Bella e Seyram sono cugine, e quando questa deciderà di andare a trovare la parente a Forks, la nostra ragazza (reduce di un travagliata quanto agognata riappacificazione con il vampiro di cui è perdutamente innamorata XD) dovrà suo malgrado affrontare altri avvenimenti che rischiano seriamente di compromettere il suo modo di vedere il mondo.
E la colpa sarà di un licantropo totalmente diverso da quelli che Bella conosce, che sembra nascondere un segreto peccato, in qualche modo legato ai vampiri, ai quale non è affatto ostile, anzi…

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Titolo è tratto da un libro di Wilbur Smith e trovo si adatti meravigliosamente a questa mia nuova fanfic, sebbene la trama del romanzo originale centri ben poco con la mia storia -_-‘

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Capitolo 1:

Una ragazza dai lunghi capelli scuri scalpitava irrequieta davanti al terminal d’arrivo dell’aeroporto.
I suoi grandi e profondi occhi nocciola scrutavano i piccoli gruppi di persone che superavano le porte del gate, alla ricerca di un viso noto.
Quando ormai dava la cugina per dispersa, finalmente la vide: una giovane poco più grande di lei dai capelli biondi corti e ribelli, impegnata a lottare con una grande valigia le cui rotelle parevano decise a incepparsi a ogni passo.
-Seyram!- gridò felice la mora, e in risposta l’altra sollevò la testa, i bellissimi occhi verde foresta che si illuminarono alla vista della parente che le veniva incontro.
-Ciao Bella! Capiti al momento giusto, così puoi darmi una mano con ‘stò coso che non vuole saperne di collaborare!- si lagnò Seyram, abbracciando forte la cugina.
-Mi sei mancata!- disse Bella sorridendo, e l’altra le diede una pacca sulla schiena.
-Anche tu! È passato un sacco di tempo, vero?- esclamò, con una domanda che era un’affermazione.
Vedendole così a confronto, a nessuno sarebbe venuto in mente che avessero lo stesso sangue: Bella era minuta, dalla carnagione chiarissima, e con i suoi occhi e capelli scuri sembrava un’emanazione delle terre del Nord, fredde e immerse nell’oscurità.
L’altra, di contro, era piuttosto alta e si intuiva che probabilmente tanto all’esposizione ai caldi raggi del sole quanto alla presenza di qualche antenato emigrato dall’Africa era dovuto il colore scuro della sua pelle, che ben si armonizzava con i capelli biondo dorati.
Seyram sembrava una creatura delle terra assolate del Sud, figlia della foresta primordiale che si rifletteva nei suoi occhi felini.
-Come stai? Il viaggio?- chiese Bella, afferrando la maniglia del valigione assieme alla cugina e prendendo a tirarlo verso il parcheggio.
-Tutto bene, grazie...piuttosto, dov’è la tua macchina?- domandò Seyram di rimando, sbuffando.
-Eccola- rispose la mora con un sospiro di sollievo, fermandosi accanto a un mastodontico pick-up grigio.
-E così è questo il bestione? Quanto fa con un litro?- fece la bionda, sollevando il bagaglio e sistemandolo nel vano posteriore.
-Non lo so di preciso…e non ci tengo a saperlo!- rispose Bella con una risata, prendendo posto sul sedile dell’autista e facendo cenno all’altra di fare lo stesso.
-Si parte!- esclamò, chiudendo la portiera con uno schiocco a cui fece eco l’altra ragazza.
-Forks è a pochi chilometri da qui…ci metteremo al massimo trenta minuti- asserì Bella, uscendo dal parcheggio e imboccando la statale.
-Se vai a questa velocità non mi stupisce- la prese in giro Seyram, indicando il contachilometri sul cruscotto, la cui lancetta oscillava sui 70.
-Certo, se ci fosse Michael al volante ci metteremmo il doppio…- disse ancora, poi si zittì improvvisamente come se si fosse resa conto in ritardo di ciò che aveva detto.
