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Autore: kymyit    30/04/2014    1 recensioni
Grandi cose stanno per accadere alla WW Academy. La sorella del terribile Ivan Braginski, Natalia torna dai suoi fratelli... dall'oltre tomba! Chi l'ha uccisa? Riuscirà il russo a salvare la vita della sorella maggiore e a proteggere il suo "schiavetto" Toris? Ludwing riuscirà a vincere le elezioni e diventare il rappresentante degli studenti o Alfred e gli Alleati la spunteranno? Fine? Macché! Un altro fantasma torna a tormentare due ex studenti e il loro rapporto incrinato. Questo ed altro ancora in quest'assurda fan fiction!!
Genere: Drammatico, Comico, Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Lituania/Toris Lorinaitis, Russia/Ivan Braginski, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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srip
Capitolo 12: Senza riposo





Francis lo fissava con una faccia da pesce lesso, che per poco Arthur non gli scoppiò a ridere in faccia.
-Tu… fuoco… -
-Era un fuoco fatuo.- chiarì subito l’inglese, con aria fiera.
-Questo l’avevo capito!- esclamò il francese, -Ma quello… tu… stavi parlando con una fiamma!!-
-E?-
-E cosa?! Non è normale!!-
L’inglese gli lanciò un’occhiata torva -Cosa di questa situazione è normale, stupido mangiarane?-
Francis tacque, effettivamente, non aveva molto da ridire.
-Scusa…- disse, attorcigliandosi una ciocca di capelli -E’ che è una situazione fuori dal comune… -
L’altro fece un verso d’assenso, non poteva dargli torto. D’altronde, era la prima volta anche per lui. Non aveva mai parlato con un defunto prima d’ora e quel fuoco fatuo, l’anima sperduta di una fanciulla [*], gli era parso assai triste, ma, in un certo senso, felice di conversare con qualcuno. Essere utile a qualcuno.
Forse quando era sparita, era finalmente riuscita ad andare in un posto migliore. 
Arthur lanciò un’ultima occhiata al punto in cui aveva visto apparire e scomparire la fiamma e sorrise. A vedere il suo sorriso, Francis intuì il suo pensiero e sorrise a sua volta.
"Perché si ostina così tanto a fare il duro?" si chiese con un sorrisetto, alzandogli occhi al cielo. Arthur non sapeva quanto ci guadagnava a mollarsi un po'.
-Allora?- domandò Ludwig interrompendo il silenzio (quasi) religioso che si era creato.
-Ecco... mi ha detto di aver visto una ragazza con un fiocco in testa andare verso quella parte non molto tempo fa.- rispose Arthur, indicando alla loro destra. -Si muoveva a stento, arrancando.- aggiunse poi.
Il gruppo, dopo aver rabbrividito, si diresse nella direzione indicata, ma non fu facile trovare una ragazzina morta in un cimitero.
Insomma, qualsiasi creatura che si reggesse in piedi eccetto loro avrebbe attirato l’attenzione, ma non si vedeva nessuno in vista e poi, le uniche luci ad illuminare il luogo e a renderlo paradossalmente più tetro erano le loro torce e i lumi sistemati accanto alle lapidi.
-Merda… - commentò Ludwig -Questo posto è troppo grande. Forse dovremmo dividerci per- -No!- esclamò Alfred inorridendo -Sei pazzo?! Ci farai ammazzare! Per cosa credi che muoia la gente nei film horror?!-
-Ok, ok…- tentò di sedarlo il tedesco -Ma così non arriveremo a-
Non finì la frase, Feliciano lo strattonò per poi indicargli impaurito, qualcosa poco distante da loro. Gli sguardi di tutti seguirono il suo dito indice verso un angolo del cimitero in ristrutturazione e lì lo videro.
Era il corpo che stavano cercando, abbandonato come un rifiuto accanto ad un gruppo di vecchie tombe in ristrutturazione.
