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Autore: Haz_boo    30/04/2014    0 recensioni
E--mi sento così abbandonato adesso, come se fossi obbligato a soffrire, come se ormai non ci fosse un’ancòra che mi tiene in salvo. Non c’è niente. Mi sento come se stessi affondando in delle sabbie mobili. E non ci sei. Harry, non ci sei a proteggermi, non ci sei. Harry non c’è più.
ATTENZIONE: Harry/Louis
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Non ci sei




Ho continuato a permettere alla droga di distruggermi anche quando tu te ne sei andato. E inietto, ficco con violenza, mi buco, e non so cosa ci sia di preciso in quella siringa, non m’importa: ciò che è di Zayn è sempre buono. E lo avverto quando sento la droga perforarmi la mente e per un attimo non ti penso e sembra così bello, non averti nella mia testa.
E mi sta distruggendo. Lo sento quando non posso fare a meno di desiderarla, quel mix di sostanze, e poi tremo. Comincio a tremare, sudo e mi accascio a terra. Poi piango, perché tu facevi esattamente così quando stavi davvero male. Ti sdraiavi per terra e facevi finta che stessi bene e mi chiedevi un bacio. Ti asciugavo il sudore e poi ti accarezzavo le labbra.  
Quando per un attimo l’immagine dei tuoi occhi verdi mi si presenta davanti ai miei, di occhi, do un calcio alla porta di quel bagno e poi ficco ancora di più. Mi addormento così, con la droga che fluisce tra le vene e il tuo sorriso dietro le palpebre.
Secondo te, è giusto?
 
Ogni volta che sto meglio, mi sento in colpa. Tu sei morto, Harry, ed io mi sto ammazzando nello stesso modo che hai fatto tu. Però da un lato lo spero, di morire, che un giorno quella cazzo di cocaina mi arresti il cuore. Ogni giorno, lo aspetto. E sembrerei fottutamente romantico, ma mi mancano quegli occhi lucenti, che via con tempo sono diventati spenti, spentissimi. Nemmeno ti riconoscevo più, però quando ti baciavo tutto aveva senso: eri il vecchio Harry Styles di diciassette anni che incontrai alla fermata della metro. Eri così puro e bello che non volevo nemmeno crederci. Quando ti baciai per la prima volta, faticavo a crederci, perché le tue labbra erano così maledettamente soffici e la mia lingua aveva assunto una nuova dipendenza: quella di leccarti le labbra. Poi se ne sono aggiunte altre, di dipendenze, e non voglio nemmeno pensarci.
Quando mi accorgo che i miei occhi stanno diventando lucidi e che il naso mi brucia, inietto, ancora, ancora. E’ c’è un altro motivo se ancora permetto alla droga di distruggermi: è l’unica cosa che mi dia la possibilità di non pensarti per qualche secondo.
 
Trac.
La sento, bene. La sento mentre con furbizia fluisce nel mio sangue come un serpente. La sento, e sono in grado di amarla, in quel momento, nonostante mi abbia portavo via.. Nonostante mi abbia portato via. No, perché adesso non ho voglia di pensarti, non ho voglia di pensare al tuo nome e a quanto la mia lingua piaccia pronunciarlo. Non voglio—è così difficile. Perché odio ricordarti da morto: preferisco chiudere gli occhi e immaginare il  tuo sorriso con tanto di fossette. Preferisco ricordarti nudo sotto la doccia, o quando, alto come sei, mi prendevi in braccio, o sotto le lenzuola, o mentre mi dedicavi una canzone. We found love. La  cantavi sempre, soprattutto quando finivi di fumarti uno spinello ed eri sballato e facevamo  l’amore, tante, tantissime volte, fino a quanto io sentivo un leggero dolore al fondoschiena.
Ma oggi, nonostante abbia davvero cercato di non ricordarti, lo faccio comunque. E nemmeno la droga riesce a impedirlo, nemmeno lei funziona adesso. E--mi sento così abbandonato adesso, come se fossi obbligato a soffrire, come se ormai non ci fosse un’ancòra che mi tiene in salvo. Non c’è niente. Mi sento come se stessi affondando in delle sabbie mobili. E non ci sei.  Harry, non ci sei a proteggermi, non ci sei. Harry non c’è più.
Perch sei morto  ormai da un anno e al funerale eri pallido ma avevi ancora le labbra soffici, così, davanti a tutti, con le lacrime agli occhi, le avevo baciate. E mi ero aggrappato in quel bacio, disperatamente, perché era l’ultima volta che sentivo le tue labbra sopra le mie, nonostante non fossero vive, ecco. Poi non sorridevi, Harry. Avevi gli angoli della bocca rivolti verso l’ingiù e avevi un cipiglio tra le sopracciglia, e. E, davvero,  avrei voluto farti scomparire quel cipiglio con un bacio. Ma Harry non c’è. Non c’è.
Harry Styles non c’è, il ragazzino con il sorriso più bello del mondo e che aspetta con fretta la fermata del metro. Non c’è con le sue maglie sparse nel mio appartamento, non c’è con i suoi bacon alle sette di mattina, non c’è con i suoi baci, non c’è con le sue mani affusolate. Harry non c’è. E’ andato, è scomparso. Via, Harry è via.
Harry, non ci sei.
Poi chiudo gli occhi e immagino, per l’ennesima volta in quell’anno, che tu arrivi con il suo sorrisone e ti sieda sulle mie gambe. Poi forse dirai una delle tue battuta squallide, riderò e mi bacerai. Semplicemente. E quando mi accorgo che non è così, inietto dentro di me ancora più veleno, sempre di più. Ma la tua immagine non mi lascia. Solo che questa volta, mentre tremo e cado da sopra la tazza del cesso in cui ero seduto e comincio a dire frasi sconnesse e quando sento che il mio cuore ormai non è in grado di reggere, sorrido.
 
Louis Tomlinson, ennesima vittima della droga. A solamente ventuno anni, il giovane viene ritrovato morto d’overdose dentro un bagno. Nella cittadina di Doncaster, nel giro di un anno, è la quarta vittima così giovane a morire di overdose. Ricordiamo Liam Payne, Niall Horan e Harry Styles.

  
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