cui avrei potuto finalmente scoprire la vera felicità.
prima che mi dimentichi, qualche tempo fa ho incontrato una ragazza… non una ragazza qualunque a dire il vero… una delle ribelli che ha fatto irruzione a palazzo il giorno in cui sono fuggita nel bosco, mi ha chiesto di unirmi a loro, di aiutarli a cercare quello che stanno cercando… ovviamente ho rifiutato anche se sarebbe potuto essere un modo per rivederti almeno un’ultima volta. Tuttavia non rimpiango la mia decisione: sono assassini, io non sono e non voglio essere come loro. L’unica cosa che mi spaventa è il fatto che sanno dove abito e che mi stanno controllando. Mi vergogno di dirlo ma forse, se un giorno dovessero uccidere anche me non sarebbe tanto male… almeno smetterei di soffrire, di collezionare rimpianti e dolori, di sognare te e piangere.

Per sempre tua,
America.
 
Rilessi la lettera senza nemmeno versare una lacrima e la nascosi nel cassetto della piccola scrivania della mia camera. Mi stirai e scesi nella sala.

“dormito bene piccola?” mia madre era di ottimo umore… strano e piacevole. Sorrisi
“non ho dormito a dire il vero” ridacchiai. Ero felice di vedere la mia famiglia tranquilla.
“sta sera c’è il rapporto. Magari ci daranno notizie sulla Selezione.” Mia madre mi scrutava in cerca di cedimenti. La fissai negli occhi con sguardo duro e sicuro di me.
“già… spero che Maxon abbia dato retta ai miei consigli e abbia finalmente mandato a casa quell’arpia di Celeste” vidi mia madre rilassarsi. Alzai gli occhi al cielo senza farmi vedere. Non ero depressa. La vita era andata avanti, non esisteva solo Maxon… sarei tornata l’America di prima, avrei combattuto per esserlo e avrei cercato di ottenere di nuovo la felicità… anche lontano da Maxon.
“è davvero così antipatica quella ragazza?”
“oh mamma non puoi immaginarti quanto! Pensa che una volta, poco prima del Rapporto mi ha strappato la manica dell’abito!” mi guardava shoccata.
“non dirai sul serio!” era furiosa e questa sua reazione mi fece ridere.
“hahaha! Si dico sul serio ma non è più importante…  spero solo che sia abbastanza intelligente da scegliere tutti tranne che lei. Gli renderebbe la vita impossibile!” sorrisi all’idea di Maxon costretto a sopportare Celeste. Non lo avrei invidiato di sicuro! In quel momento mi resi conto che non c’era nessuno a parte mia madre.
“dove sono tutti?” chiesi aggrottando la fronte.
“sono andati a fare una passeggiata… volevano chiederti se andavi con loro ma gli ho detto che avresti preferito rimanere in camera tua.”
“hai fatto bene. Grazie mamma. Aspetta, ti aiuto a preparare la cena.” Raggiunsi mia madre nella piccola cucina di casa nostra e iniziai a preparare l’insalata. Mia madre si stava veramente impegnando per farmi una cena con i fiocchi: stava cuocendo il pollo, le patate al forno e mi stava preparando una piccola macedonia mentre io apparecchiavo la tavola e impastavo la pasta del pane. May, Gerard e papà rientrarono in casa quando ormai mancavano dieci minuti alla cena. I ragazzi corsero in bagno ridacchiando e mio padre mi si avvicinò baciandomi la testa.
“Micina… come stai?” sorrisi sarcastica
“bene papà. Potete anche smetterla di chiedermelo ogni volta che mi vedete!” ridacchiai e con me anche papà e mamma. I miei fratelli uscirono dal bagno e si sedettero in tavola con gli occhi che luccicavano dalla gioia per tutte le prelibatezze che la mamma ci aveva preparato esclusivamente per quella sera. Io mi sedetti al mio solito posto aspettando mio padre che si stava sciacquando le mani nel lavandino della cucina.
dopo un breve preghiera iniziammo a gustarci la cena.
“mmm. Mamma brava! È buonissimo il pollo!” May era entusiasta. Io le sorrisi scompigliandole i capelli rossi che le ricadevano sudati sulle spalle.
“May tesoro… dovresti farti una doccia prima di dormire, altrimenti ti prendi una brutta influenza.” La rimproverai dolcemente. Lei alzò gli occhi al cielo. Ridacchiai per quanto ci somigliavamo.
“sisi. Ora però mangiamo!”  scossi la testa tornando al mio piatto. Mangiammo con calma, godendoci ogni boccone e scambiando due parole ogni tanto. Quando finimmo di mangiare sparecchiammo tutti insieme per sbrigarci. Il Rapporto stava per iniziare; corremmo tutti al divano e accendemmo la televisione. Ero abbastanza tranquilla, solo un po’ tesa all’idea di rivedere il suo volto. 
Stranamente la trasmissione tardava ad iniziare. Eravamo tutti in attesa delle prime note dell’inno di Illèa ma queste non arrivavano… passavano i minuti e una strana sensazione si stava insinuando dentro di me
“come è possibile che tardino così tanto?” chiesi voltandomi verso mio padre. Lui scosse la testa visibilmente preoccupato.
“pensate che possa essere successo qualcosa a palazzo?  Un nuovo attacco forse?”
“Non saprei micia.” Mio padre era preoccupato ma io stavo andando piano piano nel panico. E se avessero fatto del male alla regina? O a Maxon? O a Aspen? O a qualcuna delle ragazze? Ero spaventata… volevo avere notizie. Finalmente l’inno partì ma io non riuscii a rilassarmi. Avevo una brutta sensazione e non sarei stata tranquilla finchè non avrei visto Maxon, le ragazze e la famiglia reale.
Gavril prese il microfono ma non aveva il suo solito ghigno mentre salutava il paese. Le telecamere inquadrarono velocemente la famiglia reale e le ragazze… Celeste, Kriss e Elise erano in lacrime, la regina aveva lo sguardo vuoto e fisso in un punto dietro le telecamere e il re era più accigliato del solito. Qualcosa non andava ne ero sicura. Dove era Maxon?!
Cercai di concentrarmi sulle parole di Gavril anche se un fischio mi trapanava le orecchie.
“sono veramente in pena popolo di Illèa… avete visto tutti le espressioni sui volti dei presenti. È con immenso dolore che vi informo della scomparsa del principe Maxon.” Trattenni il respiro e sentii a mala pena la mia famiglia lanciare grida di sgomento.
“questa mattina il principe doveva vedersi con una delle ragazze ma non si è presentato all’appuntamento. Preoccupata per questa assenza ne ha parlato immediatamente alle altre che hanno provato a rassicurarla ma quando si sono accorte della sua assenza anche a pranzo hanno chiesto spiegazioni alla famiglia reale che ha manifestato grande preoccupazione fin da subito. Sappiamo tutti che non è un comportamento tipico del nostro principe sparire in questo modo senza avvertire almeno la regina. Così subito sono state date disposizioni per effettuare le ricerche ma non si ha nessuna traccia di Maxon dalla sera precedente. Siamo tutti molto preoccupati. Quindi il re e la regina mi hanno chiesto di dirle, sua altezza, di tornare a casa se si è allontanato volontariamente. Se così non fosse, prego chiunque abbia sequestrato il principe o abbia sue notizie di contattare immediatamente le guardie reali che stanno spostandosi in tutto il paese in cerca del nostro adorato principe. Per questa sera purtroppo è tutto cittadini di Illèa. Buona serata.”
Il collegamento fu interrotto e con lui anche il mio cuore smise di battere. Maxon era scomparso. 
  
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