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Autore: _Angel_Blue_    30/04/2014    14 recensioni
E se i draconiani fossero dei normalissimi adolescenti senza nessun potere che hanno una vita come qualsiasi altro giovane della loro età? Se anche i loro nemici fossero degli esseri umani? Cosa succederebbe?
Sofia era una ragazza normale, le piaceva leggere libri, stava sempre chiusa in casa dove George, con pazienza infinita, le faceva da professore. Forse non aveva degli amici ma perlomeno la sua vita era tranquilla e non doveva pensare ai veri problemi della gioventù.
Poi tutto cambiò, così repentinamente che non ebbe neanche il tempo di protestare o evitare il continuo susseguirsi di catastrofi. Tutto si capovolse e si ritrova di fronte ad una realtà molto più dura da accettare, costretta a dover frequentare una vera scuola per “socializzare” con gli altri.
Con addosso un uniforme orribile, un carattere burbero e sgarbato, il prof decise di iscriverla nell'istituzione Dragoni, dall'apparenza normale quando qui è tutto tranne che ordinario. E tra una lezione con insegnanti impossibili, tra un bacio qua e là, tra segretarie troppo rigide, pettegolezzi e party notturni, Sofia scopre un mondo del tutto nuovo, un mondo che ha sempre voluto evitare, che cambierà la sua vita in una una frenetica corsa verso l'adolescenza.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Altri, Fabio, Nidhoggr, Nuovo personaggio, Sofia
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: Incompiuta, Tematiche delicate, Triangolo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'An Impossible Love'
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"La vita e i sogni sono fogli di uno stesso libro:
leggerli in ordine è vivere, sfogliarli a caso è sognare."
-Arthur Schopenhauer

Capitolo 3

Sofia

Caro diario,
Come promesso, eccomi qui ad aggiornarti sugli ultimi avvenimenti. Come ben sai, oggi è stato il mio primissimo giorno di scuola ed è stato peggio di un cataclisma! Il lato positivo di questa avventura è che ho fatto qualche nuova amicizia come tanto voleva George.
Karl è stato il primo a porre fiducia in me ed è uno splendido ragazzo, con quell'aria da so-tutto-io, lo trovo divertente e stravagante, dice sempre le cose al momento giusto ed è un ragazzo forte, divertente e affidabile. Ho un vago sospetto che sia innamorato cotto di Chloe, una ragazza dolce e amichevole.
Lei e suo fratello sono due uragani completamente diversi; lui, un don Giovanni, è sempre spiritoso e vivace, mentre lei, più tranquilla, nasconde una notevole forza che tira sempre fuori quando vuole proteggere le persone che le sono care o quando incoraggia i suoi amici. È uno spasso stare con loro due!
Infine c'è Lidja, audace e ribelle, non teme a niente. Durante il corso della giornata l'ho invidiata, ma poi ho capito che ha un'enorme cuore. È una ragazza a cui piace sognare con gli occhi aperti e vuole diventare una ballerina. La trovo perfetta nei panni di una sinuosa ed elegante danzatrice. Le ho promesso che le farò sempre il tifo, ormai, senza volerlo veramente, mi sono affezionata sia e lei che agli altri, dopotutto ho trovato qualcuno con cui passare le giornate a ridere e scherzare.
Questo è più o meno il lato positivo. Quello negativo ha troppi aspetti che non mi piacciono.
Innanzitutto, ho dichiarato la mia morte nello stesso momento in cui ho sfidato Nidhoggr e i suoi scagnozzi, eleggendomi come capo nel gruppo dei Draconiani. Gli altri erano entusiasti quando si è sparsa la notizia che Zucca (è un nomignolo che usa ormai tutta la scuola per indicarmi) si è autoproclamata Thuban. Nessuno ha obiettato e Chloe non faceva altro che ripetermi: «Sei un fottuto genio! Finalmente qualcuno che ha le palle di sfidare Nidhoggr! Io l'avevo detto che quest'anno sarebbe stato diverso!».
Ewan e Karl avevano scosso la testa. «Non te la faranno passare liscia, Rossa, dovrai affrontare cose che ti faranno pentire di questa scelta» aveva detto Ewan.
