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Autore: Ammie    01/05/2014    3 recensioni
Mia madre non c'è più, detesto mio padre e non riesco a guardare negli occhi mia sorella. Letteralmente.
Nonostante l'oscurità che mi circonda riesco a vedere una piccola luce, che proviene dal sorriso del nuovo guardiano.
Un guardiano del buio, oltretutto.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Hayato Gokudera
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il guardiano del buio.
 
Non puoi negare di volermi, Chiara.
 
Non so come, ma a una certa ora della notte mi ritrovai di fronte a casa di Chiara. La festa si era conclusa mezzanotte, ma per la mancanza di sonno mi misi a camminare per la città.
Fino ad arrivare qui.
Sapevo che era una cosa proibita, ma non potevo -e in fondo non volevo- resistere. Avevo visto Shamal andarsene con una donna, quindi dentro casa c'era solo lei. L'ultima persona con la quale dovrei parlare in questo momento, e l'unica che desideravo con ogni cellula del mio corpo. Strinsi i pugni, buttai a terra la sigaretta e suonai il campanello. In un primo momento rimasi fuori pietrificato, ma poi mi resi conto che fremevo per vederla. Solo poche ore prima c'eravamo accordati di rimanere amici, anche se in realtà dubitavo di una cosa del genere.
A un tratto sentii un rumore e quindi alzai lo sguardo, notando qualcuno guardarmi dalla finestra. In pochi altri secondi la porta si aprì, e vidi Chiara uscire.
"Ha... Hayato, tutto bene?" mormorò leggermente assonnata.
Era bellissima. Indossava una piccola e leggera camicia da notte, rossa come le sue labbra. I suoi occhi erano più gialli che mai, quasi risplendevano. Guardandoli, i capelli mossi dovevano essere perfetti per affondarci le mani.
Mi avvicinai. "Dimentica tutto. La proposta, le regole, lo scandalo..." dissi, attirandola dolcemente a me. Fremetti quando sentii il suo seno premere sul mio petto. "Per questa notte... Non voglio pensare."
Il bacio che seguì quelle parole fu sensazionale. La sentivo gemere di piacere mentre le inclinavo la testa per approfondirlo. La strinsi a me, inebriandomi del suo profumo.
"Mmmnn... Hayato..."
"Cazzo, hai un sapore fantastico." mormorai, attirandola di nuovo a me.
Tuttavia il bacio fu breve, perché presto creò una distanza tra di noi. "Aspetta..."
"Non dirmi di no." dissi col fiato corto. "Non puoi negare di volermi, Chiara."
Sorrise. "A dire il vero qui fa freddo..." sussurrò al mio orecchio, procurandomi un brivido intenso quando lo morse leggermente. "Non sarebbe meglio spostarci sotto le coperte?"
Deglutii. Respirai. Cercai una qualsiasi fonte di ragione, ma inutilmente. La presi in braccio, impaziente come mai prima d'ora.
Lei rise, prima di iniziare a sbottonarmi la camicia. "Sei così bello in smoking..." ammise piano.
Diamine, lo so.
Con un calcio chiusi la porta, e arrivati al piano di sopra la appoggiai sul letto con delicatezza. "Cazzo..." imprecai. "Hayato..." sussurrò, stendendosi per bene sul morbido materasso.
Velocemente mi tolsi la giacca e con urgenza frenetica lasciai cadere sul pavimento la cravatta. La guardai alzarsi lentamente e mettersi in ginocchio sul letto, togliendomi la camicia già in parte aperta. Rimasi a petto nudo, in silenzio, aspettando la sua prossima mossa.
Portò le sue mani sul mio petto, facendomi mancare un battito quando sparse qua e là tanti piccoli baci. A un tratto si lasciò cadere sul letto, spargendo i capelli sul cuscino.
Strinsi i pugni. Non eravamo neanche del tutto svestiti e già stavo per perdere completamente il controllo.
Mi guardò con passione, per poi togliersi con sensualità la camicia da notte... Rimanendo solo in slip.
Il mio collega si era già fatto sentire da un pezzo, ma qualcosa mi impediva di vedere Chiara e il suo corpo dalle curve mozzafiato.
La vista iniziava a farsi più scura... Fino ad annebbiarsi del tutto. Non sentivo più la sua voce, solo un gran mal di testa. Dopo un tempo imprecisato aprii gli occhi. Con mio grande dispiacere non mi trovavo a casa di Chiara, ma nella mia stanza, ancora vestito e con un dolore allucinante. "...Cazzo..." dissi, prima di guardare i miei pantaloni e notare un rigonfiamento.
"Hayato... Sei sveglio?"
Di scatto mi girai, coprendo la conseguenza del sogno appena fatto. "Mmh… Sorella... Aspirina." biascicai.
"Eccola." sussurrò appoggiandola sul comodino. Si sedette, scompigliandomi i capelli. "È la prima volta che ti vedo in questo stato... Devi aver bevuto più del solito."
Scansai la sua mano bruscamente. "Chi mi ha portato... Qui?" mormorai, dopo aver preso la pastiglia.
"Shamal stava tornando da Chiara-chan dopo una notte con una donna... E ti ha visto dormire vicino al fiume."
Girai la testa, notando tra i capelli dei fili d'erba.
Fantastico.
"Mmh... Tu che ci fai qui?
"Sono tua sorella... Mi preoccupo per te." disse sospirando. "Riposa." continuò, con tono stranamente dolce.
 
