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Autore: Soleil Jones    30/04/2014    3 recensioni
Questa One-Shot è dedicata a Psyco XD, l'ha richiesta lei stessa: sui gemelli Weasley e nel periodo successivo alla morte di Voldemort.
Il titolo parla da sé -Anche no- io posso solo dire che è in parte ispirata alla frase "Il riso è il Sole che scaccia l'inverno dal volto umano" di Victor Hugo.
Spero le (Vi) piaccia!
- Sol F. Jones
Genere: Fantasy, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Fred, Weasley, George, e, Fred, Weasley, George, Weasley
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Dedicata a Psyco XD


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Because everything was different when they laughed
 
 
 


La fredda aria di marzo solleticava la pelle del rosso, facendogli correre dei brividi lungo la schiena. George si guardò attorno, senza vedere niente se non la distesa di verde confinante con l'azzurro incerto del cielo, puntellato di nuvole grigie.
Davanti a lui si ergeva uno specchio, alto e dalle rifiniture in tipico stile barocco; questo almeno sarebbe stato il suo pensiero, se ne avesse capito qualcosa di arte o se, più semplicemente, l'avesse degnato di uno sguardo.
Cercava di concentrare la sua attenzione su una qualunque altra cosa non fosse quel maledetto affare. Odiava la sua immagine riflessa; il suo volto, la sua altezza, il suo fisico.
Odiava il colore dei suoi occhi perché era il medesimo nocciola dei suoi; odiava quella fossetta che non compariva quando sorrideva perché spezzava quella dolce e futile illusione che poi, alla fin fine, era fredda al tatto proprio come il suo cuore.
Odiava il fatto di essere la sua copia sputata perché azzardandosi a guardare lo specchio il suo cuore si gonfiava di quel sentimento acuminato e pieno di spine: la tristezza, la solitudine. L'unica paura che avevano mai avuto i gemelli Weasley era di rimanere soli. Paura infondata, pensavano anni prima.
Ma non ora, perché George si era sentito solo quando aveva visto Fred steso su quella barella. E da allora era sempre stato così.
Si vide alzare l'angolo sinistro della bocca, senza capire né perché né come, poiché non aveva mosso un muscolo. « Ma ch-? »
Una piccola fossetta si andò a formare sul suo volto all'alzarsi dell'angolo sinistro delle sue labbra.
« Credevo fossi tu il più bello, lobo solitario, ma sei ridotto a uno straccio, sai? » Ironizzò lo specchio e George capì che non era stato lui a parlare. Sgranò gli occhi nocciola e avvicinandosi cautamente, posò una mano sulla superficie liscia dell'oggetto.
Era solido, perfettamente normale, e certo non si poteva trattare dello Specchio delle Brame!
Ma quella voce, quel sorriso, quello sguardo erano i suoi! Anche se erano gemelli tra lui e Fred c'erano da sempre delle differenze fisiche, anche se erano così impercettibili da passare inosservate.
La voce di Fred era leggermente più profonda e dal tono ironico celante dolcezza rispetto a quella di George, più squillante; il sorriso di quest'ultimo era invece più ironico e ingenuo e aveva lo sguardo più vispo  e attento rispetto a quello del gemello, ammiccante e trasparente.
Ma Fred non poteva realmente essere lì, giusto?
Dopo mesi aveva capito che guardandosi allo specchio anche se gli sembrava di rivederlo in realtà c'era solo lui, no?
« Per Merlino, ecco, sono impazzito! » Concluse scuotendo il capo. « Parlo con il mio riflesso e mi sembra di avere Fred davanti perché gli somiglia più del solito. Sfido io, siamo identici! Ovvio che gli somiglia! Ah, sono pronto per il San Mungo. » Sbottò.
Al che, la risata argentina e a stento soffocata del riflesso gli solleticò l'udito. « Forse sei davvero da ricovero, se pensi di poter competere con la mia innata bellezza. » Convenne lui con uno sguardo ammiccante, sollevando la mano in prossimità della gemella. « Vuoi vedere una magia? »
« Ho scelta? »
« No, non ce l'hai. »

