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Autore: Josie Walking_Disaster Vengeance    01/05/2014    3 recensioni
-Oddio, quanta gente pensate ci sia la fuori?
Chiedi nervoso. Da fuori quel posto, lo Shea Stadium, ti è sembrato enorme.
-Ce lo avevano detto, ma non ricordo- fa Ringo, facendo roteare le bacchette.
-A giudicare dall'intensità delle urla ce ne saranno parecchie migliaia. E sembra si stiano preparando per scendere in guerra più che per un concerto.
Ridacchi. George e il suo senso dell'umorismo.
Cerchi di calmarti. Sai che tutti vi adoreranno e non hai motivo di essere preoccupato. Siete la più grande band del pianeta.
-Cinque minuti e tocca a voi!- dice qualcuno e, con un gesto automatico, ti lisci i capelli e sistemi il colletto.
Dopo qualche istante ti volti verso John, che è stranamente silenzioso, e ti avvicini.
Alza lo sguardo verso di te e ti regala un sorriso alla John Lennon.
[McLennon]
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Lennon, Paul McCartney, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Attenzione: la storia è una McLennon, slash ovviamente. L'ho già indicato, ma se la cosa vi infastidisce siete ancora in tempo per chiudere :) In caso contrario, buona lettura.

 

 

 

 

 


In My Life




Millenovecentottanta


Riesci a salire in macchina, dopo aver ignorato i giornalisti e le loro stupide domande.
"Cosa ne pensi di quello che è appena successo a New York, Paul??"
Cosa vorrebbe che gli rispondessi?
Volevi solo fuggire. Dalle domande, dalle persone che avevi intorno, da tutto.
Finalmente sei a casa, da solo.
Crolli sulle ginocchia e ti porti le mani ai capelli.
-John... perché proprio lui?
Non avrai mai una risposta.
Sei arrabbiato, disperato e non sai a cosa pensare.
Quindi lasci perdere tutto e ti sfoghi, tanto non c'è nessuno a guardare.
Il mondo intero piange la scomparsa di John Lennon, uno dei più grandi artisti di tutti i tempi.
Paul piange la scomparsa del suo migliore amico, del suo tutto.



Millenovecentosettanta

L'ennesima lite.
Questa volta, però, non ha a che fare con il gruppo.
John è seduto sul bordo del letto, tu gli sei di fronte.
Non riesci a stare seduto e non capisci come mai ora lui sia così calmo, dopo la fuoriosa lite.
Siete uno davanti all'altro, ma non vi guardate. Cosa vi è successo?
-Cosa ci è successo, John?
Riesci a chiedere, la voce calma.
-Stiamo andando avanti- fa lui, come se stesse parlando di qualcosa di poca importanza.
Ma sai che è una finzione.
-Pensavo saremmo andati avanti insieme.
Ma John si alza, ti supera.
-Le cose non vanno sempre come vogliamo- esce dalla porta e ti lascia nella stanza, solo, a fissare il letto vuoto.
E' la fine di Lennon/McCartney. La fine dei grandi e Favolosi Beatles.
Ma quello che ti fa scendere le lacrime e rigare le guance, è la fine di John-e-Paul.



Millenovecentosessantasette

Pizzichi le corde della chitarra, svogliatamente.
Ti senti abbastanza tranquillo e sereno, nonostante in questo preciso momento tu ti stia un po' annoiando, lì in studio.
Ma in fondo che ti importa? E' un periodo fantastico.
Il sessantasette, l'estate dell'amore!
Che nome azzeccato.
Vi è stato chiesto di scrivere una canzone per un programma, è la vostra apparizione dopo molto tempo.
Sarà in mondovisione. Saresti agitato, ma ormai sei nei Beatles da un secolo e questo genere di cose non ti spaventano più.
State cercando di trovare la canzone giusta da suonare, ma non è semplice.
Ci avete pensato tutto il giorno e questo vi ha reso nervosi, tanto che ognuno sta per i fatti suoi, nel proprio angolo.
Non vi siete guardati né rivolti la parola da un pezzo, ormai.
Poi John si volta verso di te e per un lungo istante il vostro sguardo si incrocia.
Il tuo cuore accelera il battito. E' sempre così, è l'effetto-John. Dio, quanto lo ami. Te ne rendi conto da questi piccoli momenti. E' tutto per te.
Sembra passare un'eternità, ma poi John sorride dicendo che ha trovato il nome perfetto per la canzone.
-All you need is love.
Ti sorride e non riesce a distogliere lo sguardo da te.