Riaprii gli occhi dopo un paio d'ore, solo con un leggero senso di stanchezza. Dopo alcuni momenti di riflessione, decisi che una doccia era quello che ci voleva. Sotto l'acqua calda mi ritrovai a pensare a quel sogno... E a Chiara. Se Shamal avesse scoperto che l'avevo -all'incirca- baciata mi avrebbe tagliato la testa come minimo.
Se scopre cosa sogno mi taglierà qualcos'altro.
Dopo alcuni minuti sotto il getto bollente capii una cosa: era tutta colpa di Squalo se facevo quei sogni. Mi aveva trasformato in un pervertito senza che me ne rendessi conto. Quella frase sul fatto che avevo paura di legarmi, poi, era una vera buffonata. Aveva torto, eppure non riuscivo a immaginare la mia vita con qualcuno... Non con la famiglia che mi ritrovavo. Dopo vari convenevoli, appena uscito dalla doccia decisi di salvare la mia vita: chiamai Squalo.
Non mi fece attendere molto, perché rispose al secondo squillo.
"Amico, forse è meglio se non ci vediamo per un po'." dissi.
La sua voce mi sorprese: nonostante tutto quello che si era bevuto, era squillante come al solito. "Mmh... Una pausa di riflessione?"
"Idiota."
Rise. "Tesoro, so che hai bisogno dei tuoi spazi..."
"Come riesci a scherzare dopo tutto quello che hai bevuto ieri sera?" continuai, mentre mi vestivo sbadatamente.
"Diavolo, non me ne parlare. L'ultima cosa che ricordo è che quel dottore mi voleva tagliare una mano perchè volevo toccare il tatuaggio di Bomba-chan."
Dopo aver sentito le sue parole, mi ritrovai a stringere i pugni con rabbia. "Tu cosa? Che cazzo hai fatto?"
"Mi ha bloccato in tempo, non preoccuparti... Non te la tocca nessuno." proseguì malizioso.
 
"H-Hibari-san..." mormorò piano.
Tutti i succhiotti che le avevo fatto nella notte si vedevano perfettamente. "Erbivora. Lascia che ti mangi." dissi, prima di leccarle il collo. Aveva un sapore delizioso.
Mia.
La sentii mormorare di nuovo il mio nome, persa dal piacere che da un po' di tempo ci regalavamo. "Ahh..."
Senza mollare la presa dal suo piccolo e delizioso seno, scesi fino a leccarle l'ombelico. Era così buona.
"Sì..." disse a un certo punto.
"Lascia che ti assapori. Ho fame..."
E mentre la mia testa affondava tra le sue gambe, lei iniziò a graffiarmi la schiena con le unghie, facendomi gemere di piacere. "Hi... Hibari-saaan!" urlò dopo pochi minuti, venendo per la quinta volta.
La guardai, rossa ed eccitata. "Cosa mi stai facendo, erbivora?"
"Mmh..." mugugnò ormai sazia.
"Hmm." dissi posizionandomi su di lei. "Sei mia. Capito?" continuai, entrando con un unico e forte colpo.
Sobbalzò per la sorpresa, ma poi mi attirò a sé timidamente.
"Capito?" la incitai, mentre aumentavo il ritmo.
Aveva il fiatone. "Sì. Sì!"
 