Era proprio il suo corpo, quello di Natalia, consumato dal tempo e ridotto alquanto male, sporco di terra e fili d'erba, i vestiti graziosi strappati in diversi punti. Pur scomposto in tal modo, quel corpo rendeva semplice ai ragazzi immaginare come dovesse essere bella e aggraziata la ragazza quando era viva.
-A quanto pare non dovremo dividerci.- rettificò Ludwig, fissandola e sudando freddo. -Diamoci da fare.-
-Ragazzi, io avrei una domanda...- esordì Yao, dopo aver recitato una qualche formula alla vista del corpo. -Perché l'abbiamo trovata?-
-Già... sei io fossi un fantasma, il mio corpo lo nasconderei meglio.- intervenne Lovino.
-Fo-forse...- Feliciano fece capolino da dietro la spalla di Ludwig -Forse non voleva presentarsi co-così a suo fratello...-
-Beh, non ha tutti i torti...- commentò Arthur, pensieroso.
-Chi, il cosino o la pazza?-
-Bando alle ciance, se il corpo è abbandonato qui, immaginate dove sia l'anima!- esclamò Ludwig afferrando la pala con forza. -Non abbiamo tempo da perdere.-
-Bene, allora, buon lavoro!- esclamò Alfred, facendo per tagliare la corda. Peccato che Arthur e Francis lo afferrarono per la collottola, trattenendolo.
-Non perdiamo tempo.- disse l'inglese -Chiudiamo questa storia.-


-Oh mio Dio… - sussurrò a denti stretti Mathias. Non aggiunse altro. Era uno spettacolo troppo raccapricciante per fare commenti o battute di sorta.
Anche gli altri erano rimasti completamente pietrificati. Gli occhi ametista di Ivan erano completamente sbarrati. La morte del medico comportava un sacco di cose terribili. Deglutì un grosso groppone di saliva e rivolse lo sguardo a Kat’ja, lentamente, molto lentamente.
Lei sorrideva, ma non con quel suo sorriso dolce e materno. Era folle era…
-No!- gridò il russo tentando di divincolarsi, ma la ragazza aveva una presa salda, quasi volesse staccargli il braccio.
-Non fuggire più fratellone.- gli fece, appoggiando la guancia al braccio di lui e stringendolo ancora, come fosse un enorme peluche -Sai che sarebbe inutile. Io voglio stare sempre con te.-
Aveva sperato che quella brutta sensazione fosse dettata semplicemente dalla suggestione. Insomma, negli ultimi tempi sembrava che la sua vita fosse diventata un racconto dell’orrore (lo era anche prima, con l’unica differenza che di solito il mostro era lui), quando aveva visto Yekaterina finalmente sveglia, finalmente salva, aveva osato sperare.
“Che male c’è?” si era chiesto “Forse è davvero così.”
Si era ingannato da solo, lo sapeva.
-Natalia…- iniziò.
-Fratellone?- rispose lei.
-Mi dispiace, per quello che è successo… non avrei mai voluto accadesse.- il suo pensiero tornò al passato, a quel giorno -Io ti volevo, ti voglio bene… -
-Anch'io ti voglio bene, Vanya, per questo voglio stare sempre con te.-
-Non è possibile… - le disse. Vide le sue pupille contrarsi, l’aria nella stanza vibrò, carica di negatività, cosicché tutti provarono un forte senso di vertigine.
-Si che lo è!- s’impuntò Natalia, premendosi con ancora più forza al corpo del fratello, schiacciando i seni prosperosi contro il braccio di lui. -Adesso possiamo amarci di nuovo.-
-No!- esclamò lui, alterato, strattonandola con maggior forza e riuscendo a liberarsi da lei -Non capisci che non va bene?! Tu per me sei la mia sorellina, non provo nulla di più oltre questo!-
L’aria vibrò nuovamente, con più potenza di prima. Toris represse l’istinto di vomitare a stento.
-E’ perché preferisci quel finocchio a me?!- urlò lei, le parole riecheggiarono come stridii di lame. Le vibrazioni si fecero ancora più violente e potenti folate di vento esplosero tutt’intorno al corpo di Kat’ja, sbalzando via i ragazzi. Toris batté la schiena contro il muro, Mathias afferrò Lukas prima di schiantarsi entrambi contro la parete. Kiku volò per alcuni metri, per poi rotolare malamente a terra, mentre Ivan fu respinto contro i macchinari, rovesciandoli.