Karl aveva sdrammatizzato un po' mentre con un sorriso mi diceva: «Beh, ora che ci sei tu mi lasceranno in pace per un lungo periodo, non so se ringraziarti o darti della stupida».
Adesso mi ritrovo a fremere di paura. Nidhoggr e gli altri potrebbero farmi qualsiasi cosa e dovrò avere costantemente gli occhi ben aperti e sempre vigili. Ho già avuto un piccolo assaggio di quanto stronzi possono essere, infatti ho conosciuto Ofnir, idiota che ama mettermi in ridicolo davanti agli altri (un esempio può essere quella caduta che ancora mi fa rodere di rabbia), Nida e Ratatoskr che non fanno altro che deridermi e Fabio, maschilista e stronzo senza cuore.
Purtroppo Fabio ha una bellezza sconfinata e mi basta dargli un'occhiata fugace per sentirmi male e provare mille emozioni diverse, ma non faccio altro che ripetermi fino alla nausea: «È fidanzato con Nida! È un viverniano! Ha tradito i suoi amici! Mi ha preso per il culo davanti ai suoi amichetti!» ma poi ripenso ai suoi occhi nel quale vorrei perdermi e mi chiedo con tristezza perché qualcosa di così bello deve essere per forza intoccabile. Quel ragazzo mi attrae come pochi ma cercherò di evitarlo accuratamente.
Quando arrivai a casa, esausta sia fisicamente che moralmente, George voleva sapere tutto. Cercai di non dirgli che era stata una giornata estenuante e che non volevo mai più mettere piede in quella scuola, ma ormai avevo preso una decisione e per non offenderlo gli ho semplicemente annunciato che avevo passato una giornata fantastica e che grazie a lui ho cambiato di idea riguardo l'istituto.
Non mi passò inosservato il suo sguardo soddisfatto, come se avesse appena vinto la lotteria o concluso un grande affare, ma si limitò a dire «Io te l'avevo detto!» e, prima di andarsene, mi accarezzò dolcemente la testa.
Ormai sono nella merda e non so più che fare, non ho la più pallida idea di come saranno i prossimi giorni e ho paura di scoprirlo,
La tua,
Sofia, una ragazza come tante che non sa più dove sbattere la testa.

§ § § § §

Era venerdì e per qualche aiuto divino ero arrivata al decimo giorno di scuola tutta integra, senza nessun graffio o altro. Era il mio ego a essere ferito e per quanto volevo farmi vedere forte e determinata, ogni pettegolezzo su di me, ogni insulto ed ogni scherzo era come una coltellata dritta al cuore. La notizia che avevo “insultato” i tre pezzi grossi, Nidhoggr, Ofnir e Fabio, si era sparsa a vista d'occhio e il giorno seguente tutti i draconiani mi guardavano con rispetto e adorazione mentre i viverniani sghignazzavano divertiti mentre scommettevano per quanto ancora sarei sopravvissuta. Se fossi stata io a scommettere direi che avrei ceduto piuttosto presto e certe volte era proprio così, volevo lasciare quel ruolo di Thuban e scappare a gambe levate, ma dopotutto non ho mai detto di essere una ragazza ragionevole e l'orgoglio vinceva sempre. 
Lidja cercava di starmi accanto, aiutandomi e incoraggiandomi a non abbandonare tutto, secondo lei, c'era una parte di Nidhoggr che mi temeva e rispettava ma io scoppiavo in una risata isterica mentre le dicevo scherzosamente di non dire certe sciocchezze. Anche Chloe e Karl la pensavano così, ripetendomi più volte che finalmente la “Grande Viverna” aveva trovato un degno avversario che non si spaventava facilmente, capace di mettergli testa. Ewan era più schietto ma di tanto in tanto anche lui concordava con loro.
Io? Be', non sapevo più che pensare. Cercavo di rincuorarmi con quelle parole piene di fiducia, ma non serviva a molto.
Nelle ultime settimane ero diventata un bersaglio facile per tutti i viverniani in circolazione.