"Oh, è stato più che divertente." risi. "Soprattutto quando lo hai minacciato di tagliargli la mano."
Lo vidi sorridere, mentre si versava del caffè bollente. "Quella è stata la mia parte
preferita."
"A che ore sei rientrato stanotte?" chiesi poi, leccandomi le dita zuccherose dai dolci.
"Tardi." spiegò Shamal. "Quando quella ragazza ha rifiutato di farmi vedere casa sua sono tornato indietro... Ma lungo il fiume c'era Hayato che dormiva. Così l'ho portato a casa sua."
Strabuzzai gli occhi sorpresa. "Lungo il fiume? Credevo reggesse bene l'alcol."
Addentò una fetta di torta, poi tornò a parlare. "Ieri sera ha esagerato." sospirò, prima di guardarmi con sospetto. "A proposito di Hayato, vi ho visti ballare..." lasciò in sospeso la frase per un po', poi riprese a parlare, ma in tono più serio. "Tu... Cosa pensi di lui?"
Quasi soffocai per la domanda inaspettata. "C-cosa?"
"Non sei più una ragazzina, Chiara-chan. Sai di che parlo."
"Sì, ma-"
"Lo sai che il Boss può revocare il divieto, vero?"
"E allora?" domandai, anche se forse un po' troppo in fretta. "Non significa niente."
Aprì la bocca ma subito la richiuse, come se stesse cerando le parole adatte. "Dico solo-"
"Shamal." lo bloccai subito. Non avevo la minima voglia di affrontare l'argomento a colazione. Neanche a pranzo o a cena. "No. Non accadrà mai. E non lo dico solo per lo scandalo, ma perché..."
Alla mia pausa lui mi fissò dritto negli occhi, bloccandosi per un secondo. "Perché...?"
"Dopo tutto quello che ho passato... È possibile che riesca a rifarmi una vita? A essere felice quando la mia famiglia è..."
Silenzio cadde tra di noi. L'unico rumore era quello prodotto dal televisore, ormai dimenticato.
Mi prese la mano, stringendola. "Non devi sentirti in colpa."
"E come faccio?" chiesi alterata, mentre sentivo le lacrime salirmi agli occhi. "Come posso non sentirmi in colpa quando io respiro e loro no? E pensare che al posto mio avrebbe potuto esserci Damon..." aggiunsi sottovoce.
Mi strinse di più la mano, cercando di consolarmi. "Ne abbiamo già parlato. Sei sopravvissuta a quella notte, non deve essere un peso per te... Anzi."
"Ci sto provando. Ci sto provando davvero, Shamal. Ma sono passati anni... E ancora, prima di andare a dormire, devo controllare un'infinità di volte che il gas sia ben chiuso perchè ho paura che possa scoppiare un altro incendio."
A quel punto mi abbracciò. E in fondo -me ne resi conto- era meglio così, perché altre parole non avrebbero servito a niente. "Ci sarà qualcosa o qualcuno che ti renderà davvero felice. Lo so." mi rassicurò dolcemente.
"Mmh..." mugugnai, cacciando le lacrime. Sospirai. Non avevo alcuna voglia di piangermi addosso, non con la splendida giornata che c'era fuori. "Che dici se oggi ci alleniamo?"
Con mia sorpresa si mise a ridere e io, accigliata, chiesi motivo di tale comportamento.
"Ti ricordo che tra un paio di giorni inizia la scuola... Non dovresti metterti al passo col programma?"
"Mmh..." pensai. "Non con questa giornata." dissi risoluta.
"Chiara-"
"Andiamo in spiaggia!" proposi allegra, cercando di allontanare i pensieri di poco prima. "Ci saranno un sacco di ragazze..." aggiunsi per convincerlo.
In un primo momento mi guardò ma poi, con mia gioia, accettò. "Farò strage di cuori."
 
Solo poche ore più tardi la sabbia circondava i miei piedi. Era la prima volta che visitavo la spiaggia di un paese straniero, ed ero molto contenta. Non solo perché avrai potuto rilassarmi e -soprattutto- abbronzarmi un po', ma anche perché avrei avuto l'occasione di riflettere sul sogno che avevo fatto. Hayato che suonava alla mia porta nel bel mezzo della notte, che mi portava a letto... Che si spogliava... Solo al ricordo arrossii. Mi guardai intorno, ringraziando il cielo perché la spiaggia non era molto affollata: il silenzio era quello che ci voleva per schiarirsi le idee. Solo io, Shamal e...
"Ehi." mi salutò Dino. "Come va?"
"D-Dino?" chiesi. "Che ci fai qui?"
Sorrise, poggiando sulla fine sabbia il proprio asciugamano. "Shamal mi ha invitato." disse, scrollando le spalle.
Velocemente mi voltai alla ricerca di Romario, anche se inutilmente. "Uhm... I tuoi uomini?"
"Ho dato loro la giornata libera. Se la meritavano." aggiunse poco dopo, togliendosi la maglia e rimanendo quindi a petto nudo.
Cavolo.
Scuotendo la testa, feci lo stesso e rimasi in bikini. Mi stesi accanto a lui per prendere il sole, sperando non combinasse qualche guaio. "Dino..." mormorai, girando la testa verso di lui. "Oltre a te, chi ha chiamato Shamal?"
Per un attimo mi guardò con fare sospetto, ma poi sorrise e rispose. "Non c'è Gokudera, non preoccuparti."
Mi alzai sui gomiti, imbarazzata per la risposta. "...Non era questa la mia domanda!"
Con mia sorpresa si mise a ridere sonoramente, poi si scompigliò i capelli. "Era implicita... Comunque ci sono solo io: lui è andato con Ryohei e il mio fratellino a un allenamento speciale."
"Allenamento...?"
A un tratto tirò fuori un cappello con frontino, mettendomelo in testa. "Fa male stare con la testa al sole. E comunque Reborn li ha chiamati all'improvviso."
 
