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Autore: FavoladiBeda    30/04/2014    3 recensioni
Questa one shot parla di Hermione e di un momento che lei ricorda mentre la guerra è in pieno svolgimento.
Dal testo:
"Hermione si riscosse.
Il freddo l’aveva riportata alla realtà.
Si era incantata a ricordare un giorno molto tranquillo e gioioso della sua vita che apparteneva ad un universo che adesso le sembrava lontano anni luce."
Spero che la storia vi piaccia :)
FavoladiBeda
Genere: Guerra, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Hermione aprì la porta di casa.
"Eccomi, eccomi" canticchiò sua mamma, entrando con un tanti sacchetti della spesa che le gravavano sulle braccia.
"Ti aiuto!" le disse la figlia, prendendogliene qualcuna e portandole sul tavolo della cucina a vista.
"Grazie Hermione" le rispose, seguendola e posando le buste rimaste.
Con un sospiro di sedette sul divano del soggiorno e Hermione le fu subito accanto, recuperando un grosso cuscino rosso e ponendolo sulle proprie gambe.
La ragazza notò solo in quel momento che sua madre teneva in mano un giornalino.
Jean si mise comoda e lo aprì.
Hermione vide sulla copertina lucida un piatto di dolciumi morbidi e ripieni che le fece venire l’acquolina.
"Ah, finalmente a casa" borbottò la madre sfogliando qualche pagina.
"Ti sei stancata?" le chiese. Non l’avrebbe detto ad alta voce ciò che pensava davvero: avere una bacchetta e non poterla usare in modo utile per non far pesare quelle buste della spesa, era stressante. Sua mamma doveva faticare e lei non poteva assolutamente usare la magia all’infuori da Hogwarts.
"Un po’" le confessò. "Ho preso questo interessantissimo ricettario: Cucina, no problem, si chiama" disse.
Hermione storse la bocca. 'Un nome originale', pensò sarcastica.
"Tartare di asparagi, uova e avocado" esclamò Jean all’improvviso "Linguine con bottarga e mirto, bha! Mirto, che schifo!".
Hermione si lasciò sfuggire un sorrisino.
"Uova fritte con caciocavallo, niente male! Involtini di arr…- avvicinò il giornalino di cucina agli occhi- arrosticini alla pancetta, mmmh" disse leccandosi le labbra.
Hermione rise, mentre sentiva il ruggito della fame.
"Padellata di carote con la mela, bleah!" riprese a elencare Jean, leggendo i titoli delle ricette.
Hermione annuì concorde.
"Torta al limone super veloce, buona! Mini sandwich di scamorza… mmmh… trofie alla carbonara con asparagi, italianissimo questo piatto, che bontà!" si entusiasmò.
"Qualche volta possiamo prepararlo" disse Hermione, pregustando un pranzo eccellente.
"Assolutamente! Agnello con ceci e taccole. Taccole? Che diamine sono le taccole?" quasi urlò.
"Mamma!" la sgridò la figlia, ridendo.
Jean sorrise appena e tornò a sfogliare le pagine.
Rimasero in silenzio per un po’; una a interessarsi di cucina, l’altra a guardare pallidi raggi di sole oltre la finestra.
Hermione sentiva la madre borbottare e commentare qualche piatto, tranquilla.
"Krapfen al cacao" lesse ad alta voce, grattandosi un ginocchio coperto dai jeans. "Buoni! Rondelle caramellate, buone. Focaccia ripiena, torta con le fragole… la prossima settimana farò un po’ di torte" disse in tono fintamente casuale, lanciando uno sguardo di soppiatto alla figlia.
Hermione aveva gli occhi a forma di cuore a pensare a tante delizie.
"E’ un’idea" rispose, quindi, sotto l’attenzione saputa di Jean.
"Dip di verdure con hummus leggero, pollo in salsa verde… davvero buono!" cominciò grattandosi l’altro ginocchio. "E – fece una pausa - tortini in pasta d’arancia" concluse, chiudendo il giornalino.
"Ora sono definitivamente affamata" affermò Hermione.