Il secondo giorno di scuola molti ragazzi ridevano alle mie spalle mentre interpretavano alla perfezione la mia famosa caduta. Li ignorai e cercai di continuare per la mia strada. Più tardi, sempre nella stessa giornata, ad un certo punto nell'ora di fisica misi una mano dentro l'astuccio e sentendo qualcosa di rugoso e per niente familiare, diedi un'occhiata dentro. Saltò fuori una lucertola e io, inorridita, lanciai un urlo schifato. La classe, come era prevedibile, scoppiò in una fragorosa risata mentre io morivo di vergogna. Riuscii a capire chi era l'artefice di quel brutto scherzo: Marco, un viverniano che non sopportavo (ad essere sinceri, tutti i viverniani erano insopportabili).
Per il resto del giorno non si parlò d'altro: Zucca ha colpito ancora!
Il giorno seguente ebbi modo di conoscere due ragazze viverniane, Giada e Valeria. Lidja mi aveva avvisato di stare sempre attenta a quello che dicevo quando c'erano loro due nelle vicinanze, erano capaci di far scoppiare pettegolezzi adatti a qualche rivista famosa. Resta il fatto che iniziarono a dire cazzate su cazzate: ero una drogata, mia madre era una prostituta alcolica, sono stata in un'ospedale psichiatrico, sono rimasta incinta quando avevo quindici anni ma persi il bambino, e molto altro... Ero convinta che con tutta quell'immaginazione avrebbero potuto scrivere un libro anziché perdere il tempo con me. Ero allibita. La gente quando mi guardava o mi lanciava uno sguardo compassionevole oppure ridevano mentre m'indicavano. Ero distrutta sia psicologicamente che moralmente ed erano passati solamente tre giorni. Le parole di Ewan iniziarono ad avere un significato che avevo cercato di ignorare. 
Possibile che la scuola fosse così difficile?
Per il resto della settimana fu così, tutti i viverniani parlavano di me ed ogni occasione era buona per mettermi in ridicolo davanti a tutta la scuola mentre i Draconiani continuavano a sostenermi, definendomi quella più forte. Il ruolo di Thuban sembrava da sempre destinato a me, diceva qualcuno, e sembravo divisa a metà; c'era quella mia parte che i viverniani disprezzavano mentre l'altra parte era onorata dai draconiani. Metà scuola mi amava mentre l'altra metà mi odiava (ed era un sentimento reciproco).
Perlomeno in quei giorni potei espandere le mie conoscenze e feci amicizia con quasi tutti i draconiani. Tra questi c'era un certo Mattia.
Era un ragazzo timido, insicuro ma fedele. Un buon amico. Ci siamo conosciuti un giovedì nell'ora d'informatica. Mattia fisicamente non era il massimo della bellezza, basso, in sovrappeso, carnagione opaca e capelli castani, ma ciò non importava, sopratutto perché era molto premuroso. La sua storia era interessante; fino a qualche anno prima era un escluso, considerava una cretinata la guerra tra draconiani e viverniani, infine, Nida, facendogli promesse che finora ha evitato di dirmi, lo aveva convinto a diventare un viverniano. Per ultimo, accorgendosi che stare con loro non lo aiutava affatto, che non era per lui e non era a suo agio, decise di essere un draconiano, dove era stato ben accettato, trovando in loro una grande famiglia.
E cosa che non mi era fuggita: era pazzamente innamorato di Giada e qui non potevo non pormi la domanda: come poteva un ragazzo amabile come Mattia innamorarsi di una vipera come Giada?
Ovviamente non potevo giudicarlo siccome provavo un'attrazione del tutto innaturale verso Fabio, un imbecille che volevo strozzare.
Dopo aver avuto quell'interessante dibattito con lui il primo giorno di scuola, ci rivolgevamo la parola solo per insultarci a vicenda e più di una volta lo colsi mentre mi osservava da lontano con interesse. Poi, quando si accorgeva che a mia volta lo stavo fissando, il suo sguardo si faceva duro mentre sbocciava in un sorriso strafottente.
