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Autore: Pandora91    30/04/2014    2 recensioni
"D'un tratto il freddo pungente che avvertiva dentro di sè, e che l'aveva accompagnata per tutta la notte, si affievolì lasciando il posto ad un tenue calore che, a poco a poco, la pervase. Abbassò gli occhi e notò una giacca posata sulle sue spalle. Si voltò repentinamente e i suoi occhi si scontrarono con quelli di un ragazzo biondo appoggiato al muro che fumava beatamente una sigaretta.
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Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nami, Sanji | Coppie: Sanji/Nami
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Si alzò di scatto da letto, ansante, con il cuore che le scalpitava nel petto.
Gocce di sudore imperlavano il suo viso incorniciato da una massa di lunghi capelli rossi e ribelli.
Sbattè gli occhi più volte e si guardò attorno.
Era nella sua cabina e, a giudicare dal tempo, era notte fonda.
Si passò una mano sul volto ed inspirò profondamente per cercare di calmarsi, ma la cosa non sortì l'effetto desiderato.
<< Ho bisogno di una boccata d'aria>> Mormorò la Rossa.
Uscì silenziosamente dalla sua stanza, nella speranza di non svegliare Robin, e si avviò sul ponte.
Camminò, con sguardò vacuo, senza una meta ben precisa, fino a che non avvertì un profumo familiare.
Alzò gli occhi e, non sapendo bene come, si accorse di essere arrivata davanti alla sua pianta di mandarini.
Il suo orgoglio, il suo tesoro.
Sorrise, ma era un sorriso mesto il suo.
Infondo quella pianta, compagna di una vita, aveva assistito alle sue risate ma anche alle sue lacrime.
I ricordi le riaffiorarono vividi nella mente e quelle ferite, che con tanta fatica era riuscita a cicatrizzare, ricominciarono a sanguinare.
D'un tratto il freddo pungente che avvertiva dentro di sè, e che l'aveva accompagnata per tutta la notte, si affievolì, lasciando il posto ad un tenue calore che, a poco a poco, la pervase.
Abbassò gli occhi e notò una giacca posata sulle sue spalle.
Si voltò repentinamente ed i suoi occhi si scontrarono con quelli di un ragazzo biondo appoggiato al muro che fumava beatamente una sigaretta.
<< Sanji-kun...>>
<< Dovresti fare più attenzione alla tua saluta Nami-san. In una notte fredda come questa è facile prendersi un raffreddore>> la ammonì premurosamente il cuoco.
Nami abbassò lo sguardo e solo allora si accorse di essere uscita sul ponte con addosso solo la sua leggera camicia da notte di seta bianca.
Decisamente una pessima idea.
<< Credo... Credo che tu abbia ragione... >>.
Sanji inspirò a pieni polmoni la nicotina della sua sigaretta, rilasciando poi lentamente una boccata di fumo, e le si avvicinò.
Le prese delicatamente le mani, che fino a quel momento la Navigatrice aveva tenuto serrate - tanto che le unghie le si erano conficcate nei suoi palmi fino a farli sanguinare - e le racchiuse nelle sue come a volerle curare con la sua sola presenza.
<< Nami-san, le tue mani sono preziose. Un giorno con queste tue nivee dita disegnerai la cartina del mondo. Non sta bene che tu le ferisca così >>.
<< Non preoccuparti, non è niente>> esclamò brusca Nami, ritraendole velocemente, ma non riuscendo tuttavia a staccare gli occhi da quelli di Sanji.
Occhi che in quel momento stavano scrutando la sua anima mettendo a nudo tutte le sue emozioni.
Non le avrebbe chiesto nulla, di questa ne era certa, tuttavia qualcosa dentro di lei la spinse a confidarsi.
Si sistemò meglio la giacca sulle spalle ed inspirò profondamente prima di vuotare il sacco come un fiume in piena:
<< Da quando abbiamo lasciato l'isola degli uomini-pesce faccio sempre lo stesso sogno. Vedo... Vedo una bambina, di spalle, seduta per terra. La sento ridere felice. E poi tutto diventa buio. Non riesco a distinguere nè a sentire più niente se non una risata fredda, crudele. E infine uno sparo...>>.
Rabbrividì e si strinse nelle spalle come a voler cercare consolazione.
<< Sono io quella bambina. Non sono mai riuscita a vedere il suo volto, ma so che è così. E quello che sento è il momento della morta di mia madre. Quella risata... La riconoscerei anche fra cent'anni: La risata di Arlong >> .
Fragile.
Mai una creatura era sembrata a Sanji più fragile di lei.
Avrebbe voluto stringerla fra le sue braccia, farle sentire tutto il suo affetto, dirle che le sarebbe stato sempre accanto e che non avrebbe più permesso a nessuno di farle del male, ma, temendo la sua reazione, si trattenne.
Le posò, invece, una mano sulla testa accarezzandola dolcemente e avvicinandosi le disse:
<< Tutto quello che è successo sull' isola probabilmente ha riportato a galla molti eventi dolorosi della tua infanzia. Vedi Nami-san, il fluire del tempo cancella il passato e allevia le ferite nei cuori delle persone, però ci sono anche ferite che non si possono guarire, almeno non subito. E quello che le tue piccole spalle hanno dovuto sopportare per 8 lunghi anni, posso solo immaginarlo. Deve essere stata dura per te combattere al fianco di quegli stessi uomini- pesce che in passato ti hanno causato tanto dolore. Nonostante tutto l'hai fatto e io ti ammiro per questo. Tutti noi siamo orgogliosi di avere al nostro fianco una donna così coraggiosa. Tua madre sarebbe fiera di vedere la splendida donna che sei diventata. Ricordi cosa promettemmo a Genzo? Che non ti avremmo mai fatto perdere il sorriso. Appoggiati a noi Nami-san, permettici di portare un pò del tuo dolore >>.
Nami si asciugò le lacrime che fino a quel momento aveva cercato di reprimere.
<< Ti ringrazio Sanji-kun >> e con il cuore alleggerito gli rivolse un debole sorriso.
<< Non devi ringraziarmi. Lo sai che farei qualsiasi cosa per te mia Dea! >> le rispose Sanji che, alla vista del sorriso di Nami, si sciolse in una marea di cuoricini.
In altre circostanza la Gatta Ladra lo avrebbe sicuramente liquidato con un "si si certo", ma questa volta proprio non e la sentì di trattarlo male.
Gli diede un buffetto dietro la nuca e scosse la testa :
<< Sei incorreggibile! Adesso è meglio che torni a letto. Buona notte Sanji-kun >> e si diresse verso la sua cabina.
<< Buona notte amore mio... >> mormorò tra sè Sanji accendendosi la sua ennesima sigaretta.
Più volte quella notte Nami si chiese perchè si fosse confidata con quel cuoco pervertito.
E la sua risposta era lì, sullo schienale della sua sedia, dove aveva appoggiato la sua giacca.
Una giacca che era stata testimone di tutte le loro avventure.
Una giacca che odorava di fumo e spezie.
Una giacca il cui odore di fumo le rievocava tanto il ricordo di sua madre Bellmere.
Una giacca che le ricordava che qualunque cosa fosse accaduta, lei aveva sempre una spalla su cui piangere.
Una giacca che l'aveva salvata tante volte.
Una giacca che sapeva di Amore.




