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Autore: alenisreel    01/05/2014    1 recensioni
Quando una leggenda non è semplicemente tale e se sottovalutata potrebbe rimanerne fortemente offesa.
Genere: Drammatico, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Anche quella mattina era iniziata con una leggera nevicata, come ormai tutti i giorni dell’anno. I prati erano ricoperti da una lieve e soffice coperta bianca mentre la gente nelle strade iniziava a coprirsi per sfuggire alla brezza fredda che si stava alzando. Lenea era una di loro. Iniziò ad accelerare il passo verso casa per ripararsi dalla nuova tormenta di neve che stava per arrivare.
Correva a passo svelto sul sentiero che si stagliava fra i sottili alberi della foresta di Fashan che separava il suo villaggio dalla Zona dei Mercati della cittadina principale, Camashé.
 
Le Giornate di Sole ormai erano rare nelle terre di Mirendull, conosciute anche come Terre Estreme. Lenea nei suoi vent’anni se ne ricordava solo una. Uno dei pochi giorni in cui passò la giornata a giocare sulle rive del mare Hos per tutto il giorno.
 
I rami nudi che s’intrecciavano facevano appena trapelare l’ultimo raggio di luce della giornata mentre la neve, ormai ghiaccio, del giorno precedente delimitava il sentiero che sbucava su di un’ampia pianura già ricoperta di neve fresca. Alla fine della pianura vi era il Ponte delle Luci, un ponte imponente in legno massiccio, fiancheggiato da ringhiere decorate con piccole lampade. Molti erano i ricordi che affioravano nella mente di Lenea ogni singola volta che lo attraversava. Il principale riguardava la Giornata della Tregua di molti anni prima dove, all’età di dieci anni insieme ad Åke e sua sorella Tora, cercavano instancabili di acchiappare le piccole lucciole invernali che si alzavano al calar della notte lungo il Ponte.
 
Dall’altra parte del Ponte delle Luci vi era Zero, il suo adorato lupo bianco, ad attenderla.
« Zero! » esclamò Lenea. Ormai non era più sorpresa di trovarlo puntualmente all’ingresso del Ponte ad aspettarla, disteso a terra in dormiveglia.
Insieme rientrarono al loro villaggio mentre la tormenta iniziava ad intensificarsi.
 
 
Sotto il portico, che anticipava l’ingresso di casa sua, vi era un Åke infreddolito e tremolante ad attenderla. L’aveva riconosciuto già da lontano grazie al suo spettinato ciuffo bianco e alla cura con cui invece i capelli erano stati rasati sul retro della nuca.
Il loro rapporto era stato sospeso su di un filo fin dal diciottesimo compleanno di Tora, dove i due si erano avvicinati molto. Raramente però Åke si presentava a casa di Lenea da solo, senza la sorella e la cosa non prometteva bene.
 
«Lenea. Finalmente! » correndole incontro per poi abbracciarla. Lenea era davvero confusa, non capiva il significato di quel gesto ma lo stava apprezzando forse troppo. Nonostante sapessero entrambi cosa provasse l’una per l’altro, non si erano mai esposti nell’ammetterlo.
« Che succede? » chiese Lenea perplessa mentre Zero continuava a fare le feste ad Åke.
«L’hanno scoperto. Dobbiamo andarcene. Tora è già scomparsa.»
 
***
 
«Guardate che non c’è permesso uscire da Mirendull.» esclamava Tora mentre Lenea ed Åke si rincorrevano nella zona di delimitazione della pianura di Baasa.
 
«Non c’è nessuno Tora – sussurrò Lenea prendendola dolcemente per mano, mentre una leggera brezza sollevava i suoi capelli dai riflessi lilla – sono solo leggende. »
Trascinò con sé Tora e raggiunsero insieme Åke che già era ai piedi della Parete.
 
