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Autore: La Matta    30/04/2014    5 recensioni
Per oltre cinquemila anni Niphredil è stata al fianco di sire Thranduil, condividendo i suoi giorni e comandando il suo esercito, ma dopo la caduta di Erebor il suo animo è divenuto irrequieto. La consapevolezza di aver ordinato la ritirata, senza soccorrere il popolo nanico, la porta a lasciare il Reame Boscoso per raggiungere gli esuli ed aiutarli nella ricerca di una nuova patria. Così, mentre il Nemico prepara la sua vendetta ed un'antica avversaria risorge dalle proprie ceneri, hanno inizio le peregrinazioni di Niphredil di Eryn Galen.
Genere: Generale, Guerra, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Balin, Gloin, Nuovo personaggio, Thorin Scudodiquercia, Thranduil
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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niphredil 2

Capitolo Secondo

Niphredil

 

 

Niphredil si volta, lentamente, mentre le dita affusolate ancora le cingono il polso.

 

Conosce quella presa, come conosce quella voce, resa fredda da un’eco di ostilità.

 

- Sire.- saluta, chinando il capo, perché di fronte a lei si trova Thranduil, signore del Reame Boscoso.

 

I suoi occhi azzurri sono pervasi dallo stesso gelo che Niphredil ricorda dal loro ultimo incontro.

 

- Ero pronto a perdonare il tuo animo irrequieto, a sorvolare sulle tue intemperanze e peregrinazioni. Eppure hai scelto di sguainare le armi in difesa del popolo nanico. Quale follia, quale malsano desiderio ti ha condotta fino a Dimrill Dale?-

 

- Ho scelto la via dell’esilio, mio signore.- ribatte la guerriera - il mio tempo è ora mio soltanto e non devo rendere conto a nessuno di come lo utilizzo.-

 

- Hai frainteso le mie parole.- la riprende Thranduil. La sua mano si serra con più forza al braccio di lei. La tira verso di sé, fino a parlarle direttamente sulle labbra:- ti ho offerto una scelta: l’obbedienza o l’esilio. Hai saggiamente deciso di chinare il capo, d’ingoiare l’orgoglio e di rimanere al mio fianco.-

 

- Era la scelta sbagliata.- ansima lei, con gli occhi pieni di rimpianto

 

- Giusto e sbagliato sono parole con cui aizzare o tacitare la tua coscienza. Dimentica il passato.- Thranduil abbassa la voce, respirando sulla bocca di lei - Torna a casa, Niphredil.-

 

Niphredil si morde un labbro, ma il suo sguardo rimane risoluto.

- Vorrei poterlo fare.- sussurra, sfiorando la guancia dell’elfo con una carezza - ma sarebbe un’altra scelta sbagliata. Eryn Galen (*) mi manca ogni giorno, da quando sono partita. Eppure…- indugia, per poi ritrarre la mano.

 

Thranduil sta per ribattere quando il rombo di un corno invade la radura.

 

- Sono i rinforzi.- sussurra Niphredil, voltandosi di scatto verso la fonte del suono - I nani dei Colli Ferrosi. La battaglia ancora non è perduta.-

 

Un’ombra oscura il volto dell’elfo:- e ora ti congederai da me nella lingua di Moria?- chiede, sarcastico - rinuncerai alla spada per brandire l’ascia bipenne?-

 

- Sarò sempre Niphredil di Eryn Galen, mio signore.- mormora la guerriera, indietreggiando - so che non è questa la risposta che sei venuto a cercare, così lontano dal Reame Boscoso, ma è l’unica che posso darti.-

 

Il corno nanico riecheggia di nuovo, accompagnato da un concitato vocio e dal rumore di migliaia di piedi in marcia, di armi sguainate, di respiri profondi prima della battaglia.

 

- Devo andare.- dice Niphredil.

 

Lentamente, Thranduil allenta la stretta sul suo braccio. La mano gli ricade contro il fianco.

- Tornerai.- pronuncia, gelido, ma Niphredil non capisce se è un desiderio o una minaccia.

 

- Namárië.- risponde, per poi sguainare la spada e correre, verso il folto del bosco.

 

 

Quando Niphredil abbandona le rassicuranti ombre del bosco, la battaglia già infuria.

 

I nani, rincuorati dai rinforzi, sono tornati alla carica e le truppe fresche dei Colli Ferrosi hanno sorpreso gli orchi, attaccandoli al fianco e togliendo loro ogni possibilità di movimento.

 

La pallida luce del sole squarcia le pesanti nuvole plumbee e i guerrieri fronteggiano compatti il nemico.

 

Su uno spiazzo roccioso, un nano dalla splendente armatura grida il nome di Azog in tono di sfida, chiamandolo vile mostro e codardo.

