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Autore: xlovesharoldo    30/04/2014    4 recensioni
Ridacchiai quando una strana scena si fece spazio nel mio cervello.
- Mi ricorda Titanic. – ammisi.
Mi stampò velocemente un bacio sulle labbra, ridendo poi da solo. Lo guardai divertita, mentre scuoteva la testa. Le sue dita passarono nei miei capelli, togliendoli dal mio viso.
- Dove la porto signorina? – sorrisi come non mai. Strinsi forte la sua maglia fra le mie dita.
- Su una stella. – indicai il cielo.
Ridemmo insieme, riportando esattamente le parole del film. Non riuscivo a credere che così tante persone fossero morte così, nel gelo delle acque dell’Atlantico. Non credevo nemmeno di essere lì, in quel momento.
- Non credo di poterti portare su una stella. – sussurrò dispiaciuto. Passai le mie mani dietro la sua schiena, abbracciandolo forte.
- E allora portami con te, ovunque andrai.
*
Quale amore, meglio di quello che nasce sulle acque dell'oceano?
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TRAILER : https://www.youtube.com/watch?v=qhZTHAsTO34
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Questi personaggi non mi appartengono; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.





Non avevo davvero parole. Probabilmente erano morte in gola, forse erano già scappate via dopo che Niall mi aveva lasciato con loro. Non avevo fatto altro che guardarle divertirsi fra i vestiti di quella lussuosa boutique, ridacchiare per completi e colori orribili e chiedere consigli ovunque. Sembravo la spettatrice di un film in cui non recitavo, sedevo solo nella sala, comoda nella mia poltrona, con popcorn e coca cola. Era impossibile abituarsi con la velocità di uno schiocco di dita a una realtà così diversa da quella che mi ero costruita in tutta la mia esistenza. Forse solo Gemma sembrava prenderla più sul divertimento, adoravo il suo accento strano e i suoi capelli. Stetti a osservare e a seguirle per la maggior parte del tempo, troppo intenta a studiare ogni minimo particolare. Era come se stendessi una lista di differenze tra me e loro, aggiungendo punti su punti, riempiendo fogli e libri.
Le mie mani non erano così curate: alcune pellicine infastidivano il contorno delle unghie, lo smalto risultava consumato, vittima del mio continuo nervosismo, le punte non limate e la pelle secca a causa del freddo. Perfino la loro camminata mi risultava differente: la mia testa era la maggior parte del tempo puntata verso il basso, se non c’era niente di bello da vedere, i miei passi erano piccoli e veloci poiché le gambe corte non mi permettevano di fare passi troppo lunghi o sarei finita col fare la spaccata sull’asfalto, la mia camminata non seguiva una linea dritta immaginaria, i miei piedi erano quasi a papera e nonostante avessi le gambe a mio malgrado magre, non ero sicura di potermi sedere a gambe incrociate come facevano loro.
E mentre ero seduta tranquillamente nella mia sala del cinema, i titoli pronunciarono il mio nome fra gli artisti e mi pentii di non aver nemmeno finito di mangiare.

- Hai finito con quel vestito? – quella era sicuramente Eleanor.
- Andiamo El, così le metti fretta. – Sophia prese le mie difese, come al solito. Sistemai di nuovo uno dei tanti bordi di quel coso, cercando di portarlo almeno sotto alla metà coscia.
- Se continua così, però diventiamo vecchie. – commentò dall’altra parte della tenda quella dolce e gentile Gemma. Sbuffai, uscendo a piedi nudi sulla moquette rossa. Feci un giro su me stessa, solo per fare qualcosa, tanto sapevo che non le avrebbe convinte e che sarei dovuta andare a cambiarmi di nuovo.
- Dio, adoro le tue gambe. – fu il primo giudizio. D’istinto ne passai una davanti all’altra. Non c’era niente di bello nelle mie gambe.
