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Autore: Follia    22/07/2008    7 recensioni
Greg è arrogante, vanitoso e sicuro di se.
June è saccente, acida e sarcastica.
A lui piace la bellona di turno.
Lei è felicemente fidanzata.
Si odiano.
Sicuri?
Fatemi sapere che ne pensate, sono apertissima a critiche e suggerimenti^^
Genere: Generale, Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo III

Disperazione

 

- Hai visto? – domandò Greg fermandosi di colpo e tirando una gomitata all’amico

- Visto cosa? – s’informò Matt che evidentemente non aveva visto nulla

- Visto lei – soffiò quasi in estasi indicando con un discreto movimento del capo una prosperosa donzella dai lunghissimi capelli d’ebano che stava passeggiando sinuosamente sul marciapiede opposto, intenta a scrutare le vetrine e a lanciare cupide occhiate ai loro contenuti. – È la ragazza della fontana, quella di scuola – spigò.

- Affascinante – annuì Matt non del tutto interessato alla questione

- Ti prego no, trattieni l’entusiasmo. Ho solo trovato la donna della mia vita, tu tranquillo, non essere così felice per me, mi metti in imbarazzo.

- Vedi Greg, se io ora volessi essere meschino ti farei notare che ogni santissima volta che incontri una ragazza che ti piace credi di aver trovato la donna della tua vita, ma ogni santissima volta questa tua solidissima convinzione viene puntualmente smontata, perché quella è troppo appiccicosa, quell’altra non ti dedica abbastanza attenzioni e quella dopo non ti piace più. Ma non lo farò. Perché sono tuo amico e soprattutto perché no farei mai un simile torto a June, che naturalmente per queste cose ha la precedenza assoluta...

Lanciò un occhiate in tralice alla sorella che fluttuava accanto a loro col volto grigio e gli occhi aperti su un’altra tragedia.

Proprio in quel momento il suo Bret se ne stava rinchiuso in un’accogliente camera da letto assieme alla cara Candy, per la prima seduta delle diaboliche ripetizioni.  Più ci pensava, più la cosa le suonava davvero poco decorosa. Le stava dando ripetizioni. Subito nella sua mente s’affacciarono funeste visioni della sua proba rivale allacciata al suo ragazzo, concentrata su attività che di didattico avevano ben poco.

La provvidenziale voce di Matt la distolse da quei pensieri autolesionisti e la costrinse a dirottare la concentrazione sulla conversazione che gli altri due stavano amabilmente intrattenendo.

- June... June allora che aspetti a far notare a Greg che è un idiota? – s’informò il fratello preoccupato. Assomigliava sempre di più a uno zombie.

- Sì, idiota – mugugnò distratta la fanciulla dando sfoggio di tutta la sua loquacità

Lo sguardo di Matt si fece sempre più angosciato e nell’udire quella risposta anche Greg fu costretto a deviare l’attenzione dalla donna della sua vita, che non aveva mai perso di vista ed appoggiare su June un’occhiata totalmente incredula ed anche, ma non l’avrebbe mai ammesso, vagamente turbata.

- Smettila di pensare a Bret, June! – esordì il giovane consanguineo della bella

- Sì Parker, stai diventando noiosa – l’apostrofò Greg storcendo il naso – Insomma, va bene, lui probabilmente ti mollerà per mettersi con quella bomba di Candy, ma hey, la vita continua! Morto un Bret se ne fa un altro... ecco forse non nel tuo caso, dubito troverai ancora qualcuno così pazzo da sopportarti, ma potrai sempre comprarti un gatto – concluse stampandosi in faccia un ghigno soddisfatto e davvero irritante.

- Sei un grandissimo idiota – constatò June scuotendo la testa con gli occhi ridotti a due fessure di fuoco.

- Mi fa piacere che lo pensi

- Brava, continua così! Forza, insulta Greg...- cinguettò Matt con entusiasmo corroborato da quell’apparente miglioramento da parte della sorella

- Guarda che non sono il suo pungiball! – protestò l’interessato alzando un sopracciglio indispettito

- Ma lei ora ha bisogno di conforto, fai una cosa altruista, per una volta, e lasciti insultare! Non li vedi gli occhi che sono di nuovo vivi e ardenti d’odio? June è resuscitata ed è tutto merito tuo!

- Oh no, che cosa ho fatto!

- Seriamente, io mi sto crogiolando nella depressione più nera e tu fai lo spiritoso? Sei proprio senza cuore Greg! – June sospirò affranta. – Credo che ora me ne andrò a casa ad ingozzarmi di cioccolato. Mi pare che si faccia così, in questi casi, anche se non sono molto esperta. Queen ha assicurato che funziona. – non attese nemmeno una risposta, senza salutare si tuffò in mezzo alla folla ciarlante, dirigendosi verso la sua meta con passo fosco. 

