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Autore: Iminlovewhityou    01/05/2014    3 recensioni
E magari Louis non sarebbe dovuto arrivare a tanto. E ci pensava, ci pensava continuamente a come altro fare per frasi perdonare, magari una scritta sotto casa, una chiamata in più, una giornata tutta per loro. Ma purtroppo Louis ha anche un altro problema. Non riesce a essere banale. Sì, banale ecco. Lui, che ha sempre scelto la strada più difficile e più complicata, più estenuante, più impegnativa, troppo per lui.
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Poi, cosa davvero strana, “per te offrirei tutte le ultime Marlboro di ogni pacchetto”. E mi sa che l’ho anche fatto, più di una volta. Ti ricordi, Harry? E tu mi guardavi sempre con un’espressione stupita, come se nessuno t’avesse mai offerto una sigaretta. E io te lo domandavo, davvero perplesso. “Harry, che hai? Non ti hanno mai offerto una sigaretta?” dicevo, quasi come fosse presa in giro. “Ma è l’ultima” mi rispondevi. Io ti guardavo, sempre, nei tuoi occhi troppo tutto, e ti ripetevo, come una mantra “Per te offrirei tutte le ultime Marlboro di ogni pacchetto.”
Ritorna da me che mi è rimasta una Marlboro.
One shot || 1314k || Larry Stylinson
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
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14 Settembre 2013, Doncaster, UK, ore 18:23
E magari Louis non sarebbe dovuto arrivare a tanto. E ci pensava, ci pensava continuamente a come altro fare per frasi perdonare, magari una scritta sotto casa, una chiamata in più, una giornata tutta per loro. Ma purtroppo Louis ha anche un altro problema. Non riesce a essere banale. Sì, banale ecco. Lui, che ha sempre scelto la strada più difficile e più complicata, più estenuante, più impegnativa, troppo per lui.  Adesso, come tante altre volte, si ritrovava ad affrontare un qualcosa più grande di lui. Leggere quella stupida lettera, scritta da lui stesso per quel moccioso di Harry Styles che adesso, dopo tanto, non ne voleva sapere più nulla di lui, lo faceva sentire ancor più sbagliato di quanto non lo fosse. E stupido. E, purtroppo, innamorato.