-Già, Michael…- mormorò con voce roca come se stesse per mettersi a piangere, mentre un’ombra di tristezza calava sul suo viso, offuscando il verde dei suoi occhi.
Un cupo silenzio calò nell’abitacolo, e Bella non sapeva assolutamente cosa dire per dissiparlo: sapeva che la cugina era venuta in vacanza lì a Forks tanto per vedere lei quanto per allontanarsi da casa sua, dove aveva rischiato di cadere in una profonda depressione in seguito alla morte in un incidente del suo fidanzato, Michael, avvenuta poche settimane prima.
Bella sapeva bene cosa stava provando Seyram, in quanto lei stessa lo aveva provato sulla sua pelle: alcuni mesi prima Edward, il vampiro di cui era follemente innamorata, l’aveva abbandonata ed era partito con tutta la famiglia, abbandonandola in una depressione a cui era sopravvissuta a stento, solo grazie a Jacob.
Edward l’aveva lasciata perché riteneva che per lei fosse troppo pericoloso stare con lui, e perciò aveva cancellato ogni traccia di sé, come se lui non fosse mai esistito. E malgrado ora fossero nuovamente insieme, Bella ricordava fin troppo bene la disperazione al pensiero che lui non sarebbe mai ritornato da lei.
Perchè Michael non l’avrebbe fatto: la morte è definitiva.
Non si può tornare indietro.
Fu per questo che Bella preferì non proferire nessuna della frasi di circostanza che le vennero in mente, ben sapendo che dire “Il tempo guarisce ogni male” era solo una pietosa bugia: ci sono che ferite che non posso guarire, ma solo smettere di sanguinare.
-Guarda! In tuo onore oggi non solo piove, ma c’è pure il sole!- esclamò Bella, cambiando con successo argomento.
-Cosa? Vorresti dirmi che quella palla gialla è il sole?- la prese in giro Seyram, nuovamente allegra.
-Devo dire che in realtà mi sento tradita… io vengo qui apposta per vedere la fama di Forks come “la città più piovosa d’America” è vera e trovo solo quelle nuvolette? Così non va bene…- fece la ragazza, scuotendo la testa con aria fintamente offesa.
-Non ti preoccupare! Ti rifarai ben presto: una giornata così è insolita per primavera. Di solito in questo periodo piove così tanto che è un miracolo che non ci spuntino a tutti le branchie e le pinne!- argomentò Bella, con un gemito abbattuto, facendo ridere l’altra.
-Scherzi a parte, questo affare non può andare un po’ più veloce? Ho appena vsto una tartaruga sorpassarci…- ridacchiò Seyram.
La cugina reagì con un’espressione oltraggiata, ma con gli occhi scintillanti.
-Hei, porta rispetto! Questo “affare” è più vecchio di noi due messe assieme! Ha la sua dignità!- ribatté Bella.
-Comunque, il ragazzo che me l’ha rimessa a posto mi ha consigliato di non sforzarla troppo…-
-Aspetta, parli di…com’è che si chiamava? Jacopo?- chiese Seyram, cercando di ricordare le e-mail della cugina.
-Jacob- la corresse Bella. -Esatto, lui. È un genio della meccanica, ha anche dato una sistemata a un paio di moto che ho trovato…- cominciò lei, ma l’altra la interruppe.
-COSA? Hai una moto?- domandò la bionda, gli occhi che le brillavano pericolosamente.
-Vedere-vedere-vedere!- gridò, battendo le mani, entusiasta come una bambina davanti all’idea di un nuovo giocattolo, e Bella rise di cuore.
-Calmati! La mia me l’ha sequestrata Charlie- le disse, ma Seyram fece una faccia così abbattuta che la mora non poté far altro che sospirare e dire:
-Ma credo che Jacob abbia ancora la sua. Domani andiamo a La Push e gli chiediamo se puoi fare un giro, d’accordo?- propose Bella.
La risposte della cugina fu un esaltato grido di battaglia che le sfondò i timpani.
-EVVAI!-