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Autore: Linda1990    30/04/2014    1 recensioni
"Io sono nata per combattere e la mia casa è il campo da battaglia, il resto sono solo menzogne e distrazioni.
Eppure per un attimo... ho sentito qualcosa." - (Fan fiction post FIN)
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Gabrielle, Xena
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Tutto il dolore che a stento Gabrielle era riuscita a trattenere fino a quel momento, la travolse improvvisamente.
Le parole che aveva appena rivolto a Xena le risuonavano ancora nella testa ma per quanto le dispiacesse aver usato quel tono e quei modi con lei, non poteva negare di essersi sentita abbandonata dalla guerriera e di aver pensato per davvero quelle cose.
Eppure ci aveva provato.
Aveva cercato con tutte le sue forze di anteporre il Bene Superiore al loro legame, di comprendere e ritenere valide le motivazioni che la mora le aveva dato e di sentirsi fortunata ad averla ancora accanto seppur in maniera diversa ma la verità è che non riusciva proprio ad accettare quel destino infausto e soprattutto ingiusto.
Lustri or sono, la sua compagna aveva ceduto al suo lato oscuro, commettendo atti crudeli e annientando chiunque osasse opporsi al suo volere ma ormai si era redenta, non era più quel tipo di persona e meritava di essere felice. Entrambe lo meritavano.
L'aedo stava piangendo da ore ormai, travolta da quell'ondata di pensieri e sentimenti contrastanti che sembrava non riuscire più ad arginare, quando uno scintillio improvviso catturò la sua attenzione.
Di colpo, apparì in tutta la sua prorompente bellezza, Aphrodite, sua amica fidata.
<< Aphrodite? Che ci fai qui? >> chiese subito il bardo asciugandosi le lacrime con il dorso della mano.
<< Il tuo dolore mi ha chiamata. Anche se tutti gli dei... o quasi... dell'Olimpo sono morti, resto pur sempre la dea dell'amore e non potevo ignorare la tua richiesta d'aiuto >>
Ancheggiando, la divinità prese posto accanto alla donna che istintivamente abbassò lo sguardo verso i calzari.
<< Sto provando a capire ma davvero non ci riesco, non stavolta. Come ha potuto Xena escludermi cosi? Mi sembra di essere tornata ai tempi in cui mi reputava una fanciulla troppo innocente ed inesperta per essere coinvolta in certe cose... >>
Frustrata ed avvilita, lei si alzò cominciando a gesticolare animatamente mentre elencava alla sua confidente alcune di quelle che erano state le avventure che più di tutte l'avevano fatta crescere e maturare.
<< Oh, di sicuro in questi anni di esperienza ne hai fatta con Xena... >> esclamò d'un tratto Aphrodite con leggera malizia.
L'occhiataccia che le rivolse l'amazzone, fu immediata quanto scontata.
<< Quello che volevo dire... >> continuò la dea schiarendosi la voce per cercare di rimediare << È che insieme ne avete passate tante e forse proprio per questo lei ha pensato che... >>
<< Non giustificarla, non farlo >> la interruppe la poetessa.
<< Non lo sto facendo, sto solo dicendo che... >>
<< Io meritavo di sapere, invece lei si è buttata in una missione suicida e quando ho capito che insegnarmi il tocco era stato il suo modo di dirmi addio, era ormai troppo tardi... >>
Gabrielle, visibilmente provata dalla situazione, scagliò rabbiosamente i sai che andarono a conficcarsi nel legno della galea, facendo rabbrividire la divinità che mai aveva impugnato un'arma in tutta la sua immortale esistenza.
Poi, dopo averli recuperati, proseguì.
<< Ricordo ancora il giorno in cui dovemmo fermare l'armata persiana e io fui trafitta da una freccia avvelenata. Ci fermammo in un rifugio dove Xena aveva un deposito d'armi con l'intenzione di arrestare la loro avanzata prima che raggiungessero Atene ma quando il veleno entrò in circolo e iniziai a stare male, lei disse che ormai aveva pagato per i suoi sbagli, che non mi avrebbe lasciata morire e che la sua responsabilità ero io... cos'è cambiato da allora? >>
Lo sfogo dell'aedo uscì come un fiume in piena sotto lo sguardo attento di Aphrodite che l'ascoltava giocherellando con un boccolo della sua divina acconciatura.
<< Xena non si è ancora perdonata per ciò che ha commesso in passato. Tu la conosci meglio di me, sai quant'è dura con se stessa e che per lei, il piatto della bilancia con il male che ha causato, peserà sempre di più rispetto a quello del bene. Finché non si convincerà del contrario, si sentirà sempre in debito con il mondo >>
<< Lo so, ma... >>
<< Lasciami finire... >> l'ammonì l'amica accennando un sorriso. << Nonostante sentisse di avere un compito da portare a termine, posso garantirti che il suo desiderio di restare al tuo fianco era così forte che io stessa riuscivo sentirlo fin sul monte Olimpo >>
<< Però alla fine mi ha impedito ugualmente di spargere la sue ceneri e di riportarla in vita... >>
<< Le hai insegnato tu a fare la cosa giusta, tesoro >>
<< Non stavolta, non così >>
<< E perché? Perché si trattava di lei e del vostro rapporto? >>
Le parole di Aphrodite riportarono di colpo la memoria del bardo indietro nel tempo, proprio a quando lei impedì alla sua amata di abbandonare gli ateniesi per riportarla in Tessaglia in cerca dell'antidoto.