"Allenamento...?" mi chiese, reggendosi sui gomiti.
La guardai, mentre il caldo sole batteva su di noi. Istintivamente frugai nella mia borsa e tirai fuori un cappellino, quindi glielo misi in testa. "Fa male stare con la testa al sole." dissi. "E comunque Reborn li ha chiamati all'improvviso."
"Oh..." mormorò piano.
Che tenera, ora capisco perché Gokudera è pazzo di lei.
"Beh... Avremo la giornata tutta nostra." aggiunse.
"C'è anche Shamal." protestai, mettendomi gli occhiali da sole. Si mise a ridere. "Si è allontanato non appena ha notato quelle donne." continuò indicandole.
"Mmh..." le guardai. Molto, molto belle. "Quel dottore ha davvero buoni gusti."
"In effetti..." disse, lasciando in sospeso la frase per girarsi e mettersi a pancia un giù. "Non sono male."
Tuttavia non avevo sentito la seconda frase perché lei si era girata, mettendo in mostra quella meraviglia offerta da Madre Natura. Aveva un fondoschiena delizioso, per non dire altro. Squisito.
Se Gokudera fosse qui, mi darebbe fuoco solo per averlo guardato, pensai divertito.
Chiusi gli occhi, cercando di rilassarmi per impedire al rigonfiamento dei pantaloni di farsi ancora più grande. A un tratto però, un'idea mi balenò in mente. Mentre Chiara se ne stava tranquilla a prendere il sole -fortunatamente con la testa girata dalla parte opposta alla mia- cercai il mio telefono. Senza fare rumori sospetti scattai una foto al suo fondoschiena e la inviai a qualcuno in particolare. Per la prima volta l'avevo scampata, e senza la presenza di Romario o di altri miei uomini! Emozionato, rimisi subito il telefono nella borsa, ma quando pensavo fosse tutto finito...
"Cosa diavolo stavi facendo?" chiese Shamal.
Raggelai. "N-niente..."
"Che c'è?" si aggiunse Chiara.
Di scatto mi alzai in piedi e alzai le mani. "Ascolta, era solo-"
"Inizia a correre." disse minaccioso, facendo schioccare le dita.
"Ma io-"
Ora era davvero furioso, perché si mise a urlare. "Corri, ho detto!"

 
Ed eccoci qui.
Inizio questo mio spazio con una premessa: non so quando potrò aggiornare di nuovo. Il pc ha qualcosa che non va con la batteria, devo mettermi seriamente a lavorare per la tesina e devo ANCORA recuperare delle materie.
…Sono abbastanza preoccupata.
Per quanto riguarda le recensioni, in questi giorni risponderò a tutte con il cellulare. Scusate ancora per il ritardo!
Uno dei miei amati lettori (se poi leggete le recensioni capirete tutto) mi ha chiesto quando arriva l’azione. Il mio progetto iniziale prevedeva nel dividere la storia in due parti: questa che state seguendo, con romance a palate e una seconda, con more action. Con questo non intendo dire che durante la prima parte della storia non ci saranno scontri, solo che mi concentrerò di più sulla storia d’amore. La seconda parte sarà più movimentata, perché con un viaggio particolare tutti entreranno in crisi… E ci saranno molte più battaglie.
Ecco tutto. Se avete dubbi, suggerimenti per lo sviluppo o semplicemente curiosità scrivetemi. Nel frattempo dateci dentro con le recensioni!
Un bacio a tutti i miei lettori, grazie di seguire la storia.
Buona festa dei lavoratori.
Ma Maddie.
  
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