"Tuo padre tornerà a minuti, perciò io vado a preparare da mangiare e tu vai a fare la tavola" le ordinò alzandosi con un piccolo sospiro e dandole un bacio sui capelli.
Hermione, dall’alto dei suoi sedici anni, allungo le braccia e attese che la madre l’aiutasse ad alzarsi. Come se ne avesse davvero bisogno!
"Non mi starai mica diventando pigra?" le domandò retoricamente mentre la tirava in piedi.
"Come ti permetti?" le rispose fingendosi indignata.
"La mia bambina!" fece però Jean, il tono carezzevole e dolce. Ignorò le sue braccia ancora tese e l’abbracciò.
Hermione la strinse, felice.
"E adesso" disse sua mamma separandosi da lei "c’è una tovaglia che ti aspetta, assieme alle posate, ai bicchieri, ai tovaglioli…".
"Si, si, ho capito" la interruppe la figlia.
Hermione le diede un leggero pizzico scherzoso sul braccio che Jean ricambiò sul fianco.
Mamma e figlia finirono per rincorrersi, ridendo, correndo chi in cucina, chi in salotto per rispettare i propri doveri.
*
Hermione si riscosse.
Il freddo l’aveva riportata alla realtà.
Si era incantata a ricordare un giorno molto tranquillo e gioioso della sua vita che apparteneva ad un universo che adesso le sembrava lontano anni luce.
La porta della tenda si era aperta per far entrare Harry, bagnato e infreddolito.
"Ancora niente con questo" disse, infuriato, buttando a terra il medaglione-horcrux.
Hermione gli rivolse un sorrise triste ma lui riuscì solo a regalarle una smorfia scontenta.
"Cosa hai trovato?" le chiese mentre si sedeva attorno al tavolo, indicando le sue mani.
La ragazza abbassò lo sguardo: stringevano una ventina di radici e dei mazzetti d’erbetta.
"Quello che c’era" sussurrò. "Preparerò un’insalata di radici. Dobbiamo accontentarci".
Fu la volta di Harry quella di tentare un sorriso rassicurante. Lei fece lo stesso.
Ecco cosa l’aveva spinta a perdersi in quei momenti che le erano apparsi vividi in un sogno ad occhi aperti.
Si diresse al fornello e, sfilando la bacchetta dalla tasca, iniziò a cercare di preparare qualcosa di decente.
Hermione e Harry rimasero in silenzio finché Ron non si affacciò dalla sua postazione di ronda.
"Herm, queste bacche sono commestibili?". Le si avvicinò, mordendosi un labbro, speranzoso e gocciolando inconsapevole da tutte le parti.
Una strana luce attraversò gli occhi scuri della ragazza.
"Si, Ron, sei un genio!" urlò buttandogli le braccia al collo e facendolo diventare rosso sulle orecchie.
Non si curò dei suoi vestiti umidi di neve e lo strinse a se come un’ancora di salvezza.
"B-bhe... ecco, le ho avvistate dietro un cespuglio e… ho pensato…" balbettò mentre lei continuava a tenerlo stretto.
Harry sorrideva sinceramente guardando i due con affetto.
"Bene, miei cavalieri sedetevi perché si mangerà una cena da re!" esclamò ironica.
I due risero scambiandosi qualche battutina ma fecero come aveva detto.
"Insalata di radici e bacche, stasera" proclamò fiera Hermione.
L’immagine di sua mamma le si affacciò alla mente ma la scacciò prima di rovinare l’unico momento di spensieratezza in quella guerra orribile, a causa delle sue lacrime.
Si voltò in fretta dando la schiena ai suoi amici e iniziò a pulire le erbe.
"Di sicuro la miglior cena di sempre!" rise Ron accompagnato da Harry.
"Indimenticabile" aggiunse Hermione.
Nel frattempo, fuori dalla tenda, la neve cadeva violenta e un lampo verde violò il cielo in tempesta.
Voldemort e i suoi seguaci sembravano implacabili e mietevano vittime per divertirsi. L’unico vero obiettivo, però, erano i tre ragazzi che in quel momento stavano mangiando dure radici condite con foglie misteriose e succo di bacche.
  
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