Perrie era una ragazza solare e schietta, si era capito subito. Le mie guance s’imporporarono, pensando che fosse qui per fare una sorpresa al fidanzato. Non vedevo l’ora di vedere la faccia di Zayn quando insieme a noi si sarebbe presentata anche la bionda. Era stato tutto organizzato: Perrie si era liberata a fatica di alcuni impegni con la band e con la collaborazione delle ragazze e alcuni della crew erano riusciti a incastrare tutto perfettamente, facendo combaciare orari, voli e prenotazioni varie. E pensare che fino a qualche giorno prima fossi io che rasserenavo Zayn per il suo malumore dovuto proprio alla mancanza della sua bella.
Eleanor si avvicinò con un sorriso rassicurante, sistemando alcune pieghe della voluminosa gonna color celeste.

- Sei bellissima. – disse piano, godendosi la mia reazione. Mi girai verso il grande specchio posto lì vicino, affacciandomi verso la mia figura. Inclinai la testa, facendo cadere i capelli tutti da un lato. Mi piaceva il colore, mi piaceva la forma, ma non ero certa di stare così bene. Sophia spuntò con un paio di alti tacchi color panna, perfettamente in tinta con la cintura. Deglutii a vuoto, ignorando tutti gli altri complimenti. Non ero sicura di voler indossare quei trampoli, sicuramente avrei dovuto ballare e non mi andava di portarmi dietro un paio di comode ballerine solo per dare soddisfazione ai miei poveri piedi. Mi appoggiai al muro, infilandoli uno a uno.
- Devi assolutamente prenderli, ti stanno da Dio. – disse a un certo punto Gemma. Mi girai verso di loro, mantenendo bene l’equilibrio.
- Non c’è bisogno di prendere un vestito nuovo per stasera. – ripetei per almeno la decima volta quel pomeriggio. Perrie sbuffò, mollando le varie buste per terra e incamminandosi minacciosa verso di me.
- Guarda che ho capito che lo fai solo perché abbiamo la carta di credito di Niall e non vuoi fargli spendere soldi per te. – le era bastata qualche ora e aveva già intuito come funzionava il mio cervello. Non avevo più avuto amiche dalle medie, quando la ragazzina con gli occhiali e l’apparecchio era entrata nel grande mondo delle superiori. Non riuscivo a credere che nonostante tutto, quelle quattro ragazze mi erano state così vicine in quelle ore più di qualsiasi altra presenza femminile, esclusi i parenti vari.
- Non mi piace far credere alla gente che mi piace Niall solo per i suoi soldi. – spiegai con un sussurro. La bionda mi prese una mano, slacciandola dall’altra. Le sentii tutte avvicinarsi al mio corpo, quasi in modo simultaneo.
- Ma noi lo sappiamo che tu non sei così, Martha. – disse Sophia. Gemma annuì più volte, rivolgendomi un brillante sorriso.
- Mai lasciare una carta di credito in mano a una donna. – disse teatralmente Eleanor, scatenando l’ilarità di tutte. Perrie mi spinse fino all’interno del camerino, ordinandomi di cambiarmi, in fretta quella volta. Tolsi subito le scarpe, credendo di poter cadere da un momento all’altro.
- Tanto sono sicura che a Niall farà soltanto piacere vederti con quel vestito. – sentii sghignazzare. Percepii le guance bruciare al pensiero degli occhi di Niall sul mio corpo. Uno strano calore mi riscaldò il ventre, facendomi tremare. Non avevo mai provato niente del genere prima di quel momento. Mi sentivo quasi entusiasta all’idea di mostrarmi con quel vestito al suo cospetto, volevo le sue attenzioni su di me, volevo le sue labbra sul mio collo.
Cercai di deglutire per scacciare quelle riflessioni che non facevano altro che rendermi più impacciata di quanto lo ero normalmente. Non osai nemmeno guardare la cifra che stavo facendo spendere a Niall, digitando solo il codice che mi era stato arrivato per messaggio dal biondo stesso. Sapevo che se lo poteva permettere, ma rabbrividivo al solo pensiero che intendesse le mie azioni come se da lui volessi solo il denaro. In verità era forse l’ultima cosa che mi interessava di lui, non mi ero di certo appassionata ai One Direction solo perché guadagnavano vagonate di sterline a concerto.