"Tu mi hai insegnato che ci sono cose che nella vita per cui vale la pena morire, cose che hanno un valore più alto della nostra esistenza"
"Non della tua esistenza"
"Perché? Perché sono tua amica?"
"Si"

Gabrielle scrollò il capo cercando di scacciare quel ricordo.
La guerriera non aveva fatto nulla di diverso da ciò che lei stessa aveva sostenuto quel giorno eppure ora le sembrava tutto tremendamente sbagliato. Gli ideali erano importanti ed erano una sorta di bussola interiore da seguire ma trovare qualcuno da amare e da proteggere, capace di accettare la natura altrui senza volerla cambiare, era cosa rara e lei non era più disposta a sacrificare tutto ciò nemmeno per qualcosa di apparentemente più rilevante e significativo. Non se si trattava di Xena.
<< Va tutto bene? >> chiese la dea ancora in attesa di una risposta.
<< Si, scusa. Stavo solo pensando a una cosa... >>
<< Dovresti parlarle, Gabrielle. Non sopporto di vedervi soffrire così >>
<< Lo farò, promesso >>
La divinità si guardò attorno con aria interrogativa, come se d'improvviso si fosse resa conto di qualcosa che fino a quel momento le era sfuggito.
<< Ma lei dov'è? Non la percepisco da nessuna parte >> constatò confusa.
<< I-io non lo so. Abbiamo litigato se così si può dire e poi sono venuta qui. Era sul ponte l'ultima volta che l'ho vista >> balbettò la donna, sorreggendosi con le braccia alla parete dell'imbarcazione.
Aveva esagerato, solo adesso lo aveva capito.
Per tutto quel tempo, era stata così focalizzata sul suo dolore da non aver pensato a quanto anche per la sua compagna potesse essere logorante quella situazione. Si maledì, dandosi della stupida per averla respinta poco prima e d'un tratto, una consapevolezza angosciante attraversò la sua mente.
Era sola ed era la prima volta che accedeva dalla sua morte.
La mora infatti non aveva trascorso nemmeno un giorno lontana lei, restandole vicina ugualmente come aveva sempre fatto quando era ancora in vita ed era proprio per questo che ora la sua sparizione sembrava ancora più inspiegabilmente, facendo temere all'amazzone di averla ferita per davvero.
Più ci pensava, più quel dubbio si faceva opprimente nel suo cuore ma Xena non se ne sarebbe mai andata senza dire nemmeno una parola... giusto?

   
 
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