 
La pianura di Baasa si trovava nella zona più esterna di Mirendull, oltre il loro villaggio ed oltre il Distretto dei Cavalli, un’immensa pianura bianca dove i cavalli venivano lasciati liberi nel periodo della Pausa.
Baasa non aveva recinzioni a delimitare i confini di Mirendull. Era semplicemente una fetta di prato con un albero che gli anziani del Villaggio chiamavano Yngve Pakvir, ovvero “Yngve l’Avviso”, alle cui spalle si ergeva una parete rocciosa invalicabile ricoperta di ghiaccio e nebbia.
 
Quel bianco albero segnava l’inizio della Regione dei Ghiacci, dove vivevano i Marchiati, un popolo di ladri che più di mille anni prima aveva stipulato un accordo silenzioso con il popolo di Mirendull in seguito alle diverse battaglie per la conquista e difesa dei territori.
Giorno celebrato e ricordato ogni anno a Mirendull come il “Giorno del Ricordo” durante il quale ogni famiglia posizionava un mazzo di rose bianche fuori dalla porta di casa in segno di pace. La sera invece gli anziani raccontavano ai nipoti la Leggenda di Jari, tramandata di generazione in generazione.
 
 
***
 
 
Nonna Liselotte, l’anziana del villaggio e nonna di Lenea, raccontava sempre quella leggenda ai tre ragazzi per tenerli lontani dai guai.
« Jari era un ragazzino della vostra età – iniziava Liselotte seduta accanto al fuoco della sua casa – e voleva fare un regalo molto speciale alla sua mamma perché il suo compleanno coincideva con una nuova Giornata del Sole. Si avventurò lontano dal Villaggio raggiungendo il Distretto dei Cavalli dove la neve stava lentamente svanendo. Lì si fermò ad osservare Yngve, l’albero bianco, circondato da un verde prato dal quale sbucavano dolcemente i primi fiori di Dun, azzurri e lilla. Erano il regalo perfetto per sua madre. Disobbedì le raccomandazioni della madre e del Villaggio e si avventurò oltre Yngve per raccogliere i fiori e rientrare a casa
«E poi cosa accadde? » chiese Åke arrampicandosi su per una gamba di Nonna Liselotte.
 
«Non avere fretta Åke – lo ammonì Nonna dandogli un dolce buffetto sulla nuca. – Alcuni giorni dopo Jari si avviò verso il Distretto dei Cavalli per portare da mangiare al suo purosangue e vide una figura indefinita, dall’aura azzurra correre allegra attorno all’Albero Bianco. La chiamò più volte, ma lei non rispose mai. D’un tratto si nascose dietro il tronco di Yngve e non si rivelò mai più a Jari, nonostante la sua lunga attesa. Tornò ogni giorno per quasi un mese nella speranza di rivederla ma non ebbe mai risultati. Un giorno sua madre lo mandò da Nonna Sace perché lei doveva andare a vendere le erbe mediche nella Zona dei Mercati di Mirendull e seppe solo al suo ritorno a casa che Jari non era mai arrivato dalla Vecchia Sace. »
 
 
***
 
 
«Come sarebbe che è scomparsa? È una stupida leggenda Åke! » disse Lenea spaventata ed arrabbiata al tempo stesso «Non può essere!»
 
Una leggera agitazione prese possesso di Lenea al solo pensiero che fosse davvero accaduto. Se non era una leggenda allora Tora era stata presa dai Marchiati e lei sarebbe stata la prossima insieme ad Åke. Ma in che modo? Come poteva essere successo?
Nessuno sapeva come avessero preso Jari, si sapeva solo che non era mai arrivato da Sace.
 
«Come fanno a sapere che siamo andati oltre Yngve? » chiese Lenea impaurita, ma Åke non aveva una spiegazione.
« Tora era in casa quando sono uscito per aiutare mio padre con il raccolto. Al mio rientro la porta era aperta e lei era scomparsa. »
 
Lenea era convinta che fossero passati troppi anni ormai, doveva esserci un’altra spiegazione, ma non aveva più le forze per parlare.
« Dobbiamo andarcene Lenea. Dobbiamo allontanarci da Mirendull.» le disse Åke prendendola fra le sue braccia mentre Lenea, in lacrime, non riusciva più a ragionare.
 