- Credo che la seguirò. Non vorrei facesse pazzie con la nutella. – Matt lanciò un’occhiata all’amico che scrutava pensieroso il punto in cui June era sparita, offuscata da una corpulenta vecchietta che avanzava barcollando sotto il peso di tre enormi borse. – Mi accompagni?

Greg si riscosse. - Nah. Ora ho una faccenda da sbrigare – fece, guardandosi intorno alla ricerca della donna della sua vita. – Magari faccio un salto dopo

- Va bè

- Senti... – lo chiamò quando ormai s’era allontanato di diversi passi – Per quanto riguarda June – esordì con aria serissima – ti prego, se tenta il suicidio non fermarla

Matt s’allontanò borbottando sull’insensibilità dell’amico e ridacchiando sottovoce.

 

Greg lanciò un’occhiata al suo riflesso sul vetro di un auto parcheggiata lì accanto, si scompigliò ad arte i capelli corvini e si stampò sulle labbra un sorriso ipnotizzante.

Perfetto.

Non sarebbe riuscita a resistergli.

- Ciao – esordì materializzandosi accanto alla sua preda ed abbagliandola con un ghigno ammaliatore.

- Ciao – fece in risposta quella squadrandolo da capo a piedi

- Ho pensato di venire a presentarmi visto che prima non riuscivi a staccarmi gli occhi di dosso

- Oh, sarei io che non riusciva a staccare gli occhi di dosso a te? – si sorprese fintamente la ragazza

- Non devi vergognarti, non sei l’unica – la rassicurò suadente lui.

La fanciulla proruppe in una trillante risata civettuola – Non ne dubito

- Io sono Greg – la informò porgendole educatamente la mano

- E io Megan, ma tu puoi chiamarmi Meg – miagolò sorridendo languida.

 

Quando, mezz’ora dopo Greg bussò alla porta di casa di Matt era di ottimo umore.

La donna della sua vita era caduta ai suoi piedi senza il minimo sforzo, era riuscito ad ottenere un appuntamento per sabato senza nemmeno dover sfoderare la sua arma segreta.

- Un giorno dovrai spiegarmi come fai – commentò Matt una volta che l’altro ebbe terminato di narrargli la sua gloriosa impresa.

- Non ci contare amico, non mi piace la concorrenza – rispose garbatamente Greg, sempre molto disponibile ad aiutare gli alti - E come sta la disperata? – s’informò poco dopo notando che June non era in giro.

- È al telefono con Queen da tre ore ormai. Lei dice che dalla stanza dei suoi si vede la finestra della camera di Candy e le sta facendo la telecronaca.

Il probo giovane scosse la testa con sufficienza, poi si lanciò di nuovo in generosi apprezzamenti su Meg e sulle proprie brillanti doti di dongiovanni.

Passarono un po’ di tempo in quel modo, poi accesero la tv, ma una volta constatato il fatto che nulla d’interessante si nascondeva fra i canali Matt propose di fare una partita a ping-pong.

Il signor Parker era fissato con il ping-pong, aveva una stanza adibita esclusivamente a quello ed ogni tanto, quando non era in caso, Matt e June ne approfittavano.

- Voglio giocare anch’io! – sentenziò la ragazza facendo il suo teatrale ingresso nella stanza, attirata dal rumore del gioco.

Aveva appena riattaccato con Queen perché sua madre era appena rientrata dal lavoro e voleva farsi un buon sonno, quindi aveva scacciato la sua informatrice dalla stanza. Donna senza cuore.

- Tu non sai giocare – le ricordò il fratello alzando un sopracciglio.

- E cosa vuoi che mi importi se non so giocare? – domandò June sbuffando infastidita. Non le piaceva per nulla quando la gente le ricordava quello che non sapeva fare. – Oggi sono triste per vi di Bret, non vorrai infierire anche tu, vero? – s’informò aggrottando seria la fronte.

Quando suo fratello era in buona era meglio approfittare.

- D’accordo – concesse lanciandole la racchetta. – Tanto mi era venuta fame, credo che andrò a mangiare...

- Cosa? Matt, amico non puoi lasciarti mettere i piedi in testa in questo modo... – ma Greg si ritrovò a parlare al vento.

- A noi due parassita – sogghignò perfidamente la fanciulla.

E la partita ebbe inizio.

Lei era un disastro. Un enorme disastro. Non prendeva nemmeno una pallina ed una volta era arrivata tirargli dietro la racchetta.