In quei istanti volevo saltare e urlare: «MI STA GUARDANDO! LUI STA GUARDANDO ME!», ma quando capivo la gravità della situazione mi facevo subito seria e con un sospiro rassegnato continuavo a dirmi che lui era fidanzato con Nida. Ma ogni volta lo dicevo con meno convinzione e c'era una piccola e irrazionale parte di me che desiderava una rottura tra quei due. Poi, pensavo alle conseguenze: se Fabio avesse lasciato Nida per mettersi con me (cosa che dubitavo fortemente ma sognare ad occhi aperti di tanto in tanto non ha mai fatto del male a nessuno), la viverniana me l'avrebbe fatta pagare e siccome ero già nella merda, non volevo peggiorare la mia situazione che era critica di per sé. Così ignoravo costantemente quel ragazzo che odiavo ma nello stesso tempo veneravo. 
Capitò in più di un'occasione che le nostre strade s'incrociassero (sopratutto quando eravamo in corridoio) e lui, come perfetto idiota, mi istigava e infastidiva. Ogni volta le conversazioni finivano con me rossa come un “pomodoro” e lui felice di avermi fatto arrivare al limite della sopportazione. Ormai mi ero accorta di quanto lo divertisse vedermi incazzata, quindi ogni secondo era adatto a far arrivare la mia rabbia a livelli incalcolabili. Alla fine mi arresi e cercavo in tutti i modi possibili di evitarlo, ignorarlo e far finta di nulla quando diceva qualche frase fuori posto, detta di proposito per farmi imbestialire.
I nostri dialoghi erano quasi tutte simili.
— Buongiorno Zucca — mi salutava “gentilmente” lui.
— 'Fanculo Fabio.
— Anche oggi di cattivo umore?
— Solo se ci sei tu nei paraggi.
— Le ragazze amano il mio umorismo.
— Io non sono come le altre e il tuo sarcasmo è deludente.
— Sei troppo seria, goditi la vita.
— Allora vai a farti fottere, solo allora godrò la mia vita fino in fondo.
Non facevamo altro che punzecchiarci, o meglio, era lui quello mi assillava. Per qualche strana ragione ero riuscita a rimanere impassibile e Karl diceva che la mia pazienza superava di gran lunga quella di Gandhi.
Passata la prima settimana di scuola feci un sospiro di sollievo e finalmente potei rilassarmi quando sabato e domenica giunsero a salvarmi. In quei giorni il professore sembrava particolarmente interessato alla mia vita sociale nella scuola Dragoni, ma io cercavo di distrarlo parlando di tutto meno che l'istituto e di quanto le cose si stavano complicando. Non volevo preoccuparlo nonostante mi facesse male rispondere «Bene» alla sua domanda «Com'è andata a scuola?».
Volevo urlare che era uno schifo, che odiavo metà degli studenti e volevo uccidere alcuni soggetti. Lui non si accorse di niente, né che stavo male né che la maggior parte del tempo ero sulle nuvole mentre mettevo in atto nella mia mente la mia dolce e futura vendetta.
Come un battito di ciglia, anche il weekend passò e dovetti affrontare un'altra settimana di scuola . I professori iniziarono a darci compiti da fare, ricerche da studiare, esercizi da completare e ciò basto ad avere i miei pensieri occupati una volta arrivata a casa.
I giorni trascorsero lenti e per Giovanna, la segretaria, ogni scusa era buona per sgridarmi. Non solo avevo i viverniani contro ma anche la segretaria.
— Ancora in giro Schlafen!? — mi rimproverò appena mi vide salire le scale.
— Ma sono ancora in tempo! — replicai.
— Vai dritta in classe!
Sospirai rassegnata mentre mi dirigevo al primo piano. Alcuni viverniani che stavano chiacchierano nel corridoio mi salutarono beffardi con un «Hey Zucca!» quando si accorsero di me, ma li sorpassai mentre facevo una smorfia esasperata. Quando svoltai verso un corridoio, notai Lidja scrivendo un messaggio con il suo I-phone ed appena mi vide, si avvicinò di corsa.
— Alla prima ora abbiamo chimica — disse mentre mi scrutava con attenzione.
— Aleluja! — esclamai sarcastica.
Ero di pessimo umore e lei parve accorgersene.
— Ti stai pentendo della scelta?
— Non lo so — risposi confusa. — Certe volte penso di aver fatto bene ad accettare questo incarico ma altre volte vorrei andarmene e non averlo mai deciso... Ti sembro strana?