Un vocio allarmato si udì nel corridoio, ma prima che qualsiasi infermiere o medico potesse avvicinarsi, la porta della stanza si chiuse ermeticamente.
-Non è per questo… - biascicò Ivan, tentando di alzarsi, dolorante -Ti voglio bene, ma due fratelli non possono- Kat’ja lo colpì con un calcio alla gola, azzittendolo. Rimase in piedi, col piede premuto sul collo del fratello -Sì che possiamo. Forse non da vivi.- si leccò le labbra, frugandosi fra gli abiti -Io sono già morta, metà del lavoro è già fatta.-
Ivan tremò di paura nel vedere cosa Kat’ja, no, Natalia, reggesse fra le mani.
-Basterà solo un po’ di aria nelle vene.- ridacchiò maleficamente, la sua risata sembrava così infantile ed innocente e, per questo, ancora più terrificante. Ivan afferrò il piede della sorella, tentando di levarsela di dosso, ma ritrasse la mano, per paura che quella pazza lo trafiggesse con la siringa.
Stava succedendo di nuovo, come quando… come quando era morta. Quando lei l’aveva assalito col coltello, minacciandolo che l’avrebbe ucciso e si sarebbe tolta la vita anche lei pur di stare insieme. Quando cercava di portarselo a letto, lui la respingeva, la rifiutava anche in malo modo. Le sfuggiva impaurito quando lei si alterava, ma non credeva che…
E poi Kat’ja l'aveva colpita.
L’aveva vista cadere a terra, con lo sguardo di chi non capisce perché sta morendo.
Dopotutto, voleva solo amore gli diceva una voce dentro di sé.
Ivan strinse i pugni. Sapeva che non era assolutamente giusto quello che lei voleva da lui e non poteva, non voleva lasciar deragliare oltre quella situazione. Doveva farglielo capire. Farle accettare il suo amore fraterno, farle capire che mai aveva desiderato la sua morte.
Era la sua piccola Natalia, dopotutto…
-Natalia, cerca di ragionare, ti prego… - tentò per l’ennesima volta, ma lei, ovviamente, non lo ascoltò.
E come poteva?
Mancava così poco. Lei e il suo Vanya, uniti per l’eternità.
-Le anime non hanno sangue, non hanno sesso, saremo puri spiriti e potremo amarci, finalmente!-
-Io non ti amo!- urlò lui con fermezza tale da lasciarla basita e approfittò della sua esitazione per liberarsi.
-Tu non... -
-Tu sei mia sorella.- rincarò la dose, sincero e fermo.
-No, io... tu... dici così solo perché per la morale è sbagliato!-
-No, dico questo perché è la verità.- disse, ostentando una calma che non possedeva, alzandosi piano in piedi -Tu sei la mia sorellina, la mia Natalia. E' un amore diverso.-
-IO NON VOGLIO QUESTO AMORE!- ruggì Natalia e la sua voce risuonò distorta e maligna. Si potevano a stento riconoscere la voce di Kat'ja, quella di Natalia, la dolce piccola Natalia, e una voce sconosciuta, oscura, carica di rabbia e schiacciante di terrore.
L'aria intorno a lei s'agitò e le sue onde d'urto colpirono ogni cosa, indistintamente, distruggendo e lacerando tutto ciò che incontrarono. Lame taglienti d'aria attraversarono ogni angolo della stanza. Kiku riuscì a farsi scudo col fodero della spada, ma ciò non gli evitò tagli di striscio e il venire sbalzato contro la parete. Quasi perse i sensi per il dolore. Istintivamente mise mano al sale e lo scagliò contro la ragazza e colpendola al braccio che usò per proteggersi il viso. Il sale le bruciò la pelle come fosse fuoco e lei urlò con voce acuta e il suo urlo fortissimo crebbe d'intensità sempre maggiore, costringendo i ragazzi a chiudersi invano le orecchie con le mani. Poi un'onda d'urto colpì violentemente Kiku, scaraventandolo contro una parete.