Harry,
semplicemente, sei un gran coglione.
Ritorna da me per dirmi che non è vero.
Come puoi andartene così e lasciarmi senza pensare alle conseguenze? E voglio essere egoista, davvero tanto, se ciò significa riportarti da me. Tutto questo, senza te, fa schifo. La vita senza te è uno schifo.
Ritorna da me perché non posso sopportarlo.
 E sinceramente non lo so  il perché. Mi hai chiesto questa pausa, Harry, ma adesso, davvero, ritorna. Mi sono reso conto, purtroppo, che io dipendo da te: non è un bisogno psicologico, magari come una sigaretta, ma  proprio fisico, sì, fisico Harry: ho bisogno di starti accanto, perché sei il mio tutto. Come fai a non capirlo?
Ma se ho bisogno di te, Harry, significa che sono innamorato? Io non lo so, davvero; o magari lo so, ma vorrei tu me lo spiegassi meglio, mi aiutassi a capire cos’ è l’amore.
Ritorna da me che devi spiegarmelo.
Perché davvero sono sicuro che riusciresti a spiegarmelo: tu l’amore ce l’hai negli occhi, Harry, dico davvero. E nelle mani, nelle braccia, nei fianchi, nei capelli Harry, nelle tue fossette e sulle tue labbra. E, Harry, non vedi quante volte ripeto il tuo nome? L’amore ce l’ha anche il tuo nome. Mi ricordo la prima volta che ti presentasti, dicesti semplicemente “I’m Harry” con quell’accento tutto tuo, particolarissimo. Me ne innamorai subito, del tuo nome. Poi piano piano t’ho scoperto e davvero, mi sono innamorato ogni giorno di più di te.
Quindi, è palese che ti amo. Mi manchi davvero tanto, te l’ho già detto di ritornare? Io sono qui e sono solo e mi manchi e ti vedo dappertutto: ti vedo nella tazza del caffè nero che mi preparo ogni mattina prima di uscire; nei sorrisi di quelle ragazze che incrocio per strada e credono che io sia etero, ma io sono solo tuo; ti vedo nelle mille scartoffie che consulto ogni giorno al lavoro; ti vedo nel sole e nelle nuvole, ti vedo anche nelle strade e nei bus; ti vedo negli occhi vitrei di un Liam ubriaco che mi racconta di Zayn e di come si siano lasciati e poi abbiano fatto pace. Perché non la facciamo anche noi, la pace? Magari sarà difficile, più per te che per me, però io sono qui, t’aspetto: anche tutta la vita, lo giuro.
Ritorna da me che voglio vederti per davvero.
Ti aspetto perché tu sei quello che fa per me, ma sei anche quello che non fa per me. Davvero, Harry, tu mi fai male. Mi fai davvero male, ogni giorno, con un tuo sguardo o con una tua parola; il mio cuore sussulta, quando sei nei paraggi: sono certo che morirò giovane e non per overdose o per una malattia venerea, sarai tu, a farmi morire, con un infarto. Il fatto è che, pure se volessi morire e quindi far fermare il mio cuore, questo non smetterebbe di amarti, per nessun motivo al mondo, mai.
Un’ altra cosa che vorrei ricordarti è che tu sei unico. Nel senso, certe relazioni, alla fine, si assomigliano un po’ e questo è anche, penso, normale perché ci sono certe persone che proprio non hanno personalità e sono uguali alla massa. Ma tu sei diverso, la storia con te è diversa, la vita, l’amore e il sesso e i pompini con te sono diversi. Tu sei una nota in più, non stonata, nemmeno fuori luogo, forse sei solo troppo. Troppo! Ho trovato il termine adatto a te, Harry, sei troppo per me.
Forse dovrei ricominciare la lettera, ma questa parte non la cancello.
Harry,
semplicemente, sei troppo per me.
Ti spiego: sei troppo alto, sei troppo bello, sei troppo riccio, troppo sensuale, troppo dolce; la tua voce è troppo calda, troppo roca, troppo intonata; i tuoi occhi sono troppo verdi, troppo grigi, troppo azzurri, troppo profondi, troppo espressivi; le tue mani sono troppo grandi, così come le tue gambe troppo lunghe e troppo magre. Sì, Harry, sei troppo per me. Ed io adoro questo genere di cose.
Poi, cosa davvero strana, “per te offrirei tutte le ultime Marlboro di ogni pacchetto”. E mi sa che l’ho anche fatto, più di una volta. Ti ricordi, Harry? E tu mi guardavi sempre con un’espressione stupita, come se nessuno t’avesse mai offerto una sigaretta. E io te lo domandavo, davvero perplesso. “Harry, che hai? Non ti hanno mai offerto una sigaretta?” dicevo, quasi come fosse presa in giro. “Ma è l’ultima” mi rispondevi. Io ti guardavo, sempre, nei tuoi occhi troppo tutto, e ti ripetevo, come una mantra “Per te offrirei tutte le ultime Marlboro di ogni pacchetto.”
Ritorna da me che mi è rimasta una Marlboro.
E sorridevi. Ah, il tuo sorriso. Era come “knock, knock, knock on heaven’s door”, anche se sono sicuro che la canzone non faccia proprio così. Già, come bussare alle porte del paradiso. E quando poi mostravi la lingua o le fossette, quelle porte s’aprivano e io davvero, vedevo la luce, nemmeno fossi un credente!
Credo, Harry, che io stia solo vaneggiando nel tentativo di smuovere qualcosa dentro te. Magari ci sono pure riuscito e adesso stai preparando la tua roba e sta venendo da me. E io ti consiglio fortemente di fare presto, di sbrigarti, perché ogni minuto che passa è come vivere nel dubbio e nella forte e pressante paura che tu abbia smesso di amarmi. E io davvero so che, se ho fatto in tempo, tu m’ami ancora. Quando te ne sei andato Harry, mi stavi dicendo di odiarmi ma io lo leggevo nei tuoi occhi che m’amavi. E m’ami ancora, e se non lo sai, se non sei sicuro, ti dico “Guardami, guardami negli occhi per la seconda volta come la prima per innamorati di nuovo di me!”. Lo sai che sono tipo da certe stranezze. A onor del vero, mi sento uno stupido a dirti queste cose. Magari adesso invece starai facendo tutt’altro. Magari starai ridendo di me. E mi fa male pensare questo, quindi non ci penso. Ti ricordi, Harry, quando tu mi confortavi in questo modo? Mi dicevi sempre “Non ci pensare, Lou, andrà tutto bene” e io ci credevo; ma ci credevo perché eri tu a dirmelo. Adesso che non ci sei queste parole non mi sembrano poi così tanto vere.
Ritorna da me che devi ripetermele.
Non vedi quanti motivi ti sto dando per ritornare?
 
16 Settembre 2013, Doncaster, UK, ore 00.53
Harry Styles è di fronte alla porta dell’appartamento del suo amato. È riuscito a stargli lontano una settimana intera, poi ha ceduto, ma è pur sempre un suo record personale.
“Lou, apri questa maledettissima porta. Sono venuto a farmi offrire l’ultima Marlboro del pacchetto” stava dicendo, quando dall’atra parte si sentiva lo scattare delle serrature e un “Coglione” sussurrato sommessamente nel cuore della notte.
La porta si apre, Louis e Harry si guardano negli occhi. Troppo scuri entrambi, poi un lampo in quelli di Harry, che “Non riuscirò mai a smettere di amarti” dice.
“Non ci provare nemmeno” riesce a dire Louis, prima di tirarselo addosso e baciarlo.
Nel cuore della notte.
 
  
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