La vidi scuotere la testa con decisione. — No, Sofia, anche io nei primi tempi la pensavo come te, passerà appena avrai chiarito le idee e saprai cosa fare... Noi siamo stupiti, sei riuscita a rimanere con i nervi saldi dopo tutto quello che ti hanno fatto, sei forte e imbattibile, una vera leader. — E mi fece l'occhiolino.
Io le sorrisi grata ed ero felice di essere la sua amica.
La giornata sembrò trascorrere lenta e pigra, a chimica dovetti aiutare Lidja su molti argomenti mentre Nida e Ratatoskr mi lanciavano palline di carta con scritto “Zucca”.
Dopo dieci minuti ero circondata di pezzi di carta e quando sentii la milionesima pallina finirmi in testa, mi voltai verso quei due. — La smettete — sbottai a voce troppo alta.
Il professor Orlando mi guardò serio. — Qualche problema, signorina Schlafen?
— No, nessuno — risposi in automatico.
Lui parve esitare ma decidendo di ignorarmi, si voltò e ritornò a spiegare. Lidja mi prese per un braccio. — Cosa pensavi di fare, quei due non ti lasceranno tanto facilmente.
— Allora cosa dovrei fare? — domandai con aria sconfitta.
Sulle labbra di Lidja apparve un sorriso mai visto prima. — È tempo di agire.
La guardai con un sopracciglio alzato, ma decisi di non replicare.
Finita la lezione controllai l'orario e quasi lancio un urlo pieno di panico quando notai che la prossima materia era proprio biologia. Questo significava solo una cosa: Fabio.
La settimana scorsa avevo evitato tutte le lezioni di biologia e avevo intenzione di farlo anche in quei giorni ma il professor Lorenzini si era avvicinato a me ieri minacciandomi che avrebbe telefonato George se mi fosse saltato in mente di non andare alle sue classi.
La vita era così ingiusta!
Mi affrettai a raggiungere l'aula e appena il professore mi vide si limitò a farmi un cenno soddisfatto. I tre pezzi grossi non erano ancora arrivati e pregavo a tutti i dei esistenti che avessero qualche infortunio e saltassero la lezione quel giorno.
Non ho mai dichiarato di essere una ragazza fortunata e mi bastò alzare lo sguardo dopo cinque minuti che mi ritrovai a fissare gli occhi gelidi e privi d'emozione di Nidhoggr. Fui scossa da un brivido.
— Sei strana, Schlafen — mi disse Nidhoggr. — La settimana scorsa ci hai dichiarato guerra ma sei stata così codarda da sfuggire da noi ogni volta che ne avevi l'occasione, non venendo più a queste classi... Che razza di leader sei se alla prima opportunità scappi come un topolino?
Dannazione, non potevo rispondergli a dovere siccome quell'idiota aveva ragione. Non avevo svolto il mio ruolo da capo-Alfa e forse non meritavo essere un guardiano.
Ma nonostante ciò, la mia fierezza batteva tutto. — Odio biologia.
Cazzata. Amavo quella materia, era una delle poche che apprezzavo veramente ma non mi sarei fatta mettere i piedi in testa da un branco di imbranati. 
— Bugiarda — ribatté lui, prima di sedersi sul suo banco, seguito da Ofnir che mi lanciava occhiatacce intimidatorie.
— Piccola Schlafen — disse una voce alle mie spalle, una voce che avrei riconosciuto tra mille. — Sei coraggiosa per essere una maldestra e spacciata Zucca, ma la tua stupidità è davvero preoccupante, con Nidhoggr non si scherza.
— Fabio, ne ho abbastanza di te, vai a rompere i coglioni a quello stronzo del tuo capo — bofonchiai indispettita.
— Preferisco dare il tormento a te.
— Perché?
— Perché da quando sei arrivata hai capovolto tutto e per la prima volta la vita in questa scuola si è fatta affascinante.
Mi voltai a guardarlo. — Cosa significa?
— Niente di cui vale la pena raccontarti — e per il resto dell'ora non aggiunse altro, dandomi la possibilità di riflettere sulle sue parole che sembravano galleggiare nell'aria.

§ § § § §

— Sai, Zucca, dopotutto non è male averti in giro.
— Lo prenderò come un complimento — biascicai stizzita. — Ora vuoi lasciarmi in pace?