Tornammo dirette alla crociera, senza incontrare nessuno e evitando tutti i possibili ostacoli. Mi trascinarono nelle loro cabine e mi ordinarono di farmi una doccia. Mi sembrava di essere entrata improvvisamente in una scuola militare. Il tempo passava e sembrava che mi stessero preparando più per un’apparizione mondiale che per una semplice cena. Lou, già pronta, ci pettinò tutte e poi ci truccammo a vicenda. Furono più che altro loro che si truccavano e che truccavano anche me. Le ringraziai di cuore quando notai che non avevano esagerato con me.
L’ansia saliva e nessuno sembrava capire che sarei potuta impazzire da un momento all’altro per quanta fretta mi stessero trasmettendo. Mi calmai leggermente solo quando passammo davanti alla mia cabina ed io dovetti salutare tutti prima di cena. Partirono complimenti a non finire e le ragazze si presentarono alla mia coppia di zii con piacere. Sara saltò praticamente addosso a Perrie e io non feci altro che ridere quando le salutò tutte come se stesse parlando con delle dee. Probabilmente le avevo nominate così tante volte anche quando giocavamo a barbie che la bimba pensava davvero che fossero solo un sogno.
Il mio stomaco si chiuse quando ci trovammo tutte e cinque davanti al famoso ristorante. Lou e Lux entrarono subito, Eleanor, Sophia e Gemma dopo di loro. Rimanemmo io e Perrie e avevo un’insana paura che tutto potesse andare in fumo da un momento all’altro. Non ero più nemmeno sicura di come mi chiamavo a causa di tutta quella tensione. La bionda mi posò una mano sulla spalla, delicatamente.

- Sei pronta? – scossi la testa, presa dal panico. Chissà quali pensieri si stava facendo Niall. E se non ero all’altezza delle sue aspettative? Mi misi di fronte a una delle tante vetrine, osservando il mio riflesso. Sistemai per la millesima volta i tulle del vestito, chiedendomi perché lo stessi facendo.– Sei perfetta Martha, non ti preoccupare. – ridacchiò Perrie. Mi prese una mano e camminammo insieme verso la porta. Un signore vestito tutto di punto che prima nemmeno avevo notato ci aprì il passaggio, augurandoci buona serata. Non ci misi molto a capire che il ristorante si trovava proprio al di sotto della cupola di vetro che dava una magnifica vista del cielo con ancora alcune tracce del tramonto appena passato. I tavoli rotondi erano ricoperti da tovaglie blu e bianche, la porcellana era di prima qualità, l’argenteria brillava sotto le luci e alcune composizioni floreali rendevano il tutto dannatamente lussuoso.
Strinsi la mano di Perrie quando notai diversi tavoli occupati dai membri dello staff, dai ragazzi e dalle ragazze. In piedi, seduti, bicchiere in mano: la serata era appena iniziata. Un rumoroso strisciamento di sedie mi fece rabbrividire e spaventare allo stesso tempo. Zayn corse verso di noi come se avesse visto un vasetto di Nutella ancora integro, ma poi mi ricordai che probabilmente era perché la mia mano era stretta in quella di una ragazza bionda che lui conosceva benissimo.
- Perrie! – urlò, facendo voltare mezza sala. Quella scoppiò a ridere mentre il ragazzo la stringeva e la faceva girare fra le sue braccia. Non riuscii a non sorridere davanti a una scena così dolce. Distolsi lo sguardo quando il moro si abbassò per lasciarle un bacio sulla bocca, ridendo da sola per i commenti che avevano fatto il pomeriggio le altre ragazze. “Fidati di me El, stasera si divertiranno molto quei due” aveva detto Gemma. “Spero solo di riuscire a dormire lo stesso” aveva risposto l’altra. Era ovvio che quei due si amassero, lo vedevi lontano miglia e miglia e il fatto che lei fosse riuscita a raggiungerlo, nonostante i numerosi impegni mi faceva pensare solo a quanto dovesse essere difficile mantenere una relazione a distanza, soprattutto fra due cantanti.