Millenovecentosessantacinque

-Oddio, quanta gente pensate ci sia la fuori?
Chiedi nervoso. Da fuori quel posto, lo Shea Stadium, ti è sembrato enorme.
-Ce lo avevano detto, ma non ricordo- fa Ringo, facendo roteare le bacchette.
-A giudicare dall'intensità delle urla ce ne saranno parecchie migliaia. E sembra si stiano preparando per una guerra più che per un concerto.
Ridacchi. George e il suo senso dell'umorismo.
Cerchi di calmarti. Sai che tutti vi adoreranno e non hai motivo di essere preoccupato. Siete la più grande band del pianeta.
-Cinque minuti e tocca a voi!- dice qualcuno e, con un gesto automatico, ti lisci i capelli e sistemi il colletto.
Dopo qualche istante ti volti verso John, che è stranamente silenzioso, e ti avvicini.
Alza lo sguardo verso di te e ti regala un sorriso alla John Lennon.
-Hey, Paul. Preoccupato?
-Io un po', ma tu non abbastanza a quanto pare- affermi, guardando il suo look disordinato.
Fai un ultimo passo verso di lui e gli sistemi il colletto della camicia e della giacca, non può mica andare sul palco conciato in quel modo.
-Grazie, mammina- ti prende in giro e tu fai roteare gli occhi, spazientito. Non sopporti quando ti chiama così.
-Un giorno riguarderemo questo concerto insieme e mi ringrazierai!
John si mette a ridere. Vuoi dirgli che sei dannatamente serio, ma lui ti afferra per il colletto della giacca e, avvicinandoti, ti bacia.
E' un bacio veloce, fai appena in tempo a renderti conto, ma ti scombussola comunque.
Ti guardi intorno preoccupato che qualcuno possa avervi visto, ma sono tutti su di giri e occupati a farsi gli affari propri.
Ti volti verso di John, che non ha ancora perso il suo tipico sorrisetto.
-Adesso chi ha il colletto della giacca in disordine, Paulie?



Millenovecentosessanta

Per quanto tempo avete suonato questa settimana? Otto ore al giorno? Dieci, forse. Hai smesso di contarle
Per questo apprezzi infinitamente questo giorno di libertà, in cui non dovete salire sul palco.
Non fraintendiamoci. Tu ami stare su quel palco. Ami suonare, scatenarti e dare libero sfogo a quello che hai dentro.
Non sai cosa accadrà, ma anche se questa storia della band non sarà destinata a durare, sai che ne vale la pena.
Stai passando il periodo migliore della tua vita.
Dopo aver passato l'intera giornata a bighellonare con i ragazzi, torni nella tua stanza a dormire.
Se così si può definire il retro del cinema dove condividi qualche materasso con gli altri.
Ti butti nel "letto" e senti la stanchezza appesantire il tuo corpo. Non sono neanche le undici di sera, ma sei così stanco.
Dopo qualche minuto di solitudine, senti la porta aprirsi e qualcuno gettarsi sul tuo materasso.
-Non dirmi che te ne vai già a dormire a quest'ora? Dai usciamo, la notte è giovane!- dice John tutto carico, ma appena si stende sul materasso a fianco a te, chiude gli occhi e si rilassa.
Ti viene da ridere per il modo in cui cerca sempre di essere l'anima della festa, anche se magari dentro di sé è sul punto di crollare dal sonno.
-O forse potremmo restare qui- proponi.
-Mi sembra un'ottima idea- dice e rotola fino ad avvolgere le braccia intorno al tuo corpo e tu fai lo stesso con lui. Appoggi la fronte sul suo petto e gli solletichi la punta del naso con i capelli.
Sei al settimo cielo, ma un pensiero ti turba.
-Quanto pensi che potremo andare avanti così?
Non dai altre spiegazioni, sai che capisce a cosa ti riferisci.
Nessuno sa di voi.
-Io credo almeno fino all'anno duemilaventi.
Nonostante tutto, ti lasci scappare una risata.
-Sono serio, John!
Ma lui sorride e ti posa un bacio fra i capelli.
-Anche io.
E sembra così convinto che credi alla sua battuta. Cosa potrebbe fermarvi, in fondo?
-Saremo parecchio vecchi nel duemilaventi- dici, stando al gioco.
-Sì, ma io sarò ancora molto bello.
Ridi e lui ti segue.
Un'intera vita insieme a John? Ti sembra una meravigliosa prospettiva.