George abbassò lo sguardo sulla sua mano, appoggiata contro la superficie di vetro; vide il suo riflesso accostare la sua nella medesima posizione, nello stesso punto.
Erano della stessa, esatta grandezza.
E capì in cosa consisteva la magia quando sentì il vetro dello specchio sparire al tatto e venire sostituito da qualcosa di caldo contro la sua pelle. Il suo riflesso lo stava toccando e non esitò a stringergli la mano, intrecciando le proprie dita con le sue.
George non si sorprese, anche se non se lo aspettava, perché troppo preso da quella sensazione familiare scaturita da quel contatto; non l'aveva mai detto né l'avrebbe mai fatto, ma soltanto una persona era mai riuscita a fargliela provare. Non se la ricordava quasi più, ormai; temeva divenisse un ricordo offuscato dalla tenue nebbiolina del tempo, la stretta di Fred.
Fred.
Alzò lo sguardo sul ragazzo dello specchio, e notò di nuovo le fossette comparire sul volto lievemente più pieno del suo, dallo sguardo malandrino.
« Fred-? »
Il giovane annuì « Finalmente! Per Morgana, temevo di dover far sapere alla mamma che avevi bisogno di una visita oculistica! » e George sentì un suono gutturale uscire dalla sua gola e invadere l'aria: il suono della sua risata.
George stava ridendo, stava sorridendo, e l'aria di marzo pareva molto più calda, il cielo più limpido e le nubi più distanti.
Fred la sentiva: l'aria frizzante profumava di salsedine e non più di pioggia, perché la vita era più bella se George la colorava con la sua risata piena e spontanea.
« È bello sentirti ridere di nuovo. » Osservò Fred, e non v'era traccia di ironia nella sua voce. Solo un po' di imbarazzo nel dirlo e tanto affetto malcelato.
« È bello rivederti dopo tanto tempo. » Commentò George, e non v'era altro che il sorriso nel suo sguardo.
Al che, entrambi storsero il naso e le loro labbra si incresparono in un'espressione divertita e segretamente impacciata. « Come siamo sentimentali-! »
Era bello sentire di nuovo le loro voci unite.
Era bello sentirsi di nuovo completi.
« Fred, io- »
« -Stai sognando, Georgie. Lo so. »
Anche se solo per un secondo, anche se solo in un sogno.
Fred schioccò la lingua sul palato chinando il capo in avanti. « Ma non fare quella faccia, sei decisamente bruttino così.» Lo schermì, e George non poté che chiedersi come fosse possibile che lui non sentisse nulla. La verità era che, infondo, erano da sempre stati un po' diversi.
Fred era forte e guardava sempre avanti, rideva portando luce ad illuminare il buio. Se soffriva, lo faceva interiormente, non cambiava mai anche solo per gli altri.
George era trasparente; viveva i suoi stati d'animo a pieno e senza timore di tenerli nascosti. Ma rideva, scherzava, ciò che pareva George era anche chi era in realtà.
« Io sto solo cercando di restituirti quello che mi hai dato. » Aggiunse Fred. « Quindi se non tiri su quel muso ti Schianto, chiaro monorecchino? »
« Chiaro. » Annuì George. « Certo che hai la testa più dura di un muro. »
Fred rise appena, e George sentì l'aria frizzante profumare di salsedine e non più di pioggia, perché il mondo sembrava più bello se Fred lo colorava con la sua risata sincera.
L'aria di marzo pareva molto più calda, il cielo più limpido e le nubi inesistenti.



 
On the other side is a world were everything’s reversed.
Our different destinies should have never crossed.
I’m just returning, everything you’ve given me.
I won’t forget your smiles or your tears.
Even through many years,
that’s why I beg of you, please. d
on’t forget me.


 
 


Spero di cuore che ti sia piaciuta, mio intrepido lettore, e di ricevere un tuo qualsiasi parere; ci ho messo tutto il mio amore per questi due nel partorire quest'idea, nata non appena ho visto la Gif di apertura.
Le parole in corsivo finali sono la traduzione inglese della canzone Magical Mirror di Rin e Len Kagamine e-- E boh, ho detto tutto, non mi resta che dire...
Mischief Managed!

 
Sol F. Jones
  
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