Quando finalmente alzai lo sguardo verso ai tavoli, mi sentii abbracciare da dietro. Zayn continuò a ringraziarmi per vari secondi, saltellando sul posto.
- Andiamo Zayn, io non ho fatto niente. – dissi, voltandomi verso la coppia. Perrie infilò il braccio sotto quello del moro, sorridendo con gli occhi lucidi.
- Mi hai aiutato a non pensare al fatto che lei non era potuta venire. Grazie Martha, sei una persona speciale. – La bionda annuì come per dargli ragione ed io non potei non trovarmi in imbarazzo, impreparata a quel complimento.
Mi lasciarono entrambi un bacio sulla guancia prima di passarmi accanto e incamminarsi verso la tavolata a braccetto. Mi girai anch’io, trovando ora l’attenzione tutta su di me. Feci qualche passo verso di loro, salutando Louis e Liam sulla destra. Quando Harry mi alzò i pollici e mi indicò qualcuno alla sua sinistra, non capii finché non trovai gli occhi di Niall a guardarmi. Se ne stava in piedi, una mano ancora sullo schienale della sedia e il suo sguardo sembrava perforarmi totalmente. Una camicia bianca era allacciata fino all’ultimo bottone, infilata ordinatamente in un paio di pantaloni color grigio chiaro, il tutto accompagnato da una giacca sempre color grigio, lasciata aperta. Il suo ciuffo era stato abilmente tirato su e un paio di scarpe sportive bianche rendevano il tutto meno pesante. Abbassai lo sguardo imbarazzata come non mai. Il mio cuore batteva nella gabbia toracica e il mio busto andava avanti e indietro dentro il corpetto del vestito a intervalli irregolari. Mi fermai a qualche passo da lui, totalmente estasiata da tanta bellezza. I suoi occhi scendevano ancora sul mio corpo, facendomi sentire ancora più impacciata.
- Sei tremendamente bella Martha. – il modo in cui lo disse mi fece venire i brividi: nonostante avesse potuto dirlo in mille altri modi, quel suo tono basso e roco e non del tutto gentile era quello che volevo. Riflettendoci un attimo, il mio nome pronunciato da lui sembrava molto più bello. Sorrisi, mordendomi leggermente il labbro inferiore. Si avvicinò a me con due passi veloci, stringendo fra le sue braccia i miei fianchi. – Bellissima. – ripeté, prima di baciarmi sulle labbra. Fu un bacio dolce e lento, senza nessuna fretta, nonostante sapessimo entrambi che stessero aspettando noi per iniziare la cena. La sua lingua tolse dalle mie labbra quasi tutto il lucido, stringendomi forte a sé. Tirai il colletto della sua camicia e si allontanò sorridendo. Finalmente l’ansia scomparve, lasciando spazio a uno strano languorino, ma il mio cuore non smise di sbattere contro il mio petto, facendomi capire quanto ci tenesse al biondo. La sua mano scivolò per tutto il braccio, facendo rabbrividire la pelle al suo tocco delicato e facendo poi incrociare le nostre dita. Mi portò verso il tavolo, ma prima di sedersi, mi spostò la sedia, da vero gentiluomo. Lo ringraziai alzando un sopracciglio e prendendo posto. Mi guardai un attimo intorno, notando che condividevo il tavolo con i coniugi Horan e il piccolo Theo e con Liam e Sophia. Quando anche Niall si sedette, si avvicinò a me sfiorandomi l’orecchio, la mia mano si andò a posare sulla sua gamba, allontanandomi leggermente. 
- Non ti sembra che questa gonna sia un po’ troppo corta? – chiese in un sussurro. Risi alla sua faccia seria, simbolo inconfondibile di gelosia. Sbuffò, mettendo un dolcissimo broncio. Risi ancora, baciandogli una guancia.

- Non mi sono fatta bella per gli altri, Niall, ma solo per te. – ammisi nel suo orecchio. Lo vidi arrossire, spostandosi nervosamente sulla sedia. Ridacchiai, togliendo la mano dalla sua coscia. Lui borbottò qualcosa tipo “tanto tu sei sempre bella” prima di attaccare discorso con Liam.
