Thad Harwood in:
sopravvivere agli svariati attacchi (sessuali e non) di uno Smythe.
Ed eccoci ancora
qui. Sono molto felice che la scorsa giornata
vi sia piaciuta e, vi dirò la verità, forse mi
avete convinta a proseguirla.
Staremo a vedere i prossimi sviluppi ;)
Per quanto
riguarda questa giornata, inaspettatamente ho
deciso di rifarmi alla seconda, sviluppandola e vedendo che cosa
potesse
succedere.
Piccola info di
servizio: probabilmente domani non riesco a
pubblicare, recupero tutto il due maggio.
Grazie a Smythwood per
aver betato.
E grazie a voi.
Giorno
IV
Presentazioni.
Il
biblio-ritardato non lo aveva più chiamato. Erano passati
tre giorni, tre fottutissimi giorni, insomma,
se fosse stato interessato, lo avrebbe chiamato già da
diverse ore.
E questo era il
primo punto dolente: si era comportato come
una ragazzina vogliosa, con uno del quarto anno e il risultato era un
implicito, ma palese, rifiuto.
Secondo punto
dolente:
il biblio-ritardato era esattamente ad un centinaio di metri da
Sebastian.
Mandò
giù la strana sostanza colorata che aveva nel
bicchiere, domandandosi se oltre agli alcolici ci avessero aggiunto
anche
dell’acido muriatico: era disgustosa.
In
realtà, non se la prendeva perché quel
nerd non lo aveva cercato, ma in generale: si
sentiva snobbato.
Anche in quel
momento, possibile che non si fosse accorto della
presenza di Sebastian? Lo fissava da un quarto d’ora buono e
lui? Nulla. Preso
a ridere e scherzare chissà di quale telefilm da sfigati che
sicuramente
guardava di notte, invece di scopare.
Con un movimento
del polso miscelò il disgustoso intruglio che
aveva nel bicchiere :in fondo non si
perdeva nulla. Tentò di convincersi. Il
biblio-ritardato, sicuramente, era
uno di quelli che ti parlava di robe assurde persino mentre te lo
facevi.
Il ragazzo moro
diede inconsciamente le spalle a Sebastian e
si piegò leggermente, appoggiando i gomiti, sul bancone del
locale, inarcando
la schiena.
Smythe
inclinò la testa di lato, osservando spudoratamente il
fondoschiena dell’altro.
Peccato,
però.
Mandò
giù l’ennesima sorsata mortale di quella roba che
sembrava più cicuta che un drink.
-Ciao, tesoro. -
e un peso al collo.
Hunter gli si
era appeso, rischiando di mandare a terra
entrambi.
-Quanto hai
bevuto? - domandò Sebastian, stringendogli la
vita e assicurando ad entrambi un certo equilibrio.
-Poco- rispose
Clarington, nascondendo un sorrisino ironico.
Sebastian
sbuffò, posando il bicchiere su un tavolino lì
vicino ed aumentando la presa sull’altro. - Tu non reggi
l’alcol. - gli
ricordò.
-Eh, me ne sono
accorto. - rispose Hunter. - Chi cerchi di
incenerire? - chiese, voltandosi nella stessa direzione di Smythe.
-Nessuno.
- mormorò
prontamente, spostando la propria attenzione altrove.
Clarington
ridacchiò tra sé ed osservò
attentamente il ragazzo moro. - Non
è male. - inclinò
la testa. - Te lo sei fatto? -
-No. -
bofonchiò, lasciando andare per ripicca il compagno,
che rischiò di cadere a terra, e tornando a bere.
-E
perché non ti ci
strusci contro, come la puttanella che sei? -
-Non
è interessato. - ammise contro la
propria volontà,
guardando di traverso l’oggetto della loro conversazione, da
sopra il bordo del
bicchiere.
-Peccato che sia
così ubriaco. - sospirò Hunter,
appoggiandosi alla spalla dell’amico. - Te
lo avrei rinfacciato a vita, se solo fossi stato in grado di
ricordarmelo. -
Sebastian
assentì con la testa, aggiungendo mentalmente che
se non fosse stato ubriaco, piuttosto che ammetterlo, si sarebbe fatto
enucleare gli occhi con un cucchiaino da tea.
-Ti ha rifiutato
apertamente? - continuò.
-Clarington.
-
appoggiò il bicchiere semi vuoto sul tavolino. - Sei davvero
l’ultima persona
con la quale voglia condividere le mie pene. -
-Come vuoi, Werther.
- alzò le mani in segno di resa e, già che
c’era, mandò giù l’ultimo
sorso di
drink.
-Clarington, hai
più alcol che sangue. - Sebastian gli levò
il bicchiere dalle dita, buttandolo in una cestino lì vicino.
-Me ne
servirà. - si rimise in stazione eretta e chiese. -
Come sto? -
-Ubriaco.
- rispose
prontamente Sebastian.
-Perfetto,
posso andare
a parlare con Cameron, allora. - e sparì.
Smythe
sperò che quella fosse la volta buona: se tutto fosse
filato liscio, avrebbe avuto molto tempo per se stesso e un migliore
amico
coglione in meno in mezzo ai piedi.
Il ragazzo moro era sparito
dalla propria visuale ed
era impossibile individuarlo facilmente, vista la marea di gente
presente a
quella festa.
-Ehi. - una voce
dietro di sé.
Si
voltò e si rese conto, per la prima volta, di quanto quel
ragazzo fosse più basso di lui.
-Ehi. - rispose
Sebastian, cercando di risultare il meno
interessato possibile.
In fondo, era
solo un nerd, basso ed, alle luci del locali,
non sembrava nemmeno questo granchè.
-Ti stai
divertendo? - chiese il ragazzo moro,
sorridendogli.
Abolire i
sorrisi. Una
volta diventato imperatore del mondo, Sebastian Smythe avrebbe abolito
quei
sorrisi.
-Si. - rispose con tono
annoiato.
-Non voglio
togliere tempo al tuo divertimento. - iniziò
l’altro. - Ma il numero registrato in biblioteca è
inesistente. Ho provato a
rintracciarti in altri modi, ma nulla. - spiegò. - Quindi ho
pensato di
presentarmi e di chiederti il numero direttamente. -
Ancora sorrisi.
-Piacere,
Sebastian
Smythe, io sono Thad Harwood. -
Maledetto
biblio-ritardato che lo faceva sentire una
ragazzina in crisi ormonale.