 

La sua voce tuona come la tempesta e le sue parole ribolliscono d’orgoglio e di rabbia, senza tradire alcuna debolezza, eppure il suo corpo è costellato di ferite ed una, peggiore delle altre, gli devasta il viso.

 

E poi Azog arriva.

Si avvicina a passo pesante, circondato dalle guardie della sua scorta.

I suoi occhi ardono come fuoco. L’enorme mazza solleva nuvole di polvere.

Ostenta una grande tranquillità, cammina fra gli scontri, ignorando i nemici.

 

Ha occhi solo per il nano in armatura e, quando lo raggiunge, emette un basso ringhio.

 

- Nàin dei Colli Ferrosi.- pronuncia, con il suono di uno sputo

 

- Colui che ti spazzerà via da questa terra, feccia!- ribatte il nano.

 

Niphredil cerca di raggiungerli, ma è perennemente circondata dagli orchi.

La brama di sangue elfico li rende ciechi e tracotanti.

I migliori riescono ad insultarla, prima che la spada della guerriera doni loro l’eterno silenzio.

 

- Pensavo fossi scappata, elfo femmina!- la sorprende, all’improvviso, la voce di Thorin.

 

- Scappata?- Niphredil lancia uno degli ultimi pugnali, conficcandolo nell’occhio di un orco - ho solo fatto una passeggiata.-

 

Un rumore assordante sovrasta lo stridore della battaglia.

Azog ha calato la sua mazza, colpendo il martello di Nàin.

L’arma del signore dei Colli Ferrosi giace a terra, frantumata, e il nano, carponi, lancia al nemico un’ultima maledizione, prima di chinare il capo, in attesa del colpo di grazia.

 

- Il tempo della tua gente è finito.- ringhia Azog, sollevando la mazza.

 

- Il mio unico rammarico è che non vedrò il giorno in cui un’ascia nanica ti staccherà dal collo quella disgustosa testa.- ribatté Nàin.

 

Poi la mazza dell’orco cala su di lui, fracassandogli il cranio.

Il re dei Colli Ferrosi muore in una pozza del proprio sangue, con un sorriso di scherno sulle labbra.

 

Accanto a Niphredil, un nano leva gli occhi al cielo e prorompe in un grido di dolore

- Padre!-

 

Il guerriero indossa un’armatura simile a quella di Nàin e, decapitato un orco che gli sbarrava la strada, corre verso il poggio roccioso, per inseguire Azog.

 

Thorin però è al suo fianco e gli afferra con forza il braccio, trattenendolo

 

- No, Dàin!- esclama, tirandolo indietro - si stanno ritirando! Quando lo raggiungerai sarà al centro del suo esercito, sotto le mura di Moria! Se lo segui, non farai ritorno!-

 

- Devo vendicare mio padre!- abbaia Dàin, il volto deturpato dall’odio e dalla sofferenza

 

- Ed io mio fratello.- ribatte Thorin, senza allentare la presa - ma pensi che loro desidererebbero lo stesso la vendetta, se il prezzo fosse la nostra morte certa? Il nostro popolo ha bisogno che i suoi condottieri siano ancora in piedi, alla fine di questo giorno di sangue!-

 

La sagoma di Azog è sempre più lontana, sta arretrando, mentre il suo esercito si divide per farlo passare. La sua guardia personale gli copre le spalle.

 

- Non m’interessa.- sbotta Dàin, alla fine - rimani tu indietro, se è questo che reputi giusto.-

 

Si divincola e si libera dalla presa di Thorin, per poi mettersi a correre verso l’odiato Azog.

 

- Maledetto testardo!- impreca il nano, inseguendolo.

Non gli permetterà di morire da solo, circondato da nemici ghignanti.

 

I due guerrieri hanno quasi raggiunto Azog, quando Thorin si accorge che Niphredil li sta seguendo.

La treccia le ondeggia alle spalle come un vessillo, la sua spada adamantina lancia bagliori.

 

- Non è la tua guerra, elfo femmina.- ansima, quando lei lo affianca - perché mi segui?-

 

La giovane si stringe nelle spalle. Lacera il collo di un orco, prima di ribattere, con un sorriso:- perché tu pensavi che sarei fuggita.-

 

 

 

 

(*) nome elfico del Reame Boscoso

 

 

La Coda!

 

Cavolo, avevo detto “basta nani morti”!

Ok, nani morti a parte (dal prossimo capitolo ci do un taglio, giuro!), grazie per essere giunti fin qui e spero che il capitolo vi sia piaciuto!

Un bacio e auspicabilmente a presto!

- La Matta -

 

 

  
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