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Autore: Wellknower    01/05/2014    0 recensioni
E' una storia biografica, a tratti reale e a tratti edulcorata, capace di far sorridere chi vive il liceo o chi ne è uscito, sia da poco che da anni. Un ragazzino alle prese col quarto ginnasio, le prime materie nuove, le prime ragazze, le prime delusioni con gli amici ma tutto in chiavi piuttosto comica e sarcastica, non senza lo spazio su profonde riflessione sulla vita di un teenager che, a tutta macchina, si avvicina all'età adulta senza rendersene conto.
Genere: Comico, Demenziale, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Oi, svegliati! Dai che è tardi cazzo, io ti lascio qua eh? Non ti porto!". Ma che meravigliosa maniera che ha mia madre per svegliarmi il lunedì mattina eh? "Nom farmi incazzare Gianni, è il primo giorno di ginnasio, alza quel culo dal letto nell'immediato!". Ho sempre cercato di capire se, da appena svegli, la tua testa sia o fottuttamente vuota, tipo buco nero, o talmente piena di informazioni e rimasugli dei sogni da amalgamare tutto e sembrare un cazzo comunque, per quanto è confuso. È con questo pensiero che affronto il quarto d'ora atemporale e incollacabile nella percezione del tempo di cui necessito per farmi la doccia, la cartella e vestirmi. Come apro il getto d'acqua gelata, io adoro l'acqua gelata, è il flusso stesso che parte dalla cornetta a lavarmi via i pensieri e a far galleggiare le emozioni: "Oh cazzo, il primo giorno di ginnasio! Che figata, sarà il mio posto per cinque lunghi anni! Cazzo che palle... Gente nuova, soprattutto gente stupida nuova, professori nuovi, maggiori distanze, responsabilità maggiori, materie nuove, banchi nuovi... Insomma, una bella fregatura!". "Sei ancora in doccia?!? Per me vai a piedi!". Corro, mi vesto di fretta, mangio qualcosa che mi è distinguibile solo dal sapore acido, buona la spremuta, cazzo odio il sapore della spremuta dopo essermi lavato i denti, sa di antibiotico andato a male, io e mia madre ci gettiamo in macchina e nel traffico mattutino di Roma. "Un liceo, dentro un condominio del ventennio, nel mezzo di prati, a Via Ennio Quirino Visconti 13? Guarda che liceo che hai scelto, ah ma io t'ho avvertito, io te l'ho detto chiaro e tondo: Gianni, scegli bene perché il classico,  soprattutto il Dante, è una scuola impegnativa al massimo, devi esser sicuro di farcela, sennò ti condanni a morte da solo!". In quel momento non potevo sapere quanto mia madre avesse ragione, e in quale quantità abbia le stesse abilità da fattucchiera o da uccello del malaugurio, ma una cosa mi era ben chiara nel cerebro: ma cosa cazzo c'entrerà mai l'ubicazione fisica dell'istituto con la difficoltà del percorso scolastico? Mi fiondo fuori dall'auto, saluto sbrigativamente e con fare molto annoiato mia madre e, solo in quel momento, mi rendo conto dell'orario e della relativa desolazione che mi circondava in quel momento: "Qull'esagitata m'ha svegliato alle 06:45, sono solo le 07:20, io debbo entrare in seconda, alle 09:10... Non dirmi che sono stato così imbecille da dare retta a mia madre su un orario!". Fu così che ebbi l'occasione di perlustrare, per circa 50 minuti, e di conoscere a fondo la via della mia futura scuola!
  
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