Angolo dell'autore:

Per voi che siete arrivati alla fine di questa storia: Grazie infinite! è la prima fanfiction che scrivo ed è stata davvero un'impresa! Un ringraziamento speciale va a Sagitta90 che più volte mi ha spronato a pubblicare le mie storie.

Alcune precisazioni:

1-  La fanfiction è ambientata dopo l'isola degli uomini-pesce. Nessuno mi leverà dalla testa che Nami non sia rimasta sconvolta dalle rivelazioni di Jinbee e dalla battaglia che poi è scaturita contro i Nuovi pirati uomini-pesce.
2- Gli onorifici. Ho deciso di avvalermi degli onorifici giapponesi "kun" e "san" in quanto volevo sottolineare tutta il rispetto e la venerazione che Sanji prova nei confronti di Nami.
3- I personaggi. Molto spesso ho letto fanfiction che ritraevano Sanji come il cuoco pervertito qual è e Nami come una donna forte ed autoritaria per questo ho deciso di scrivere una fanfiction che mettesse in risalto altri aspetti della loro personalità quali la fragilità della nostra navigatrice e il lato serio di Sanji. Spero di esserci riuscita!

Se questa storia vi è piaciuta lasciatemi un commentino. Le critiche sono ben accette purchè siano costruttive. Alla prossima!

Pandora91

 
  
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