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Autore: FavoladiBeda    01/05/2014    1 recensioni
Ronald ha un segreto che presto verrà svelato.
"Per tutto il giorno Hermione evitò Ron ma rispose sempre a Harry sorridendo tranquilla e quando i due si trovavano assieme lei faceva finta di vedere solo il suo migliore amico (Ron era declassato a “deficiente”, definizione coniata da Ginny)."
Ron/Hermione.
Sono solo due capitoli ma spero vi piaccia :)
FavoladiBeda
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Era una serata piuttosto fredda, quel ventidue novembre, e nella Sala Comune di Grifondoro la bufera che spazzava le cime degli alberi della Foresta Proibita sembrava essersi spostata all’interno delle mura di Hogwarts ed essersi lì fossilizzata da più di cinque minuti.

Questo perché era in atto un litigio ad alti toni tra i due prefetti rosso-oro, novità che non lo era affatto dato che Ronald Weasley e Hermione Granger si davano battaglia quasi abitualmente ad una certa ora della sera, quel sesto anno più degli altri.

“Io non sono mica uno stupido!” gridava Ron, tutto rosso, a due centimetri dalla faccia di Hermione.

“Questo è tutto da vedere!” gli rispondeva infuriata lei, con i ricci elettrici e lampi terribili nello sguardo.

“Lo dici solo perché non vuoi aiutarmi, pensi solo a te stessa!” le rinfacciò con tutta l’ira che aveva trovato in corpo.

“Aiutarti? Aiutarti, Ron?! Farti copiare non vuol dire aiutarti ma bensì accomodarti così che tu non ti metta d’impegno e non studi. Ciò vuol dire che agli esami su questo argomento non saprai una pluffa!” urlò piccata Hermione sollevando il suo indice accusatore e muovendolo a ritmo delle sue parole.

“Miseriaccia Hermione! Siamo a novembre, capito? Novembre! Mancano anni agli esami!”

“Anni! Questa è bella. Se iniziassi a studiare volta per volta, invece di ridurti agli ultimi giorni assieme a Harry, avresti ottimi voti! Ma no, figurarsi, perché dedicare il giusto tempo ai libri quando puoi stravaccarti su ogni superficie morbida o dall’aspetto anche vagamente familiare a un divano o una poltrona?”

Quest’ultima affermazione portò a un’espressione talmente scioccata sul viso di Ron che la faccia di Harry, un secondo prima infastidita dall’essere chiamato in causa senza motivo giustificato, si contorse in una smorfia che urlava apertamente: ‘sto cercando di non ridere in modo indecente’.

“Non hai niente da dire? Bhe, questo è perché ho detto la pura verità e tu lo sai!” infierì vittoriosa Hermione voltandosi e avviandosi verso le scale del suo dormitorio.

“Sei solo una secchiona che non viene guardata da nessuno, specie dai ragazzi! L’unico che ti potrebbe venire dietro è Percy che però preferisce il fondo del suo calderone di peltro ai tuoi denti da castora e ai tuoi modi da zitella isterica!” esplose a un certo punto Ron facendo ammutolire tutti i compagni di Casa e interrompendo l’andatura fiera e altezzosa di Hermione.

“Non sai dire altro perché hai il cervello di un bradipo” disse lei con un basso ringhio.

La ragazza chiuse gli occhi per trattenere le lacrime e si voltò alla velocità della luce, il suo schiantesimo partì potente e prese in piena pancia il rosso davanti a lei che venne catapultato all’indietro fino a sbattere contro la parete. Quando la prima lacrima vinse la battaglia e si liberò dalle sue ciglia, Hermione aveva già sbattuto la porta della sua camera in faccia al mondo.

Nella Sala, nel frattempo, Harry era accorso in aiuto a Ron, pur essendo terribilmente arrabbiato con lui.

Ginny non si era fatta scrupoli e, una volta avvicinato il fratello, gli aveva stampato uno schiaffo in pieno viso per poi raggiungere l’amica.

“Stavolta ci sei andato giù pesante, amico” fu il commento di Lee Jordan prima di seguire l’esempio degli altri spettatori di tornarsene alle proprie occupazioni.
“Hai davvero esagerato” disse Harry stringendo con più forza del dovuto il braccio di Ron che si lamentò dal dolore.

“Mi dispiace, ma non può sempre averla vinta lei!” gli rispose con la voce ancora alta nonostante la botta dell’incantesimo l’avesse scombussolato abbastanza.
“Dovresti cucirti la bocca” continuò ancora Harry.

Ron si toccò la guancia colpita sentendola calda e dolorante.

“Miseriaccia” disse, a bassa voce stavolta, sedendosi sul divanetto rosso davanti al camino.

“Domani mattina, a colazione, le chiederai scusa e le dirai che non pensavi davvero quelle cose orribili, va bene?”

“No! Perché devo essere solo io a scusarmi?”