Io e Fabio stavamo uscendo dalla classe e dovetti ammettere che la sua compagnia non era così male, finché non apriva quella fogna di bocca.
L'ora di biologia passò tranquilla e senza imprevisti, cosa che mi lasciò interdetta. Mi aspettavo di tutto da Nidhoggr ed Ofnir, invece rimasero calmi; li vidi parlare qualche volta e cosa ancora più impossibile, vidi Nidghoggr sorridere. SORRIDERE!
Non potevo ancora crederci.
Io e Fabio raggiungemmo la soglia della porta e lui mi squadrò a lungo prima di aprire la bocca. — Molto difficilmente ti lascerò in pace — replicò a voce bassa in modo che potessi sentirlo solo io. La sua vicinanza mi fece rabbrividire ma cercai di rimanere impassibile davanti a quel suo sguardo duro e penetrante. — Io riesco sempre ad ottenere quello che voglio. — E mi lasciò lì, da sola, completamente sconcertata.
Non stava parlando di me, vero?
Come poteva uno come lui, volere una come me?
La sua frase aveva acceso in me un'allarme. Stava mentendo, non potevo interessargli, sicuramente si stava prendendo gioco di me, cosa non del tutto impossibile. Come poteva essere così stupido e arrogante? Che credeva? Che forse mi sarei sentita lusingata sentendo quelle parole? Si sbagliava di grosso, anzi, ero più frustrata di prima.
Solo grazie ad una voce conseguii uscire da quel mezzo intorpidimento. — Sofia, Nidhoggr farà una super festa a casa sua questo sabato! — urlò un'incontenibile Lidja. Sembrava impazzita mentre io rimasi immobile come una statua. — Dai, vieni anche tu! Ci saranno tutti gli studenti e sono certa che se potessero, anche i prof farebbero un salto alla festa!
— Ma tu non odi Nidhoggr? — borbottai infastidita.
— Odio lui, non le sue feste che sono sempre le migliori.
Ma io smisi di ascoltarla, non facevo altro che pensare alle seguenti parole: festa, viverne, Fabio.
Cazzo, non volevo vedere quello stronzo! Che facevo ora?
Proprio quando volevo stargli alla larga, Lidja voleva portarmi ad una festa fatta dal nemico.
— Aspetta un attimo — dissi dopo qualche istante. — Tu come fai a sapere della festa? E come puoi essere sicura che proprio Nidhoggr ci vorrà intorno? E cosa più importante, come hai fatto a trovarmi?
— Karl mi ha detto che avevi biologia quindi mi sono precipitata qui. Tutta la scuola sa della festa, Nidhoggr ha inviato un messaggio, invitando più di mezza scuola e non è la prima volta che fa un mega-party a casa sua e quindi noi draconiani ci siamo già stati, a Nidhoggr non importa nulla se ci andiamo o no finché facciamo i bravi.
— E cosa dovrei fare io?
— Ovvio! Devi venire anche tu! Sofia Schlafen, io ti obbligo ad accompagnarci, vedrai che sarà uno spasso!
Mi morsi il labbro inferiore, non sapendo cosa rispondere. Valeva la pena rischiare così tanto per far felice Lidja?. — Okay, ci sto, ma qualcuno dovrà accompagnarci...
— Non preoccuparti, a questo ci penso io e poi non è di questo che voglio parlare adesso, ho una brillante idea per far pagare a quei cretini di Nida e Ratatoskr per averti istigato durante l'ora di chimica.
— Ah, si?
— Si.
— E cosa vorresti fare?
— Qualcosa di memorabile, qualcosa dove tutti dovranno assistere, qualcosa per cui ci pentiremmo dopo ma per cui varrà la pena tentare. — Vidi un lampo divertito nel suo sguardo e ciò basto a farmi dubitare.
— Mi stai spaventando.
— Non preoccuparti, una volta messo in atto il nostro piano mi ringrazierai per il resto della tua vita... Allora, ci stai?
— Ci sto — dissi poco convinta.

§ § § § §

— Lidja, questa è una pazzia! Finiremmo in grossi problemi! — Mi ritrovai a sussurrare in preda al panico. Perché mi ero fatta coinvolgere in quell'assurda strategia? Non facevo altro che chiedermelo mentre maledivo me, per essermi fatta trascinare in quella cazzata, e Lidja, per esserle venuto un mente un'idea suicida.