Millenovecentocinquantasette

Non ci puoi assolutamente credere.
Davvero in quella città così monotona e piena di gente così uguale l'una all'altra, hai trovato qualcuno che ti abbia colpito in questo modo?
Il gruppo era molto amatoriale, ma il potenziale era lì, pronto per esplodere.
Li hai visti cantare e suonare a quella festa a cui sei capitato per caso, solo perché ti hanno chiesto di andarci e non avevi di meglio da fare.
Il sole era alto e faceva parecchio caldo, ma questo non sembrava aver fermato i ragazzi, soprattutto quello che cantava.
Quel ragazzo ha qualcosa che ti ha fatto smettere di pensare a tutto il resto. Esisteva solo lui in quel momento.
Non hai voluto sentire ragioni, te lo hanno dovuto presentare.
Hai avuto un po' di paura in quel momento.
Tu hai solo quindici anni, mentre lui ne ha già diciassette.
Non ti guarderà mai come un suo pari, ma tu devi far parte della sua band, della sua vita, perché te lo senti: diventerà qualcuno.
-Io sono Paul.
-John- ti ha semplicemente risposto, stringendoti la mano.
Era scettico nei tuoi confronti, ma poi ti ha sentito suonare.
Non lo ha dato a vedere troppo, ma sai di averlo impressionato.
Ed è per questo che ora vi trovate a casa tua, a scegliere qualche canzone da suonare con il gruppo e persino a tentare di scriverne qualcuna di vostra.
In fondo che male può fare? Siete solo una delle tantissime band di Liverpool. Nessuno farà mai caso a voi.
O almeno è quello che la logica ti suggerisce.
Ma mentre sei li, sul pavimento della tua camera a insegnare gli accordi al tuo nuovo amico John, che ti guarda e sorride con quel suo fare spavaldo, la logica non sembra avere grande importanza.
Non hai idea di quello che vi riserverà il futuro, forse niente o forse tutto, forse sarà un disastro o forse sarà grandioso.
L'unica cosa che sai per certo, è che con John al tuo fianco, tutto quello che accadrà sarà una grande avventura.






NdA: Eeeee salve a tutti.
Sono tornata con la terza OS in meno di un mese, se cominciate ad essere stufi di me posso perfettamente capire u.u
Ma bando alle ciance (?), un paio di cose su questa storia.
Di OS strutturate in questa maniera, ovvero il raccontare piccoli episodi collocati in anni diversi, ce ne sono già diverse, quindi ammetto che non è niente di troppo originale. Però mi è venuta questa idea di andare all'indietro con gli anni e così ho provato. Sinceramente non ho idea di come sia venuta e soprattutto se è una cosa che abbia senso lol  
Tra l'altro il titolo della OS è da una canzone scritta principalmente da John e l'intera storia è dal punto di vista di Paul. Nonsense, proprio.
Invece per quello che riguarda l'uso della seconda persona, lascio a voi il giudizio. Non mi è mai capitato di scrivere una storia in seconda persona (anche perché spesso non mi piace lol), ma le voglio provare tutte ahahah
In ogni caso, come sempre ringrazio chiunque sia passato e abbia speso un po' del suo tempo a leggere, lo apprezzo tantissimo.
Buon primo maggio a tutti e alla prossima!


Josie

   
 
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