“Senti. Io sono qui e dovrei essere a consolare Hermione. Eppure ti sono vicino. Quindi o fai come ti dico o scriverò a tua mamma” lo minacciò Harry.
“Non lo faresti!” disse Ron che aveva perso tutto il suo rossore per sostituirlo ad un bianco cadaverico.

“O lo farei eccome. Allora?” lo sfidò Harry assaggiando già la coppa della vittoria.

“D’accordo, d’accordo, va bene!” si rassegnò Ron “ora vado a dormire, però”.

Si alzò e ingobbito, trascinando i piedi e con aria scontrosa, si avviò al suo dormitorio.

Harry lo guardò finché non scomparì su per le scale, poi sospirò e si sistemò meglio sulla poltroncina su cui si era seduto.

Dalle scale femminili scese Ginny che, dopo una ricerca attenta, trovò e raggiunse Harry.

“Ehi” si annunciò.

Harry alzò la testa e le sorrise.

“Ehi” disse.

“Come sta il deficiente?” gli chiese buttandosi sul divano, dove poco prima c’era il citato deficiente.

“Abbattuto, presuntuoso, arrogante. Il solito Ron, insomma” rispose il Prescelto.

“Mio fratello è proprio un idiota. Non lo sopporto quando fa così! Ron è un… un deficiente!” rimarcò Ginny.

Le orecchie di Ron, da solo e seppellito fra le lenzuola, fischiarono ripetutamente.

“Hermione come sta?” domandò Harry, serio e preoccupato.

“Ha pianto. E’ triste ma adesso si è già ricomposta, sai com’è lei. Ha parlato per tutto il tempo di come da questa sera in poi ignorerà totalmente Ron e di come non gli importi nulla né di lui né delle sue parole. Ad un certo punto ha perfino detto che ti farà copiare la ricerca di Erbologia – Harry saltò su stesso – ma non ti eccitare perché ha subito contrattato” finì con una risatina.

“Bhe, meglio di niente. Comunque l’ho convinto a scusarsi domattina” continuò lui accarezzando il bracciolo della poltrona.

“Speriamo. Va bene, io torno su a controllare Hermione e poi vado a dormire. Buonanotte, Harry” salutò Ginny per poi piegarsi a dare un bacio sulla guancia del moro.

Si voltò e andò via.

“Buonanotte!” le urlò dietro Harry, in ritardo.

Con un sorrisone sulle labbra il Prescelto si alzò e andò in camera, salutando qui e là i suoi compagni di Casa mentre lasciava la Sala per i dormitori.
Una volta in camera trovò Ron addormentato che russava abbracciando il cuscino.

Si andò a sedere sul letto spogliandosi delle scarpe e della divisa.

Stava per togliersi gli occhiali quando qualcosa attirò la sua attenzione.

Dal cuscino bianco candido, arrotolato e storto su cui era appoggiata la testa di Ron fuoriusciva un angolo di quella che pareva essere una fotografia.
Curioso si acquattò ai piedi del letto dell’amico e sfilò lentamente la cosa.

Ron Weasley l’orgoglioso, testardo, idiota, il deficiente che fino a poco prima aveva urlato ogni tipo di insulto gli venisse in mente con il tono più crudele e velenoso possibile addosso a Hermione, custodiva una fotografia dell’appena citata ragazza sotto il cuscino.

Ad Harry veniva quasi da ridere.

L’Hermione della foto magica era intenta a lanciare uno gnomo al di là della staccionata sul confine del giardino della Tana.

Si abbassava e agguantava uno gnomo nerboruto e massiccio per un piede, sollevandolo con un’espressione concentrata, si mordeva un labbro e corrugava la fronte mentre era intenta a farlo girare su se stesso sopra la sua testa, per poi lanciarlo lontano. Subito dopo Hermione aveva un’espressione preoccupata che lasciava spazio ad una soddisfatta una volta che lo gnomo, a due isolati di distanza, si rialzava illeso ma offeso.

Poi Hermione si asciugava del sudore inesistente dal viso e si abbassava ancora per ripescare lo stesso gnomo dallo stesso cespuglio e la scena si ripeteva.
Harry girò la foto e trovò una scritta nera sullo sfondo bianco: Hermione / Estate alla Tana / disinfestazione gnomi / foto 4.

‘Foto 4’ valeva a dire che Ron aveva scattato diverse foto ad Hermione quell’estate senza che lei lo sapesse, rifletté Harry.

Un grugnito fece spaventare il Ragazzo Sopravvissuto che si diede una mossa a rimettere a posto la foto prima che due occhi azzurri lo sorprendessero.
“Che fai?” chiese la voce impastata di Ron.

“Controllavo… se avevi messo il pigiama” inventò.

Ron si mostrò confuso, alzò le coperte, annuì e tornò a dormire.

Harry si rilassò, sospirando di sollievo.

In fretta, andò in bagno a cambiarsi e poi, lasciati gli occhiali sul comodino, si buttò sul letto e si addormentò.
 
  
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