«Dove andremo?» chiese sussurrando Lenea mentre Åke la trascinava a passo svelto in direzione del Distretto.
«Prenderemo Juha e Peach ed andremo verso la Città delle Torri. » rispose ansimando mentre continuava senza sosta la sua fuga verso i cavalli.
 
 
 
Arrivati al Distretto dei Cavalli presero Juha e Peach, i loro cavalli, e proprio lì, mentre li sellavano, Lenea intravide in lontananza del movimento tra i ghiacci e la neve e riconobbe i capelli nero corvino di Tora che andavano svanendo verso la Parete.
 
«Tora! – Urlò inconsciamente Lenea – Torna indietro! »
Åke si voltò di scatto e la zittì mettendole una mano sulla bocca mentre con l’altra teneva le briglie di Juha che iniziava ad imbizzarrirsi. «Sei impazzita? Così prenderanno anche noi Lenea. »
 
Ma ormai era tardi perché i Marchiati che stavano trascinando Tora, ormai in fin di vita, oltre la Parete li avevano individuati e dopo essersi scambiati qualche parola in Masdi si stavano avviando nuovamente al confine per prendere anche loro. Åke e Lenea avevano reso la loro ricerca molto più semplice portandosi da soli verso la pianura di Baasa.
 
«Perché Tora non risponde? » chiese preoccupata Lenea ad Åke che non toglieva lo sguardo dal corpo inerme della sorella, stringendo a sé, sempre più forte, Lenea. Il profumo dei capelli di Lenea pervase Åke che cercò di allontanarla dal confine nella speranza che i Marchiati non si spingessero oltre ma lei, innocentemente, voleva riportare a casa Tora non capendo che ormai vie era rimasta la sola carcassa.
«Andiamocene, forza!» continuava a sussurrare Åke ad una Lenea pietrificata mentre i Marchiati si avvicinavano a Yngve.
Lasciò andare le briglie di Juha, che galoppò in direzione della foresta di Xays, e si posizionò di fronte a Lenea afferrandola per le spalle e guardandola piangere mentre Zero continuava a ringhiare ai Marchiati in avvicinamento.
« Lenea. Ti prego, andiamoce– » non fece in tempo a convincerla perché una freccia scoccata da uno dei Marchiati lo colpì dritto al cuore, mentre un’altra lo colpì al polpaccio.
 
«NO! ÅKE! No, no, no. » urlò Lenea nel vedere la freccia oltrepassare il petto di Åke.
Qualche fredda lacrima iniziò a rigare il viso di Åke che cadde in ginocchio nella neve. Era finita così, senza avere nemmeno la possibilità di scappare o di salvare la sua Lenea.
« Non lasciarmi. No, ti prego.» lo pregò Lenea prendendolo fra le braccia e accarezzandogli il viso mentre la neve si dipingeva di un rosso caldo.
« Se davvero mi ami non puoi abbandonare. Åke…»
 
Åke non riuscì a risponderle, non riuscì a dirle che l’avrebbe amata sempre. Zero si avvicinò a Lenea nel tentativo di difenderla dal gruppo di Marchiati che, noncurante, aveva attraversato il confine e si dirigeva verso Lenea. Abbracciò Åke ancora più forte ed alzò poi la testa in direzione del Marchiato che le si era posto davanti, con l’arco pronto a scoccare.
 
« Mi dispiace. » sussurrò Lenea al corpo di Åke dandogli un leggero primo ed ultimo bacio sulle labbra ormai fredde per poi sentire un forte colpo al petto.
 
 
Iniziò così una nuova leggenda. La leggenda dei Tre.



Un po' per farmi perdonare per la mancata pubblicazione di nuovi capitoli di BBD ed un po' per sperimentare qualcosa di nuovo, ho osato con questa OneShot "Fantasy". Spero sia di vostro gradimento. Abbiate pietà!
Love you ♡
  
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