Quando mi aveva rivelato il suo piano, all'inizio ero entusiasta e l'adrenalina aveva iniziato a correre nelle mie vene, in quei istanti Lidja mi era sembrata un genio ma ora iniziavo a pentirmene mentre pensavo alle conseguenze.
— Stai zitta! Sto saltando l'ora di Educazione Fisica per aiutarti.
Spalancai la bocca dalla sorpresa. — Aiutarmi!? Non ti ho chiesto niente di tutto ciò! — sbottai. — E per tua informazione, io sto saltando l'ora d'inglese! La McNab mi ucciderà!
— Shhh! Se ci beccano saremmo in guai ancora più seri.
Non replicai e l'aiutai a montare su uno strano aggeggio creato da Karl. — Non posso ancora crederci! Se il prof lo viene a sapere sarò in punizione fino ai miei sessanta anni!
A Lidja scappò una risata. — Esagerata, vedrai quanto ci divertiremmo a farlo!
Anche io sorrisi mentre immaginavo cosa sarebbe successo se il piano di Lidja funzionasse. — Possiamo ancora ritornare indietro ed evitare una catastrofe — le consigliai.
— E perdere l'opportunità di fargliela pagare a Nida? Mai!
Scoppiamo a ridere entrambe. — T'immagini come sarà la sua faccia? — mi chiese con le lacrime agli occhi dalle risate.
— Si! — risposi. — Sarà incazzatissima!
Un'ora dopo finimmo quel “lavoretto” rischioso e suonò la campanella per segnare la fine delle lezioni. Io e Lidja ci dirigemmo al bagno delle ragazze con il cuore che ci batteva a mille.
— E se scoprono che siamo state noi? — domandai nervosa.
— Capiranno che dovranno pensarci due volte prima di infastidirci! E poi devi ancora decidere quale strategia seguire, dipendendo quale sia la tua scelta, loro sapranno o no se siamo state noi.
Scossi la testa. — È una pazzia... Secondo te ora possiamo uscire?
— Si, penso di sì.
Facendo finta di nulla, seguimmo la massa di ragazzi che si dirigevano a mensa. Con lo sguardo cercai Nida e Ratatoskr e li vidi quasi immediatamente. Sedevano nel loro tavolo mentre parlottavano a bassa voce.
Durante le due ultime settimane potei osservare da lontano i miei nemici. Nida e Ratatosk sembravano inseparabili, bastava saper dove stava uno di loro per trovare l'altro. Più di una volta pensai che erano due amanti o che avessero qualche tipo di relazione ma solo più avanti mi avevano chiarito le idee. Chloe mi aveva confessato che loro due erano cugini ed erano imparentati con Nidhoggr. Venivano tutti e tre da una grande e benestante famiglia. Erano persone importanti.
Ci misi un po' ad accettarlo siccome tutti e tre non avevano niente di familiare, l'unica cosa ad avere in comune era quel comportamento di indifferenza che assumevano regolarmente. Erano dei narcisisti.
I viverniani più importanti, Nidhoggr, Ofnir, Nida, Ratatoskr e Fabio, a pranzo si sedevano nello stesso tavolo, ognuno nel proprio posto.
Lidja mi diede una leggera gomitata. — Sei pronta per lo spettacolo?
Io annuii. — Saremo fottute quando si accorgeranno che siamo state noi due.
— Paura, Sof?
— Tu cosa dici? — risposi sarcastica.
— Rilassati, cosa possono farci?
— Di tutto.
Lidja sbuffò esasperata ma non replicò. Ci sedemmo nel nostro tavolo e tirammo fuori il pranzo. Io non distoglievo lo sguardo da Nida, ero vigile e attenta, pronta a cogliere qualsiasi dettaglio.
— Rossa, dov'eri finita? La NcNab non faceva altro che chiedere di te — mi disse un Ewan indignato mentre si avvicinava a noi.
Prese posto accanto a Lidja e diede un morso alla sua mela.
— Hey! —si lamentò lei.