 
Una mano mi trascinò via dal gruppo, sfilandomi il bicchiere dalle dita.

- Niall! – lo richiamai. – Cosa stai facendo? – mi trascinò per mezza sala, fermandosi solo quando davanti a noi si accumulavano la metà delle coppie di tutte le età che in quel momento ballavano un ballo piuttosto movimentato.
- Balla con me. – alzai un sopracciglio. Me lo dovevo aspettare: insomma, la serata era quasi finita e non c’eravamo ancora mossi dai quei tavoli. Scossi la testa, improvvisamente troppo pesante per fare un altro passo. Lo vidi sorridere, illuminato di varie luci colorate. Mi prese di nuovo la mano, camminando poi indietro, tirandomi nella pista. La posò sul mio fianco, accarezzandolo leggermente, l’altra, ancora legata alla mia, la alzò, iniziando poi a muovere i piedi. Risi quando cercammo di imitare i passi degli altri ma ci ritrovammo a inventare un ballo tutto nostro, compreso di piroette e casquè messi a caso che ci facevano solo ridere. Continuammo così per qualche canzone finché le luci si colorarono tutte di blu, rendendo l’atmosfera molto più calma. Alcune coppie presero il posto di altre mentre l’orchestra suonava un lento. L’idea di ballare una danza del genere con Niall mi fece sorridere timida, togliendo le mani dalle sue. Le riprese con un piccolo risolino, portandole dietro al suo collo. Le agganciai fra di loro mentre le altre coppie già si muovevano piano a tempo con la lieve musica. Fece un passo verso di me, avvolgendo i miei fianchi. Ringraziai i tacchi alti che mi permettevano di incontrare i suoi occhi alla sua stessa altezza. Mi persi nonostante il buio nella loro luminosità, muovendo solamente qualche passo. Poggiò la fronte sulla mia e io chiusi gli occhi, lasciandomi guidare dal suo tocco e dalla musica. Una sua mano guidò la mia testa sulla sua spalla, portandola poi di nuovo dietro la mia schiena.
- Sei importante Niall. – sussurrai, ma sapevo che mi avrebbe sentito. – Non voglio che vai via. – sentii il suo pomo d’Adamo salire e scendere, come se stesse deglutendo.
Mi prese il polso e mi trascinò di nuovo via, via dalla pista da ballo, via dal ristorante, via da tutti gli altri. Ci fermammo in un corridoio deserto, ormai era troppo tardi per incontrare qualcuno in giro. Sentii l’ansia a mille e i sensi di colpa corrodermi l’animo. Avevo rovinato il nostro ballo, quello che poteva essere il momento più romantico di tutti e mi sentivo solo una stupida ragazzina che non riusciva a tenere per sé i propri pensieri.
- Lo sai anche tu che prima o poi ci divideremo. – disse, guardandomi tristemente. Schiusi le labbra, annuendo piano. Fece un passo, prendendo il mio viso tra le sue mani. Il mio cuore fremette e sentii un brivido salire per la colonna vertebrale. – Non sai cosa mi fai provare quando mi sorridi, quando ridi a causa mia, quando mi tocchi, quando mi baci o semplicemente quando mi guardi con i tuoi occhi. – vidi le sue pupille muoversi, guardandomi in entrambi gli occhi. Questi si inumidirono sentendo quelle parole. Allora non ero solo io che provavo sensazioni straordinarie quando ero con lui. Non sapevo se quello che sentivo per lui era una semplice cotta o qualcosa di più, ma mi sentivo così bene, così me quando ero con lui … - Permettimelo Martha, permettimi di entrare nel tuo cuore e prometto che non ti lascerò andare. – era terribilmente serio, glielo leggevo negli occhi.