Il ragazzo rimase immobile.
-Attento!- Mathias si frappose fra Lukas e il muro, incurante delle lamentele di quell'ultimo, mentre tutt'intorno a loro pareva essere scoppiata la fine del mondo, la catastrofe totale, e tutto volava e l'aria era pesante e tagliente e gli unici suoni che si potevano udire erano urla spaccatimpani.
-Spostati da lì!!- esclamò il norvegese, strattonando l'altro. Ma il danese era irremovibile e incurante del dolore e della paura si frapponeva fra lui e il pericolo.
-Come se potessi.- ribatté. La voce gli tremava appena.
Lukas capì allora, nell'osservare il suo sorriso sghembo, perché ancora non ce l'avesse mandato a quel paese.
-Adesso basta, hai capito, Natalia?!- sbottò la voce di Ivan, in un impeto d'ira mista a paura, rivolto a sua sorella. -Non capisci che cosa stai facendo?! Vuoi finire per farti odiare?-
Natalia smise di colpo di agitarsi e lo fissò con occhi sbarrati.
-Tu non... tu non puoi odiarmi...- disse, esterrefatta.
-Posso...- rispose il russo, ansimando, ripulendosi del sangue una ferita alla guancia. -Non voglio, ma non... ti rendi conto di quello che stai facendo?-
-Cos'è, cretinetto, vuoi farmi la paternale adesso?- gli domandò immediatamente lei, con tono duro e tagliente.
Ivan tremò e deglutì.
-Natalia. Ti prego... io ti voglio bene.-
-E allora perché non hai esaudito IL MIO DESIDERIO!?- sbottò istericamente lei.
Lukas pensò che quella ragazza avesse la testa dura come il marmo. Cieca, folle d'amore. Era un sentimento davvero pericoloso. Ne ebbe quasi paura.
-Perché se ami una persona non la costringi a fare le cose contro la sua volontà.- insistette lui.
Natalia lo guardò contrita, dolorante nel suo io più intimo. Scosse meccanicamente la testa, pian piano.
-Voglio solo... Vanya...-
-Ti voglio bene, Natalia.- rispose lui sorridendole teneramente e per un poco la maschera di folle rabbia si rabbonì sul viso di lei, restituendole un poco della sua innocente bellezza.
Durò un attimo.
-IO NON VOGLIO CHE TU MI VOGLIA BENE! MI HAI UCCISA! MI DEVI QUALCOSA!!- urlò e nuovamente le onde d'urto esplosero nella stanza, travolgendo tutti.
-Non posso darti ciò che non ho...- disse cupo, Ivan, rialzandosi a fatica. Una cupezza, la sua, che spezzò il cuore di Natalia, perché non gli aveva mai visto quell'espressione spenta in volto.
Si sentì respinta, disprezzata. E di colpo si voltò verso Toris.
-Se non posso averti io... - mormorò fra i denti. Poi sparì in uno sfarfallio, come un ologramma disturbato. -NESSUNO TI AVRÀ!- urlò la ragazza, riapparendo di fronte al lituano, il volto contorto di furia omicida e un frammento di vetro stretto nel pugno sanguinante come un pugnale. La lama trasparente affondò nella carne e si tinse di rosso.
Toris sbarrò gli occhi.
-I...van...- sussurrò a mezza voce.
L'enorme figura del russo si stagliava fra lui e Natalia, con lama di vetro conficcata con forza nella spalla destra. 
-Io... ti voglio bene...- disse a bassa voce, rivolto a sua sorella. In quel momento era perfettamente lucido.



Note:

[*si riferisce al fatto che si credeva che i fuochi fatui fossero anime sperdute o di bambini nel limbo]

Ed eccoci alle battute finali. Il prossimo capitolo sarà un epilogo. L'idea era di fare bad e happy ending. Quale volete prima? ^_^
Grazie per la lettura e bacioni!!
   
 
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