— Sorry, ma avevo fame... comunque, Rossa, non hai risposto alla mia domanda.
Arrossii, non sapendo che dire. Temevo di avere espressa nella faccia tutta la colpa. Fortunatamente Lidja arrivò ad aiutarmi. — Stava poco bene... Sai, oggi era quel giorno del mese e...
— LIDJA! — urlai. — COSA CAZZO DICI?
Ewan sghignazzò. — Ho capito, ho capito, cose da donne.
Indispettita, gli tirai un pezzo di carta. — Tu stai zitto — ma in realtà sorridevo come un'idiota.
Due figure si avvicinarono al nostro tavolo. — Ragazzi! Eccoci anche noi! — ci chiamarono Karl e Chloe. — Cosa stavate dicendo?
— Niente — mi affrettai a dire. Io e Lidja ci guardammo negli occhi, creando un'intesa.
Le parole non servirono perché bastò un'occhiata per comprenderci. Ora che c'eravamo tutti, lo spettacolo poteva iniziare.
— Draconiani — disse Lidja ad un certo punto. — Ora fate come vi dico: non perdete di vista Nida e Ratatoskr... Sof, è il tuo turno... Devi decidere, piano A o B. 
— B — risposi.
Avevamo ripassato quel piano una e due volte quindi sapevo cosa fare, ma significava solo una cosa: rivelare a tutti che siamo state noi le artefici di tutto. L'idea non mi entusiasmava, ma le parole di Lidja erano certe: se loro sapevano che eravamo state noi due a fare quel piccolo scherzetto, non ci avrebbero più sottovalutato. Mi alzai in piedi e qualche ragazzo curioso si volse a guardarmi. Cercai di avere un'espressione sicura e percepii vari occhi su di me. Me ne fregai completamente.
— NIDA! — gridai. Nella mensa scese un silenzio spettrale e se prima avevo addosso lo sguardo di qualche studente, ora invece avevo l'attenzione di tutta la scuola. Mandai giù la bile e cercai di mostrarmi coraggiosa. — QUESTA È PER TUTTE LE VOLTE CHE MI HAI SPUTTANATO CON QUELLO STRONZO DI RATATOSKR!
— Ma che cazzo...? — provò a dire una Nida sbigottita, ma non riuscì a terminare la frase perché Lidja, premendo il pulsante di un telecomando, attivò la macchina di Karl che era situata sotto il tavolo. Questa esplose, spargendo da tutte le parti vernice rossa che finì addosso a Nida e a Ratatoskr. Certe volte era un vantaggio avere quei due sempre appiccicati. Qualche goccia finì addosso anche agli altri viverniani che non si mossero dalla sorpresa. Godetti ogni secondo di quel momento e anche gli altri fecero altrettanto.
Lidja scoppiò a ridere e io la seguii poco dopo. Tutti i draconiani ridevano mentre mi applaudivano e urlavano: «THUBAN! THUBAN! THUBAN!» e cosa ancora più assurda, anche i viverniani ridevano mentre mi lanciavano uno sguardo del tutto nuovo: uno sguardo pieno di rispetto.
Le regole nella scuola Dragoni sarebbero cambiate, ora mi sentivo potente e pronta a far fuori chiunque mi mettesse i bastoni tra le ruote.


Note dell'Autrice: Ecco qui per voi, appena sfornato, il terzo capitolo. La nostra dolce e cara Sofia ci racconta come è stata la sua vita a scuola nelle ultime due settimane ma qualcosa in lei si accende e decide di non essere più la preda dei viverniani, bensì il predatore. Come noterete, ho aggiunto altri personaggi: Marco (appare nei primi capitoli della saga), Mattia (il ragazzo assoggettato), Giada e Valeria (appaiono nel primo libro, Giada è la ragazza che Mattia ama). Nel prossimo capitolo ci saranno altri personaggi che assumeranno un ruolo importante e per ora posso dirvi che questi personaggi sono apparsi nel secondo libro della serie, “L'albero di Idhunn”. Questo è tutto e ci saranno molte sorprese nel prossimo capitolo, un'enorme grazie a tutti coloro che hanno recensito questa storia e a coloro che l'hanno messa tre le seguite/preferite/ricordate, marty_598

   
 
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