Mi stava chiedendo il permesso per farmi innamorare di lui? Ma io lo volevo? Volevo innamorarmi di lui? Non sapevo cosa si prova a essere innamorati, probabilmente si diventa indipendenti di quella persona, tutto va bene se c’è lei con te. Ma anche così lui sarebbe andato via, sarebbe dovuto partire per l’America e io avrei prima dovuto finire la scuola prima di seguirlo ovunque. Forse avrei sofferto, avrei sofferto molto la sua mancanza, ma sprecare così la possibilità di innamorarmi di un ragazzo come Niall, no, quella non l’avrei mai persa. Si, lo volevo, lo volevo davvero. E anche se il mio cuore non era pronto, io lo ero, il mio cervello aveva alzato bandiera bianca lasciandomi decidere. Chiusi gli occhi, ascoltando solo il cuore. Cosa volevo davvero?
- Fammi innamorare di te. – mormorai. Io volevo Niall, eccome se lo volevo. Aprii gli occhi e vidi i suoi spalancati.
- Cosa? – chiese in un bisbiglio. Sorrisi, posando una mano sulla sua.
- Voglio innamorarmi di te.
Improvvisamente si staccò e iniziò a saltellare eccitato, quasi come se tutta l’energia fosse esplosa. In verità credo fosse davvero così. Mi venne da ridere perché vestito così elegante, nel bel mezzo del corridoio, era una cosa piuttosto buffa. Disse qualcosa, molto probabilmente rivolto a me, ma non riuscii a capire. Stavo per chiedergli cosa avesse detto quando mise le mani sopra le mie spalle, appoggiandosi al muro. Non riuscii a proferire parole, incantata dal suo sorriso. I suoi denti bianchi e perfetti sembrarono anche loro sorridermi, incorniciati dalle sue labbra.
- Grazie. – ripeté e il suo fiato arrivo sul mio viso. Non capivo: di cosa mi stava ringraziando? Ero sicura che almeno un altro milione di persone erano disposte ad amarlo. Chi non l’avrebbe fatto? Niall era un bravo ragazzo, divertente, sincero e sorridente. Avrebbe conquistato tutte le mamme.
Sorrisi, non potendo fare altro. La situazione si era parecchio alleggerita, lasciando spazio a una certa calma, anche per il silenzio che alleggiava intorno a noi. Che ore erano?
Il suo naso toccò improvvisamente il mio. Mi irrigidii, prendendo un profondo respiro. Il cuore quando ero con Niall sembrava prendere una strada tutta sua, un’autostrada libera, un rettilineo infinito. Chiusi gli occhi quando salì con il suo tocco percorrendomi tutto il profilo, trovando spazio libero poiché non indossavo gli occhiali quella sera. Le sue labbra premettero sulla mia fronte, spostandomi in contemporaneo una ciocca di capelli dietro la spalla. Una sua mano scese, poggiandosi sul corpetto. Sapevo che i suoi occhi continuavano a guardarmi, ma non alzai lo sguardo, studiando però il grazioso pavimento. Le sue dita di mossero impercettibilmente sulla stoffa, prima di infilarsi fra la schiena e il muro. Mi spinse lontano dalla superficie, facendo piegare il tulle della gonna contro il suo busto.

- Dormi con me. – mi chiese con un sussurro, anche se non sembrava una domanda. Avevamo la strana abitudine di parlare a bassa voce, come se le nostre parole dovessero rimanere solo nostre, il nostro piccolo mondo, dove io e lui potevamo vivere insieme per sempre. Scossi la testa, purtroppo dovevo tornare in cabina, mia zia non avrebbe retto tutta quell’assenza ancora per molto. Avevo paura mi proibisse di uscire dalla mia stanza per il resto del viaggio, facendo poi riporto del mio comportamento irrispettoso ai miei genitori.
- Lo sai che non posso. – sussurrai anche io. Sospirò, chiudendo gli occhi. Mi girai a guardarlo, alzando una mano per accarezzargli il volto. La sua mano mi spinse ancora di più a sé e per ripicca con l’altra stropicciai il colletto della giacca, avvicinandolo ancora di più a me. Stavo per dirgli che mi dispiaceva quando mi lasciò un bacio a stampo, allontanandosi poi di qualche passo.