- Mi è sfuggita di mano – s’ giustificò fingendosi mortalmente mortificata.

Tsè.

- Guarda come la tieni, quella povera racchetta – si lamentò Greg lanciando occhiate critiche alla contorta presa di June.

- Io la tengo in modo impeccabile, parassita! – brontolò ostinata lei.

- Certo – annuì condiscendete il giovane – La tieni benissimo, è esattamente per questo che non sei ancora riuscita a prendere una palla. E dico una che sia una, per la miseria!

La ragazza soffiò scocciata e roteò gli occhi. – Dal mio personalissimo punto di vista credo che la colpa sia tua. Anzi, perché essere gentili e girarci attorno, la colpa è tua. Senza il credo ed anche considerando la questione in modo oggettivo tu, arrogante entità, detieni tutta la colpa di questo mio clamoroso insuccesso.

- Oh sì certo, tutta colpa mia. Sei nata imbranata ed è colpa mia. Mi trovi pienamente d’accordo Parker! - Greg circumnavigò abilmente il tavolo che si frapponeva fra lui e la peggiore giocatrice di ping-pong mai apparsa sulla terra e le si parò galantemente alle spalle. – Se tu provassi solo, non dico tanto, ma a tenerla almeno dal verso giusto, per dio! -  Con una fluida e fugace mossa riuscì a catturare la mano di June che stringeva la racchetta e a strappagliela via senza il minimo sforzo.

- Quello era il verso giusto pezzo di idiota! – berciò la riccia lanciandosi in disperati e piuttosto goffi tentativi di riprendersi ciò che le spettava.

- Parker guarda che lo so che non sei così stupida – lo sapeva, e sapeva benissimo anche che, per ipotesi, sarebbe potuta essere la migliore giocatrice di ping-pong di tutta la via lattea, se ne avesse avuto voglia, ma solo per il gusto di irritarlo avrebbe perseverato in quel suo testardo ed illogico capriccio di giocare adoperando la racchetta al contrario. Al contrario, dico! E pretendendo, oltretutto, di avere ragione.

- Senti parassita, ci stai provando con me? Prima con la scusa di rubarmi la racchetta cerchi il contatto fisico, ora mi riempi di complimenti, no mi piacerebbe saperlo. Se fosse così la cosa mi lusingherebbe oltremodo, sai?

Greg alzò un sopracciglio ed si prodigò per assumere la sua miglior espressione da odioso fanciullo arrogante, corredata da immancabile ghigno obliquo. – Ti piacerebbe – soffiò sporgendosi così tanto su June che i loro nasi praticamente si toccarono.

- Da morire! – cinguettò imitando magistralmente il tono acuto ed esaltato di qualcuna di quelle svenevoli donzelle che parevano andare così a genio al nostro adone.

Senza che Greg potesse far nulla per impedirlo il suo ghigno s’allargò in un sorriso, un sorriso che emanava radiazioni di dubbia natura che raggiunsero ben presto anche la riccia e la costrinsero, ormai irrimediabilmente contagiata, a capovolgere il broncio offeso che s’era premurata di scolpirsi sulle labbra.

Per qualche frazione di secondo rimasero così, come due prefetti idioti, a sorridere e scrutarsi.

E poi il campanello, i brontolii di Matt che mollava il suo spuntino per andare ad aprire ed una voce che invocava allegramente il nome June.

- Oh grazie al cielo è vivo – sospirò sollevata quella portandosi una mano al petto prima di scansare Greg e caracollarsi fuori dalla stanza in direzione Bret.

- Sono qui! – la sentì urlare.

Se la immaginava corrergli incontro e gettargli le braccia al collo mentre gli domandava come fossero andate le ripetizioni in tono apparentemente casuale, ma friggendo in realtà di gelosia.

Erano davvero patetici, quei due.

Li trovava così indescrivibilmente fastidiosi, quando stavano insieme.

- Pensavo che non ti avrei mai più rivisto, che lei ti avrebbe tramortito, legato e portato in cantina, così poi avrebbe potuto abusare di te ogni volta che le andava...- il delirio di June si spense nel bacio divertito di Bret.






E così eccomi di nuovo qua a sproloquiare allegramente, un po’ in ritardo, ma in fondo è estate ed un po’ di vita mondana me la devo concedere pure io xD Buhuh! Ci terrei enormemente a ringraziare i baldi giovani che hanno inserito la storia fra i preferiti, ma soprattutto dedico una sentiterrima ovazione a quelli che – ancor più baldi - mi hanno mollato un commentino! Tenchìu^^

  
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