- Ti accompagno. – disse solo. Sapevo che nonostante conoscesse il motivo del mio rifiuto, c’era rimasto male, quasi insoddisfatto. Non potevo permettermi però di giocarmi così gli ultimi giorni con lui. Brividi si sparsero per il mio corpo quando notai quanto si fosse allontanato, lasciandomi da sola appoggiata al muro. Mi dispiaceva tantissimo, non vedere un sorriso su quelle labbra mi faceva male, terribilmente.
Tornammo al ristorante solo per gli ultimi saluti e per riprendere borsa e cellulare. Avevo passato una bellissima serata, divertente e davvero molto interessante. I coniugi Horan erano simpatici e alla mano, il loro accento impossibile da capire e la risata sempre pronta. Sophia era una ragazza adorabile e Liam, beh, Liam è sempre Liam. Gli altri ragazzi si erano sparsi per la sala e Gemma, Eleanor e Perrie avevano inventato varie scuse per interrompere i nostri discorsi. Non avrei di certo dimenticato così facilmente tutto quello che avevo provato con quella grande famiglia.
Non potei fermare il tempo e ci ritrovammo davanti alla mia cabina presto, troppo presto. Niall non sembrava aver mandato giù il fatto che non potessi passare la notte con lui. Sembrava perfino lunatico a volte, cambiava umore così velocemente, ma preferivo che scoppiasse a ridere improvvisamente che così triste da un momento all’altro. Mi stampò un leggero bacio sulla guancia, augurandomi la buonanotte. Si aspettava che mi sarebbe bastato? Lo bloccai immediatamente, correndo - per quanto fosse possibile - e fermandomi davanti a lui.
- Mi dispiace. - dissi solamente, non sapendo bene cosa fare per farlo almeno un po’ più felice. I suoi occhi sembrarono apprezzare il tentativo, ma gli angoli della sua bocca non accennavano ad alzarsi. Presi io l’iniziativa e strinsi il suo viso tra le mani, più decisa che mai. Con quale coraggio potevo baciare così appassionatamente il mio ragazzo? E mi resi conto solo in quel momento che quell’uomo era mio, era il mio ragazzo: quello che mi avrebbe stretto fra le sue braccia, quello che mi avrebbe asciugato le lacrime, quello che avrebbe sempre creduto in me, quello che mi avrebbe preso la mano per strada, quello che avrebbe accarezzato i miei capelli freschi di doccia, quello che avrebbe passato le sue dita sui miei fianchi solo per farmi ridere, quello che avrebbe interrotto le nostre litigate con un bacio, e tutto quello sarebbe stato maledettamente bello. Le nostre lingue ci tolsero il fiato, ma continuammo a vivere del respiro dell’altro per qualche minuto e se avessi potuto, lo giuro, non mi sarei mai staccata. Le sue mani erano dove dovevano essere, potevo sentire il suo petto muoversi irregolarmente, proprio come il mio, le nostre teste muoversi a un ritmo tutto nostro. Quel bacio sapeva di noi, quel bacio eravamo noi.
Sorrise, ancora ad occhi chiusi, e sorrisi anche io, perché era quello che avrei fatto sempre per lui: farlo sorridere. Presa da un attacco di mancanza di dolcezza, passai le mie braccia dietro i suoi fianchi, poggiando il mento sulla sua spalla. Ridacchiò, stringendomi da sopra. Era uno strano abbraccio ma non mi importava come apparivamo da fuori, avevo il suo profumo nelle mie narici, le sue braccia a stringermi e il suo respiro nei miei capelli.
Era forse la cosa più bella del mondo, sentirsi bene solo fra le sue braccia.




 
Mi dispiace se in questi giorni sono un po' in ritardo nel postare i capitoli
ma ho un sacco di impegni che di sicuro non ve ne frega niente di sapere
perciò dico solo che mi dispiace e farò il più presto possibile a postare il prossimo.
Non manca molto alla fine e poi mi farete sapere se volete un sequel e se vi è piaciuta.
Spero di non deludervi ...
Grazie per tutto :)
xx


 
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